Non è un mistero che lo strapotere di World of Warcraft sia ambito e di conseguenza imitato da praticamente qualunque altro sviluppatore: in fondo, dieci milioni di account sono davvero tanti, a chi non piacerebbe avere gli stessi introiti di Blizzard? Ecco quindi fiorire un numero sempre più preoccupante di cloni; ogni volta, qua e là si legge la parola "rivoluzione" ma a conti fatti di rivoluzionario nel gioco fatto e finito c'è ben poco. In questo senso, le migliori proposte degli ultimi tempi, tra le quali spiccano Rift e Star Wars: The Old Republic, sono state un po' un fiasco e dopo sette anni di dominio incontrastato anche l'MMORPG di Blizzard comincia a perdere qualche colpo. L'avvento di Guild Wars 2, d'altra parte, sembrerebbe quello di un messia.
Le community sono scosse dai pianti commossi di fan che si struggono in attesa della release, recitando a gran voce la buona novella dell'MMORPG che salverà il genere da questa fase stagnante con le sue caratteristiche rivoluzionarie, l'indiscusso stile del predecessore... e la possibilità di giocare senza pagare la tradizionale quota mensile. Curiosamente, la maggior parte di questi apostoli vive solo di foto, blog e video perché il progetto Guild Wars 2 è blindatissimo e la beta è iniziata da relativamente poco, distribuita a un numero davvero ristretto di fortunelli. Nel frattempo, i fan degli MMORPG di tipo "theme park", come appunto quello firmato Blizzard, si chiedono cosa ci sia di tanto diverso e innovativo nella nuova proposta ArenaNet. In parte abbiamo già risposto con il precedente resoconto sulla prima sessione di beta ma ora cercheremo di fare un po' di chiarezza.
Un passaggio per Tyria
Tra alti e bassi, World of Warcraft ha sempre rappresentato un punto fermo nel panorama MMORPG, ma resta effettivamente un gioco legato a parametri e meccaniche del 2005, modificati ma mai realmente cambiati, e sarebbe anche ora che ci si rendesse conto che è quel gameplay a dargli un'identità. Che poi altri sviluppatori ci peschino a piene mani e facciano la loro marmellata personale, è un altro paio di maniche, ma è la dura legge del mercato e indignarsi non serve a niente. ArenaNet, più che altro, è stata probabilmente l'unica software house a voler davvero proporre qualcosa di unico, ma il successo di Guild Wars è passato fin troppo in sordina. Chi non si è mai interessato particolarmente al franchise di ArenaNet si avvicinerà a Guild Wars 2 con molta curiosità, ma non sarà mai abbastanza preparato alla differenza sostanziale rispetto a praticamente ogni MMORPG più recente.
Il mondo di Tyria comunque, ha un fascino tutto suo che traspare già dalla sinossi della storia del primo Guild Wars e dai racconti ambientati in un mondo fantasy per certi versi davvero peculiare. Lo stile morbido e pittoresco delle cutscene che ci introducono al gioco conferma ulteriormente questa impressione e la sconfinata prateria che accoglie il nostro Charr, all'ombra delle rovine di una spettrale Ascalon, è un testamento della bravura degli artisti di ArenaNet e dell'abilità dei programmatori, che sono riusciti ad accoglierci in un mondo di guerra e magia dalle tinte delicate, cartoon-ma-non-troppo, incorniciato con stile da un'interfaccia chiara e originale. Il passaggio non è traumatico come, per esempio, quello verso un gioco visivamente realistico come Age of Conan o eccessivamente fittizio come quello popolato da orsetti e goth-loli di Tera. Guild Wars 2 è, in effetti, un gioco che dal punto di vista grafico non può che piacere. L'attuale build della beta gestisce l'engine con una certa agilità, grazie anche al fatto che le enormi aree di gioco sono separate e richiedono brevi caricamenti, faticando di tanto in tanto a causa di un codice non ancora completamente ottimizzato; tuttavia, su una macchina non particolarmente potente Guild Wars 2 gira senza troppi problemi a dettagli medio-alti, cosa che ci fa ben sperare per la qualità finale della release.
