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Star Ocean: The Second Story R, la recensione di un remake imperdibile

La sfortunata serie di tri-Ace torna sotto i riflettori con un remake nostalgico e moderno al tempo stesso, Star Ocean: The Second Story R è un JRPG da non perdere.

Star Ocean: The Second Story R, la recensione di un remake imperdibile
RECENSIONE di Christian Colli   —   01/11/2023

Star Ocean è diventato, nel tempo, la pecora nera di Square Enix, il gioco da buttar fuori ogni tanto e senza troppa convinzione, a basso budget e solo per dire: siamo ancora qui. Il recente Star Ocean: The Divine Force aveva riacceso le nostre speranze nella serie tri-Ace, ma alla fine neanche lui è riuscito a soddisfare le aspettative dei fan che ricordano con affetto gli esordi a 16-bit di questa bizzarra fusione tra Final Fantasy, Tales of e Star Trek, prima che diventasse troppo ambiziosa. La soluzione era solo una, ricostruire un rapporto col pubblico riesumando Star Ocean: The Second Story per PlayStation, noto anche come Star Ocean: Second Evolution nella sua incarnazione PSP.

Ma quella che temevamo essere l'ennesima rimasterizzazione svogliata si è rivelata subito qualcosa di profondamente diverso, un rifacimento quasi totale che abbiamo giocato con gusto su Nintendo Switch. La nostra speranza è che questa recensione di Star Ocean: The Second Story R aiuti a riportare sul palcoscenico un marchio tanto bistrattato che forse, finalmente, ha trovato lo sviluppatore giusto per ripartire.

Vecchia storia, nuova estetica

Claude e Rena sono i protagonisti di Star Ocean: The Second Story R
Claude e Rena sono i protagonisti di Star Ocean: The Second Story R

Alla fine è proprio vero che bisogna rivolgersi al passato quando si smarrisce la via e non si sa come proseguire. Lo sviluppatore Gemdrops si è semplicemente guardato intorno e ha colto al balzo la palla della nostalgia in un momento in cui la cosiddetta pixel art va fortissimo, i GDR vecchia scuola suscitano più curiosità delle produzioni tripla A multimilionarie e le nuove generazioni sono affamate di vecchie glorie semisconosciute. A questo punto sarebbe bastato applicare qualche filtro, riarrangiare qualche musica e aggiungere pochi contenuti extra per vendere a prezzo pieno un titolo già fatto e finito, ma la verità è che Star Ocean: The Second Story R è un remake sopraffino proprio perché si è trovato in un equilibrio pressoché perfetto tra vecchio e nuovo.

In un certo senso, Gemdrops sembrerebbe aver fatto poco in termini di narrativa dato che The Second Story R funziona esattamente come l'originale nel 1998, che aveva introdotto il sistema Dual Protagonist: in pratica, all'inizio del gioco si sceglie un protagonista principale tra Claude C. Kenny, un guardiamarina spaziale figlio di un rinomato eroe di guerra, e Rena Lanford, una giovane abitante del pianeta Expel con misteriosi poteri curativi.

La scelta impatta la sceneggiatura in modo significativo: a seconda del personaggio selezionato assisteremo a scene diverse, si uniranno alla banda personaggi esclusivi e in generale cambieranno alcuni meccanismi narrativi per cui potrebbe valere la pena rigiocare la storia in un secondo momento facendo scelte differenti. Il gioco propone quasi cento finali diversi, cosa che per gli anni '90 era indubbiamente un'impresa notevolissima sebbene le differenze siano minuscole.

Le decisioni del giocatore sono sempre importanti. In totale ci sono dodici personaggi giocabili, ma in ogni partita se ne possono reclutare un massimo di otto e solo in specifiche condizioni, spesso legate al sistema delle Azioni Private: nelle città possiamo infatti scomporre il gruppo e sbloccare delle conversazioni facoltative che aprono missioni secondarie, migliorano i legami tra i personaggi e proseguono sottotrame individuali.

La scrittura non è shakespeariana, sia chiaro, ma Star Ocean 2 si difende bene con una gran varietà di interazioni ad hoc che caratterizzano anche i personaggi facoltativi. La nuova edizione del gioco propone anche più Azioni Private e conversazioni aggiuntive, persino durante le esplorazioni, che contribuiscono a cesellare una narrativa tutto sommato modesta per gli standard del genere.

