Il sogno di Valve di portare il gioco su PC in salotto, possibilmente assieme ad una corposa ma ancora non annunciata varietà di contenuti multimediali, continua a prendere forma. Le Steam Machine sono oramai una realtà consolidata, nonostante non abbiano ancora raggiunto i negozi, e SteamOS procede a lenti passi il suo processo di sviluppo. Se restiamo tuttora perplessi sul reale potenziale del nuovo sistema operativo basato su Linux, incapace ad oggi di dimostrare quali reali benefici introduca nel panorama del gaming, è indubbio che sul fronte hardware la casa di Seattle stia lavorando sodo per dare al mondo una visione differente e innovativa dell'idea che ci siamo fatti in decenni di videogioco davanti al televisore. E lo Steam Controller è una parte fondamentale di questo processo. Sullo show floor della GDC 2014 abbiamo provato l'ultima, rivista versione del più inusuale e innovativo pad attualmente in circolazione.
Siamo riusciti a provare la nuova versione del controller di Valve: ecco le nostre impressioni d'uso
Un controller di peso
Un paio di mesi or sono ci è stato dato modo di mettere le mani sulla prima versione dello Steam Controller uscita dagli uffici di Valve, e i feedback non erano stati eccezionali: troppo leggero, "plasticoso" al tatto e poco ergonomico, un oggetto che trasudava la sua natura di prototipo e rendeva difficile intuirne il vero potenziale.
Quella costruita per la GDC 2014 è ancora una volta una versione provvisoria del dispositivo, ma già dal primo contatto si nota che molte cose sono cambiate: il peso intanto, è cresciuto considerevolmente e ora non si ha più l'impressione che il pad ci si stia per spezzare tra le mani; la qualità stessa della plastica è migliorata, risultando più confortevole al tatto e gradevole da vedere, anche se qui siamo ancora ad anni luce di distanza dai corrispettivi per PlayStation 4 e Xbox One; il layout dei pulsanti, infine, è stato quasi interamente rivisto con un paio di cambiamenti radicali. Basta osservare per pochi istanti le immagini dei due modelli per rendersi conto di quanto sia stato fatto per avvicinare la disposizione dei pulsanti a quella che oramai decine di milioni di giocatori danno per assodata. Gli otto tasti sono disposti appena sotto i due pad circolari, una posizione più semplice da raggiungere anche se le dimensioni generose dello Steam Controller non rendono il loro uso immediato come avremmo voluto. La parte dorsale, con i quattro trigger, e quella posteriore, ancora dotata delle due alette, hanno subito modifiche minori e restano di discreta fattura, ma si sente la mancanza di un paio di grilletti concavi che aiutino ad avere una presa più salda. Infine la coppia di superfici analogiche frontali, i due "cerchi" che di default emulano la combinazione di tasti WASD e il mouse, sono state staccate dal corpo principale del pad e montate su un piccolo perno.
Ne risulta che si muovono leggermente nella direzione indicata dal pollice, una scelta che per ora troviamo poco azzeccata visto che non aiuta molto a prendere dimestichezza con questa soluzione. Serve infatti un po' di allenamento per utilizzare bene le due superfici e questo fatto mette in mostra come la qualità costruttiva non sia ancora quella che gli utenti oggi si aspettano da questo genere di prodotti.
Se estetica e montaggio hanno subito parecchie modifiche, l'esperienza di gioco risultante è pressoché immutata: abbiamo provato un paio di titoli in questa occasione, Burnout Paradise e Stryder, e dopo qualche minuto di pratica si riescono ad ottenere prestazioni più che decenti. É meno chiaro piuttosto quanto sia marcato il vantaggio di questa soluzione rispetto a quella offerta da un normale controller. Per giochi del genere, già ottimizzati con in testa i sistemi di input delle console, probabilmente i benefici sono limitati. Il grosso del fascino dello Steam Controller resta, per noi, la sua natura ibrida che mescola le sembianze di un pad con la capacità di emulare mouse e tastiera, soprattutto perché questa libertà di personalizzare l'esperienza di gioco verrà potenziata dagli strumenti per condividere le proprie impostazioni con il resto della community. Passi in avanti e dubbi che persistono insomma, in attesa di capire quale sarà la forma definitiva di questo ambizioso, anche se ad oggi incompiuto, esperimento.