Nel centro storico di Budapest, al terzo piano di un edificio recentissimo, si trova una realtà unica nel panorama videoludico ungherese: Neocore Games è nata come un'impresa tra amici, compagni del liceo e poi colleghi di lavoro, che negli anni sono riusciti a raccogliere una quarantina di talenti magiari e dare vita al team di sviluppo più prolifico e di maggior successo dell'intero Paese.
Non ci sono altri termini di paragone entro i confini nazionali e manca una comunità di sviluppo attiva, al di fuori di piccoli esponenti presenti sul mercato mobile, con cui confrontarsi, però varcata la soglia degli uffici gli ambienti open space e il clima rilassato potrebbero essere associati a qualsiasi tech company statunitense. Segno che le esperienze accumulate negli anni sono servite a creare una cultura lavorativa moderna e livellata sui migliori standard dell'industria. La collaborazione con Paradox, che ha pubblicato i primi due King Arthur, e il successo di Van Helsing lo scorso anno sono stati sicuramente passaggi fondamentali in questa rapida e solida crescita, un percorso che tra un mese e mezzo si concretizzerà con l'uscita del secondo capitolo della serie dedicata al discendente del cacciatore di mostri: una prova del fuoco importante che abbiamo avuto modo di provare in anteprima nel corso di un evento dedicato.
Ecco quanto abbiamo visto e giocato di Van Helsing II durante la nostra trasferta a Budapest
Ritorno a Borgovia
Più che un seguito, Van Helsing II deve essere inteso come la seconda parte di una trilogia costruita per essere giocata dall'inizio alla fine. Lo si intuisce appena raggiunto il menu iniziale, dove assieme alle opzioni per incominciare una nuova partita viene offerta la strada della modalità Veterano, che ci fa partire dal precedente level cap di 30, e addirittura quella di importare il proprio personaggio per non perdere i progressi fatti con l'originale.
La scelta delle classi spazia dal Gunslinger, un combattente abile dalla distanza che emula le caratteristiche normalmente associate a Van Helsing, allo SpellKeeper capace di padroneggiare le arti magiche, fino al Contraptionist che si avvale di tutti gli strumenti d'offesa che lo scenario a cavallo tra fantasy e steampunk rende possibili. Mine, torrette e potenti lanciafiamme inclusi. In totale ci sono sei tipologie di combattente già preconfezionate, ma esiste un editor per andare ancora più a fondo personalizzare al massimo la propria scelta, quindi chi si sentisse costretto da questa suddivisione rigorosa dei ruoli potrà tentare una via inedita. Rispetto ad altri esponenti moderni del genere, come Diablo III, Van Helsing II intraprende inoltre una strada tradizionalista che prevede ad ogni passaggio di livello la necessità di spendere punti per potenziare le quattro statistiche vitali di base e sbloccare nuove abilità scegliendo tra quelle elencate negli appositi alberi a disposizione di ciascuna classe. Il gameplay è una solida riproposizione delle migliori meccaniche che gli appassionati già conoscono a menadito: missioni e mappe sono costruite per dare al giocatore una scusa per eliminare le orde di nemici che ad ogni livello lo aggrediscono, prima di passare alla raccolta degli oggetti lasciati a terra e al miglioramento del personaggio.
Come sempre ci sono livelli di rarità differenti e la generazione casuale del bottino è uno stimolo a continuare a giocare, magari ricominciando da capo l'avventura più di una volta, mentre l'uso delle così dette Essenze, da mescolare tra loro e montare su armi e armature, serve per innestare nuovi poteri o migliorare le statistiche dell'equipaggiamento già in nostro possesso. Se a prima vista c'è molto di già visto in Van Helsing II, in realtà la serie ha alcuni spunti personali che le permettono di distinguersi anche sotto il profilo dell'esperienza di gioco. Accanto alle skill primarie, attivabili attraverso i due tasti del mouse e la tastiera, ci sono ad esempio tre abilità passive che vanno caricate spendendo punti mana per aumentare i valori vitali e combattivi dell'eroe. Si crea quindi la necessità di bilanciare a dovere il loro utilizzo, magari modificandone l'incidenza a seconda della situazione. Nel seguito viene inoltre introdotto un mini gioco gestionale che ci mette a disposizione tre comandanti da spedire in missioni a tempo, scegliendo di volta in volta con quanti rinforzi mandarli e nella speranza che tornino con qualcosa di prezioso e magari un po' di denaro. Qualcosa che ci ha ricordato i vecchi browser game alla Ogame, per intenderci, ma che tutto sommato è un ulteriore sbocco interessante per un'esperienza altrimenti davvero classica.