Lo sviluppatore Gemdrops ha praticamente ridisegnato ogni scenario
Lo sviluppatore Gemdrops ha praticamente ridisegnato ogni scenario

In sostanza, il povero Claude si ritrova catapultato sul pianeta di Rena a causa di una tecnologia sconosciuta e lì viene scambiato per un fantomatico Eroe della Luce a causa della sua pistola laser. Il pianeta Expel non se la passa bene da quando un manufatto misterioso, soprannominato Globo stregato, è comparso di punto in bianco e ha cominciato a generare mostri e confusione: ipotizzando che si tratti di una tecnologia aliena, e che quindi potrebbe aiutarlo a tornare a casa, Claude si offre di accompagnare Rena alla ricerca di un modo per salvare Expel dalla catastrofe. Inutile dire che questo mondo fantasy, in cui esiste persino la magia, nasconde dei segreti legati a doppio filo col destino della galassia intera che costringeranno Claude e Rena a unire le forze con pittoreschi compagni di viaggio come il piccolo scienziato Leon, l'impavido spadaccino Ashton o l'affascinante simbologa Celine.

È una trama abbastanza semplice che ci fa girare il mondo di città in città, di dungeon in dungeon, mentre seguiamo la prossima pista e incontriamo nuovi alleati o nemici. Star Ocean 2 riesce però a essere coinvolgente grazie a una caratterizzazione curata dei vari comprimari che, però, ci mettono qualche tempo a entrare in scena: l'avventura non è neppure troppo lunga e una partita si completa in circa 30-40 ore, anche se ne servono parecchie di più per vedere ogni singolo contenuto, praticamente il doppio se si decide di tentare ogni potenziale combinazione nella narrativa.

Il gioco è sottotitolato completamente in italiano
Il gioco è sottotitolato completamente in italiano

Gemdrops non ha alterato la sceneggiatura ma l'ha arricchita sotto ogni aspetto, andando persino a ritoccare la visualizzazione dei dialoghi con uno stile fumettoso e originale, ridisegnando le illustrazioni di ogni singolo personaggio anche con espressioni diverse, e comunque offrendo al giocatore la possibilità di scegliere i ritratti tra quelli splendidi della riedizione, quelli del titolo originale per PlayStation e le versioni cartoonesche proposte nella versione PSP. Non solo. Star Ocean: The Second Story R è stato ridoppiato in lingua inglese e in lingua giapponese e ora praticamente ogni dialogo è parlato, ma anche sottotitolato in un italiano discreto che presta il fianco a qualche refuso grammaticale, forse causato soprattutto dall'atipico scorrimento dei testi, che peraltro può essere velocizzato insieme alla riproduzione delle animazioni durante le scene d'intermezzo.

Ci sono dei momenti in cui si ha la sensazione che a Gemdrops abbiano pensato davvero a tutto, tenendo a mente che l'opera di tri-Ace sulle spalle ha comunque venticinque anni e almeno una riedizione, e che comunque abbiano voluto davvero impreziosire la presentazione narrativa e audiovisiva senza stravolgerla, ma anzi cercando un rispettoso compromesso con l'originale. È per questo che lo sviluppatore ha scelto una soluzione estetica di comodo che non è il famoso HD-2D inaugurato da Octopath Traveler e visto a più riprese negli anni recenti, ma un'impostazione soprannominata 2Dx3D che incorpora gli sprite 2D del passato in scenari completamente ricostruiti in tre dimensioni.

L'estetica che mischia vecchi sprite e scenari tridimensionali è stata soprannominata 2Dx3D
L'estetica che mischia vecchi sprite e scenari tridimensionali è stata soprannominata 2Dx3D

Il colpo d'occhio è efficace, specie se si sono già giocate le versioni PlayStation o PSP, e risaltano sicuramente gli sprite all'antica che Gemdrops ha soltanto ritoccato a colpi di shader per integrarli meglio negli scenari 3D e nell'illuminazione generale, ma che mantengono le proporzioni e le animazioni originali. In un certo senso può sembrare una contraddizione, ma si tratta di una specifica scelta artistica che non ci sentiamo di criticare, anche se si sarebbe potuto fare qualcosina in più per gli sprite storicamente "sbagliati" di personaggi come Bowman, Opera e Noel che somigliano alle loro illustrazioni ancor meno di vent'anni fa.

Lo sviluppatore nipponico ha però lavorato su tutto e a tutto tondo, andando a migliorare la fluidità dei combattimenti e degli spostamenti nella mappa 3D vecchia scuola, unico scenario in cui possiamo ruotare la telecamera a trecentosessanta gradi dato che tutte le altre ambientazioni sono riprese da inquadrature dinamiche che seguono i movimenti dei personaggi e giocano coi riflessi e le illuminazioni. Ad accompagnare le nostre peregrinazioni ci segue sempre puntualmente la colonna sonora di Motoi Sakuraba, naturalmente riarrangiata per l'occasione e impreziosita da inedite tracce orchestrali. Inutile dire che è persino possibile impostare anche le musiche originali in qualsiasi momento e persino scegliere le voci (giapponesi) dei personaggi tra le diverse versioni possibili.

