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Strategia all’osso

Il quarto gioco di The Behemoth tenta una strada interessante ma rischiosa

PROVATO di Umberto Moioli   —   04/03/2015

I ragazzi di The Behemoth non hanno paura di rischiare. A partire dall'enorme successo di Castle Crashers hanno scelto di fare dello stile visivo fumettoso e della comicità che permea tutti i lavori del team americano la propria cifra stilistica, sviluppando però esperienze anche molto diverse tra loro. Il nuovo progetto, al momento conosciuto unicamente come Game 4, è un esempio plastico di questa filosofia sbarazzina: abbandonata qualsiasi velleità da platform d'azione, il gioco abbraccia una formula ludica vicina ai giochi di ruolo strategici a turni - alla Heroes of Might and Magic, tanto per capirci - che su console ha da sempre pochissimo riscontro e che non è affatto semplice da rendere digeribile al grande pubblico. Durante un evento dedicato alla line up di titoli indipendenti in uscita su Xbox One - ma arriverà anche su PC - ci è stato dato modo di provarlo in anteprima e di farci una serie di prime impressioni preliminari.

Game 4 tenta di semplificare un genere complesso come quello dei giochi di ruolo strategici a turni

Furia divina

Game 4 inizia con la morte del giovanissimo figlio del protagonista, ucciso dalla furia di una divinità intenzionata a tormentare la razza umana. Horatio, personaggio principale e alter ego del giocatore, intraprenderà così il suo personale viaggio in cerca di vendetta, attraversando un mondo di gioco a metà strada tra il fumetto, come gli altri titoli di The Behemoth, e una serie di riferimenti alla cultura greco-romana. A fare da sottofondo a ogni scena d'intermezzo e dialogo c'è sempre l'umorismo irriverente e sopra le righe che ha reso popolare lo sviluppatore.

Strategia all’osso
Strategia all’osso

Lo stile grafico bidimensionale, violento così come abbiamo imparato a conoscerlo da Alien Hominid in poi, crea continuamente un contrasto con i colori accesi e i personaggi super deformed che popolano gli scenari. In termini strettamente ludici, Game 4 si divide in due fasi distinte: la prima è la navigazione attraverso la grande mappa su cui spostarsi in tempo reale, la seconda sono combattimenti a turni. Se la mappa è al momento piuttosto vuota e non presenta grandi spunti ludici, come invece il genere di riferimento solitamente impone, i combattimenti sono stati studiati con un approccio interessante. Come nei classici si spostano le unità verso il nemico nel proprio turno e si aspettano quelle nemiche in quello avversario, ma questa volta i combattimenti sono automatici e non bisogna selezionare alcuna abilità attiva. Il giocatore deve unicamente preoccuparsi di posizionare le sue pedine nel punto migliore possibile ed equipaggiarle con gli strumenti a sua disposizione. Il posizionamento strategico è fondamentale quando ad esempio si dispone di un'unità dotata di scudo che si desidera mettere a protezione di una più fragile ma capace di maggior danno. La fase di scelta dell'equipaggiamento passa invece per la selezione di quali armi mettere in ciascuna delle due mani dei soldati - nella demo avevano a disposizione solo gli umani anche se nel gioco finale ci saranno altre razze controllabili - e quali oggetti utilizzare per comporre l'armatura. Inutile dire che ogni selezione ha le proprie statistiche e in alcuni casi le sue abilità passive speciali. Un sistema a livelli permette anche di far crescere le truppe, vedendole migliorare e diventare più forti scontro dopo scontro. In maniera simile ai vari King's Bounty e soci, è presente una città al cui interno fare acquisti ma in questo caso anche partecipare ad un'arena dove allenarsi e ottenere un po' di ricompense utili a rimpolpare la proprie compagine di combattenti.

Abbiamo apprezzato molto il coraggio di The Behemoth nel creare qualcosa di profondamente diverso dal solito, la volontà di semplificare uno stile di gioco solitamente riservato ad una cerchia ristretta di appassionati.

Strategia all’osso

D'altra parte ci chiediamo se questo lavoro per sottrazione non possa finire per rendere troppo esile la profondità dell'esperienza nel suo complesso. Dopo alcune battaglie abbiamo in effetti sentito la necessità di avere accesso ad opzioni extra, ma bisogna anche dire che potrebbero bastare alcuni accorgimenti per rendere tutto più interessante. Tra l'altro l'intera campagna potrà essere affrontata da soli oppure in compagnia di un amico, in cooperativa, opzione che da sempre valorizza al massimo i titoli di The Behemoth. Non abbiamo invece informazioni relative all'eventuale presenza di partite competitive, che pure vista la natura del gameplay sarebbero piuttosto semplici di implementare, quantomeno sotto forma di un gradito extra. Per ora Game 4 è una bella idea, ha uno stile unico e caratteristico e porta con sé la promessa di distinguersi dalle solite idee riciclate ancora e ancora. Considerate, tra l'altro, che il gioco non dispone al momento di una data d'uscita e che quindi potrebbe benissimo mancare l'appuntamento con il 2015. Al PAX East di fine settimana sarà presente un'altra versione del gioco con tanto di cabinato dedicato, quindi potremmo già tornare ad aggiornare questa prima impressione nel corso dei prossimi giorni.

CERTEZZE

  • Un genere complesso rivisto in una chiave semplificata
  • Stile come al solito molto interessante
  • Giocabile da soli oppure in coop a due

DUBBI

  • Profondità da verificare
  • Per il momento la mappa è povera di contenuti