Nuove possibilità
La creazione del personaggio è piuttosto originale poiché, dopo la canonica personalizzazione dell'aspetto e delle proporzioni, ci viene chiesto di scegliere alcuni dettagli che servono a delineare il background narrativo del nostro alter-ego: potremo dunque sceglierne le origini e il carattere, per esempio, e questo ci permetterà di goderci ancora di più le cutscene dialogate con i personaggi più importanti che incontreremo durante l'avventura. La storia di Guild Wars 2 si dipana infatti attraverso una serie di missioni che compongono la nostra "storia personale", proposte in modo non troppo diverso dal recente Star Wars: The Old Republic, benché qui la differenza tra le storie sia basata sulla razza, piuttosto che sulla professione del personaggio.
I Charr, ad esempio, cominciano l'avventura costruendo un'arma per contrastare i fantasmi di Ascalon mentre gli umani si trovano coinvolti fin da subito nella guerra con i centauri. La storia, nel giro di poche quest, prende una piega piuttosto interessante e il giocatore è invitato in vari luoghi della mappa per svolgere il passaggio successivo della trama. Se questo aspetto può sembrare poco innovativo, è il resto che rende a dir poco spaesato il "giocatore tipo" di World of Warcraft, Rift, Il Signore degli Anelli Online o praticamente qualunque altro MMORPG. Bisogna ammettere che trovarsi in un mondo in cui nessun NPC ha un'icona sulla testa che rappresenta una nuova quest è a dir poco traumatico. Vi ritrovate lì e non sapete cosa fare o dove andare e a dire il vero Guild Wars 2 non svolge esattamente un ottimo lavoro nello spiegarvi in che guaio vi siete appena cacciati. La mappa però, presenta questi buffi cuoricini ai quali vale la pena avvicinarsi, ed è in quel momento che si scoprono i primi altarini. In Guild Wars 2, in effetti, non si guadagna esperienza tramite le tradizionali quest, bensì partecipando a degli eventi ciclici che ricordano quelli di Warhammer Online e Rift, solo in versione decisamente più raffinata. Avvicinandovi a una fattoria potreste scoprire che è assediata dai briganti: chiunque si trovi nell'area può contribuire a sconfiggere i nemici, non c'è bisogno di creare un gruppo o parlare con gli NPC per ricevere la missione. Respinto l'attacco, la quest si completa e il giocatore riceve punti esperienza, denaro e punti karma.
In sostanza, l'interazione con gli NPC è ridotta al minimo indispensabile e l'esplorazione diventa parte integrante del gioco e non un mero passaggio da un quest-hub all'altro. Gli eventi inoltre, si ramificano e sviluppano, influenzando l'area circostante e innescando altre quest. Nell'area iniziale degli umani abbiamo scoperto che l'acqua del pozzo era avvelenata; abbiamo quindi seguito i condotti fino a un impianto e raccolto gli elementi necessari a creare un antidoto, proteggendo poi l'alchimista indaffarato a realizzarlo. Alcuni minuti dopo aver depurato l'impianto idrico, abbiamo dovuto difenderlo dai briganti che volevano avvelenarlo nuovamente. Questa struttura ci ha piacevolmente colpito perché ha due grandi meriti, oltre a quello di premiare l'esplorazione di un mondo così incantevole, camuffando le canonici operazioni di raccolta e uccisione: in primo luogo, crea l'illusione di un ambiente vivo e dinamico; inoltre, il giocatore raramente si scopre a girarsi i pollici. Tra eventi dinamici, Skill Point Challenge di cui riparleremo a breve, assalti di avamposti, NPC da scortare e nemici speciali che appaiono a creare scompiglio, lo spaesamento di cui abbiamo parlato prima lascia ben presto il posto alla voglia di esplorare e scoprire quali sorprese nasconde la prossima porzione di mappa.
