I dinosauri sono un po' come il bacon, quando li aggiungi alla farcitura tutto diventa subito più appetitoso. A parte il gelato e poche altre piccole eccezioni, questa è una massima che funziona sempre, anche per i titoli survival che tanto vanno di moda su Steam negli ultimi anni.
Ark: Survival Evolved è un titolo sulla falsariga di H1Z1, DayZ e Don't Starve che senza troppe cerimonie ci fa svegliare su un'isola tropicale piena di dinosauri e altri animali più o meno pacifici con un obiettivo molto semplice, non trasformarci nel loro cibo. Il primo impatto con Ark è tra il meravigliato e il brutale. Da una parte il gioco è graficamente in grado di stupire con ambientazioni lussureggianti, scorci favolosi e un mondo subacqueo ricco di vita; dall'altra ci sono più glitch che denti nella bocca di un tirannosauro, è così poco ottimizzato che per goderlo appieno bisogna togliere molti degli effetti grafici e bisogna fare ancora un discreto lavoro sulla progressione del personaggio. Al momento, inoltre, Ark è vittima di un discreto lag, quindi non solo non potremo goderci i suoi favolosi panorami perché limitati da texture in bassa risoluzione, ma ci capiterà anche di vedere i dinosauri scomparire nel nulla misteriosamente, per poi rispuntare per magia qualche metro più avanti. Ovviamente ci aspettavamo una situazione del genere, il gioco infatti è ancora in fase di early access e dovrebbe vedere la luce tra almeno un anno; ci sono quindi ampi margini per operare tutti i miglioramenti di cui ha senza dubbio bisogno.
Ark: Survival Evolved è la risposta alla domanda: "Sopravvivereste in mezzo ai dinosauri?"
Un milione di anni fa, o forse due
I primi minuti di Ark sono caratterizzati dalla creazione del personaggio. Potremo scegliere tra un tizio muscoloso pelato, vagamente minaccioso e una donna dotata di immancabile bikini preistorico. Il menu della personalizzazione è abbastanza scarno per quanto riguarda capigliatura e tratti somatici, mentre è incredibilmente dettagliato per tutte le altre parti del corpo. Questo rende Ark un gioco popolato da strani abomini dal collo taurino e le braccia cortissime o dalla vita strettissima e dal petto gonfio come un tacchino, per non parlare di quelli con una testa grande come il busto e così via. Una volta assemblato il nostro alter ego arriva finalmente il momento di svegliarsi sull'isola e fare del nostro meglio per sopravvivere.
All'interno di Ark infatti potremo di morire di sete, di fame (nostra o di un dinosauro), per colpa del veleno o perché un altro giocatore è invidioso delle nostre risorse o ha semplicemente voglia di attaccarci. Per evitare di essere disturbati potremo sempre optare per un server PVE, anche se così ci toglieremo quel sottile brivido dato dall'incrociare altri giocatori e collaborare come una squadra per evitare che gli altri ci facciano la pelle. Volendo è inoltre possibile formare alleanze tra giocatori per condividere risorse e progetti. Il crafting è abbastanza rudimentale. Nei primi minuti di gioco è importantissimo creare strumenti per raccogliere legna, pietre, fibre e paglia, elementi fondamentali per cacciare, creare un giaciglio e scaldarsi. Per farlo dovremo prendere a pugni gli alberi e raccogliere pietre, potremo così costruire un piccone che renderà il lavoro più efficiente (e meno doloroso). Per calmare i primi morsi della fame potremo cibarci con le bacche dai cespugli, stando attenti a mangiare solo quelle giuste, evitando quelle che portano sonno o sete. C'è poi un'altra cosa che rende Ark un titolo piuttosto buffo e ai limiti del ridicolo: la cacca. Periodicamente il nostro alter ego farà una delle attività più naturali del mondo ed espellerà le proprie feci che potranno essere raccolte e usate per fertilizzare la piantagione. Tutto molto naturale insomma, ma quando si ha la sfortuna di fare la cacca proprio di fronte a un tirannosauro che ti sta correndo incontro, è impossibile non ridere! Esiste perfino un apposito tasto che permette di farla a comando (ovviamente non sempre) a cui ricorrere per evitare di sprecare il prezioso fertilizzante in giro per l'isola. Tutte le semplici attività iniziali ci permetteranno di accumulare punti esperienza e aumentare via via i nostri livelli. Ad ogni livello potremo mettere un punto tra le nostre caratteristiche come resistenza, fame, sete, danno corpo a corpo, salute e sbloccare alcuni "engrammi" che altro non sono che i progetti di ciò che possiamo costruire. Questi engrammi vanno da una semplice accetta in pietra ai fucili automatici (sì, basta avere il metallo) passando per le case in legno e le selle per cavalcare i dinosauri.
Un dinosauro per amico
Sì avete letto bene, Ark non solo ci permetterà di ammirare questi maestosi animali ma potremo anche addomesticarli e cavalcarli, ovviamente se sono abbastanza grandi. Il procedimento per farlo è, teoricamente, abbastanza semplice: per ottenere il nostro dinosauro da passeggio dovremo stordirlo con una feccia avvelenata, un colpo di fionda o colpendolo più volte. A quel punto dovremo curarlo e dargli da mangiare il suo cibo preferito. Per capire quale sia possiamo andare a caso, anche se ovviamente un carnivoro preferirà una belle bistecca alle bacche, o affidarci alla fiorente comunità online del gioco che tra le varie guide disponibile ne ha già preparate una su quale sia il cibo preferito specie per specie. Tra le bestie che si possono addomesticare ci sono i dilofosauri (quelli che sputano veleno in Jurassic Park), i dodo, i pachicefalosauri, i velociaptor e persino gli pterodattili, che vi garantiranno una capacità di spostamento incredibile.