Le novità del sistema di combattimento

Il sistema di combattimento è stato svecchiato e arricchito di funzionalità
Il sistema di combattimento è stato svecchiato e arricchito di funzionalità

Scrivere la recensione di un remake come Star Ocean: The Second Story R dopo aver completato l'originale più di vent'anni fa un numero imbarazzante di volte è abbastanza difficile, perché gira e rigira si finisce per fare uno sterile elenco delle differenze tra le versioni, e in particolare delle tante, tantissime aggiunte e modifiche che hanno migliorato e modernizzato questa riproposta. Tanto varrebbe, quindi, approcciare l'analisi come se si parlasse di un gioco nuovo di zecca; tuttavia ci sono delle considerazioni da fare proprio sul titolo del '98 che aiutano a contestualizzare i suddetti miglioramenti. Intendiamoci, Star Ocean 2 era un buon GDR già venticinque anni fa, ma anticipava i problemi in cui sarebbe inciampato tri-Ace nei vari sequel, e in particolare la volontà di strafare nei contenuti e nelle funzionalità accessorie.

In questo senso, The Second Story R praticamente mette il carico da cento e tende a soverchiare il giocatore con una quantità esagerata di possibilità che, alla fine della fiera, appaiono anche trascurabili. È chiaro che lo sviluppatore intendeva svecchiare le maggiori spigolosità del gameplay, e vi diciamo subito che ci è riuscito anche al netto di qualche incertezza che fortunatamente non pesa neanche più di tanto.

Possiamo aggiungere i protagonisti degli altri Star Ocean alla formazione d'Assalto
Possiamo aggiungere i protagonisti degli altri Star Ocean alla formazione d'Assalto

Fatta questa premessa, vale la pena ricordare che Star Ocean 2 è un GDR incentrato su combattimenti in tempo reale che si svolgono in arene apposite dopo essere entrati in contatto col simbolo che rappresenta il nemico. Niente scontri casuali, quindi, ma esiste anzi la possibilità di prendere i nemici di spalle per un vantaggio o di combinarli in scontri sequenziali impegnativi ma anche remunerativi. Sul campo di battaglia, il giocatore schiera fino a quattro personaggi ma ne controlla uno soltanto, affidando gli altri a un'intelligenza artificiale moderatamente personalizzabile: in realtà è possibile ordinare ai membri del party di lanciare incantesimi o usare consumabili, e in qualsiasi momento si può assumere il diretto controllo di ogni personaggio nella squadra.

I personaggi si spostano liberamente per l'arena 2D e mezzo e possono attaccare con una semplice combo di attacchi normali che si può concatenare agli attacchi speciali o agli incantesimi impostati sui dorsali: sebbene ogni personaggio sblocchi numerose abilità col passare dei livelli, che peraltro assumono dinamiche diverse a seconda della distanza dal bersaglio, se ne possono impostare solo due a scorciatoia, combinandole secondo le proprie preferenze in catene consecutive.

La meccanica dell'Interruzione è una novità di The Second Story R
La meccanica dell'Interruzione è una novità di The Second Story R

È importante capire le novità apportate al sistema di combattimento per sfruttare al meglio le proprietà degli incantesimi e delle abilità ora che Gemdrops ha introdotto il sistema di Interruzione. Alcuni nemici - specie i cosiddetti leader, che potenziano i loro alleati finché sono in campo - sono contraddistinti da un numero di scudi sopra gli indicatori vitali che si scaricano a ogni attacco inferto: una volta esauriti gli scudi, il nemico resta stordito e subisce un maggior numero di danni per qualche istante. Se poi è un leader, il suo stordimento interrompe le azioni di tutti i nemici sul campo, garantendo al giocatore una finestra di opportunità ancora più ampia.

Questa meccanica inedita rispetto all'originale si sposa con altre due aggiunte al remake: la schivata e l'assalto. La prima è una variante del Blindside, una manovra che tri-Ace aveva introdotto in Star Ocean: The Last Hope e che in The Second Story R permette di schivare un attacco nemico con un passo all'indietro. Se il giocatore effettua questa azione al momento giusto, quando il nemico lampeggia di rosso, lo sprite si porterà automaticamente alle sue spalle, infliggendo danni maggiori agli scudi. Sbagliando i tempi, invece, si incassano i danni per intero e si rischia di restare storditi e alla mercé dei nemici.

