Immaginate un'Odissea in cui ognuno dei compagni dell'eroe Ulisse è riconoscibile, accuratamente tratteggiato, approfondito nelle sue motivazioni e nel suo carattere. Immaginate l'avventura non di un eroe solo al comando, ma di un gruppo vivo, con al cuore una missione comune e tanti motivi individuali ad arricchirla e svilupparla. Immaginate un viaggio tra isole splendide che sanno traghettarsi con ironia ed eleganza su un mare che ha travolto la violenza e la stupidità umana, esse stesse personaggi veri e propri, ognuna diversa, tutte dialoganti, proprio come le comunità che le abitano. Immaginate che tutto questo è già stato immaginato, e che potete entrare in questo tessuto luminoso di storie e incontri inaspettati compiendo scelte e imprimendo una direzione alla nave De Kelpie e a tutto il suo equipaggio: ecco, avrete Saltsea Chronicles, ultima opera creata e autopubblicata dal team danese Die Gute Fabrik.
Già autori dello straordinario Mutazione, definito dal team come "una telenovela mutante in cui i pettegolezzi incontrano il soprannaturale", Die Gute Fabrik torna a parlare di comunità e della possibilità di pensare nuovi sistemi valoriali, all'insegna della cooperazione e del dialogo, al di fuori degli schemi dettati dal "capitalismo da casinò" (l'espressione è dell'economista John Maynard Keynes) che sta minacciando la sopravvivenza di molti esseri viventi sul nostro pianeta. Lo fa con un'avventura grafica di grande pregio, particolarmente sul lato della scrittura, e con un minigioco - Spoils, letteralmente "bottino" - che si fa perfetta metafora di un pensiero nuovo, rivoluzionario per i nostri tempi: chi accumula, perde.
Scopriamo di più sull'avventura dell'equipaggio della De Kelpie alla ricerca della capitana Maja nella nostra recensione di Saltsea Chronicles.
Il mondo dopo
Nei media di massa - non soltanto in ambito videoludico - siamo abituati a vedere scenari distopici da incubo, dove l'apocalisse lascia spazio alle più grette pulsioni di un'umanità spinta sul ciglio del baratro. È il caso di The Last of Us, in cui il morbo fungino diffuso dal Cordyceps porta gli esseri umani non infetti a guardarsi con diffidenza l'un l'altro e a uccidere il proprio vicino al minimo accenno di sospetto, a seconda dell'opportunità, ma anche di videogiochi multiplayer online come DayZ, dove alla lotta contro gli zombie si affianca anche quella contro altri sopravvissuti, portatori di risorse e quindi papabile bottino utile a vivere per un altro giorno.
Anche in Saltsea Chronicles ci troviamo in un mondo in cui l'apocalisse è già avvenuta. Qui, però, è in un certo senso anche già passata: dopo l'Alluvione, evento drammatico avvenuto alcune generazioni prima degli eventi rappresentati da Die Gute Fabrik, gli umani rimasti si sono adattati alla vita sulle isole che punteggiano il grande mare salato che fornisce il titolo al gioco. Queste sono le cronache di un mondo che non si è rassegnato e i cui abitanti sono riusciti ad aprirsi a ibridazioni con altri esseri viventi - alghe, uccelli, pesci, funghi - guadagnando nuove abilità e ampliando il loro spazio di possibilità di vita.
È un mondo che ha fatto tesoro dell'Alluvione, di cui è rimasto un ricordo lontano, vago, ma preciso quanto alle ragioni del disastro: l'avidità priva di confini degli uomini li ha portati a un disastro climatico senza precedenti, con il risultato di causare una vera e propria rivolta del mare e del sole, visti quasi come forze dotate di vita propria. E allora i sopravvissuti e i loro discendenti hanno compreso di avere una sola possibilità: rivedere le proprie priorità e il loro sistema di valori. In maniera radicale, ma al contempo gentile.
Odissea di gruppo
Il potere del videogioco sta nella sua capacità di veicolare messaggi (e valori) attraverso le sue meccaniche e l'interazione con il mondo di gioco. Emergono chiarissimi gli intenti di Die Gute Fabrik nello sviluppare Saltsea Chronicles, un'avventura grafica priva di un protagonista. A prendere il centro della scena è infatti l'intero equipaggio della nave De Kelpie - con aggiunte nel corso del gioco, della durata di circa una decina di ore - senza che qualcuno vada a prevalere sull'altro.
