The Old Guard è uscito in un anno problematico, per così dire, in cui ogni occasione di escapismo sembrava oro colato e Netflix ci dava dentro con un film dopo l'altro, appiccicando al titolo di turno una grande star per attirare l'attenzione. La differenza tra il film ispirato al fumetto omonimo di Greg Rucka e i tanti altri usciti in quel periodo, però, era che The Old Guard stava una spanna e mezza sopra. Forte di un cast importante, di una regia curata e di una storia diversa dal solito, il film con protagonista Charlize Theron nei panni dell'immortale Andromaca di Scinzia è rimasto impresso in molti spettatori che per anni hanno atteso un sequel.
Finché non si sono arresi e hanno smesso di sperare. Un po' com'è successo a Andy, che dopo aver passato secoli a cercare l'amata Quỳnh nel vasto oceano in cui era stata sepolta viva, a un certo punto ha rinunciato e si è dedicata ad ammazzare i cattivi insieme a una famiglia disfunzionale di immortali come lei. Eppure, a un certo punto, The Old Guard 2 è arrivato veramente su Netflix, cinque anni dopo il primo, in seguito a una lunghissima gestazione. Ne sarà valsa la pena?
Un'attesa immortale
Immaginate il disappunto di Quỳnh (Veronica Ngô) che ha passato secoli a morire annegata e a resuscitare nell'oscurità di una vergine di ferro imprigionata sotto tonnellate d'acqua, solo per scoprire che la sua Andy è andata avanti e si è scordata di lei. È più o meno quello che abbiamo provato noi quando siamo arrivati ai titoli di coda di The Old Guard 2 e ci siamo resi conto di aver atteso cinque anni per un film monco e svogliato, affidato a una regista diversa da Gina Prince-Bythewood, che aveva saputo valorizzare l'azione e l'introspezione nella prima pellicola, distribuendo lo star power a disposizione in maniera intelligente, ma senza mai offuscare Charlize Theron.
Victoria Mahoney, che prima di The Old Guard 2 ha diretto soltanto un altro film, non sembra aver capito il potenziale della sceneggiatura di Greg Rucka, forse perché lo stesso Rucka mette troppa carne al fuoco, cercando di riassumere uno o più cicli di storie del suo fumetto in poco meno di due ore. Andy, per esempio, non è andata avanti proprio per nulla, e si porta dietro il senso di colpa per aver abbandonato la sua Quỳnh. Questa, infatti, nel primo film era chiaramente la sua amante, qui diventa una più vaga compagna di viaggio o di vita. Anche il legame sentimentale tra Nicky (Luca Marinelli) e Joe (Marwan Kenzari) è stato annacquato; considerando che ci siamo appena lasciati alle spalle il Pride Month e Netflix è sempre stata una piattaforma inclusiva, il nuovo film impallidisce in confronto al precedente sul versante queer
Non sono questi, però, i problemi della pellicola, anche se fanno riflettere. Il rapporto tra i due immortali summenzionati è reso abbastanza bene, anche se Marinelli ha poco materiale su cui lavorare - per dire, ci è sembrato più efficace addirittura in Death Stranding 2, per non scomodare la sua interpretazione iconica di Mussolini ne Il figlio del secolo - ma le sottotrame che si incrociano sono troppe e altri personaggi finiscono in secondo piano, sacrificando attori del calibro di Chiwetel Ejiofor, praticamente ridotto a comparsa nonostante il ruolo avuto nel primo film.
Dicevamo, Quỳnh è tornata e vuole vendicarsi di Andy e dell'umanità intera. L'aiuta Discordia, un'altra immortale interpretata dalla mitica Uma Thurman. Salta fuori che Andy e la sua gang non sono gli unici immortali perché, oltre a Booker (Matthias Schoenaerts) che è stato esiliato alla fine del primo film, spunta anche Tuah (Henry Golding) che Andy aveva opportunatamente tenuto segreto ai suoi amici. The Old Guard 2 vira di prepotenza sui retroscena mitologici degli immortali, tirando in ballo leggende e profezie che legano a doppio filo Discordia, la prima immortale, con Nile, l'ultima immortale interpretata da KiKi Layne. E nonostante questo suo ruolo fondamentale nell'economia della vicenda, la stessa Nile ha molto meno da fare rispetto al primo film, in cui si divideva i riflettori con la Theron.
