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Redout 2, la recensione di uno dei giochi più veloci degli ultimi anni

La recensione di Redout 2, il seguito di uno dei giochi più veloci degli ultimi anni, tutto rigorosamente made in Italy da 34BigThings!

RECENSIONE di Luca Olivato   —   20/06/2022

Sono passati quasi sei anni dall'uscita di Redout, erede spirituale di WipEout e F-Zero. Un gioco di corse iperveloce in cui le protagoniste sono futuristiche navi spaziali che si sfidano su tracciati gravitazionali collocati nei luoghi più disparati della galassia.

Il titolo dell'italiana 34BigThings è stato in grado di ritagliarsi una nicchia di appassionati, sia grazie al supporto post-lancio (nel 2017 sono usciti la bellezza di cinque DLC), sia soprattutto alla collaborazione con Epic Game Store. Circa un mese fa, in concomitanza con il giveaway della Enhanced Edition, il titolo si è ulteriormente aggiornato ed è tornato sotto i riflettori. Un'ottima manovra commerciale per spingere il lancio di questo seguito che si propone come versione potenziata sotto tutti i punti di vista del gioco originario. Scopriamo quali sono le novità e soprattutto come sono state implementate nella nostra recensione di Redout 2!

Tanti contenuti

Mantenere la traiettoria ideale è impegnativo anche nei tratti di pista più larghi
Mantenere la traiettoria ideale è impegnativo anche nei tratti di pista più larghi

Il grosso del lavoro si è concentrato sull'arricchimento dell'offerta e sul perfezionamento del modello di guida. Partendo dal primo aspetto, è apprezzabile la quantità di tracciati presenti in Redout 2: sono addirittura 36 (o il doppio, se si considera che si possono affrontare anche in senso contrario), a confronto dei 25 del predecessore. Sono dislocati in dieci pianeti, ognuno contraddistinto da uno specifico valore di gravità, densità dell'atmosfera e clima.

La prima variabile influisce sulla tenuta in curva, la seconda sulla resistenza all'avanzamento e la terza sulla rapidità di surriscaldamento del turbo. Proprio quest'ultimo è un elemento chiave del modello di volo: c'è la tentazione di premere il pulsante del boost quanto più frequentemente possibile, ma bisogna tenere a bada la temperatura del motore che, se si mantiene per troppo tempo oltre una soglia di guardia, rischia di esplodere. Oltre a evitare di toccare le barriere, azione che riduce la resistenza degli scudi e rende più vulnerabile l'astronave, il segreto è quello di sfruttare la conformazione della pista per usufruire del turbo solo quando sia davvero necessario. Come? Principalmente passando attraverso acceleratori posti in punti che non sempre si trovano nella traiettoria ideale, e dosando il beccheggio per guadagnare velocità nei tratti in discesa mantenendola in quelli in salita.

Operazione più facile a dirsi che a farsi, considerata la concentrazione richiesta dal pilotaggio. Non c'è curva che sia banale e anche i tratti rettilinei possono nascondere delle insidie, specie durante i salti, dove bisogna calibrare attentamente il rollio per non mancare il punto di atterraggio. Appoggiarsi alle barriere, con conseguente perdita di velocità, vi farà perdere non poche volte la pazienza anche a causa dell'abilità degli avversari, pronti a sfruttare la minima sbavatura. Il tutto è reso ancora più complicato dall'imperdonabile assenza di una minimappa. Certo, ci sono degli indicatori in stile rally che anticipano di qualche secondo l'evolversi della pista, ma è difficile prestarvi attenzione per l'elevata velocità.

C'è stato un cambio di filosofia che ha coinvolto i duelli in pista. In Redout era possibile danneggiare gli avversari rubando loro energia propulsiva: tale possibilità è stata eliminata per focalizzare tutta l'attenzione sulla guida.