Perno della storia ed evento scatenante del lungo percorso marino del gruppo è la scomparsa della capitana Maja, figura di cui inizialmente sappiamo pochissimo, ma che risulterà sempre più definita a mano a mano che l'avventura prosegue. In linea con le eccellenti capacità di scrittura del team, Maja viene delineata a pennellate delicate, occasionali, apparentemente casuali: le interazioni con i vari elementi del mondo di gioco e i personaggi che incontreremo possono scatenare un ricordo, una riflessione, e magari condurre l'equipaggio della De Kelpie più vicino alla soluzione dell'enigma della sua sparizione. Maja è un dipinto lontano che si fa sempre più vicino, nella consapevolezza che il mistero di ogni essere umano - e, quindi, anche il suo - non potrà mai essere rivelato del tutto.
Dipanare le trame imbastite passa anche per l'impiego delle abilità di ogni singolo membro dell'equipaggio. Per fare un esempio, Iris è un asso delle comunicazioni radio, mentre Stew è imbattibile nelle immersioni. Per ogni uscita sulle varie isole, dovremo selezionare chi vorremo mandare in avanscoperta: a seconda delle scelte fatte, avremo diverse interazioni - anche tra i personaggi del nostro gruppo - e faremo scoperte differenti, pur se la storia, nel suo complesso, manterrà un'unica direzione di massima.
Tutto ciò conferisce un forte valore personale al percorso, e il team ha voluto aiutare i giocatori ad evitare la paura di perdersi irrimediabilmente qualcosa di bello e importante con una particolare gestione del sistema di salvataggio, in modo tale da non costringerli a ricominciare da capo per vivere ogni interazione possibile. Fermo resti che farlo è davvero complesso - le variabili sono numerosissime - e che all'arrivo dei titoli di coda ci si renderà conto della profonda verità che si cela dietro al consiglio dato dal team prima dell'inizio dell'avventura di Saltsea Chronicles: non esistono scelte sbagliate, esistono solo scelte.
Scoprire, non accumulare
Saltsea Chronicles è un'esperienza prevalentemente basata sulla lettura di testi e su scelte binarie di dialogo. La qualità vibrante della scrittura riesce a mantenere coinvolto il giocatore nelle vicende narrate e la costruzione del mondo, anche tramite il disvelamento del suo passato, avviene in maniera del tutto naturale, mai forzata. L'importanza del dialogo si può constatare anche nel dipanarsi delle Questioni, che possono essere discussioni o problemi che vengono a crearsi all'interno dell'equipaggio.
Per fare un esempio, Iris si renderà conto, a un certo punto, di provare dei sentimenti verso un altro membro del colorito gruppo a bordo della De Kelpie. Tutto questo va a formare una Questione per Iris: come deve rapportarsi a questa consapevolezza che sta nascendo nel suo cuore? A seconda delle scelte fatte - per esempio, potremmo far sì che Iris visiti un'isola insieme alla persona verso cui prova interesse, permettendo così alle due di interagire, confrontarsi e approfondire la loro conoscenza - potremo dipanare la Questione in maniera differente, "risolvendola" cliccando sul simbolo di un nodo da marinaio sciolto che apparirà sull'albero maestro della De Kelpie e sbloccando una scena dedicata.
Fondamentale è anche l'esplorazione delle isole, tutte meravigliosamente diverse e magistralmente caratterizzate: per tanti risulterà speciale la splendida Los Gatos, abitata da mici e da persone che hanno bisogno di un posto sicuro per risolvere i loro problemi esistenziali. Sia all'interno della De Kelpie che nelle isole è possibile interagire con gli abitanti o riflettere sugli elementi presenti nello scenario cliccando su indicatori bianchi, leggermente differenti ove portino a sviluppi dell'avventura. Ma il naufragare è dolcissimo nel mare salato di Saltsea Chronicles, ed è bello perdersi nei meandri delle sue isole, scoprendone i segreti, senza meccaniche di raccolta di risorse che andrebbero a contraddire lo spirito dell'esperienza e a sminuire la potenza del suo messaggio.
Perde chi accumula
A simboleggiare perfettamente la filosofia di Saltsea Chronicles c'è Spoils (traducibile come "bottino"), un gioco di carte che, da un lato, risponde all'esigenza sentita dagli sviluppatori di rompere la possibile monotonia della lettura dei testi, e dall'altro incorpora i valori delle comunità sopravvissute all'Alluvione.
