Fin dal principio, Ready or Not si è rivelato uno sparatutto capace di innescare efficacemente l'interesse di pubblico e addetti ai lavori, sebbene si tratti a conti fatti di uno dei tantissimi shooter che quasi quotidianamente arrivano su Steam con la formula dell'accesso anticipato. Certo, una parte di questo buzz deriva con tutta probabilità dal fatto che il gioco raccoglie la pesantissima eredità lasciata da una serie leggendaria come SWAT, ma a dire il vero la visibilità di cui ha sempre goduto il titolo sviluppato da VOID Interactive ha origine dalle particolarità di un concept fuori dal comune, uno di quelli che non incontri spesso tra le librerie digitali di PC e console.
Ready or Not, infatti, è uno sparatutto tattico che si è fatto un nome per la sua capacità di dipingere con assoluto realismo e straordinaria crudezza il contesto in cui si trova ad operare un'unità speciale di polizia, mettendo in scena brutali sparatorie che fanno largo utilizzo di effetti gore. Il gioco ha fatto parlare di sé anche per degli scenari alquanto controversi ispirati a situazioni reali, e vi ricorderete ad esempio della polemica scoppiata quando lo studio annunciò lo sviluppo di un livello ambientato in un liceo.
Dopo due anni di accesso anticipato, che VOID Interactive ha impiegato per dare lentamente forma alle sue ambizioni, è arrivato il momento di fare un bilancio definitivo su tutto quello che ha da offrire l'opera dello studio irlandese. È davvero così controversa come si dice? E dietro allo scandalo, si nasconde uno shooter con dei valori? Scopriamolo, nella recensione di Ready or Not.
911, qual è la sua emergenza?
Come dicevamo, Ready or Not è in circolazione da un paio d'anni e ve ne avevamo già parlato in passato, ma prima di addentrarci tra le novità che segnano questa uscita ufficiale, troviamo utile ricapitolare brevemente quali sono gli elementi distintivi dello shooter sviluppato da VOID. Il gioco è uno sparatutto tattico, naturalmente in prima persona e dalla forte connotazione hardcore, che vi getta alla guida di una squadra SWAT impegnata ad affrontare diversi scenari, tutti con obiettivi diversi, ma accomunati dalla stessa struttura. In compagnia di altri giocatori umani, o al fianco di gregari governati dall'IA, dovremo ripulire il livello da ogni forma di minaccia armata, arrestare qualsiasi sospettato a piede libero, salvare i civili e raccogliere le eventuali prove disponibili nell'area.
La cosa però che distingue Ready or Not dagli altri sparatutto tattici in commercio è la sbalorditiva profondità dell'intelligenza artificiale, messa a servizio del realismo e dell'autenticità. Il gioco comprende un complesso sistema di punteggi che premia la squadra in base a quanto sia stata pulita nella fase di azione, ma se ad esempio si ricevono punti catturando vivi i sospettati, questi difficilmente accetteranno di farsi arrestare. Potrete provare ad intimidirli - del resto uno dei comandi più importanti è quello per intimare ai personaggi di arrendersi - ma ogni istante trascorso ad esitare può costare la vita a un agente o, molto peggio, ad un civile innocente.
Anche salvare un ostaggio, per assurdo, può non essere così semplice: durante l'irruzione potrete incrociare dei civili che non hanno alcuna intenzione di collaborare, e starà a voi scegliere se risolvere la cosa a parole perdendo del tempo prezioso, o ricorrere a metodi decisamente più diretti, come il taser o lo spray al peperoncino. Ready or Not è abile proprio in questo, a mettere il giocatore di fronte ad intricate scelte morali che diventano significativamente più pesanti grazie al forte grado di realismo di cui godono le partite.
Un'intelligenza artificiale all'avanguardia
Gran parte di queste meccaniche erano presenti fin dagli albori di Ready or Not, ma VOID Interactive si è rimboccata le maniche e ha trascorso gli ultimi due anni a migliorare l'IA del gioco, eliminando inoltre la maggior parte dei bug legati alle interazioni coi vari personaggi. Il passaggio alla versione 1.0 introduce a sua volta una manciata di interventi sull'intelligenza artificiale, molti dei quali orientati ad ottimizzare gli schemi di comportamento degli agenti SWAT, che possono essere governati attraverso un sistema alquanto intuitivo, utile ad orchestrare elaborate manovre d'irruzione. I progressi raggiunti dal team con questo aggiornamento sono evidenti, ed è semplicemente impressionante osservarli mentre operano in maniera chirurgica, controllando attentamente i rispettivi settori mentre si esplora la mappa.
Anche l'IA dei nemici mostra svariati progressi, anche se in questo specifico caso non siamo affatto soddisfatti. Questa versione finale eredita uno dei problemi che Ready or Not si trascina dai tempi dell'accesso anticipato, relativo alla precisione sovraumana con cui i criminali crivellano gli agenti. Certo, il gioco è uno sparatutto dal forte accento hardcore e non sorprende che bastino davvero pochi colpi per lasciarci le penne, tuttavia i nemici sono sempre stati fin troppo letali, considerato inoltre che il membro di una gang non dovrebbe avere lo stesso addestramento di uno SWAT.