Carriera e arcade

La sensazione di velocità è estrema
La sensazione di velocità è estrema

Come nel primo, le modalità di gioco offline sono due. Quella arcade, dove sono disponibili quasi tutti i tracciati e le astronavi sin dall'inizio, non presenta novità di rilievo. Sei i tipi di eventi: si parte con il time attack, una sfida contro sé stessi per migliorare il tempo sul giro, per passare alle gare singole con un massimo di undici sfidanti. In Last Man Standing viene eliminato, giro dopo giro, chi si trova in ultima posizione, mentre in Arena Race non c'è margine d'errore: l'esplosione della nave, sia essa per rottura del motore o per uscita di pista, comporta la fine istantanea della prova. In Speed si guadagnano punti mantenendo una determinata velocità minima per il maggior tempo possibile, mentre Boss è una specie di maratona, prevedendo il collegamento di tutte le piste senza soluzione di continuità.

A questa si aggiunge poi il vero piatto forte dell'offerta di Redout 2, ossia la carriera, completamente rivisitata rispetto al predecessore e ora più simile a quella di Forza Motorsport. Si snoda attraverso cinque campionati principali, ciascuno composto da un'articolata serie di sfide, da affrontare in ordine sequenziale per sbloccare l'accesso alle leghe più competitive. Ogni prova presenta diversi obiettivi il cui completamento viene ricompensato con nuovi mezzi (dodici in tutto) e potenziamenti. Si tratta di un'altra grande novità. Mentre nel predecessore si potevano installare due soli aggiornamenti (uno attivo, l'altro passivo), in questo seguito il livello di personalizzazione è molto più stratificato e prevede di mettere mano a ben sei elementi tecnici (propulsore, stabilizzatore, ecc.) e tre estetici. Il problema maggiore è che i potenziamenti vengono forniti con una sequenza prestabilita, senza la possibilità, per il giocatore, di decidere cosa acquistare con i crediti ricevuti.

Poco accessibile, molto personalizzabile

Il livello di difficoltà è elevato anche con tutti gli aiuti
Il livello di difficoltà è elevato anche con tutti gli aiuti

Poco prima della pubblicazione della recensione è uscita una patch che ha abbassato il livello di difficoltà del tutorial, passaggio a dir poco fondamentale per sbloccare tutte le funzionalità di Redout 2. Senza aver completato le prime tre prove, sui cui risultati si calibra in automatico il livello di sfida, non è possibile mettere mano agli aiuti di guida, né accedere alla modalità multiplayer di cui parleremo più avanti. Gli sviluppatori si sono presto resi conto di aver impostato un'asticella iniziale troppo alta, scatenando diverse polemiche sui forum: per questo, nonostante nelle note di rilascio sia ribadito il fatto che Redout 2 non sia affatto un gioco per tutti, hanno reso meno ostici gli avversari della terza prova.

Ora è più semplice tagliare per primi il traguardo e avere di conseguenza la possibilità di personalizzare l'esperienza di gioco. I parametri di aiuto alla guida sono addirittura dieci (in pratica riguardano tutti i movimenti dell'astronave) e su ciascuno di essi si può intervenire in modo mirato regolando l'intervento dell'intelligenza artificiale tra zero e cento. Senza dimenticare poi sei livelli di difficoltà degli avversari controllati dal computer.

Tutti questi adattamenti lasciano sperare di ritagliare un'esperienza su misura, ma a conti fatti le cose vanno diversamente. Anzitutto non c'è modo di demandare totalmente al PC alcune manovre che restano ostiche anche con il massimo degli aiuti. L'IA è eccessivamente punitiva e soffre di un funesto effetto elastico "monodirezionale". Scordatevi errori da parte degli avversari controllati dalla CPU: in tutte le nostre prove non è mai capitato che finissero fuori pista o che si appoggiassero ai muretti. Al contrario al giocatore sono concesse solo delle minime sbavature: se la vostra astronave esplode a causa dell'eccessivo surriscaldamento sarete costretti a riavviare la gara, perché è praticamente impossibile riuscire a recuperare terreno.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 11 Pro
  • Processore: AMD Ryzen 9 5950X
  • Memoria: 32 GB di RAM
  • Scheda video: AMD Radeon RX 6800XT

