Ricetta videoludica di giornata: proviamo a prendere le pellicole action firmate da John Woo e aggiungiamoci alcune delle meccaniche di gioco che hanno decretato il successo di Hotline Miami. Arricchiamo il composto con una grafica fluida e accattivante, la tipica presenza del bullet time e diamo una bella spolverata al prodotto con una colonna sonora di quelle che tornerebbe utile per fomentare anche il più inguaribile dei bradipi da salotto. Appena il tempo di mettere in forno il download su Steam et voilà: The Hong Kong Massacre è servito. Presentato per la prima volta in occasione della Paris Games Week 2017, questo nuovo top down shooter altamente sopra le righe è stato realizzato da VRESKI, un giovane studio indipendente svedese formato da due sole persone. Ne è scaturito un titolo interessante, che prova ad amalgamare un immaginario tipicamente anni '80/'90 con un'interazione frenetica e ricca di sfida, dove l'unica cosa che conta è riuscire ad eliminare qualsiasi avversario a suon di proiettili, capriole ed esecuzioni eseguite con stile. Dopo averlo giocato per intero siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo nella nostra recensione.
Ambientazione hardboiled: quando il bullet time ti salva la vita
The Hong Kong Massacre ha il pregio di essere un gioco che va dritto al sodo. Lo si intuisce già dal titolo che non serviranno tanti convenevoli per farso largo alla maniera del buon vecchio Cho Yun-Fat nei panni del sergente Tequila. Il riferimento è ovviamente per il film Hard Boiled (1992) di John Woo, ma qualcuno si ricorderà senz'altro anche di Stranglehold, l'action game del 2007 direttamente ispirato alla pellicola del regista cinese. Non è un caso insomma se la mattanza rappresentata in The Hong Kong Massacre si svolge proprio nel 1992 in una delle metropoli più conosciute e iconiche del mondo orientale. Partendo da queste basi, il fruitore viene messo nei panni di un ex agente di polizia intenzionato a vendicarsi per il brutale assassinio della sua partner. Poco importa se bisognerà letteralmente mettere sotto sopra la città e maciullare un intero esercito di scagnozzi fino a stanare chi tira i fili della malavita organizzata locale. Come era facile immaginare, le premesse narrative non sono altro che un mero pretesto utile a inquadrare il gameplay, perciò rileva fino a un certo punto il fatto che i testi siano disponibili esclusivamente in inglese.
In The Hong Kong Massacre non serve parlare, bisogna agire: possibilmente aiutandosi con una bella cartuccera. Osservandolo in azione, sembra per l'appunto di trovarsi di fronte a una sorta di Hotline Miami sotto steroidi, ed effettivamente la prima impressione che si prova, una volta stretto il pad tra le mani, è più o meno questa. C'è la visuale dall'alto, ci sono pure una moltitudine di livelli che devono essere ripuliti da cima a fondo, ma è sufficiente essere raggiunti da un singolo proiettile per veder comparire la schermata del game over. A tutto ciò si aggiungono le già decantate meccaniche del rallentamento temporale, unite alle acrobazie che possono essere inanellate per uscire all'improvviso dalle coperture e silurare il malcapitato di turno. Considerando il panorama di riferimento, in The Hong Kong Massacre non sono infatti state introdotte meccaniche stealth. Uccidere senza farsi scoprire non è proprio previsto e per di più, contrariamente a quanto avveniva in Hotline Miami, i nemici si rivelano decisamente più attendisti. Anziché buttarsi di gran carriera alla ricerca del giocatore nel tentativo di stanarlo, forti della loro superiorità numerica, i tirapiedi tendono a restare per lo più asserragliati, perciò spetta al giocatore trovare il percorso strategicamente più efficace per metterli fuori gioco uno alla volta.