Le sottotrame convergono tutte nel fatidico scontro finale tra Andy e Discordia, armata di spada perché se devi fare combattere Uma Thurman che fai, non richiami Kill Bill? E il problema è che The Old Guard 2, dopo un inizio al fulmicotone tra sparatorie, combattimenti ravvicinati e corse in auto sportive, si ammoscia e impegna la parte centrale a unire e dividere i personaggi, passando per poche scene d'azione corali confuse e non troppo coinvolgenti, mentre si concentra su alcuni scontri uno contro uno decisamente migliori, anche se forse un po' troppo stravaganti e inverosimili.
La posta in gioco è strana. Alla fine del film precedente, Andy perdeva la sua immortalità e nonostante questo continua a combattere, ma essendo la star di punta è difficile immaginare che ci rimetta le penne, e questo riduce la tensione a zero. Quando poi la storia fa dietrofront sul motivo della sua mortalità, tutto si fa anche più confuso invece che teso, finché non si rovesciano i rapporti di forza, il film raggiunge il suo apice... e The Old Guard 2 finisce in cliffhanger, staccando sui titoli di coda senza scene aggiuntive che rimandino a un terzo film che Netflix non ha ancora annunciato.
Se vogliamo credere che il produttore Skydance stia mettendo in cantiere una trilogia nonostante gli anni passati dal primo film, allora The Old Guard 2 soffre decisamente la sindrome del capitolo di mezzo: è quello che approfondisce i personaggi, stabilisce i rapporti e li manda in pezzi, lasciando lo spettatore appeso in attesa dell'epica conclusione. A volte questi film vengono rivalutati a opera completata, ma un eventuale terzo e conclusivo capitolo di The Old Guard dovrà fare davvero i salti immortali per farci perdonare questo scivolone.
È un peccato perché il cast c'è, e la storia tendenzialmente pure anche se è frettolosa e forzata, ma qualcosa si è perso proprio a livello tecnico nel passaggio di timone. La stessa Uma Thurman ha una presenza scenica risicata: la sua Discordia è un'antagonista poco caratterizzata, se non per qualche battutina da cattiva di serie B, che avrebbe meritato un approfondimento, magari qualche flashback in più e una maggiore chiarezza nelle sue intenzioni. I personaggi coinvolti sono parecchi ma solo pochi, come Booker, hanno una vera e propria evoluzione. Charlize Theron mette sempre il carico da cento nei suoi personaggi, e la sua Andromaca appare sempre in equilibrio tra i suoi conflitti interiori, la tenacia di una guerriera millenaria e l'umanità che contraddistingue il suo personaggio, rendendolo meno scontato del previsto.
In un certo senso, sono lei e Ngô a trainare il film fino alla fine, mentre gli altri sembrano comparse che combattono con armi generiche nemici ancora più generici, senza un guizzo o un'inventiva. Il sangue scorre con abbondanza anche se le ferite in computer grafica non convincono pienamente, ma in generale anche questo aspetto ci è sembrato ridimensionato rispetto al primo film. È come se tutto fosse stato ritoccato al ribasso, quando sarebbe stato meglio puntare proprio sulle caratteristiche migliori del primo film. Speriamo in un epilogo che inverta la tendenza e rimetta ogni tassello al suo posto.
Conclusioni
Multiplayer.it
4.5
Non ci siamo. Il primo The Old Guard era un buon film da birra e popcorn, un paio d'orette di adrenalina pura sorrette da un buon cast e una regia convincente. The Old Guard 2 arriva dopo cinque anni, mantiene lo stesso cast, aggiunge nuove star e si perde in un bicchier d'acqua, con una storia confusa, scene d'azione dimenticabili e un finale completamente aperto, come se fosse scontato un seguito che non è neanche in lavorazione. Una scelta incomprensibile che ci ha lasciato davvero tanto amaro in bocca.
PRO
- Il cast è sempre di spessore, chi più chi meno
- Qualche combattimento interessante
CONTRO
- La storia è frettolosa e confusa
- Il personaggio di Uma Thurman meritava un approfondimento
- Il finale non risolve niente e non sappiamo neppure se proseguirà