La nostra recensione di Thronebreaker: the Witcher Tales, non poteva che iniziare con le lodi verso un team di sviluppo capace di plasmare un universo fantasy credibile e indubbiamente affascinante e, attorno a questo, nonostante le difficoltà, costruirci una serie di successo. Con il passare degli anni e la crescita esponenziale della squadra, CD Projekt Red ha puntato sempre più in alto e se i capitoli principali hanno visto miglioramenti costanti non sono mancati persino esperimenti paralleli come, per l'appunto, il Gwent. Thronebreaker è una costola di questa idea, una produzione che ne carpisce l'essenza e la trasporta in un contesto meglio costruito, regalando un punto di incontro tra il gioco di carte e una visual novel splendidamente narrata. Dopo essere approdato su PC, Thronebreaker arriva anche in versione console e oggi vi diciamo se può valere o meno la pena gettarsi a testa bassa e cominciare una nuova avventura per le valli di Lyria.
Trofei PlayStation 4
Tanti i trofei per questa versione console. Oltre ai classici traguardi da raggiungere attraverso il completamento della campagna di Thronebreaker molti vi richiederanno un'attenta esplorazione della mappa di gioco. Ci sono da recuperare i tesori e le decorazioni, le armi e le carte speciali, così come vi è richiesto di raccogliere legname, oro e soldati in gran quantità. Approssimativamente una trentina di ore per raggiungere il platino completo.
Un riuscito mix di generi e meccaniche
Arriva con qualche settimana di ritardo rispetto la controparte PC questo Thronebreaker, the Witcher Tales e in molti, a oggi, non sono ancora riusciti a inquadrare bene la produzione di CD Projekt Red. Il titolo si rivolge ovviamente ai fan del gioco di carte ma anche chi non è avvezzo al genere dovrebbe tenerlo in considerazione, soprattutto vista l'ambientazione e la ricercata cura nella narrazione e nei dialoghi. Thronebreaker, come dicevamo poc'anzi, è una miscela esplosiva di diversi generi e sin dal principio tenta di rivolgersi a un pubblico eterogeneo mostrando tre difficoltà che ben si adattano al diverso spirito dei giocatori che vuole coinvolgere. Le difficoltà facile ad esempio non circoscrive solo quanto saranno complessi combattimenti e puzzle, ma va ad aggiungere anche la possibilità di saltare completamente le battaglie per godersi unicamente la storia di Meve. Non vogliamo però addentrarci troppo approfonditamente nelle meccaniche di gioco visto che nella nostra precedente recensione abbiamo analizzato il titolo nel suo più intimo dettaglio. Con questo articolo vogliamo allora ribadire quanto detto allora: la produzione è sicuramente vincente e l'arrivo su console non fa altro che aprire le porte ai nuovi giocatori. Dal punto di vista dei controlli, la mancanza di un mouse non si fa sentire eccessivamente, con i menu per la selezione delle carte e dei dialoghi adattati alla perfezione al semplice utilizzo dello stick analogico. Frugare tra le diverse opzioni, scegliere le carte da giocare e aprire i tooltip per leggere gli effetti delle carte è quanto di più semplice e intuitivo possa esserci, per una conversione perfettamente riuscita da questo punto di vista. La lentezza del gameplay e la sua calma intrinseca ovviamente favoriscono il tutto ma è comunque da sottolineare la fluidità dell'azione di gioco. Le animazioni delle carte sono ben realizzate e vanno oltre i soliti effetti aggiunti agli artwork soliti per questo genere ma è da segnalare una buona cura per tutto il comparto artistico, che anche su console riesce a elevare Thronebreaker sopra lo standard. L'unico elemento negativo riscontrato, almeno per il momento, risiede nella lentezza e nella frequenza di alcuni caricamenti e in alcuni micro freeze all'interno dell'accampamento principale, nulla che comunque vada ad inficiare la buona resa del titolo, soprattutto se siete da poco passati sulle ceneri di Mutant Year Zero: Road to Eden.
Oltre venti ore di gioco
Quando non si sfidano a duello banditi, mostri e mucche pazze, il titolo offre una visuale isometrica e una mappa tutta da scoprire. Ci sono segreti da individuare, collezionabili da raccogliere e oltre venti ore di gioco per completare in tutto e per tutto la produzione. Anche nelle sezioni più aperte la versione console di Thronebreaker rimane affascinante, con colori vivi e brillanti che rispecchiano quello che The Witcher 3 ha fatto vedere nelle sua serie principale. L'unico vero peccato rimane dunque la poca frequenza delle battaglie da combattere con il nostro mazzo costruito e per cui abbiamo raccolto risorse e studiato strategie. Purtroppo Thronebreaker presenta infatti tantissimi duelli basati su meccaniche uniche a mo di puzzle, richiedendo l'uso di materia grigia con le carte messe a disposizione più che doti da deckbuilder, un fattore positivo per molti indubbiamente ma anche una limitazione per chi, con il Gwent, ha già avuto a che fare.
Conclusioni
Anche su console Thronebreaker: the Witcher Tales rimane un titolo strategico dal grande impatto che non potete lasciarvi sfuggire se avete amato il Gwent o l'universo di The Witcher. Con i suoi colori accesi, le tematiche sempre pungenti e personaggi amati, Thronebreaker è uno spin off capace di rendere onore alla saga ed ampliare ulteriormente l'universo del gioco di carte, affiancandogli una campagna piacevole da giocare e longeva. Completa il pacchetto un doppiaggio completamente in italiano di buona fattura e un prezzo tutto sommato contenuto per il quantitativo di ore offerte.
PRO
- Gameplay intelligente
- Controlli ben adattati alla versione console
CONTRO
- Qualche freeze saltuario
- Avremmo preferito più battaglie personalizzate