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Splinter Cell Deathwatch, la recensione del ritorno (animato) di Sam Fisher

A 12 anni dall'uscita di Splinter Cell Blacklist, Sam Fisher si infiltra in un territorio inesplorato: quello dell'animazione. Stiamo parlando di una missione che sa farsi notare o che sarebbe meglio passasse inosservata?

RECENSIONE di Diego Trovarelli   —   25/10/2025
Sam Fisher è finalmente tornato

Sparito nel nulla dai radar videoludici dopo l'eccellente Splinter Cell Blacklist, Sam Fisher riappare finalmente sui nostri schermi, e lo fa grazie alla collaborazione tra l'autore statunitense Derek Kolstad - già creatore del franchise John Wick - e Ubisoft Film & Television.

Un connubio, questo, che ha dato vita a Splinter Cell Deathwatch, serie animata disponibile su Netflix da metà ottobre 2025, costituita da 8 episodi e già rinnovata per una seconda stagione. Un'imprevedibile incursione nel mondo degli anime, dunque, per l'agente sotto copertura nato dalla penna di Tom Clancy che, ve lo anticipiamo, in questa nuova veste non ha comunque perso lo smalto dei tempi migliori.

Ritorno in azione

L'intreccio narrativo ordito dagli sceneggiatori vede il buon vecchio Sam rientrare in azione per prestare soccorso a Zinnia McKenna, agente sul campo di Fourth Echelon impegnata in Lituania in un'operazione che sfortunatamente ha preso una brutta piega. Braccata da mercenari mossi da intenzioni tutt'altro che amichevoli, l'agente McKenna bussa così alla porta di Fisher, in Polonia, che si vede dunque costretto a togliere un po' di ruggine dalle sue articolazioni a causa del periodo di inoperosità e dell'età che avanza.

Sam - doppiato anche qui da Luca Ward, come in quasi tutti i capitoli videoludici - ora vive infatti una vita frugale in campagna insieme al suo cane, ma, si sa, un agente segreto è tale anche quando è ormai incanutito e a riposo, e il nostro eroe non si fa quindi pregare prima di tendere la mano alla collega. È a questo punto che per il duo inizia una fuga ad alto tasso di tensione, che li costringerà a stare sempre un passo avanti ai loro inseguitori, legati a quanto pare alla Displace International, multinazionale dell'energia pulita, i cui affari sembrerebbero essere in realtà alquanto sporchi.

Sam Fisher e Zinnia McKenna sono i due protagonisti di Splinter Cell Deathwatch
Sam Fisher e Zinnia McKenna sono i due protagonisti di Splinter Cell Deathwatch

Quella architettata dal team di autori è quindi una vicenda semplice e leggibile, forse persino troppo per chi è abituato agli arzigogolati intrighi proposti dal marchio Splinter Cell; vicenda che si svolge diversi anni dopo gli ultimi eventi narrati nella saga videoludica e che lancia più di un riferimento al suo terzo episodio, ovvero Chaos Theory. Una semplicità, quella adottata dagli sceneggiatori, che tuttavia assume più i connotati di un pregio se si considera l'attuale campo da gioco: una serie TV da circa 20 minuti a puntata, che mira ad essere digeribile anche per chi è digiuno del brand. Tuttavia, non si può fare a meno di sottolineare come la sceneggiatura si serva a tratti di soluzioni forse un po' troppo "facili" e rinunci a quella profondità che sarebbe stata invece auspicabile considerata la scelta di affidare il palcoscenico a due protagonisti molto diversi tra loro.

Sia chiaro, l'utilizzo dei flashback è misurato, mai eccessivamente didascalico e soprattutto è in linea con una trasmissione delle informazioni coerente con la vicenda di un eroe che si trova a fronteggiare una fetta importante del proprio passato; ma ecco, in questo quadro generale, è forse l'assenza di dinamiche interattive più profonde tra Sam e Zinnia a pesare più di tutto. La vecchia volpe che affianca la più giovane agente sul campo - che manifesta i difetti del Fisher dei tempi andati - poteva infatti essere una ghiotta occasione per polarizzare ancora di più i personaggi e far emergere conflitto, e invece, al di là di qualche sporadico accenno in questo senso, Fisher e McKenna interagiscono col contagocce e sembrano due figure non troppo dissimili tra loro.

