Oggigiorno si può dire - e si legge - di tutto su Star Wars dopo Disney, ma la verità è che se avessimo avuto qualcosa come il Capitolo 5 di Ahsoka anche soltanto dieci o quindici anni fa, quando il massimo cui potevamo ambire settimanalmente era la computer grafica nelle serie animate, probabilmente avremmo gridato al miracolo e pianto per la gioia fino a svenire. Scritto e diretto da Dave Filoni, il nuovo episodio è un concentrato di Star Wars nelle sue aspirazioni più genuine, un tuffo nella mitologia della saga e nel personaggio di Ahsoka, che finalmente si riprende il suo ruolo di protagonista con l'aiuto di una guest star d'eccezione.
Filoni dimostra, ancora una volta e con fermezza, di essere l'uomo giusto al momento giusto: "Guerriera ombra" è come una promessa che i suoi futuri film sul mandoverso possano mettere d'accordo tutti. La nostra recensione di Star Wars: Ahsoka 1x05 sarà piena di spoiler, perciò interrompete la lettura e tornate solo dopo averlo guardato.
Nel Mondo tra i mondi
Il Capitolo 5 di Star Wars: Ahsoka mette temporaneamente da parte la campagna dei "cattivi", che hanno portato Sabine Wren con loro nella galassia in cui sarebbe intrappolato il Grand'ammiraglio Thrawn - e quindi anche Ezra Bridger - per concentrarsi sulla protagonista della serie, precipitata nelle acque di Seatos dopo essere stata sconfitta in duello dall'ex Jedi Baylan Skoll. Alla fine dell'episodio precedente, Ahsoka si risvegliava in un piano sovrannaturale chiamato Mondo tra i mondi: nota anche come Dispersione delle vergenze, questa dimensione della Forza è stata teorizzata dai Jedi dell'antichità, ma per quanto ne sappiamo noi ci sono entrati finora solo due esseri viventi in carne e ossa.
Ezra Bridger visita il Mondo tra i mondi nell'episodio 4x13 di Star Wars Rebels: in quella circostanza, la dimensione si mostra nella sua forma di nesso spaziotemporale, spalancando una pletora di portali sui diversi momenti cruciali nella storia della galassia. È stato proprio in questo modo che Ezra ha salvato Ahsoka un momento prima che Darth Vader la passasse a fil di spada laser nel passato (Star Wars Rebels 2x22).
Considerando che il Mondo tra i mondi è una manifestazione della Forza, è difficile dire con certezza se l'Anakin Skywalker che Ahsoka si trova davanti sia un autentico fantasma della Forza - stile Obi-Wan e Yoda nella trilogia classica, per intenderci - oppure un'illusione. Non è escluso che tutto succeda nella sua testa e basta, anche se questo non lo renderebbe meno reale. In questo Mondo tra i mondi, Ahsoka viene a patti con sé stessa, col suo retaggio e con la crisi d'identità che è cominciata all'incirca quando ha lasciato l'Ordine dei Jedi alla fine di Star Wars: The Clone Wars. Fermo restando che Hayden Christensen giganteggia nell'interpretazione di un Anakin Skywalker così familiare e allo stesso tempo così diverso da come lo ricordiamo nei momenti più iconici della trilogia prequel, il duello con Ahsoka può sembrare stucchevole, ma ha perfettamente senso nell'economia del loro rapporto.
Ahsoka divenne Padawan di Anakin nel bel mezzo delle Guerre dei Cloni, schierata sul campo di battaglia fin da piccola con responsabilità ben al di sopra della sua esperienza. Le battaglie e le perdite sostenute nel corso della serie televisiva originale hanno segnato il suo personaggio, e chi ha seguito il suo percorso dall'infausto lungometraggio animato fino agli episodi di approfondimento nella miniserie Tales of the Jedi ricorderà sicuramente come Ahsoka non sia mai riuscita a trovare il proprio posto nella tradizione dell'Ordine.
Il Capitolo 5 della miniserie su Disney+ svela una verità che sospettavamo da tempo, e cioè che Ahsoka vive con difficoltà il suo ruolo di (ex) Jedi e di Maestro nei confronti di Sabine proprio a causa del suo retaggio: ad addestrarla soprattutto come guerriera è stato Anakin, il Prescelto, che però è anche Darth Vader, il Signore dei Sith. Un conflitto interno che ha dilaniato Ahsoka e che la porta a rivivere alcuni momenti fondamentali nel suo addestramento Padawan: la Battaglia di Ryloth e l'Assedio di Mandalore. La presenza dei Twi'lek nella prima e dei supercommando di Darth Maul nella seconda aiutano a inquadrare cronologicamente le due scene oniriche, in cui peraltro rivediamo Anakin in momenti molto diversi della sua vita: Filoni si è assicurato che ogni piccolo dettaglio, compresi i costumi di Anakin e dell'Ahsoka più giovane, richiamassero i corrispondenti episodi delle serie animate, e non manca neppure un cammeo di Temuera Morrison - o quantomeno della sua voce - nei panni del mitico Capitano Rex.
La scelta di offuscare l'orizzonte, annebbiando il circondario, è servita non solo ad ammortizzare i costi in termini di effetti speciali, ma anche a confondere le acque circa la natura di un ricordo che è anche un'illusione e viceversa, tant'è che i dialoghi di Anakin e Ahsoka mescolano passato e presente. Filoni, però, ha genialmente sfruttato la fotografia e l'illuminazione per creare un'atmosfera incredibile, giocando peraltro con la figura di Anakin che si confonde con quella di Darth Vader in diversi momenti.
