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Road 96 Mile 0, la recensione del prequel dell’acclamata avventura on the road

DigixArt torna a Petria per raccontare le storie di Zoe e Kaito, due adolescenti già conosciuti agli appassionati dei lavori dello studio francese.

RECENSIONE di Giulia Martino   —   04/04/2023
Road 96 Mile 0, la recensione del prequel dell’acclamata avventura on the road
Road 96: Mile 0
Road 96: Mile 0
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Le storie degli emigranti adolescenti di Road 96, in bilico tra fuga e speranza, sono rimaste impresse nel cuore di molti giocatori. Prodotta dallo studio francese DigixArt, l'avventura narrativa ambientata a Petria, pubblicata nel 2021, aveva conquistato il pubblico grazie a un felice mix di dinamiche roguelike e proceduralità nella struttura delle varie sezioni di gioco (con una palese ispirazione ai "blocchi Lego narrativi" teorizzati da Ken Levine). Il team torna a percorrere le strade polverose segnate dal regime dittatoriale di Tyrak con un prequel incentrato su Zoe, ben conosciuta ai giocatori di Road 96, e Kaito, familiare a coloro che hanno apprezzato la primissima produzione dello studio di Montpellier, Lost in Harmony.

Non è stato, a nostro avviso, un matrimonio felice: la trama di Road 96 Mile 0 si ritrova ben presto impigliata in alcune scelte obbligate dovute alla sua natura di prequel di Road 96, e il gameplay, incentrato su scelte di dialogo e sezioni da rhythm game, non riesce a trovare un chiaro centro di gravità attorno a cui sviluppare un ragionamento ludico chiaro e coerente. Ne consegue una produzione piuttosto confusa negli intenti e non riuscita dal punto di vista dell'esecuzione, incapace di catalizzare le emozioni e l'attenzione dei giocatori, pur presentando alcune scelte di alto impatto nella regia di alcuni dei suoi percorsi su roller e skateboard a tempo di musica.

Vi parliamo di tutti questi aspetti nel dettaglio nella nostra recensione di Road 96 Mile 0.

La strana coppia

Zoe e Kaito, protagonisti di Road 96 Mile 0, sono due vecchie conoscenze per gli appassionati dei videogiochi prodotti da DigixArt
Zoe e Kaito, protagonisti di Road 96 Mile 0, sono due vecchie conoscenze per gli appassionati dei videogiochi prodotti da DigixArt

Road 96 Mile 0 si apre con una delle trasmissioni di Sonya Sanchez, unica giornalista di Petria. Nella puntata di GNN Special mostrata all'inizio dell'avventura, Sonya si trova a White Sands, esclusivo quartiere residenziale che ospita, tra gli altri, anche lei e il Presidente Tyrak, oltre alle famiglie dei vari ministri. Anche Zoe, figlia del Ministro del Petrolio, vive a White Sands; il suo amico Kaito, invece, risiede con i suoi genitori a Piazza Tyrak, destinato alle case della classe operaia che regge le vite lussuose degli abitanti più abbienti della zona.

Sia Zoe, sia Kaito hanno elementi "ereditati" dalle loro precedenti comparse nei videogiochi sviluppati da DigixArt: Zoe non si separa mai dal suo fido trombone (protagonista di una delle sezioni più memorabili di Road 96), mentre Kaito non è ancora sceso a patti con la perdita della sua amica Aya, personaggio centrale in Lost in Harmony, morta fin troppo presto per un cancro causato dall'elevatissimo inquinamento dell'aria di Petria. Kaito, giovane ribelle, mette in discussione le certezze di Zoe, rampolla di una delle famiglie più altolocate di Petria: questo aspetto assume rilievo in una apposita barra, sempre presente nell'angolo in alto a sinistra dello schermo, che mostra l'orientamento dei protagonisti verso la rivoluzione o l'adesione al regime totalitario vigente nel Paese.

Nel corso dell'avventura veniamo spesso posti dinanzi a scelte narrative che condizionano alcuni eventi nella trama di gioco e portano a vari finali, incoraggiando una nuova partita dopo il completamento, in circa quattro ore, della prima run di Road 96 Mile 0: al contrario di quanto avveniva in Road 96, però, le diramazioni narrative sono davvero poche e rimangono inscritte in uno schema ben preciso, finalizzato a mettere Zoe in una particolare condizione rilevante nella trama di Road 96.

