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Pokémon Rumble Rush, la recensione

Uno degli spin-off più originali di Pokémon arriva su sistemi mobile ma non tutto è andato per il verso giusto

RECENSIONE di Christian Colli   —   30/07/2019

Tra tutti gli spin-off che The Pokémon Company si è inventata negli ultimi vent'anni, la deriva Rumble è probabilmente quella che ha spiccato per la sua personalità grazie alla stilizzazione spigolosa dei mostriciattoli, rappresentati sotto forma di giocattoli (e infatti venduti come tali per un breve periodo, prima che il mercato dei toys-to-life andasse a rotoli). Pokémon Rumble Rush è l'evoluzione mobile di una serie che ha cominciato la sua corsa su Wii nel 2009 e che è passata per Wii U e Nintendo 3DS prima di approdare sulle piattaforme iOS e Android. Per come si è evoluta soprattutto nel titolo più recente, Pokémon Rumble World, la serie non poteva che essere la candidate ideale per una trasposizione mobile: è una formula semplice, intuitiva, che si rivolge soprattutto ai più piccoli e che si adatta perfettamente a un'esperienza di tipo mordi e fuggi. Che cosa poteva andare storto?

Le isole dei pokémon

Pokémon Rumble Rush abbandona ogni pretesa di narrativa per catapultare il giocatore in uno sconfinato arcipelago popolato da tutti i pokémon che conosciamo, ai quali presumibilmente si aggiungeranno anche quelli di Pokémon Spada e Scudo tra qualche mese. Stiamo parlando di più di ottocento mostriciattoli, sebbene non siano tutti disponibili fin dall'inizio: il gioco, infatti, propone un'isola diversa ogni due settimane in cui si trovano una ventina di mostri alla volta. In questo modo il giocatore è spinto a lanciare l'app periodicamente per catturare i nuovi pokémon e in un certo senso deve ricominciare da capo ogni volta, perché non è possibile usare su una certa isola i pokémon catturati in un'isola diversa. Pokémon Rumble Rush si configura quindi come una specie di game as service con una serie di eventi a rotazione che possano trattenere l'interesse dei giocatori. Interesse che, tuttavia, si esaurisce relativamente in fretta a causa di diversi problemi.

Pokémon Rumble Rush, la recensione

Il più evidente di questi problemi riguarda senza alcun dubbio la semplicità del gameplay che, praticamente automatizzato, lascia poco spazio all'abilità del giocatore. Quest'ultimo potrebbe anche assumere il controllo del pokémon selezionato, che da solo si muove verso gli avversari più vicini per attaccarli, ma è praticamente inutile quando si combattono i mostriciattoli normali. Alla fine di ogni stage, tuttavia, ci aspetta un boss che richiede un pelo in più di attenzione e strategia: sconfiggerlo dà una certa soddisfazione, anche perché nella maggior parte dei casi ci si riesce soltanto dopo aver scelto il pokémon giusto. I mostriciattoli non si catturano come nei titoli normali della serie. Essenzialmente si trovano a caso, variano in potenza sulla base delle stelline che li contraddistinguono e possiedono una mossa completamente casuale che spinge il giocatore a "grindare" gli stage per trovare le combinazioni di pokémon e mosse giuste.

Pokémon Rumble Rush, la recensione

E questo è il secondo problema di Pokémon Rumble Rush. Al di là dell'assegnazione completamente casuale delle mosse che può risultare non poco frustrante, il grinding non riguarda soltanto i mostriciattoli ma anche due specifici elementi del gameplay: le piume e i minerali. Le prime servono a sbloccare nuove isole, contrassegnate da specifiche coordinate sulla mappa del mondo. L'idea è ingegnosa, ma l'interfaccia è scomoda e imprecisa e più di una volta si finisce col selezionare gli stage sbagliati, sprecando le preziose piume in questione. Fortunatamente questo è il minore dei mali perché si possono salvare gli stage più interessanti in modo da poterli ripetere tutte le volte che si vuole: a differenza di tanti altri giochi mobile, Pokémon Rumble Rush non impone nessun limite in questo senso. Lo fa, tuttavia, per quanto riguarda i minerali che devono essere raffinati nell'officina, un menù apposito che peraltro è particolarmente propenso a causare il crash dell'app.

Pokémon Rumble Rush, la recensione

I minerali si trasformano in ingranaggi che conferiscono ai pokémon bonus speciali, compresa la capacità di evocare temporaneamente un altro mostriciattolo per infliggere un attacco particolarmente efficace contro il nemico di turno. Se si vogliono sconfiggere i boss e i super boss più coriacei, è necessario scegliere la combinazione di pokémon, mosse e ingranaggi giusti come in un vero GDR; il problema è che raffinare un minerale richiede parecchie ore ed è qui che entrano in ballo le consuete microtransazioni, pensate proprio per ridurre questi tempi di attesa. In realtà essi non incidono in maniera troppo limitante sul gioco, ma senza i potenziamenti giusti diventa molto più difficile, se non impossibile, affrontare ogni contenuto. Semmai sono i bug e l'ottimizzazione a ostacolare veramente il giocatore: crash improvvisi, qualche freeze e un codice che consuma la batteria troppo velocemente, costringendo a diminuire ulteriormente la già approssimativa qualità dell'immagine.

Conclusioni

Versione testata Android 1.2.0
Digital Delivery Google Play
Multiplayer.it
5.5
Lettori (2)
6.5
Il tuo voto

La formula di Pokémon Rumble Rush non è affatto malvagia, specialmente perché spinge il giocatore a tornare di tanto in tanto per cercare nuovi pokémon, e preso così, a piccole dosi, sa anche divertire. Purtroppo le meccaniche GDR sono vincolate al caso e all'attesa, quindi bisogna armarsi di tanta pazienza oppure strisciare la carta di credito. Il codice, inoltre, avrebbe bisogno di qualche aggiornamento che risolva i crash irritanti e magari il consumo eccessivo della batteria che fa passare la voglia di lanciare l'app se non si è in prossimità di una presa di corrente.

PRO

  • Tutti i pokémon in versione giocattolo
  • Semplice e spensierato

CONTRO

  • La casualità e i tempi di attesa rallentano la progressione
  • Consuma rapidamente la batteria anche se graficamente lascia parecchio a desiderare
  • Qualche crash fastidioso