Requisiti minimi

  • Richiede un processore e un sistema operativo a 64 bit
  • Sistema operativo: Windows 10 64bit
  • Processore: Intel Core i5-3470 | AMD Ryzen 3 1200
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970 4 GB | AMD Radeon RX 570 4 GB
  • DirectX: Versione 11
  • Memoria: 25 GB di spazio disponibile
  • Scheda audio: DirectX compatibile

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows 10 64bit
  • Processore: Intel Core i7-3770 | AMD Ryzen 5 1600
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 2060 6 GB | AMD Radeon RX 5700 XT
  • DirectX: Versione 12
  • Rete: Connessione Internet a banda larga

Realizzazione e dintorni

Alcune scelte cromatiche sono discutibili
Alcune scelte cromatiche sono discutibili

Mentre avevamo lodato il primo Redout per la pulizia dei tracciati, purtroppo non possiamo fare altrettanto per quelli presenti in questo seguito. Il grosso del lavoro artistico si è concentrato proprio sulle piste, ma ci è parso che i designer abbiano badato più alla spettacolarità che alla funzionalità. Di certo hanno centrato l'effetto wow: che si passi tra i due dragoni di guardia sul monte Fuji, o all'interno di una piramide industriale nel circuito del Cairo, non mancano scorci memorabili. Tra i tracciati più riusciti ci sono quelli ambientati nello spazio, dove in certi passaggi sembra di essere in preda a effetti psicotropi. Peccato però che, altrettanto spesso, non ci si renda conto della presenza di salti o di barriere, che si perdono con la sbrilluccicante ambientazione. In altri casi si perde la concentrazione per studiare il posizionamento degli acceleratori, che spesso si confondono con il resto del circuito a causa di una scelta cromatica discutibile.

Anche in questo sequel i modelli delle astronavi si attestano su un livello di dettaglio inferiore rispetto agli scenari; tale difetto è un po' più evidente e fastidioso rispetto al passato, specie nei menù di personalizzazione, mentre non si nota nella durante la guida. Questo perché rimasta inalterata la sensazione di velocità estrema supportata anche da un frame rate granitico. I test, condotti al massimo del dettaglio grafico e a una risoluzione UltraHD, hanno restituito, nei momenti di massima gloria, vette di 110 fps, senza mai scendere sotto gli 80. La colonna sonora, ottima, contribuisce a mantenere elevato il tasso adrenalinico, grazie anche alla presenza di ospiti speciali come Giorgio Moroder e Zardonic, le cui tracce spiccano sulle altre. Nell'attesa che siano disponibili leaderboard e campionati classificati, il multiplayer rappresenta una valida alternativa alla modalità arcade, visto che gli avversari sono molto più propensi a commettere errori (cosa che non capita quasi mai a quelli artificiali). Il matchmaking è però da affinare, perché in qualche occasione ci è capitato di partire con qualche istante di ritardo rispetto al resto del gruppo.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
7.7
Lettori (5)
7.1
Il tuo voto

Redout 2 è un titolo pensato per gli hardcore gamer. I veterani delle sfide ad alte velocità, gli orfani di WipeOut e F-Zero, gli adepti del primo Redout rappresentano il target d'utenza del nuovo titolo di 34BigThings. Tutti questi troveranno pane per i propri denti e riusciranno a levarsi diverse soddisfazioni grazie al miglioramento della fisica e all'implementazione di un sistema di controllo che, pur essendo complesso, permette di padroneggiare tutti i movimenti necessari. Il tutto condito da un'offerta è molto più ricca e da miglioramenti visivi tangibili, anche se alcuni aspetti meriterebbero di essere affinati. I giocatori della domenica (e non solo), sono avvisati: Redout 2 è ostico e tutt'altro che accessibile.

PRO

  • Ottima sensazione di velocità
  • Tanti contenuti
  • Modello di guida sfidante

CONTRO

  • Le astronavi sono troppo poco dettagliate
  • Il livello di difficoltà è tarato verso l'alto
  • Alcune scelte stilistiche rivedibili