Fin dalle origini del genere umano il canto è stato considerato una valvola di sfogo, ma anche uno strumento per esprimere la propria personalità e condividere emozioni con chi ci circonda. Alla base di questa pratica ci possono essere implicazioni molto personali, una pletora di significati filtrati in base alla sensibilità del soggetto e alla sua emotività. Comunemente associata a un sentimento di gaudio, l'attività canora viene intesa come un ottimo modo per donare una nota di colore e spensieratezza alla propria quotidianità. Deve pensarla così anche Greg Lobanov, giovane sviluppatore indipendente a cui dobbiamo la creazione di Wandersong, una singolare avventura 2D che si mantiene a debita distanza da schemi e tendenze dettate dal mercato dei videogiochi contemporaneo.
Specializzato nella creazione di contenuti con GameMaker, l'autore originario di Philadelphia ha dato vita a un'opera in cui il canto viene interpretato per l'appunto come mezzo prediletto con cui rappresentare il lato più genuino e spontaneo della natura umana. Strumento imprescindibile e addirittura motivo di salvezza per tutto il creato. Lobanov ha raccontato che l'idea di realizzare Wandersong è sorta in seguito a una lunga escursione in bicicletta: un viaggio lungo oltre 5.000 miglia, percorso su due ruote nel cuore del territorio statunitense. Questa avventura lo ha arricchito e lo ha cambiato, stimolandolo a realizzare un'esperienza interattiva nella quale venissero messe in luce le sfaccettature positive dell'animo umano. Partendo da queste premesse - e da Kickstarter, dove il gioco è stato finanziato a febbraio 2016 - Wandersong è diventato realtà a settembre 2018, quando ha esordito su PC e Nintendo Switch. In questa sede ci accingiamo invece a parlare della versione PS4, fresca di pubblicazione sulle pagine del PlayStation Store.
Storia di un giovane bardo e del suo talento: il canto
Wandersong può essere definito a tutti gli effetti un'avventura musicale, sebbene la necessità di intonare note rappresenti solo un mezzo per raccontare una storia e cercare di trasmettere un messaggio al fruitore. Nei panni di un giovane bardo si viene messi in condizione di generare sonorità gradevoli e intonate; qualità non da tutti, che ben presto si rivelano cruciali per portare a compimento missioni, gli enigmi e puzzle ambientali disseminati lungo il cammino, come pure per interagire con esseri umani, animali e finanche altre entità incontrate durante le proprie incessanti peregrinazioni. Nelle fasi iniziali del racconto il protagonista viene informato del fatto che il creato è sul punto di essere cancellato per sempre dalla divinità Eya, per essere rimpiazzato da una realtà alternativa completamente rinnovata. Deciso a sovvertire le sorti di un destino che parrebbe inevitabile, il nostro eroe improvvisato decide di mettersi in viaggio, armato esclusivamente di una grande forza di volontà e delle proprie innate capacità canore. La missione? Darsi da fare per rimettere insieme i pezzi di una misteriosa melodia denominata Earthsong: l'unica che, una volta cantata, dovrebbe scongiurare i tristi eventi a cui il mondo sta andando incontro. Le abilità canore di cui dispone il bardo possono essere attivate mediante il pratico movimento della levetta analogica destra del pad, mentre l'altoparlante integrato nel DualShock 4 è deputato a riprodurre i suoni emessi dal protagonista. In queste fasi si accede a un indicatore dalla forma circolare, nel quale sono accessibili otto spicchi di colori differenti: ognuno di essi è associato a una differente tonalità canora ed è sufficiente indirizzare la levetta nella direzione desiderata per produrre il suono desiderato.
A dispetto della natura ritmica del gameplay, basato sulla concatenazione delle sonorità corrette per qualsiasi tipo d'interazione con l'ambiente circostante, Wandersong non intente proporre al giocatore un'esperienza ludica basata sulla precisione, come avverrebbe se ci trovassimo al cospetto di un rhythm game. In altre parole che si aspetta questo tipo di approccio dal gioco potrebbe rimanere deluso. Al contrario Wandersong risulta essere un platform dalle meccaniche molto basilari, dove i dialoghi con i personaggi incontrati lungo il percorso e la risoluzione di qualsiasi attività tramite il canto rappresentando in buona sostanza gli unici elementi cardine dell'esperienza di gioco ideata da Lobanov. Spesso ci viene richiesto di seguire determinate istruzioni per eseguire delle melodie, ma non è necessario un grande livello di precisione per portare a termine correttamente ciascuna sequenza. Non sono pertanto disponibili né punteggi né indicatori che azzerandosi richiedano di ricominciare una determinata sequenza da capo. Per contro, qualora si finisca in fondo a un dirupo durante una delle aree più dinamiche, si finirà per ripartire dalla piattaforma più vicina, dato che il gioco aggiorna costantemente il salvataggio in automatico. Le meccaniche più interessanti si ritrovano in quei frangenti in cui il canto permette di influenzare il funzionamento di alcuni elementi dislocati nello scenario. Capita ad esempio di dover indirizzare lo stelo di alcuni fiori in varie direzioni per raggiungere porzioni del percorso diversamente non esplorabili; o ancora di servirsi delle correnti d'aria per spingersi verso l'altro, verso destra o verso sinistra modificando la direzione di pari passo con la variazione della tonalità vocale. E poi c'è il ballo, che al contrario non ha altra funzione se non quella di dare un tocco di colore e simpatia al protagonista, che proseguendo nel suo viaggio avrà accesso a nuove varianti utilizzabili a piacimento, solo per il gusto di accostare al canto un po' di sano movimento pelvico. In definitiva l'esperienza canora ordita in Wandersong è solo un pretesto utile a presentare un'avventura platform 2D dandone una chiave di lettura sui generis all'interno di un mondo stilizzato e ricco di colori. Ed è proprio quest'ultimo aspetto ad non averci pienamente soddisfatto. Pur strizzando l'occhio ad altre produzioni più blasonate, la componente estetica di Wandersong ci è parsa fin troppo minimale e poco caratterizzata dal punto di vista prettamente artistico, specialmente per quello che riguarda l'aspetto dei personaggi. Anche in questo caso permane l'ostacolo relativo della lingua inglese, poiché il gioco presenta i testi originali e senza la presenza di sottotitoli. Niente di proibitivo per chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la lingua, sia chiaro, ma abbiamo comunque preferito avvisarvi.
Conclusioni
Wandersong è un titolo semplice, magari a prima vista non di grande impatto, ma senz'altro in grado di crescere a poco a poco, arrivando a generare una certa empatia e indubbio interesse agli occhi del fruitore. Ovviamente bisogna essere ben disposti a sperimentare un'esperienza che esula completamente dagli schemi consolidati. Pur con tutti i suoi limiti, Lobanov ha dato vita a un'opera graziosa, sostenuta da una delicata vena di humour e da una ventata di spensieratezza che si può respirare a pieni polmoni. C'è spazio persino per un pizzico di tenerezza che riporta alla memoria sensazioni genuine legate ai ricordi dell'infanzia. Insomma, provate a dargli una possibilità perché una volta entrati nell'ottica potreste rimanere piacevolmente sorpresi.
PRO
- Esperienza unica nel suo genere
- Molto colorato
- Basilare ma comunque divertente da fruire
CONTRO
- I testi in inglese potrebbero scoraggiare alcuni utenti
- Graficamente molto minimal