Nessuno si aspettava che Squid Game avrebbe avuto un tale successo: scritta da Hwang Dong-hyuk più di dieci anni prima che Netflix si interessasse a produrla, la serie TV del 2021 che per noi è stata solo un grande, avvincente thriller, per l'autore sud coreano voleva essere anche una critica sociale al classismo, al capitalismo e alla diseguaglianza economica non solo nel suo paese ma anche in gran parte del mondo.
Lo straordinario riscontro positivo ha convinto Netflix a mettere in cantiere una seconda stagione, sebbene Hwang non l'avesse neppure prevista: vi diciamo subito che nel corso del 2025 arriverà anche una terza tranche di episodi che concluderà la storia e che Squid Game 2 soffre proprio questa sua condizione d'intermezzo, come succede a tante storie stiracchiate più del necessario.
Allerta spoiler
Un avvertimento per chi non vuole alcun tipo di dettaglio sulla trama della seconda stagione: pur non svelando i più importanti colpi di scena, nell'articolo si menzionano alcune delle premesse e delle rivelazioni che avvengono nei primissimi episodi.
Nuovi giocatori
Ma alla sempreverde domanda "ce n'era bisogno?" in questo caso dobbiamo rispondere che sì, ce n'era assolutamente bisogno. La prima stagione si concludeva infatti con un finale apertissimo, che vedeva il protagonista Seong Gi-hun - interpretato dal bravissimo Lee Jung-jae - mettersi alla ricerca degli uomini dietro i masochistici giochi da cui era uscito vincitore per il rotto della cuffia. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, Squid Game racconta le disavventure di un gruppo di disperati, presi di mira e reclutati da ricconi senza scrupoli per partecipare a una sorta di battle royale segreta, ispirata ai più popolari giochi per bambini. Il problema è che chi perde muore e il montepremi si gonfia in proporzione ai caduti, fino ad arricchire solo l'ultimo a restare in vita.
La prima stagione si svolgeva quasi interamente sull'isola dei giochi, raccontandoci attraverso flashback e interazioni le storie dei vari protagonisti. Bisognava quindi inventarsi una nuova dinamica narrativa per evitare ridondanze, ragion per cui la seconda stagione ci mette qualche episodio a ingranare, dovendo consolidare un cast praticamente tutto nuovo a esclusione del summenzionato Gi-hun, che nei due anni trascorsi ha impiegato la sua considerevole ricchezza nella ricerca del Front Man e dei suoi scagnozzi, e del poliziotto Hwang Jun-ho, che dopo essersi salvato ha continuato a cercare l'isola dove aveva rincontrato suo fratello, cioè lo stesso Front Man.
In questo senso, i primi due episodi stabiliscono un tono ancora più drammatico, per certi versi. Il Gi-hun superficiale della prima stagione è scomparso, lasciando il posto a un uomo più determinato e rassegnato, pronto a tornare nei giochi pur di rovesciare i loro architetti dall'interno. Non ha fatto però i conti con i loro creatori, e in particolare con lo stesso Front Man che scenderà in campo sotto mentite spoglie per gareggiare con e contro di lui negli stessi giochi mortali: il rapporto che si instaura tra l'ignaro Gi-hun e il mefistofelico Oh Yeong-il, interpretato da un bravissimo Lee Byung-hun, è uno degli aspetti migliori di questa stagione.
Lo spettatore è infatti consapevole della sciarada fin dall'inizio e questo stratagemma crea una tensione carica di aspettativa, specialmente dopo i primi due episodi iniziali. Il problema è che al terzo episodio siamo praticamente al giro di boa: la seconda stagione ne conta infatti solo sette - contro i nove della prima stagione - e i giochi cominciano in ritardo, pur essendo forse il momento più atteso dagli spettatori. Anche perché questa volta c'è una regola diabolica che cambia tutto: dopo ogni gioco i partecipanti possono votare per decidere se smettere o proseguire, esattamente come nella prima stagione, ma ora possono intascare un montepremi diviso equamente tra tutti i superstiti.
Inutile dire che questa clausola serve a spaccare in due la comunità dei partecipanti, molti dei quali si trovano lì proprio perché non sono esattamente dei santi. La micidiale combinazione di cupidigia, disperazione e scarso rispetto per la vita umana trasforma le pause tra un gioco e l'altro in momenti di altissima tensione in cui si capovolgono continuamente gli equilibri mentre si formano e disfano alleanze e rivalità. Purtroppo l'ingegnosa scrittura della stagione ha un contrappeso non indifferente nella scarsa caratterizzazione dei nuovi comprimari, che si avvicendano sullo schermo senza restare particolarmente impressi.