Solo nella parte finale della campagna iniziano a fare capolino nemici più aggressivi, ai quali tra l'altro bisognerà sparare per ben due volte prima di vederli crollare a terra privi di vita. Questi ultimi sono sostanzialmente gli unici ad avere un comportamento un po' più imprevedibile e a muoversi da una stanza all'altra con un pizzico di disinvoltura in più per provare a individuare il loro obiettivo. Prendendo dimestichezza con le acrobazie e la gestione del bullet time diventa tutto più accessibile, anche se in più di un'occasione si avrà il proprio bel da fare per portare a casa la pelle. Nel complesso il livello di sfida offerto dal gioco è ben bilanciato, discreto ma non eccessivamente frustrante. D'altra parte la vera sfida proposta da The Hong Kong Massacre è insita nel completamento degli obiettivi secondari legati a ciascun livello. I giocatori più estremi possono quindi provare a completare gli stage sbloccando tre sfide extra che consistono nel ripulire l'area entro un tempo limite, non ricorrere mai al bullet time e non mandare mai un colpo a vuoto. Così facendo si ottiene fino a un massimo di tre stelle come valutazione bonus per ciascuno dei trentacinque scenari in cui si suddivide la campagna.
Livelli, potenziamenti delle armi e boss
Per quanto riguarda il design dei livelli, la componente tattica permane come fattore centrale dell'esperienza ludica. In ogni stage è infatti possibile muoversi senza dover rispettare un ordine prestabilito e potendo anche scegliere differenti percorso per raggiungere lo scopo in modo indolore. Ad esempio decidendo di rompere delle vetrate per farsi strada in un'altra area dello scenario, appostarsi alle spalle di una porta e fare irruzione all'improvviso oppure iniziare a crivellarla fino a farla letteralmente andare in briciole, insieme a malcapitati che si aggiravano nei paraggi. Alcuni stage si assomigliano più di altri, ma nel complesso ogni nuova sfida scorre via come si deve, alternando zone sviluppate interamente all'interno di edifici ad altre posizionate su tetti, terrazze e cortili interni. Si poteva senz'altro fare di più sulla varietà delle armi da fuoco: il giocatore ha accesso a quattro categorie, composte da pistola, uzi, fucile a pompa e fucile d'assalto, ma è consentito sbloccare modelli con caratteristiche leggermente differenti in termini di rateo di fuoco, velocità di ricarica e via discorrendo.
Ciò nondimeno gli strumenti selezionabili possono essere potenziati investendo i punti incamerati al termine di ciascun incarico. Contrariamente a quanto avveniva in Hotline Miami, in questo caso non è stata prevista l'introduzione di armi da taglio o altri strumenti corpo a corpo con cui mettere fuori causa il nemico da distanza ravvicinata. Accedendo alle leaderboard online si ha l'opportunità di consultare i tempi migliori realizzati dal resto della community e provare a migliorare progressivamente la propria prestazione. In questo senso The Hong Kong Massacre propone una discreta longevità, logicamente tenendo conto anche della spesa piuttosto contenuta che dev'essere affrontata per accaparrarselo. Una volta acquisita la dovuta familiarità con ciascun livello, soprattutto in relazione al posizionamento dei nemici, entrare di nuovo in azione significa portare la faccenda su un terreno completamente inedito. Va detto però che VRESKI avrebbe dovuto effettuare un lavoro di maggior sostanza sulle battaglie con i boss, che invece si rivelano tutte identiche e troppo limitate per struttura e relativa semplicità rispetto agli stage tradizionali.
Conclusioni
The Hong Kong Massacre può considerarsi un titolo godibile per chi da un videogioco si aspetta tanta azione e un livello di sfida capace di soddisfare anche i palati più esigenti. Dopo aver preso le misure e completato la prima run, il titolo stimola a mettere insieme autentici capolavori di pianificazione e ripulitura nel minor tempo possibile. Ogni incursione si trasforma così in una sorta di forsennato balletto eseguito con glaciale precisione e brutale maestria, mentre tutt'attorno l'ambiente deflagra tra bagliori di proiettili, detriti e fiumi di sangue scanditi da un sottofondo musicale martellante e frenetico. Avremmo comunque preferito una maggiore libertà di scelta per quanto riguarda gli equipaggiamenti, ma soprattutto la presenza di boss fight un po' più variegati e convincenti.
PRO
- Fluido e immediato
- Leaderboard per confrontarsi con gli altri giocatori
- Potenziamenti delle armi
- Colonna sonora galvanizzante
CONTRO
- Boss fight tutte uguali
- Non avrebbe guastato la presenza di più armi