Alla fine si torna al duello e alla scelta che Ahsoka deve compiere per tornare in vita. Più che altro una realizzazione, quasi supplicata dallo stesso Anakin: la protagonista - e il pubblico insieme a lei - devono accettare che Anakin non è mai stato e non sarà mai solo Darth Vader e che lei stessa può definire da sola il proprio retaggio. Così facendo, Ahsoka sfiora un'ultima volta il Lato Oscuro, che si riflette nei suoi occhi mentre impugna la spada laser (rossa) del suo Maestro, e abbraccia una trasformazione che si rifletterà nel suo nuovo costume di scena a fine episodio: Filoni si è chiaramente ispirato alla rinascita di Gandalf il Grigio in Gandalf il Bianco ne Il Signore degli Anelli, peraltro riferendosi anche al personaggio della Figlia creato per Star Wars: The Clone Wars nello spettacolare arco narrativo di Mortis (3x16-17).
Una nota a margine va fatta su un'inconsistenza narrativa che Filoni potrebbe spiegare in un secondo momento: in realtà, Ahsoka indossa il costume bianco per la prima volta proprio nel finale di Star Wars Rebels, quando recluta Sabine per andare a cercare Ezra. La nostra interpretazione è che Ahsoka sia passata al grigio, per capirci, in seguito agli eventi che l'hanno separata dalla sua apprendista, e che probabilmente scopriremo nel corso della miniserie attuale.
Su Seatos
Come abbiamo detto, il Capitolo 5 di Ahsoka alterna le scene nel Mondo tra i mondi alla missione di salvataggio condotta da Hera Syndulla su Seatos. È una sottotrama meno interessante che, in un certo senso, gira un po' in tondo a prendere tempo mentre Ahsoka viaggia nel passato insieme al fantasma del suo Maestro, ma offre alcune informazioni molto interessanti sui comprimari della miniserie. A parte il fatto che Hera agisce con l'aiuto indiretto della senatrice (Leia) Organa, Filoni non manca di ricordarci che la Nuova Repubblica a questo punto della Saga degli Skywalker sta già prestando il fianco al ritorno dell'Impero - o del Nuovo Ordine, se per questo - senza bisogno di scomodare il Grand'ammiraglio Thrawn: è semplicemente disgiunta, troppo impegnata a discutere invece che ad agire per distinguersi dall'Impero di Palpatine. Che poi è il problema di ogni democrazia, ma in questo modo si possono scrivere delle sfumature di grigio in personaggi come la stessa Hera.
In ogni caso, mentre Hera e la squadriglia di Carson Teva brancolano nel buio, a risolvere il problema ci pensa nientepopodimeno che Jacen: per chi non lo sapesse, è il figlio che Hera ha avuto da Kanan Jarrus in Star Wars Rebels. Kanan era il Jedi scampato all'Ordine 66 che guidava l'equipaggio del Fantasma insieme ad Hera e che ha addestrato Ezra e, per qualche tempo, anche Sabine, prima di morire nell'episodio 4x10 della serie animata.
Jacen dimostra fin da piccolo una particolare sensibilità alla Forza, arrivando a percepire l'eco del duello tra Ahsoka e Anakin nel Mondo tra i mondi. Parliamoci chiaro, è una soluzione inspiegabile se non attingendo al concetto della "magia spaziale" che è la Forza: può darsi che Jacen sia destinato a diventare un Jedi potentissimo, può darsi che Filoni ne abbia fatto un deus ex machina per l'occasione, fatto sta che la Forza da sempre giustifica ogni soluzione narrativa... audace, per così dire, nell'immaginario di Star Wars.
Alla fin fine, i poteri di Jacen gli consentono solo di indirizzare le ricerche degli Ala-X e di salvare Ahsoka prima che anneghi. In questo modo, la nostra protagonista attinge al potere della psicometria - lo stesso che possiede Cal Kestis nei videogiochi della serie Star Wars Jedi, ricordate? - per rivivere gli ultimi momenti della mappa stellare prima che Baylan la distrugga e porti via Sabine.
A questo punto l'episodio si avvia alla sua epica conclusione sulle note di una colonna sonora che già negli scorsi episodi si era distinta, ma che nel Capitolo 5 è assolutamente d'eccellenza, e non solo nei richiami alle melodie storiche di Guerre Stellari. Il montaggio finale è un crescendo di tensione che richiama quel sense of wonder che è sempre stato Star Wars.
Dei purgil vi abbiamo già parlato in passato, ma per farla breve sono "balene" spaziali che possono viaggiare nell'iperspazio e spostarsi tra le galassie: Ezra Bridger può legarsi mentalmente a queste creature, ed è così che ne ha indotta una a trascinare nell'iperspazio il Super Star Destroyer di Thrawn alla fine di Star Wars Rebels. Diciamo che la soluzione era abbastanza ovvia fin dall'inizio: seguire i purgil sulla rotta che passa per Seatos, anche se magari non dentro le loro pance. È servito a inscenare la spettacolare partenza sotto gli occhi della flotta della Nuova Repubblica, bene così.
Conclusioni
Multiplayer.it
PRO
- Le scene nel Mondo tra i mondi
- La passione di Filoni è assoluta
- Musiche clamorose
CONTRO
- Bisogna conoscere un po' di retroscena per capire ogni passaggio dell'episodio, specialmente nel Mondo tra i mondi
- I poteri sproporzionati di Jacen