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Domani è un altro giorno

Archiviata la serie PixelJunk, il nuovo progetto di Q-Games si pone come un curioso sandbox distopico, abbiamo provato la Alpha

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   25/11/2014

Quando è stato presentato per la prima volta, durante la GamesCom di quest'anno, The Tomorrow Children ha suscitato grande curiosità. Stiamo infatti parlando di un progetto del tutto inedito per Q-Games, il team conosciuto finora per avere realizzato gli episodi della serie PixelJunk, ovvero prodotti molto lontani dalle atmosfere di questo sandbox distopico in arrivo, in esclusiva, su PlayStation 4.

Domani è un altro giorno

Il gioco è ambientato in una società del futuro di derivazione sovietica e totalitaria, in cui le persone praticamente non esistono più se non sotto forma di coscienze eteree, sparse all'interno di un ampio vuoto. La piccola protagonista dell'avventura riceve un corpo tangibile, come spiegato nel breve prologo, perché possa contribuire fattivamente allo sviluppo di una città che ha bisogno di risorse e di infrastrutture, e che di tanto in tanto viene attaccata da mostri grossi e cattivi. Il suo compito è dunque quello di dividersi fra varie postazioni, estrarre minerali e guadagnare man mano l'esperienza che le consentirà di accedere a nuove funzionalità, in un mondo apparentemente condiviso e nell'ottica di una struttura in cui l'unico limite sembra essere quello della fantasia. Abbiamo avuto modo di provare per qualche ora l'alpha di The Tomorrow Children, quindi eccoci qui a raccontarvi le nostre impressioni.

Cittadino, muovi il culo

Il primo impatto con The Tomorrow Children non è dei migliori, in quanto l'alpha soffre di frequenti blocchi durante il caricamento iniziale, caricamento peraltro piuttosto lungo. Prima di cominciare ci viene chiesto di selezionare una classe fra le cinque attualmente disponibili (Citizen, Miner, Engineer Commander, Radio Officer o Combatant), ognuna dotata di valori differenti per quanto concerne velocità lavorativa, salute, attacco, reputazione, agilità e capacità di trasporto.

Domani è un altro giorno

Si tratta di una scelta che andrà a condizionare la nostra esperienza di gioco e le operazioni che il personaggio sarà più o meno bravo nel compiere, ma che non modifica la natura della progressione iniziale e l'incidenza degli avvenimenti; cosa che abbiamo imparato a nostre spese, cancellando il salvataggio (è disponibile un unico slot) per tentare un cambio di classe che non si è poi rivelato una mossa felice. La classe Citizen è quella più bilanciata, in quanto offre abilità nella media in tutti gli ambiti, dal recupero delle risorse al trasporto, passando per i salti e il combattimento. Tutte le altre classi sono invece specializzate, chi nel crafting (Engineer Commander) e chi nell'estrazione di minerali (Miner), chi nelle comunicazioni (Radio Officer) e chi nella difesa della città dall'attacco dei mostri (Combatant). Nessuna di queste funzioni ci viene dunque preclusa, ma a seconda della situazione (o del gruppo di persone con cui desideriamo giocare, feature che nell'alpha appare ancora nebulosa) potremo scegliere di essere più efficaci in un contesto piuttosto che in un altro. L'importante, come ci ricorderanno spesso i supervisori presenti nello scenario, è non rimanere mai con le mani in mano.

Tutti in fila

Le indicazioni sono poche e i tutorial del tutto assenti, dunque ciò che si impara nell'alpha di The Tomorrow Children è a spese proprie, fra prove ed errori.

Domani è un altro giorno

Capirete ben presto come accedere all'inventario e selezionare gli strumenti disponibili, e allo stesso modo che il vostro personaggio non può sopravvivere a lungo al buio né tanto meno raggiungere a piedi le isole in cui vengono effettuate le estrazioni, a causa di una barriera "acquatica" che circonda la parte centrale della città (ma che non viene al momento evidenziata in alcun modo dalla grafica) e in cui inevitabilmente si finisce per affogare. Ogni respawn costa preziosi punti esperienza, quelli che si guadagnano spaccandosi la schiena, dunque è il caso di fare attenzione. Ci sono qui e là dei monitor che indicano la natura delle varie attività, suggerendoci qualcosa che possiamo fare e mantenendo sempre uno stile vicino alla particolare società sovietica distopica creata per l'occasione da Q-Games. Scopriremo dunque come poterci recare sugli isolotti, piccone alla mano, per raccogliere minerali (dovremo prendere l'autobus per raggiungere la zona, aspettandolo alla fermata...), oppure come generare corrente elettrica utile per la città correndo su di un grosso tapis roulant, o ancora come accedere a un banco da lavoro per impiegare i crediti disponibili nella realizzazione di svariati oggetti, la cui produzione dipende però dalla risoluzione di un puzzle a caselle. Guadagnata una certa quantità di "denaro" e reputazione, il nostro livello di esperienza salirà e potremo accedere a ulteriori funzioni, come da tradizione per i prodotti di questo tipo.

Abbiamo provato la alpha di The Tomorrow Children, che si pone come un curioso sandbox distopico

Impressioni preliminari

La prima cosa che salta all'occhio di The Tomorrow Children è chiaramente lo stile grafico, che vede i personaggi realizzati come burattini di legno intagliato e un'abbondanza di riferimenti, come già detto, all'ambientazione distopica. Al di là della risoluzione e del frame rate, che si mantiene stabile e fluido, non si tratta tuttavia di un gioco in cui PlayStation 4 mostra i muscoli, anzi si distingue per una generale sensazione di vuoto che va di pari passo con il background narrativo.

Domani è un altro giorno

Le superfici sono riflettenti e danno una sensazione metallica, le fasi del giorno colorano di sfumature differenti ciò che ci circonda ma, in generale, non c'è davvero nulla che possa lasciarvi a bocca aperta. Per quanto riguarda invece il gameplay, la sensazione è di trovarsi di fronte a una di quelle produzioni controverse, di cui ci si può innamorare alla follia o che si odiano fin dal primo momento, a seconda della propria sensibilità e dei propri gusti. Nell'alpha mancano missioni specifiche e dunque si viene un po' abbandonati in questo sandbox a cercare di capire cosa fare e come farlo, rincorrendo una progressione che consenta di potersi cimentare con altre attività ancora. Durante i nostri test non si è verificata l'invasione di mostri e non abbiamo quindi potuto testare le meccaniche di combattimento, che spesso si basano sulle torrette che si trovano ai margini dello scenario. Abbiamo quindi passato il tempo a dividerci fa un'attesa e l'altra: la fila per accedere a un particolare dispositivo (gli altri giocatori, come detto, condividono il medesimo mondo seppure in una curiosa modalità asincrona), la fermata dell'autobus, i tempi per distruggere i blocchi ed estrarre minerali, e così via. Stiamo tuttavia parlando di una versione preliminare del gioco, è dunque chiaro che gli sviluppatori l'hanno approntata semplicemente per controllare il corretto svolgimento di attività che saranno poi presenti nel prodotto finito, si spera nell'ottica di una struttura meno nebulosa e più movimentata. Le potenzialità ci sono tutte, ma viene francamente il dubbio che The Tomorrow Children possa attrarre un'utenza diversa da quella particolarmente affezionata al genere crafting.

CERTEZZE

  • Stile e ambientazione interessanti
  • Le potenzialità in ambito crafting ci sono tutte...

DUBBI

  • ...ma per il momento i tempi morti sono un po' troppi
  • Minigame francamente noiosi