Alcuni auspicavano che con l'uscita del gioco VOID avrebbe calibrato la mira degli ostili - del resto una delle mod più popolari è quella che depotenzia i loro riflessi - mentre invece ci è bastato incassare un paio di dolorosi game over per confermare che non solo i criminali sono ugualmente precisi, ma adesso sono capaci di mettere a segno complesse manovre d'aggiramento durante l'ingaggio. Il nostro sospetto è che lo studio irlandese abbia scelto di rendere i nemici così letali per bilanciare il gran numero di stratagemmi che la squadra può sfruttare per neutralizzarli, ma considerato che la nuova modalità single player penalizza notevolmente le missioni fallite, ne deriva che Ready or Not in molti frangenti è molto più frustrante di quanto dovrebbe essere.
La nuova modalità Commander
Una delle novità principali relative all'aggiornamento 1.0 di Ready or Not riguarda naturalmente la nuova modalità single player che stravolge radicalmente il modo in cui si gioca da soli allo sparatutto sviluppato da VOID. Lo studio irlandese, da sempre, avrebbe voluto dotarlo di una componente narrativa vera e propria, ma con l'uscita ufficiale del gioco si è accontentato d'introdurre la modalità Commander, che introduce una sorta di progressione all'interno di Ready or Not. In Commander prenderemo appunto in panni del comandante della squadra, e se in passato tutti i livelli potevano essere affrontati liberamente in ogni momento, adesso dovremo sbloccarli uno alla volta proseguendo in quella che ha tutta la struttura di una campagna a giocatore singolo, anche se purtroppo non c'è un filo narrativo a legare gli scenari. Con l'uscita ufficiale questi passano da 10 a 18, ottima notizia per chi aveva già divorato ogni livello reso disponibile dagli sviluppatori.
La cosa interessante, però, è che come comandanti avremo l'opportunità di gestire nel dettaglio i membri della squadra SWAT, attraverso un sistema del tutto inedito che fa il suo esordio con questo aggiornamento. Grazie a un piccolo tablet, potremo passare in rassegna specialità e caratteristiche degli agenti al nostro servizio, scegliere quali schierare in azione e reclutarne di nuovi, ma soprattutto curare il loro delicato stato emotivo, mandando ad esempio in terapia quei membri della squadra che si trovano in una forte condizione di stress. Quello che avviene durante un'incursione ha infatti seri risvolti sulla situazione psicologica dei membri del team, e ignorare certi campanelli d'allarme potrebbe portarli a commettere gravi errori sul campo.
La modalità Commander è affiancata dal nuovo hub di gioco, totalmente rivisitato rispetto alla fase di accesso anticipato, anche se la centrale include in linea generale tutti gli ambienti che avevamo imparato a conoscere in questi due anni di Ready or Not. C'è la sala riunioni, dove si avviano le missioni, e ovviamente anche il poligono di tiro, dove provare il proprio loadout, che può essere personalizzato raggiungendo la consueta stanza degli armadietti. Quasi inaspettatamente, non ci sono poi molte novità riguardo l'arsenale del gioco, che rimane pressoché inalterato col passaggio a questa versione finale di Ready or Not.
Comparto tecnico
Come molti videogiochi in accesso anticipato, Ready or Not si era presentato al pubblico con numerosi problemi tecnici, che col tempo sono stati tutti prontamente risolti, anche se la build in nostro possesso era comunque caratterizzata da qualche bug di troppo. Lo sparatutto di VOID è dannatamente affamato di risorse grafiche e abbiamo dovuto smanettare nelle impostazioni per assicurarci i 60 frame al secondo, che sono semplicemente cruciali per giocare al meglio.
Sebbene si tratti di un software alquanto esigente, l'impatto visivo non è purtroppo dei migliori, e se da un lato tutto il sistema d'illuminazione è davvero ottimo, i limiti del piccolo studio irlandese si possono tutti intravedere nei modelli di criminali e civili, un po' arretrati dal punto di vista grafico. Abbiamo invece sensazioni contrastanti sull'impianto sonoro: se da un lato è indiscutibile il lavoro svolto sulla resa acustica di armi ed esplosivi, non è facile individuare correttamente da dove provengono certi rumori attraverso porte e pareti, cosa che invece sarebbe preziosissima in uno sparatutto tattico.
Conclusioni
Ready or Not si è fatto un nome per l'ambizione di VOID Interactive, considerata da alcuni come controversa, di mettere in scena con assoluto realismo e senza compromessi gli scenari di combattimento che una squadra SWAT si trova a vivere quotidianamente. La realtà, però, ci racconta che dietro allo scandalo c'è qualcosa di molto, molto più noioso: un ottimo sparatutto tattico in prima persona, che dopo due anni di accesso anticipato trova finalmente compimento arricchendosi di alcune novità che faranno la felicità degli appassionati del genere. SWAT, a quanto pare, ha finalmente trovato un erede.
PRO
- La nuova modalità single player è supportata da alcune idee molto interessanti
- Gameplay solido e divertente, soprattutto in multigiocatore
- I progressi raggiunti dall'IA alleata sono sbalorditivi
- Finalmente otto nuovi livelli
CONTRO
- L'IA dei criminali è ancora troppo letale, al limite del frustrante
- Ancora qualche problema di troppo sotto il profilo tecnico