Questa funzionalità non ci ha convinto interamente perché tende a spezzare il ritmo serrato degli scontri: non è possibile interrompere una combo per schivare, dunque bisogna aspettare che il nemico lanci un attacco in rosso per schivarlo correttamente e inanellare un contrattacco decisivo. Senza contare che nella confusione degli scontri più caotici diventa pressoché impossibile anticipare o distinguere le animazioni dei nemici per schivare in tempo, ragion per cui talvolta si tende ad aspettare il momento giusto come in un sistema di combattimento a turni.

Alcuni personaggi, come Opera e Ashton, non possono essere reclutati nella stessa partita
Alcuni personaggi, come Opera e Ashton, non possono essere reclutati nella stessa partita

Più interessante, invece, l'introduzione delle Azioni d'assalto, che si configurano nella stessa schermata in cui è possibile scegliere la formazione del party tra quelle apprese: ogni formazione garantisce bonus specifici che si attivano riempiendo un indicatore apposito sul campo di battaglia, anche se basta un errore di valutazione per perdere tutti i punti immagazzinati. La formazione d'assalto, tuttavia, è una cosa diversa: essa permette di associare ai tasti frontali i personaggi che non sono assegnati alla formazione di combattimento vera e propria per richiamarli sul campo di battaglia. Il giocatore può impostare l'abilità che preferisce, che può essere un incantesimo curativo o un semplice attacco speciale da sfruttare per prolungare le combo o controllare i nemici.

È una soluzione ingegnosa che ha due scopi. In primo luogo, coinvolge nei combattimenti anche i personaggi in panchina e garantisce una buona flessibilità nella personalizzazione del proprio stile di gioco. Inoltre, ha una componente fanservice perché si possono collezionare dei cristalli che permettono di aggiungere alla formazione d'assalto non solo i personaggi in panchina, ma anche i protagonisti degli altri Star Ocean, che hanno un solo attacco a testa da impostare ma che funzionano come vere e proprie evocazioni da GDR vecchia scuola.

Ora i nemici sono visibili nei dungeon
Ora i nemici sono visibili nei dungeon

Il sistema di combattimento di Star Ocean: The Second Story R ci ha divertito parecchio, anche perché Gemdrops ne ha migliorato esponenzialmente la scorrevolezza andando a riprogrammare la maggior parte delle abilità e degli incantesimi che rallentavano o proprio paralizzavano la scena nell'originale. Resta purtroppo molto caotico e un pelino macchinoso, specie nelle fasi avanzate del gioco quando si moltiplica l'effettistica a schermo e ogni personaggio tira bordate nucleari all'indirizzo dei nemici. In questo senso, la difficoltà tende a impennarsi un po' troppo casualmente negli scontri occasionali, ma è sempre possibile ritentare la battaglia dopo un Game Over, passando prima dal menù di gioco per configurare abilità, accessori e quant'altro, se non addirittura cambiare il livello di difficoltà tra i tre disponibili che vanno a incidere sull'aggressività e la potenza dei nemici.

Abbiamo descritto le novità più importanti del sistema di combattimento, ma in realtà lo sviluppatore giapponese ha apportato una quantità impressionante di miglioramenti alla qualità della vita che, tutti insieme, riconfigurano quasi in toto l'esperienza rispetto al gioco del '98. In parole povere, se avete già completato Star Ocean 2 in passato, potreste anche conoscere la storia ma in termini di gameplay The Second Story R è un titolo quasi completamente nuovo.

Tanto o troppo?

Il sistema di artigianato e CO/Specialità può sembrare soverchiante
Il sistema di artigianato e CO/Specialità può sembrare soverchiante

Siamo rimasti positivamente impressionati dal lavoro che Gemdrops ha svolto con questo remake, più che altro perché ha ritoccato nel profondo diversi aspetti del titolo tri-Ace e non solo in fatto di estetica ma anche nel gameplay vero e proprio. La base, però, è rimasta la stessa e si può dire che sia stata arricchita anche troppo, al punto da sembrare persino sovraccarica: per assurdo, in certi momenti sarebbe stato meglio togliere qualcosa invece di aggiungere. Star Ocean 2 è un GDR che si porta dietro un bagaglio di funzionalità aggiuntive a tratti eccessivo, con un sistema di artigianato robusto e interessantissimo, ma legato a una molteplicità di risorse, abilità e parametri che tende ad appesantire la componente ruolistica e a complicare inutilmente la vita del giocatore.

