Il primo Outlanders ha raggiunto un'ottima base di utenti anche su PC, sebbene la sua natura di gioco costruito per le piattaforme mobile fosse piuttosto evidente, dalla struttura generale alla costruzione dell'interfaccia, dunque non stupisce che il seguito sia diventato un'esclusiva Apple Arcade, almeno per il momento. Nella recensione di Outlanders 2 notiamo, con una certa soddisfazione, che il team Pomelo Games ha deciso di mantenere molti degli aspetti positivi del primo capitolo e ha un po' riorganizzato la struttura di gioco per offrire nuove sfide, ma conservando comunque l'esperienza praticamente intatta. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una sorta di city builder che si concentra sulla micro-gestione di alcuni aspetti specifici e su una scala ridotta rispetto a quelli moderni ad ambientazione urbana, ma riuscendo comunque a risultare notevolmente profondo e complesso.
In linea di massima può essere vista come una semplificazione del city builder, e sotto molti aspetti tale definizione è coerente, visto che i parametri da gestire e i sistemi sottesi sono quantomeno di quantità inferiore rispetto ad altri titoli simili per PC e console, che possono presentarsi molto più complessi e ampi, ma potrebbe essere fuorviante considerare Outlanders solo come una riduzione ai minimi termini del genere.
Utilizza una scala minore, portando il giocatore a seguire direttamente le singole procedure di ricerca risorse, trasformazione, costruzione e gestione, ma il risultato è comunque una simulazione decisamente profonda e molto coinvolgente, che ci costringe a seguire attentamente tutto quello che accade sullo schermo pur nella sua estensione ridotta rispetto a quanto accade con altri titoli di questa tipologia. L'accento è posto sulla micro-gestione di elementi, appunto, ma questi portano comunque a una notevole complessità generale.
Ritorno alla natura
La struttura di Outlanders 2, con il suo concentrarsi su alcuni aspetti specifici della gestione del villaggio, si associa bene alla scansione in livelli a difficoltà progressiva, che pongono di volta in volta nuove sfide legate a contesti differenti.
In questo modo non solo ci si trova di fronte a un'introduzione graduale ai vari sistemi, ma si ha veramente modo di esplorare ogni singolo aspetto della micro-gestione di elementi, trovandoci ad avere a che fare anche con sfide specifiche e situazioni particolari. È una soluzione interessante che, rispetto ai normali city builder tradizionali, sembra assumere una forma videogioco un po' più classica e inoltre si associa meglio anche alla fruizione mobile, proponendo partite un po' più brevi rispetto alla quantità di tempo solitamente richiesta da una struttura più propriamente in stile sandbox.
La Campagna è dunque la modalità principale e caratterizzante dell'esperienza di gioco in Outlanders 2, costruita in modo tale da introdurci a tutti i meccanismi in maniera progressiva e proponendo anche una certa varietà di situazioni in grado di risultare sempre piuttosto nuova e interessante.
Composta da oltre 20 missioni, questa rappresenta il grosso dei contenuti con una buona quantità di ore, ma volendo è possibile anche dedicarsi al classico sandbox libero o anche a una notevole quantità di missioni che vengono aggiornate periodicamente, ognuna incentrata su particolari aspetti della sopravvivenza e della gestione della piccola comunità da accudire. Non ci sono nemici da abbattere né cataclismi improvvisi a cui fare fronte: qui si tratta soprattutto di raggiungere gli obiettivi e gestire le risorse al meglio.
Il fatto di essere inserito in Apple Arcade ha fortunatamente sgomberato il campo da possibili derive free-to-play che avrebbero potuto sicuramente inficiare le meccaniche di un titolo del genere. Un city builder di questo tipo, oltretutto caratterizzato da un ritmo piuttosto compassato, avrebbe potuto sbilanciarsi sulle attese o modificare l'economia interna per favorire le micro-transazioni, ed è invece un piacere poterselo godere con tutta la tranquillità possibile e secondo le ritmiche classiche di un gestionale più complesso.
Un'elegante semplicità
La grafica "low poly" è una caratteristica ormai consolidata della serie, derivante direttamente dal primo capitolo. Sebbene non si tratti di una scelta propriamente originale riesce comunque a mantenere un certo fascino, soprattutto nella rappresentazione degli scenari naturali in cui le strutture costruite dall'uomo si inseriscono senza mai dominare più di tanto il panorama.
Siamo chiaramente lontani dall'estetica dei city builder veri e propri, che spesso puntano sull'alto livello di dettaglio per consentire la classica contemplazione estetica delle proprie costruzioni: qui si tratta soprattutto di dare una buona visione d'insieme con uno stile armonico, che ovviamente possa funzionare a dovere senza inficiare più di tanto sulle prestazioni di dispositivi portatili. Il compromesso funziona, sebbene Outlanders 2 non sia propriamente bello da vedere, almeno secondo i canoni tradizionali del genere.
Anche l'interfaccia di gioco è costruita per funzionare al meglio sul touch screen, cosa che da una parte rappresenta un vantaggio in termini di comodità di utilizzo ma dall'altra può risultare confusa per la possibile vaghezza delle informazioni veicolate: essendo basata su icone e simboli, questi non sempre risultano chiari, specialmente con il complicarsi dell'azione e lo stratificarsi delle opzioni. Le prime missioni fanno comunque un ottimo lavoro nel consentire di impratichirsi con il sistema di controllo, e in generale la semplicità e pulizia della grafica aiutano a concentrarsi sugli elementi importanti da tenere sotto controllo.
Conclusioni
Può sembrare una semplice riduzione ai minimi termini di un city builder standard, ma Outlanders 2 è in verità un gioco complesso e profondo, costruito secondo un progetto peculiare ma ben funzionante. È strutturato per funzionare al meglio su touch screen e questo si riflette in un'interfaccia semplificata che può risultare confusa, mentre l'impostazione a missioni progressive parte molto piano, e seguendo ritmi di gioco piuttosto bassi può risultare fin troppo lenta e blanda. In verità, con l'avanzare della Campagna le cose diventano sempre più complesse e impegnative, dunque questo non è un titolo da prendere alla leggera e una certa predisposizione per i gestionali è probabilmente necessaria per apprezzarlo in pieno. Al di fuori delle alternative classiche, Outlanders 2 è un city builder originale e dotato di un'identità specifica, un po' lontano dalla tradizionale contemplazione da "città in miniatura" ma ben impostato sulla micro-gestione di risorse e tempo.
PRO
- Meccanica ben studiata, impostata sulla micro-gestione
- Struttura e interfaccia progettate per funzionare al meglio con touch screen
- La Campagna a missioni progressive è ben costruita
CONTRO
- L'interfaccia semplificata può risultare un po' criptica
- Ritmo fin troppo lento
- Semplicità grafica e ripetizione di elementi, sebbene studiati strategicamente, tolgono un po' del tipico fascino del genere