Nel complesso, questo prequel fallisce nel mettere in campo una storia di ampio respiro: è chiara l'intenzione degli sviluppatori di creare un prodotto più contenuto e meno ambizioso da un punto di vista narrativo, ma in Road 96 Mile 0 ci troviamo davanti a una trama che non emoziona e non sorprende. Tornano molti dei personaggi già visti in Road 96 in dei cameo talvolta piacevoli, ma Zoe e Kaito restano, per tutta la durata del loro viaggio, due personaggi piuttosto stereotipati e ingessati. Non aiuta l'infelice gestione dei loro punti di vista: in alcuni momenti ci troviamo a impersonare Zoe, in altri Kaito, e se un protagonista "muto" funzionava benissimo in Road 96 - dove ci trovavamo a vivere le avventure, in sequenza, di più emigranti anonimi - non si può dire lo stesso in questo prequel, in cui l'alternanza tra i due personaggi ci porta alla strana sensazione di dover abbandonare, a turno, il controllo (seppur parziale) delle loro emozioni e reazioni, restituendole alla guida del team, in un quadro che complessivamente non si mantiene sempre coeso e coerente. Sono poi presenti alcuni escamotage narrativi assolutamente surreali, finalizzati a portare avanti una difficilissima missione che verrà svolta dal duo verso la fine dell'avventura, con il prezzo di mettere in serio pericolo le fondamenta di una trama che vorrebbe mantenere una certa sospensione dell'incredulità.

Corse musicali

Road 96 Mile 0 è contraddistinto soprattutto dalle sue sezioni da rhythm game, finalizzate a mettere in campo le emozioni dei protagonisti Zoe e Kaito
Road 96 Mile 0 è contraddistinto soprattutto dalle sue sezioni da rhythm game, finalizzate a mettere in campo le emozioni dei protagonisti Zoe e Kaito

Come avveniva anche in Road 96, DigixArt mette in campo diversi minigiochi nel corso dell'avventura: si va dalla costruzione di una rampa di legno martellando chiodi nelle assi, passando a un violentissimo lancio di giornali della propaganda ai passanti, per arrivare alla manomissione di centraline elettriche per sabotare una soporifera lezione di tai chi. Nessuna di queste attività raggiunge una complessità tale da ingaggiare in profondità il giocatore, e purtroppo questo vale anche per le sezioni da rhythm game che avvicinano Road 96 Mile 0 a Lost in Harmony.

Precisiamo, però, che a nostro avviso la principale fonte di ispirazione del team è stato il fulminante Sayonara Wild Hearts, senz'altro uno dei rhythm game più fenomenali degli ultimi anni. Rispetto alla produzione svedese, il titolo sviluppato da DigixArt fa leva su sonorità più variegate, e la colonna sonora è in parte su licenza ("No Brakes" di The Offspring è uno dei pezzi presenti) e in parte prodotta appositamente per Road 96 Mile 0. Non ci troviamo dinanzi a un "album interattivo", dunque, ma a pezzi finalizzati ad esprimere, a seconda dei casi, le emozioni di Zoe e Kaito - entrambi controllati alternativamente dal giocatore - in particolari momenti della trama, senza un filo rosso che connetta tutti i brani. Sono presenti anche dei bivi che hanno ripercussioni dal punto di vista narrativo, andando a influenzare la barra delle convinzioni dei protagonisti di cui abbiamo parlato poc'anzi; c'è la possibilità di rivedere le proprie scelte rigiocando i livelli quante volte si vuole, selezionandoli direttamente dal menu principale, anche - volendo - per migliorare la propria valutazione finale, basata sul numero di morti e di gemme raccolte.

Kaito si trova ad avere a che fare con i fantasmi del suo passato, ma la trama sviluppata da DigixArt non riesce a far leva sulle emozioni dei giocatori fino in fondo
Kaito si trova ad avere a che fare con i fantasmi del suo passato, ma la trama sviluppata da DigixArt non riesce a far leva sulle emozioni dei giocatori fino in fondo

Nel complesso, siamo rimasti delusi dal lavoro fatto dal team dal punto di vista musicale: mancano le sonorità immediatamente riconoscibili e fischiettabili di Road 96, e l'amalgama è qui confuso e privo di una chiara direzione. Il problema principale dei livelli musicali percorsi dai due adolescenti (Zoe usa i rollerblade, Kaito uno skateboard) è rintracciabile nelle frequenti interruzioni del gameplay con sequenze predefinite che mostrano particolari avvenimenti nell'ambientazione. Può trattarsi del crollo di una statua di Tyrak, o delle azioni del nostro comprimario non controllato al momento, ma in ogni caso si verifica una cesura che impedisce al giocatore di raggiungere quel ritmo che è centrale in ogni rhythm game che si rispetti. In questo senso, Sayonara Wild Hearts è un esempio virtuoso, non seguito, però, da DigixArt nel loro Road 96 Mile 0.