Alcuni giocatori dicono sia possibile addomesticare persino i Megalodon, ovvero degli squali grandi come autobus, ma non ci fidiamo troppo di quest'affermazione. I dinosauri nel gioco, anche se inizialmente fanno senza dubbio la loro figura, non sembrano tuttavia seguire routine particolarmente complesse. Fondamentalmente si aggirano nei pressi del loro punto di spawn, senza fare niente di particolare. Occasionalmente può capitare di assistere a qualche scontro, ma vista la natura ancora acerba del gioco è più facile vedere un raptor incastrato in una roccia che cerca di mordere un triceratopo a dieci metri che un epico scontro dai toni cinematografici. Di solito i dinosauri più docili sono collocati nelle zone più esterne della mappa, mentre quelli più feroci vagabondano nelle aree centrali, nelle quali è bene avventurarsi solo se ben equipaggiati. In teoria ci sono anche gli scorpioni giganti, i draghi e altre bestie fantastiche, che da una parte stonano accanto ai dinosauri dall'altra aggiungo senza dubbio un bell'effetto coreografico, almeno finché uno scorpione non ci avvelena a morte. Uccidere o addomesticare un dinosauro di medie dimensioni non è comunque un'impresa semplice. Innanzitutto, il lag del gioco e le hitbox rendono il semplice gesto di colpire l'obiettivo una specie di terno al lotto, soprattutto se il mostro sta scappando, inoltre ci vorrà un bel po' prima di poter ottenere un livello sufficientemente alto da impensierire gli animali più grandi. Solo per sbloccare il crafting di arco e le frecce, fondamentali per creare dardi soporiferi con cui intorpidire le prede, servono quindici livelli e per arrivarci ci vogliono non meno di una decina di ore, il che rende la progressione all'interno di Ark molto lenta, soprattutto perché non ci sono missioni o incarichi particolari che possono darci una spintarella dal punto di vista dei punti esperienza. Inoltre, prima di poter ottenere una casa che sia in grado di resistere gli attacchi più semplici dovremo come minimo sbloccare le strutture fatte di legno, attività che richiederà un ulteriore dispendio di tempo. D'altronde, come insegna la favola dei te porcellini, basarsi sui semplici giacigli di paglia non è una soluzione sicura, perché offrono ben poco riparo di fronte a un giocatore dotato di un po' di tempo a disposizione. Se non si fa parte di un gruppo ben organizzato non è inusuale riconnettersi al gioco dopo qualche ora di pausa per trovare la nostra casa devastata, le risorse rubate e il nostro alter ego ucciso. Questo, oltre ad essere frustrante, rende la progressione del gioco ancora più lenta. Se si riesce a tenere duro nella fase iniziale, l'esplorazione di Ark può essere affascinante e rivelare una serie di enigmi ancora tutti da spiegare. Sia sopra che sotto la superficie dell'acqua sono infatti nascoste delle caverne sorvegliate da mostri particolarmente feroci, come la gigantesca regina ragno, in cui è possibile trovare risorse rare e indizi sui misteri che avvolgono l'isola. Nessuno infatti ci spiegherà a cosa servono i tre enormi obelischi che si stagliano nel cielo e lo strano oggetto a forma di diamante che qualcuno ci ha impiantato sul braccio, né tantomeno ci darà perché siamo finiti sull'isola. Uno strano esperimento? Una specie di Hunger Games ancora più difficile? Chissà!
Aspettando una svolta
Allo stato attuale, Ark: Survival Evolved è un gioco acerbo ma interessante.
Nonostante il nome non c'è niente di particolarmente evoluto rispetto alle routine standard di questo genere di giochi e al suo interno possiamo trovare tutti i punti di forza e le debolezze dei survival, offerti a un prezzo un po' troppo alto per quella che non è neppure una beta. Per il momento la possibilità di avere una causa con vista sui dinosauri e cavalcarne uno è una prospettiva che affascina nelle prime ore, ma che cozza con una progressione molto lenta e una realizzazione tecnica sontuosa ma male ottimizzata. Gli sviluppatori hanno promesso che il gioco migliorerà molto nei prossimi mesi, che ci saranno nuovi contenuti e un sacco di altri piccoli e grandi cambiamenti quindi restiamo fiduciosi, perché in alcuni momenti Ark è decisamente divertente. Speriamo solo che nel corso dell'anno la situazione non cambi drasticamente come a volte è successo con progetti simili, che dopo una fiammata iniziale non riescono ad alimentare il gioco come si deve e chiudono dopo poco tempo.
Conclusioni
PRO
- Visivamente affascinante
- Ha già una forte comunità online
- Be'... i dinosauri!
CONTRO
- Lag e glitch ancora ben presenti
- Progressione forse troppo lenta
- Costoso
- Intelligenza artificiale dei dinosauri poco reattiva