La marcia in più
Van Helsing II si lascia insomma giocare come tanti suoi predecessori prima di lui, godendo di una struttura ludica solida ma in qualche modo già vista e digerita. Un titolo che sarebbe potuto uscire anche cinque o dieci anni fa, per intenderci.
Questo non è comunque un difetto di per sé, tanto più che per distinguersi la fatica di Neocore Games si avvarrà per la seconda volta dell'ottimo lavoro del narrative designer Viktor Juhasz: la storia racconta della strenue difesa di Borgovia, presa d'assalto da forze temibili ed oscure, e riserva un gran numero di dialoghi spassosi conditi da decine di riferimenti che ogni buon geek non può farsi scappare. Un esempio in tal senso sono gli arguti, spesso fulminanti scambi di battute tra il personaggio del giocatore e Lady Katrina, presenza spiritica che ci segue e combatte al nostro fianco per tutto il corso dell'avventura. In termini di level design, in circa un'ora e mezza di hands-on abbiamo attraversato città steampunk e calpestato il manto nevoso di alte montagne, per finire la nostra prova nelle profondità di misteriose miniere, un assaggio di quella che ci auguriamo essere una notevole varietà paesaggistica. C'è da dire che la qualità dei modelli poligonali e delle superfici non è sempre omogenea, quindi alcune ambientazioni risultano avere un aspetto migliore di altre. Confidiamo che il tempo extra garantito dal rinvio al 22 maggio venga utilizzato per rilavorare le aree meno riuscite. In generale mancano alcune rifiniture che evidenziano dei limiti produttivi, soprattutto in termini di animazioni e sensazione di impatto dei colpi, ma non bisogna scordarsi che il gioco verrà venduto ad un prezzo di 15 dollari e che se le statistiche rilasciate dal team si rivelassero corrette, ci sarebbe comunque molta più carne al fuoco che in passato.
Un altro elemento che potrebbe rivelarsi critico è legato al bilanciamento delle classi: queste sono sì varie e personalizzabili al massimo, però abbiamo notato una notevole discrepanza tra come alcune reagiscono alle sfide proposte rispetto alle altre; differenze che si ripercuotono anche sulla difficoltà e il tempo di percorrenza dei capitoli. In particolare, una magia dello SpellKeeper che ferisce gli avversari colpendoli con un piccolo vortice d'energia controllabile attraverso il cursore del mouse ci ha permesso di attraversare parecchi ambienti senza quasi mai venir colpiti. Dobbiamo invece ancora provare la modalità multiplayer, che metterà fino a otto giocatori uno contro l'altro oppure farà completare a quattro la campagna in modalità cooperativa. Abbiamo in definitiva avuto l'impressione di essere al cospetto di un titolo che piacerà a tutti coloro hanno apprezzato il primo capitolo - e non sono pochi - quei fan a cui Neocore Games ha riservato anche diverse novità ed una quantità contenutistica notevolmente aumentata. Tutti gli altri dovrebbero tenerlo d'occhio, anche solo per l'atmosfera peculiare e i personaggi riusciti, sperando che questo periodo rimasto prima dell'uscita venga utilizzato al meglio per rifinire e smussare i problemi ancora irrisolti.
CERTEZZE
- Più grosso e ricco di contenuti
- Storia e personaggi ben scritti
- Molto classico...
DUBBI
- ...forse anche un po' troppo
- Aspetti ludici e tecnici possono ancora migliorare