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Torchlight 3, la recensione: un hack and slash con un nome altisonante e poco altro

Dopo un lungo attendere, la recensione di Torchlight 3 parla di una scottante delusione: un prodotto di "taglio e cucito" che ha fin troppi compromessi

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   13/10/2020

Siamo arrivati carichissimi di aspettative per la recensione di Torchlight 3. Di hack 'n' slash come si deve non se ne vedono tanti in giro e nel più recente passato la serie di Torchlight ha sempre saputo ben rivaleggiare con Diablo, offrendo un'ambientazione più colorata e dai toni cartoon rispetto alla concorrenza diretta, una caratteristica che ha reso la produzione unica e ben riconoscibile sul mercato. Oltre a quello, Runic Games ha sempre imbastito titoli carichi di contenuti, con una progressione esaltante e rami di talenti capaci di diversificare enormemente lo stile di gioco di ogni classe.

Certamente non siamo mai arrivati ai livelli di Path of Exile o di Wolcen, che ne hanno fatto una delle colonne portanti, ma non si può dire certamente che quel comparto fosse deludente. Dopo due capitoli in grande spolvero l'annuncio di Torchlight Frontier ci aveva fatto alzare il primo sopracciglio, vista la decisione di trasformare il mondo di Novastraia in un ecosistema free to play completamente online. Nonostante un progetto del genere non facesse presagire nulla di buono le menti dietro al titolo lasciavano ben sperare, visto che lo sviluppo era stato affidato proprio a quel Max Schaefer padre di Diablo e Torchlight. I sogni belli durano poco e il brusco risveglio ha visto però svanire Frontier come una bolla di sapone con un cambio di rotta brusco e repentino che ha instradato Echtra Games verso un'esperienza più classica: così è nato Torchlight III. Dopo un lungo periodo di Early Access è giunto dunque il momento di vedere se le aspettative sono state rispettate.

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Le radici di un progetto fallimentare

Non è facile partire con un'idea così chiara in testa e trovarsi poi a un anno dal lancio a decidere che quella trovata non fosse sostenibile o particolarmente di successo, dovendo di fatto dare un colpo di spugna e ricominciare a disegnare un videogioco dalle basi. Il problema più grosso, in questo caso è che per salvare il salvabile spesso ci si trova per le mani un Frankenstein mostruoso, figlio di un taglia e cuci con pezzi che poco e male si incastrano tra loro. Torchlight III, senza tanti giri di parole, è proprio questo e lo si nota velocemente dopo qualche sessione di gioco. Il titolo si presenta con una storia dal gusto fantasy 1.0 con un antico male risvegliatosi anni dopo il capitolo precedente e un manipolo di avventurieri decisi ad annientarlo. Una scelta che può anche funzionare per un hack 'n' slash, se non fosse che la narrazione sta diventando sempre più profonda e gustosa anche in questo genere di giochi. Quello che ci ha fatto storcere maggiormente il naso però è stato tutto l'impatto visivo, con un mondo di gioco anonimo e nemici piatti, in un continuo ripetersi di modelli tutti uguali e di variazioni di colori che speravamo fossero ormai retaggio di un'era lontana.

Invece per produrre più contenuti Echtra si è dimenticata che la varietà è importante allo stesso modo e così troviamo goblin ragni e insetti ad accompagnarci per tutta la durata del gioco, in tre atti che si dilungano inutilmente in una monotonia debilitante. Qualche guizzo c'è saltuariamente, alla comparsa di qualche nuova creatura, ma il morale crolla di nuovo brutalmente quando ci si accorge che l'ennesimo boss è solo una versione ingigantita del ragno o del goblin sopracitato, magari con un pattern di attacco unico se proprio siamo fortunati. Una costruzione del genere non può allora in alcun modo soddisfare il giocatore avido di massacri che si ritrova sostanzialmente a giocare contro gli stessi avversari per tutte le 15 ore necessarie a portare a termine la storia.