Diciamo che nessuno dei nuovi giocatori riesce a eguagliare quelli della prima stagione, eccezion fatta forse per la vecchia mamma grintosa col figlio codardo e l'ex militare transgender, che dà alla serie un pizzico di obbligatoria inclusività molto ben calibrata. Gli altri giocatori sembrano una pallida copia della prima stagione, a parte forse il nuovo antagonista, un rapper drogato che si fa chiamare Thanos - sì, come il Folle Titano della Marvel - che diventa assolutamente odioso nel giro di due scene.
Il problema, più che altro, è che Squid Game 2 scorre così in fretta che non c'è il tempo materiale per soffermarsi sui personaggi e spiegarli per bene senza ricorrere a qualche dialogo estemporaneo tra un gioco e l'altro. Appaiono quindi sacrificabili dall'inizio, magliette rosse di trekkiana memoria che sfidano lo spettatore a indovinare il prossimo morto senza doverlo necessariamente piangere, a differenza di quanto accadeva nella prima stagione con una moltitudine di comprimari.
Nuovo cliffhanger
Squid Game 2 si divide nuovamente tra i giochi dentro l'isola e le indagini di Hwang Jun-ho, accompagnato per mare da una banda di mercenari in cerca dell'isola: questa sottotrama è tuttavia diluita così sparutamente nel corso degli episodi da pesare pochissimo sull'economia di questa seconda stagione, restando peraltro appesa come la maggior parte degli archi narrativi imbastiti. C'è infatti un nuovo personaggio su cui la scrittura si sofferma in maniera un po' random, Kang No-eul: una disertrice nord coreana che partecipa ai giochi... come soldato mascherato. Questo ribaltamento della prospettiva è davvero interessante ma, dopo averla introdotta nei primi episodi, Squid Game 2 tende a ricordarsi solo sporadicamente di lei e dei suoi tentativi di sabotare lo smercio di organi, e questo è un vero peccato perché la sottotrama di No-eul profuma quasi di spin-off sui cattivi.
Dopo un finale al cardiopalma che sembrerebbe ribaltare tutto per poi sferrare un prevedibile pugno nello stomaco, si ha l'impressione di aver appena guardato solo la prima parte della stagione, e invece dovremo aspettare un non meglio precisato momento del 2025 per sapere come andrà a finire questa storia. Tutte le sottotrame restano in sospeso, eccezion fatta per quei personaggi che la stagione ha introdotto e ucciso nel giro di quattro episodi senza farceli conoscere meglio. È possibile che Netflix abbia voluto spezzare in due una stagione più lunga o, molto più ragionevolmente, capitalizzare sul successo della serie con una tranche di episodi aggiuntiva, ma un po' di amaro in bocca resta perché, molto banalmente, Squid Game 2 finisce sul più bello.
Anche i giochi ci sono apparsi meno sanguinosi rispetto alla prima stagione ma per certi versi più crudeli, pensati per instaurare dei legami tra i giocatori - soprattutto col pentathlon a sei gambe - e poi spezzarli nel girotondo musicale finale, una bastardata di inaudita perfidia che ci ha tenuto col fiato sospeso fino all'ultimo secondo. Il sangue scorre ancora a fiumi, non fraintendeteci, ma Squid Game 2 calca meno la mano sul gore perché non serve, a inquietare basta il sottotesto.
E proprio la qualità di queste sequenze indebolisce retroattivamente l'inizio di una seconda stagione ottima, in cui avremmo voluto passare più tempo nei giochi, a conoscere i partecipanti, piuttosto che saltellare da una sottotrama inconcludente all'altra. Che poi probabilmente tutti i nodi verranno al pettine nella stagione finale: forse questa tranche è riuscita proprio in questo, riaccendere il nostro interesse per una serie TV che credevamo di esserci lasciati alle spalle.
Conclusioni
Multiplayer.it
7.0
Squid Game 2 è un giro sulle montagne russe... ma tipo il Raptor, per intenderci: comincia piano piano ma c'è tensione nell'aria, poi prende velocità, cominciano le giravolte, e ti prende in giro perché tra un twist e l'altro ci sono delle curve in cui rallenta ma ti tiene sempre sulle spine. Poi arriva il giro della morte e... la corsa finisce, sei alla stazione e ti stanno chiedendo di scendere. E devi rifarti una fila lunghissima per un altro giro di giostra. Questa seconda stagione, più debole della prima, sente il peso di essere l'intermezzo di una storia più lunga e articolata: dovremo aspettare i prossimi episodi per capire se Netflix ha fatto bene a credere in Hwang Dong-hyuk o se l'autore sud coreano ha affrontato una sfida più grande di lui.
PRO
- I nuovi giochi sono squisitamente diabolici
- Lee Jung-jae sempre ottimo ma Lee Byung-hun gli dà del filo da torcere
- Le nuove regole alzano la tensione ma sono anche una critica sociale spietata
CONTRO
- La stagione ci mette un paio di episodi a prendere lo slancio
- Molti comprimari sono poco caratterizzati
- Alcune sottotrame non vanno da nessuna parte... per ora