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Cinque brand storici per rilanciare Capcom

Cosa servirebbe alla casa di Osaka per rilanciarsi alla grande

SPECIALE di Simone Marcocchi   —   18/03/2015

Nonostante negli ultimi anni Capcom abbia dimostrato di non voler rischiare troppo, salvo il piacevole ritorno di Devil May Cry in un formula rinnovata, ci sembra giusto celebrare alcuni dei brand che hanno fatto grande il nome della software house giapponese, in un passato non così remoto, e che potrebbero aiutarla a rilanciarsi. Resident Evil, Street Fighter e quella macchina da soldi di Monster Hunter non possono essere le uniche cartucce da sparare a ripetizione. Ci sono stati tanti eroi che hanno fatto grande il nome della casa di Osaka, noi ne abbiamo scelti alcuni che faremmo carte false per tornare a giocare almeno un'altra volta...

Cinque brand per rilanciare in grande stile Capcom e farla tornare grande!

Onimusha

La saga nasce e muore sulla seconda generazione di Playstation, salvo alcune conversioni, riuscendo a strappare ottimi consensi da parte della critica e un buon numero di vendite. Ben quattro sono stati i titoli usciti sotto questa bandiera, tutti nati dall'idea di realizzare una sorta di Resident Evil in epoca sengoku, ovvero tra la fine del 1400 e l'inizio del 1600, ma riuscendo a conquistare una propria identità. Ci sono le spade, le combo, i mostri della cultura orientale e gli zombie con il cappello Sugegasa, si può chiedere di più? Dawn of Dreams, l'ultimo capitolo, era riuscito anche nel difficile compito di dimostrare un nuovo step evolutivo nella formula... un vero peccato che ad oggi non se ne parli più.

Mega Man

Nonostante il figlio spirituale, nato sempre dall'estro di Keiji Inafune, si chiami "Mighty no. 9", il brand merita sicuramente maggiore rispetto da parte di Capcom. L'action platform 2D fu un vero successo del passato videoludico, soprattutto negli anni '90, ma è fuori da qualsiasi discussione che ancora oggi sia molto conosciuto ed apprezzato. Un concentrato di impegno, situazioni in grado di mettere alla prova il giocatore, boss e nemici azzeccati, fanno di questo personaggio un'icona che deve ritornare in grande spolvero, magari rinnovato nell'aspetto, mantenendo tutto il carattere originale che ha fatto crescere più di una generazione.

Viewtiful Joe

Si fa sentire ormai da anni l'assenza dell'"eroe per caso" che potrebbe essere ognuno di noi (a parte forse per la dimensione sproporzionata della testa). Ironia, botte da orbi e tutta la controcultura del cinema che appare in una dissacrante esplosione di colori e azione. Basta solo il nome e pochi anni sulla schiena per avere un tuffo al cuore pensando a quello che pare diventerà molto presto un nuovo amiibo, ma che noi vorremmo con tutti noi stessi in un ritorno in grande stile sulle nostre piattaforme preferite. Fu una delle migliori interpretazioni della tecnica in cell shading, un vero e proprio fumetto in azione che ricordiamo con enorme piacere.

Okami

Il lupo bianco più famoso, o meglio famosa, del panorama videoludico. Il gioco ci mette nei panni della dea del sole, chiedendoci di muoverci in un mondo dai fortissimi richiami all'arte e cultura giapponese medioevale. Capcom ha sempre gestito il brand in punta di forchetta, senza osare mai troppo l'ira della divinità. E' certo però che questo è un titolo che merita di vivere con dignità almeno una volta per generazione di console, a patto di riuscire a ricreare l'atmosfera giusta e le fondamenta ideali per spingere i giocatori a "spennellare" il proprio schermo ed affrontare i molteplici pericoli che ci si parano dinnanzi.

Dino Crisis

Viene ricordata come una sorta di trilogia schizofrenica: ad ogni uscita infatti segna un netto cambio di rotta. Il primo capitolo, apparso su PlayStation è palesemente Resident Evil 2 con i dinosauri (stesso motore, suoni e idea generale); Dino Crisis 2 si lasciò alle spalle l'approccio più riflessivo per abbandonarsi al fuoco dissennato, riuscendo a dimostrarsi terribilmente divertente e sopra le righe; la terza uscita avrebbe dovuto essere una delle leve per acquistare la prima console Microsoft, ma fu una terribile doccia fredda per tutti. Dinosauri, spazio e mancanza di idee non sono un buon modo per mettere assieme un videogioco. Con i potenti mezzi di oggi e con un direttore a capo del progetto conscio di quello che sta facendo, sarebbe proprio il momento di veder tornare questo nome sulla confezione di un titolo. La stessa deriva action dei Resident Evil moderni avrebbe potuto essere convertita già da tempo su questo brand, che aveva dimostrato di riuscire a cavarsela alla grande lasciandosi alle spalle enigmi e riflessioni.