Aaa-zione!
Se è già scioccante trovarsi senza quest e punti esclamativi gialli in giro, non potete immaginare come sia drammatico scoprire che le vostre cinque abilità principali dipenderanno solo dalle armi impugnate: questa caratteristica è forse quella che suscita più curiosità nel nuovo abitante di Tyria, poiché si muore subito dalla voglia di provare le varie combinazioni e sbloccare tutte le abilità disponibili picchiando i nemici a destra e a manca. Il nostro Charr ingegnere, ad esempio, dispone di un set diverso di abilità a seconda che equipaggi pistola e scudo, due pistole o un fucile a due mani. Ancora più numerose le possibilità dell'elementalista, invece, le cui abilità si moltiplicano ogni volta per i quattro "attunement" elementali, garantendo ben venti magie per combinazione di armi. La prima skill è piuttosto basilare e ci permette di infliggere danni ripetutamente pigiando l'apposito tasto, ma le successive propongono svariati effetti collaterali a scapito di un tempo di ricarica via via più lungo e possono attivare condizioni secondarie offensive e difensive di cui bisogna tenere conto in virtù dell'impossibilità di usufruirne di continuo o a breve termine.
Sulla carta, questa caratteristica è ciò che probabilmente impreziosisce il sistema di combattimento di Guild Wars 2, ma in realtà i primi quindici livelli sono tutt'altro che esaltanti. La penuria di abilità disponibili congiunta alla bassa difficoltà introduttiva e alla quantità ridotta di punti vita dei nemici non richiede un utilizzo ragionato delle varie skill, riconducendo il gameplay a quello di un tipico "button mashing". Non ha granché senso conservare le abilità più strategiche quando beneficeremmo così poco delle loro capacità secondarie e perfino la schivata, un'azione che garantisce una temporanea immunità se eseguita con tempismo, risulta relativamente utile sopratutto se si combatte un nemico alla volta, rivelandosi più che altro comoda per uscire dai reticoli impressi dagli attacchi ad area in arrivo. In poche parole, ci si ritrova di fronte a un vero e proprio action game in cui si premono freneticamente i tasti senza badare troppo alla tattica. A completare il quadro ci sono anche i Trait passivi, disponibili dal livello 11 in poi, e una caterva di abilità secondarie che è possibile apprendere spendendo i punti Skill acquisiti tramite level-up o eventi/quest denominati Skill Point Challenge: queste abilità possono essere imparate in qualunque ordine e garantiscono al giocatore una notevole varietà di scelta, costituendo de facto il concetto di "build" tanto caro al franchise. Acquisire queste abilità è però un processo abbastanza lungo, sopratutto se si mira prima a quelle più costose, che possono richiedere svariate ore per essere sbloccate. La situazione migliora notevolmente man mano che si abbandona l'area di partenza: si incontrano nemici più coriacei che agiscono in gruppo, spesso accompagnati da guaritori che rendono lo scontro decisamente più arduo. A questo punto la tattica diventa un requisito fondamentale per la vittoria e la difficoltà in effetti subisce un'impennata un po' improvvisa, obbligando il giocatore a utilizzare le abilità con parsimonia, sfruttandone gli eventuali effetti di rallentamento, i moltiplicatori dei danni e le aree d'effetto.