Buone alcune intuizioni estetiche e soluzioni di regia, e buona anche l'idea di introdurre, oltre alla meccanica della raccolta delle gemme spostandosi sul percorso, anche salti, piccoli quick time event e altri escamotage per invitare a un'interazione a tutto tondo con i vari elementi dello scenario, ma l'esecuzione resta eccessivamente frammentata e, in alcuni caso, funestata da bug importanti: in due sezioni non siamo riusciti a eseguire il salto (essenziale, in quei frangenti, per superare degli ostacoli presenti sul percorso) e siamo stati costretti ad avvalerci dell'opzione di saltare del tutto quelle porzioni di livello, possibilità presentata al giocatore dopo alcune morti (che hanno un impatto sulla valutazione finale). In altre parole, non si raggiunge mai la possanza adrenalinica e sinestetica che è propria dei rhythm game più riusciti presenti sul mercato.

Un'estetica in continuità con Road 96

Tornano molti personaggi familiari a chi ha giocato Road 96: la giornalista Sonya Sanchez è tra questi
Tornano molti personaggi familiari a chi ha giocato Road 96: la giornalista Sonya Sanchez è tra questi

Dal punto di vista grafico, la produzione di DigixArt prende quanto fatto in Road 96 e mira a sgrezzarlo e ripulirlo, con un effetto finale che complessivamente può dirsi molto ben riuscito. Al di là di alcuni glitch grafici di scarso rilievo, il miglioramento è percepibile, ma nonostante ciò ci siamo trovati davanti ad alcune scelte artistiche davvero incomprensibili: in diverse occasioni, anche i dialoghi più intensi si svolgono con espressioni facciali impassibili e con un visibile senso di distacco, azzerando l'impatto emotivo di conversazioni anche relative a temi molto delicati.

Inoltre, il comparto tecnico approntato dal team non è certamente di quelli tali da mettere alla frusta l'hardware delle console di nuova generazione, ma nonostante ciò ci siamo trovati di fronte a caricamenti di durata non trascurabile anche su PlayStation 5, sebbene siano stati rimossi gli elementi di generazione procedurale dei segmenti narrativi visti in Road 96. Infine, segnaliamo un doppiaggio discreto in lingua inglese e l'ottima traduzione in lingua italiana.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.5
Lettori (2)
5.2
Il tuo voto

Road 96 Mile 0 non è il prequel che speravamo: abbandonata la struttura procedurale e le dinamiche roguelike per introdurre delle sezioni da rhythm game decisamente poco a fuoco, il lavoro svolto da DigixArt manca di quella incisività politica, emotiva e ludica che aveva contraddistinto Road 96, e i margini di rigiocabilità risultano drasticamente ridotti. È del tutto comprensibile la volontà del team di cambiare direzione e intraprendere nuovi percorsi, ma il lavoro svolto dagli sviluppatori di Montpellier manca di focus e di capacità di coinvolgere il giocatore nelle varie anime dell'avventura. Non aiuta una colonna sonora nel complesso piuttosto piatta, lontana dai picchi raggiunti dalle sonorità anni '90 di Road 96. Restano alcuni segmenti convincenti a livello narrativo e di gameplay, ma sappiamo che DigixArt ha ben altre potenzialità, come ampiamente dimostrato dalla riuscitissima avventura on the road che tanta fortuna aveva portato al team nel 2021.

PRO

  • Alcune interessanti soluzioni di ambientazione e di regia
  • Buona l'idea dei percorsi musicali

CONTRO

  • Trama piatta e priva di guizzi
  • Colonna sonora lontana dall'eccellenza di Road 96
  • Le continue interruzioni cinematiche spezzano l'attenzione del giocatore
  • Poche diramazioni di trama