In Spoils, infatti, perde chi accumula troppi punti, a dimostrazione di quanto le società collettiviste che abitano il mare di Saltsea Chronicles condannino l'avidità, principale responsabile dell'apocalisse generata dall'Alluvione. Ogni carta ha un punteggio associato, ed è necessario gestire accuratamente la propria mano per arrivare alla vittoria. È essenziale anche tenere conto delle dinamiche di gruppo che si vengono a creare, dato che si gioca insieme a un compagno (controllato dall'IA del gioco) e contro due avversari che, a loro volta, giocano in tandem. Una volta compresa la sua filosofia di base, Spoils stupisce per la sua capacità di sovvertire le regole tradizionale dei giochi di carte - basti pensare ad Asso Piglia Tutto, popolarissimo qui in Italia - e conferire nuova linfa vitale a un tipo d'intrattenimento che ha alle spalle secoli e secoli di storia.
La magia dell'arcipelago
A rendere vive le isole e indimenticabili i loro abitanti contribuisce lo stile grafico scelto da Die Gute Fabrik. Il team si è posto in stretta continuità con quanto fatto in Mutazione, prendendo spunto dalle tecniche di stampa risograph e impostando il lavoro sul colore in maniera espressionista, conferendo ai luoghi l'impressione dell'anima dei loro stessi abitanti: speranza, dolore, elaborazione del lutto e generosità sono scolpiti nei volti delle isole di Saltsea Chronicles con un'eleganza mai banale, mai scontata.
Eccezionale anche il lavoro sul sonoro fatto da Eli Rainsberry, capace di mostrare le diversità e i punti di contatto delle comunità isolane, con le loro culture uniche. Le musiche riescono a supportare le storie raccontate senza mai prendere il sopravvento sulla muta voce dei personaggi, non doppiati, ma espressi intensamente nei dialoghi testuali. Al riguardo, segnaliamo che Saltsea Chronicles non è fornito di una traduzione in lingua italiana, e pertanto lo abbiamo giocato in lingua inglese.
Tutta questa ricchezza viene trasfusa all'interno dell'Almanacco: un po' come visto nella raccolta di testimonianze nel diario di Season: A Letter to the Future, l'equipaggio della De Kelpie conserva i propri ricordi sotto forma di sticker da attaccare in un raccoglitore. Accessibile anche tramite il menu, costituirà una testimonianza tangibile di un viaggio non basato sull'accumulazione, bensì sull'ascolto, sull'empatia e sull'osservazione. Sul fronte tecnico, una durata un filo eccessiva dei caricamenti per passare dagli spazi aperti a quelli chiusi e alcuni occasionali crash nella nostra prova su Nintendo Switch non sono riusciti a pregiudicare un'esperienza rivelatoria e memorabile.
Conclusioni
Saltsea Chronicles è un'opera necessaria nell'Antropocene, capace di indicare direzioni diverse e di mostrare, tramite la potenza dell'interazione, un mondo e dei sistemi valoriali differenti da quelli oggi dominanti. La sua storia parla del potere della gentilezza come atto rivoluzionario: gli oggetti non si raccolgono, semmai si ricevono in regalo, o si ottengono tramite scambi equi tra pari. Senza dimenticare il potere e le particolarità dei singoli, Saltsea Chronicles si definisce innanzitutto come un'avventura capace di mettere al centro il gruppo e il bene della comunità come tutto capace di tutelare i suoi membri più vulnerabili. Sull'isola di Los Gatos, la stacanovista Sanni, abituata a lavorare come guida turistica su una nave capovolta e ora membro del colorito equipaggio della De Kelpie, si sente a disagio davanti a un gatto che non fa altro che dormire tutto il giorno. La saggia Stew le fa notare che sull'isola ognuno dà il proprio contributo, anche i pigri gatti, che con la bellezza dei loro pisolini fanno parte integrante delle vite degli umani che coesistono al loro fianco. È uno dei momenti più intensi di un'opera dalla forza sovversiva, che mette in discussione i modelli di sopraffazione che dominano la nostra società. Indicando un futuro diverso, forse migliore, navigando con sublime dignità sulle acque del mare salato.
PRO
- Storia intensa, magistralmente raccontata
- Personaggi indimenticabili e caratterizzati con estrema cura
- Splendido da vedere e da ascoltare
- Mai ridondante o contraddittorio nell'esprimere il suo messaggio
- Capace di scatenare vere e proprie rivelazioni nel giocatore
CONTRO
- Qualche piccolo inconveniente tecnico nella versione Nintendo Switch