Sembrerebbe in effetti una situazione non del tutto diversa da quella offerta in qualunque altro MMORPG, ma il combattimento in Guild Wars 2 ha un respiro decisamente diverso, sopratutto perché il giocatore è molto meno coriaceo di quanto sembri e non è possibile restare fermi a incassare stoicamente i colpi del nemico, mentre se ne centellina l'energia vitale. Basta una capatina nella modalità PvP a "battleground", per rendersene conto, visto che il nostro personaggio si ritrova improvvisamente al massimo livello con tutte le abilità sbloccate e l'equipaggiamento più adatto. Gli MMORPG PvP più moderni ci hanno insegnato come un'abilità usata al momento giusto può fare la differenza tra la vita e la morte, ma nella serie Guild Wars questo concetto viene ulteriormente esasperato, sopratutto in virtù del setup personalizzabile di abilità che rende ogni giocatore potenzialmente diverso dagli altri. Per i giocatori meno avvezzi, l'impatto con il PvP di Guild Wars 2 è davvero drammatico e i combattimenti danno l'impressione di un totale caos in cui la cosa più ovvia da fare è schivare gli attacchi più visibili dei nemici, magari rotolando fuori dal reticolo di una AoE incombente. In questo senso, l'assenza di un chiaro segnale visivo o sonoro che indica le azioni degli avversari è un problema di una certa importanza: mentre gli altri giochi offrono elementi della User Interface che perfino suggeriscono le abilità usate dall'avversario con tanto di tempo di lancio o ricarica, in Guild Wars 2 bisogna fare affidamento all'esperienza e alla conoscenza delle professioni e delle armi. Non vi mentiremo: i primi minuti di PvP sono a dir poco frustranti e dopo un paio d'ore ci si rende conto di aver appena grattato la superficie. In questo senso, è sicuramente più opportuno "crescere" in PvP tramite il cosiddetto WvWvW piuttosto che buttarcisi a capofitto senza le idee chiare. La complessità e il design dei campi di battaglia, unite all'enorme varietà di abilità, build e professioni, rendono già l'idea di un PvP che saprà dare enormi soddisfazioni a chi sarà abbastanza tenace da impegnarcisi a fondo: si tratta del marchio di fabbrica di ArenaNet e non possiamo che essere fiduciosi.
Alla fine del weekend
Dopo aver giocato intensamente la beta nei tre giorni a nostra disposizione ed aver appena scalfito la superficie del mondo di gioco (ci dava il 3% di completamento), ci sentiamo di dire che Guild Wars 2 sembra meritarsi a pieno titolo il rigoroso hype che l'accompagna e non possiamo che essere soddisfatti dal livello di completezza e profondità che dimostra anche questa versione preliminare del client, scevra di particolari bug o significative problematiche di tipo tecnico.
Di una cosa abbiamo avuto la conferma però, ed è che i famigerati slogan dei fanboy più accaniti che hanno previsto l'annientamento della concorrenza non sono altro che fanfaronate prive di fondamento. Secondo il nostro modesto parere, Guild Wars 2 avrà un notevole impatto sul mercato degli MMORPG, ma diventerà una valida alternativa al concetto più tradizionale di "theme park" senza soppiantarlo in senso assoluto. Per i più accaniti tradizionalisti la differenza di gameplay sarà un baratro difficile da superare, se non altro Guild Wars 2 darà filo da torcere ai principali cloni di World of Warcraft che vivono della mancanza di alternative al gioco Blizzard. L'idea è che un giocatore in cerca di qualcosa di diverso, la troverà giocoforza in Guild Wars 2 piuttosto che nell'ennesimo clone, per quanto possa essere ben realizzato. Quali saranno le conseguenze a lungo termine di questa nuova offerta è difficile dirlo e dipenderanno tutte dal successo del gioco ArenaNet. È ovvio ipotizzare lo sviluppo di nuove IP basate su meccaniche idealmente simili, ma è altrettanto ovvio che l'utenza degli MMORPG tradizionali sopravviverà insieme ai loro mondi virtuali preferiti. Non c'è nessuna apocalisse in arrivo insomma, ma soltanto un ottimo MMORPG gratuito che semmai offrirà nuovi spunti di discussione negli anni a venire.
CERTEZZE
- La beta mostra uno sviluppo decisamente avanzato del gioco
- Il PvE sembra curato quanto la modalità PvP, se non di più
- Molto buona la varietà di abilità e talenti a disposizione delle varie classi
DUBBI
- I combattimenti PvP appaiono spesso molto confusionari
- Sarebbe necessario un miglior tutorial, sopratutto all'inizio
- Gli eventi ciclici rischiano di diventare ripetitivi