La sensazione è che il gioco sia ancora lontanissimo dall'essere concluso e che Schaefer si sia dovuto accontentare di riciclare contenuti per buttare questo terzo capitolo velocemente sul mercato. Si nota una discrepanza enorme infatti tra le creature, banali e anonime, e le quattro classi disponibili, che invece offrono particolarità uniche niente male. Ranger e Mago sono declinati in maniera abbastanza classica ma il Forgiato e il Mastrorotaia sono entrati di diritto nel nostro cuore. Il primo è un robot, o meglio una caldaia con le zampe, al cui interno viene nascosto un potente cannone, in grado di sfruttare il calore generato dalla sua fornace interna per generare effetti devastanti mentre il Mastrorotaia è un twist interessante sugli evocatori visto che il suo personalissimo pet sarà un trenino armato di mitragliatrici e altri gadget essenziali Se in early access la costruzione delle build era davvero limitata, con il lancio del gioco è stato aggiunto un terzo ramo così da dare un pochino più di profondità ma la visione generale resta comunque molto piatta e decisamente arretrata rispetto agli altri titoli sul mercato. Se cercate insomma qualcosa che vi faccia scervellare nella creazione dei vostri personaggi con numeri e statistiche vi conviene cercare altrove.

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Strascichi da free to play

Ci sono molte altre cose che non funzionano bene come ci si aspetterebbe da un titolo così importante e la prima è la risposta delle animazioni durante l'utilizzo delle abilità. Il gameplay prevede infatti che ogni abilità finisca completamente la propria animazione prima di poter essere concatenata con un'altra e questo spesso porta il gioco a perdere totalmente di fluidità, nonché a diventare molto poco divertente nei momenti concitati dove invece vorreste solo lanciare come pazzi colpi di spada o magie a catena. Ci si trova così invischiati in un sistema lento e farraginoso che poco si sposa al genere di appartenenza per arrivare a combattimenti molto lontani dall'epicità desiderata.

Terribile anche il design dei livelli, con una costruzione procedurale povera e che, purtroppo, tende a ripetersi eccessivamente facendoci visitare ripetutamente stanze troppo simili tra loro lasciando sempre un fastidioso senso di dejavu, con la scelta ultima di farci affrontare i boss sempre nella stessa stanza dalle dimensioni ridotte strappando così qualsiasi velleità artistica da quegli scontri che invece dovrebbero essere i più canonici dell'intera produzione. Echtra ha poi deciso di bloccare la crescita del giocatore legando il progresso dei livelli al completamento delle quest, quasi come se fosse un rank da superare prima di poter procedere, invece che basarsi solo sul livello dell'utente. Vi troverete così imbrigliati in una crescita verticale senza sbocchi per cercare la vostra strada, seguendo un percorso in linea retta davvero noiosissimo.

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Anche l'housing non convince per nulla, con una funzionalità marcatamente free to play dove costruire il vostro forte raccogliendo materie prime per il mondo mostrando agli altri giocatori i progressi raggiunti, una meccanica che abbiamo trovato davvero superflua e di bassissimo interesse, tanto che dopo aver costruito gli altari per guadagnare bonus alle resistenze elementali abbiamo completamente lasciato perdere "casa" per proseguire indisturbati nell'avventura. Meccaniche da free to play anche nella crescita della fama, una sorta di season pass integrato utile solo a elargire qualche ricompensa extra ma che di fatto non garantisce nessuno stimolo alla caccia dei mostri d'elite o all'equipaggiamento migliore.

Inoltre la nostra esperienza è stata flagellata da bug più o meno gravi, errori di traduzione o porzioni di testo mancanti, da disconnessioni improvvise dai server di gioco (facendoci così perdere spesso il progress del livello) e da achievement su console che proprio non volevano sapere di mostrarsi in italiano.

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Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
5.5
Lettori (13)
6.5
Il tuo voto

Torchlight III è un titolo che poco ha da spartire con i due capolavori precedenti. Qualsiasi elemento di gioco si trova in condizioni peggiori o è stato affrontato con minor attenzione da parte degli sviluppatori e il fatto che questo sia il mero risultato di un taglia e cuci per salvare un'idea di partenza completamente diversa è davvero troppo evidente. Non che il gioco in sé non funzioni del tutto ma là fuori ci sono hack 'n' slash decisamente migliori e al momento buttarsi a testa bassa su questo prodotto è quantomeno prematuro. Servirà tanto altro lavoro, altre patch e continui miglioramenti per portare a livelli ottimali il terzo capitolo di una saga davvero meravigliosa ma che oggi non si presenta all'altezza del nome che porta.

PRO

  • Classi originali
  • Le idee di partenza erano ottime

CONTRO

  • Combattimento estremamente piatto e noioso
  • Design dei livelli lineare
  • Rami dei talenti semplificati all'osso