Ogni personaggio guadagna almeno due tipi di risorse diverse da spendere nel miglioramento di attacchi speciali, incantesimi e abilità di combattimento passive, che possono essere i tipici moltiplicatori di PV e statistiche o vere e proprie funzionalità ausiliari come la summenzionata schivata automatica o la capacità di accelerare i tempi di lancio degli incantesimi.

La nuova schermata della mappa è dettagliata e intuitiva
La nuova schermata della mappa è dettagliata e intuitiva

Un'altra risorsa, tuttavia, è dedicata alle CO/Specialità, praticamente il crafting, l'artigianato che include la cucina, la pesca, la forgiatura, l'alchimia e via dicendo. Ogni personaggio può essere più o meno portato per una disciplina, e quindi possono servire più o meno punti per migliorare le sue competenze e, con esse, i risultati nella creazione di consumabili, armi, armature e altri oggetti. Alcune discipline intervengono direttamente sul gameplay; ce ne sono alcune, per esempio, che permettono di cambiare le proporzioni tra i punti esperienza e i denari guadagnati, altre che aiutano a controllare i nemici prima dei combattimenti o che servono semplicemente a infondere in armi e armature dei bonus aggiuntivi chiamati Effetti e Fattori, con i quali è possibile personalizzare ulteriormente la partita.

Alle CO/Specialità individuali si aggiungono le cosiddette super Specialità che coinvolgono due o più membri del gruppo che hanno raggiunto determinate competenze e offrono ancora più funzionalità, opzioni e alternative. Insomma, c'è davvero tanta carne al fuoco, forse anche troppa, che tende a confondere le idee e a costringerci nei menù per più tempo del dovuto mentre ci barcameniamo tra pagine piene di parametri e descrizioni. Il gioco, fortunatamente, non obbliga a usare nessuna di queste funzionalità, e in ogni caso offre tutorial piuttosto didascalici e scorciatoie intelligenti.

È possibile impostare attacchi speciali e incantesimi in brevi combo
È possibile impostare attacchi speciali e incantesimi in brevi combo

Da questo punto di vista, però, Star Ocean: The Second Story R si colloca in uno spazio molto particolare. La portata delle migliorie e delle aggiunte lo rende un titolo fresco e moderno, trattenuto solo da scelte stilistiche retrò e qualche spigolosità contenutistica che risale alle sue origini sperimentali. Sono soluzioni contemporanee e sofisticate che magari fanno un po' a pugni con la narrativa ingenua d'altri tempi, fatta di dialoghi talvolta approssimativi e caratterizzazioni tirate per i capelli.

La proposta Gemdrops e Square Enix, tuttavia, è un esperimento prezioso che rilancia non solo Star Ocean come serie ma un'intera generazione di classici che potrebbero rivivere grazie a questo trattamento meticoloso e appassionato. Parliamo di giochi del calibro del mai troppo menzionato Chrono Trigger, passando per i primi Tales in 2D o i Lunar di Game Arts. Per adesso potremmo accontentarci di Star Ocean 2: Blue Sphere, sequel mai localizzato che potrebbe seguire la scia di questa ottima riproposta. Anche perché alla fine non serviva chissà quale budget stroboscopico per resuscitare la serie, ma solo un pizzico di lungimiranza.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 49,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (19)
8.5
Il tuo voto

Star Ocean: The Second Story R è esattamente ciò di cui la bistrattata serie ex tri-Ace aveva bisogno e la nostra speranza è che i fan dei GDR nipponici non si lascino sviare dalle ultime iterazioni deludenti o dall'aspetto volutamente retrò di un titolo che ha davvero tutto ciò che si potrebbe cercare in questo genere. Lo sviluppatore Gemdrops ha compiuto un piccolo miracolo e forse in certi momenti ha pure esagerato con le aggiunte, ma il risultato è un JRPG eccellente che combina in maniera esemplare la nostalgia e la modernità: una vera stella cometa da seguire per riportare sotto i riflettori vecchie glorie mai dimenticate che aspettano solo di tornare a brillare.

PRO

  • È uno dei remake più curati che ci sia capitato di giocare
  • Tantissimi miglioramenti a tutto tondo
  • Estetica che combina con successo nostalgia e novità

CONTRO

  • Tende a essere eccessivamente carico di funzionalità e opzioni
  • Non tutte le novità del sistema di combattimento convincono al 100%
  • Alcuni sprite meritavano qualche ritocco in più a colori e animazioni