In Deathwatch, Sam si troverà a fare i conti con una parte importante del suo passato
In Deathwatch, Sam si troverà a fare i conti con una parte importante del suo passato

Chiaro, c'è anche da sottolineare che lo spazio a disposizione di certe dinamiche non era generosissimo, con gli autori che hanno scelto di favorire principalmente il dipanarsi della trama principale, che come da tradizione si articola in giro per il mondo, tra Germania, Canada, est Europa e il Mar Baltico. Ad ogni modo, quello che lo show targato Ubisoft si prefigge di fare lo fa, e lo fa pure bene: intrattiene, diverte e ogni episodio è una piccola chicca di tensione drammatica, che talvolta strizza anche l'occhio a un tipo di narrazione più elevata, fatta di silenzi, di non detti e di gesti che sanno di cinema "vero".

Una buona confezione

A supportare una messa in scena così robusta ci pensano senza dubbio le animazioni messe a punto dal team francese FOST Studio e, in misura minore, da Sun Creature Studio, che risultano sempre convincenti e credibili, pur al netto di qualche spigolosità in certi frangenti più concitati. In alcuni momenti di lotta e in situazioni in cui i personaggi si muovono di corsa, l'animazione tradisce infatti qualche dettaglio innaturale, che tuttavia non mina assolutamente la godibilità generale di una "recitazione" che dà il meglio di sé nei piccoli cenni compiuti dai protagonisti e nei particolari più sottili. Se nutrite però qualche dubbio sull'efficienza di Sam dato il suo periodo di prolungata inattività, vi fermiamo subito: nonostante un po' di comprensibile polvere che si è depositata sui suoi muscoli, l'ex comandante di Fourth Echelon sa ancora il fatto suo e lo dimostra soprattutto nei combattimenti corpo a corpo che di certo non fanno economia di sangue.

Sam e Zinnia in azione
Sam e Zinnia in azione

In tutto questo si inserisce inoltre un sound design curatissimo, che contribuisce a impreziosire le varie scene aggiungendo uno strato di realismo non indifferente, specialmente nelle minuzie all'apparenza più insignificanti. Udire il classico suono del visore notturno in un momento di totale silenzio è una piccola scarica di adrenalina per lo spettatore; senza contare che, in questo senso, le sequenze stealth onorano con rispetto l'anima della serie, avvalendosi anche di giochi di luci e ombre ben orchestrati e funzionali alla regia di Guillaume Dousse.

Che altro aggiungere, il format funziona? Be', sicuramente il ritmo è frizzante e la formula "mordi e fuggi" composta da episodi di breve durata si dimostra agile, ma forse quest'ultima finisce per comprimere un po' troppo il respiro del racconto, che sotto certi aspetti avrebbe probabilmente necessitato di maggiore ampiezza per sviluppare i propri risvolti e rinforzare i personaggi. A questo proposito, degna di nota è senza ombra di dubbio la caratterizzazione di una Anna Grímsdóttir rigida, arcigna e perfettamente a suo agio al vertice di Fourth Echelon, e quella della mercenaria Freya, gelida, spietata e dotata di un carisma glaciale che cela un lato quasi animalesco.

Conclusioni

Multiplayer.it

7.5

Fatta eccezione per alcune piccole lacune riconducibili più alla formula del prodotto che alla sua realizzazione, Splinter Cell Deathwatch è una serie animata che rispetta lo spirito del franchise facendo della tensione latente e costante il proprio fiore all'occhiello. L'avventura di Fisher e McKenna è lineare nel suo incedere e potrebbe apparire forse troppo semplificata ai fan storici della cellula fantasma, ma si dimostra comunque un contenuto adatto a tutti, ben curato dal punto di vista tecnico ma forse un po' timido sul fronte dell'alchimia tra i protagonisti. La seconda stagione è dunque chiamata a confermare quanto di buono fatto dai primi 8 episodi e a spingere un po' di più dove necessario. Ma permettici una domanda, Sam: quand'è che tornerai a pensare anche ai videogiocatori?

PRO

  • Animazione generalmente di buona fattura
  • Sound design di gran pregio
  • Storia leggibile e semplice

CONTRO

  • Qualche semplificazione di troppo in certi passaggi
  • Mancanza di dinamiche profonde tra i due protagonisti