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The Walking Dead: The Final Season - Giocattoli Rotti, la recensione

Skybound risolleva le sorti della serie dopo il fallimento di TellTale, saranno all'altezza del compito? La recensione di The Walking Dead: The Final Season - Giocattoli Rotti.

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   07/02/2019

Nonostante il ritardo sulla tabella di marcia, il fallimento di TellTale non ha per fortuna portato alla cancellazione dell'ultima stagione di The Walking Dead. Skybound ne ha infatti preso le redini e, seppur rimandando la conclusione di un trimestre, tutti gli appassionati sono ora certi di poter chiudere l'ultimo capitolo di un viaggio durato sette anni. È difficile decretare con certezza se il rimaneggiamento avvenuto abbia in qualche modo toccato anche la sceneggiatura, ciò che però salta subito all'occhio è la consistenza narrativa di un episodio, The Walking Dead: The Final Season - Giocattoli Rotti, che apre al finale con una potenza di cui ancora questa stagione era orfana. Abbiamo parlato già abbondantemente negli scorsi mesi di una Final Season che rievoca fortemente le atmosfere del lontano GOTY del 2012, ma Giocattoli Rotti mette sul piatto alcuni momenti di un'intensità notevole, che sarebbe un peccato non vivere al massimo delle nostre possibilità.

The Waling Dead The Final Season 1

La storia di Clem ed AJ

Questo terzo episodio riprende esattamente dove ci eravamo lasciati. L'allegra e poco coesa combriccola dell'orfanotrofio è ormai alle prese con un gruppo di ostinate persone vogliose di creare un vero e proprio esercito. Nonostante il rapimento di altri membri del gruppo, la neo condottiera Clem è chiamata al contrattacco, con l'obiettivo di sferrare un duro colpo alla struttura degli antagonisti. Eviteremo di dare altre informazioni sugli eventi che fanno da sfondo all'episodio: ciò che però ci preme comunicare è che se da una parte Giocattoli Rottis sembra iniziare in maniera meno incalzante di quanto ci si potesse aspettare, è con il passare delle scene che il crescendo si fa sempre più altisonante, fino a sfociare in una sequenza finale ben riuscita e dalla forte componente emotiva. Nel mondo nel quale Clementine ed AJ vivono (così come da sempre The Walking Dead ci ha abituati) non sono i vaganti a rendere la vita un inferno, quanto l'uomo stesso. Mentre sullo sfondo si muovono le creature ormai completamente avulse dalla ragione, chi ancora lotta per sopravvivere è diviso tra la volontà di sopravvivere e chi invece ha deciso di sfruttare l'evento per affermare la propria supremazia. Clem è sempre stata un personaggio emblematico in questo senso: cresciuta in un mondo sporco e cattivo, il compito di madre adottiva del piccolo AJ ne ha fatto una donna ben prima del tempo. La forza emotiva di tutta questa stagione, per forza di cose, continua a girare proprio intorno al rapporto tra i due protagonisti, divisi tra la voglia di dimostrarsi delle persone migliori, e la consapevolezza di non poter mai cedere alla debolezza. AJ sta crescendo, e sempre più viene plagiato dagli insegnamenti che noi stessi affermiamo per mano della giovane donna. Meno intensi restano i background degli altri protagonisti, che troppo spesso vengono lasciati da parte proprio quando l'approfondimento sembra essere dietro l'angolo. Che si tratti di una svista di scrittura o una precisa scelta di focalizzarsi sui protagonisti, Giocattoli Rotti non modifica questo approccio agli eventi e, se possibile, lo intensifica ancor di più. Nel corso del paio d'ore di durata dell'episodio, ciò in cui meglio riesce il titolo è prepararci al gran finale, accompagnandoci con scene di forte intensità e un approccio ai vaganti più ragionato e approfondito. Se insomma questa quarta stagione vi sta tenendo incollati allo schermo, siate consapevoli che non verrete delusi da quella che è, probabilmente, la migliore delle sezioni finora realizzate.

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Il gameplay al servizio della narrazione

Le situazioni di gameplay non vanno certamente a modificare ciò che già conoscevamo. Se la fase action del secondo episodio risultava una ripetitiva (ma comunque breve) variante rispetto a ciò a cui la serie ci ha abituati, Giocattoli Rotti perfeziona quel modo di lanciarci nel dinamismo, senza però stravolgere le carte in tavola. D'altronde The Walking Dead resta un titolo che si presuppone l'obiettivo di narrare, più che di interagire. Le scelte risultano interessanti e l'evoluzione del rapporto tra Clem ed AJ lascia spazio anche ad una certa pressione nel giocatore, consapevole di dover decidere se insegnare al bimbo a sopravvivere in ogni circostanza, o provare a mantenere quell'umanità che ormai sembra essere un lontano ricordo del passato e di cui lei stessa non ha memoria. Il dinamismo negli spostamenti e l'incipit per il finale della serie, introducono anche nuove location e spazi, realizzati bene e caratterizzati da una cura tecnica che rappresenta la vera cifra stilistica dell'ultimo lavoro della compianta TellTale. Inutile calcare ancora su elementi che ormai conosciamo perfettamente. Ciò che conta è che il canto del cigno dell'intera serie sembra sempre più vicina ai fasti della prima indimenticabile stagione. Se il buongiorno si vede dal mattino, si conferma nel pomeriggio e si intensifica la sera, non possiamo che essere positivi e pronti per godere della notte, in arrivo il 26 marzo, con l'ultimo episodio.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery PlayStation Store, Xbox Store, App Store, Google Play
Multiplayer.it
7.5
Lettori (6)
7.8
Il tuo voto

Giocattoli Rotti porta l'ultima stagione di The Walking Dead al suo massimo apice di intrattenimento, strappando qualche lacrima e indurendo ancor di più l'animo dei protagonisti. La chiusura dell'episodio apre ad un finale che potrebbe risultare più drammatico e crudele di quanto ci si potesse aspettare inizialmente. Se la prima stagione aveva stravolto il modo di narrare nelle avventure grafiche, mentre la seconda e (soprattutto) la terza non erano riuscite a reggere il peso del confronto, la Final Season sembra voler dichiarare guerra ai vostri sentimenti e alla vostra fermezza d'animo. D'altronde, come da sempre questi titoli insegnano, la scelta è puramente vostra.

PRO

  • Narrativamente l'episodio migliore
  • La gestione del ritmo è degna di un grande team di scrittori
  • Grazie Skybound che non hai lasciato a marcire questo finale

CONTRO

  • Le fasi action continuano ad essere ripetitive e poco stimolanti
  • La psicologia dei comprimari è forse troppo abbozzata
  • L'adattamento in italiano lascia il tempo che trova