Al Quakecon id Software gioca in casa. Sul palco principale, durante il keynote di annuncio delle novità più succose di questa mega festa per geek e famiglie, nonostante Fallout Anthology e sconti per qualsiasi gioco Bethesda abbia mai pubblicato, quando si è arrivati a parlare di Doom è venuto giù tutto.
Troppo è l'amore per questa saga, che vira verso una giocabilità frenetica e adrenalinica più simile a Quake ma che comunque ha segnato e insegnato per anni come si fanno gli sparatutto in prima persona. Alla fine della presentazione viene detto a tutti i presenti di guardare sotto la propria sedia per cercare dei biglietti colorati, ognuno dei quali, con tempistiche diverse, dava accesso alla prima, vera ed esclusiva prova del multiplayer di questo attesissimo seguito che verrà pubblicato nella primavera del 2016. I biglietti gialli davano accesso alla prima partita della primissima prova. Uno dei vincitori, inquadrato dalle telecamere, quasi si mette a piangere. Noi siamo stati un po' più fortunati e col nostro biglietto viola da stampa maledetta (l'odio, al momento di saltare la fila, era palpabile) ci siamo accomodati in una delle trentadue postazioni armati di cuffie e tanta curiosità.
Al Quakecon 2015 abbiamo potuto provare il nuovo Doom in una serie di frenetici deathmatch
Alpha DOOM
Le demo si giocavano su PC Alienware con dentro componenti biologiche aliene provenienti da Nettuno, probabilmente. Insomma, non sappiamo le specifiche tecniche, però Doom, basato sull'ultima versione dell'idTech 6 Engine, gira come un razzo, ad almeno 60 fotogrammi al secondo e con una miriade di effetti su schermo. Azione velocissima quindi e neanche un secondo di respiro. Una sola mappa disponibile, Heatwave, testimone delle migliori caratteristiche visive della saga tra colate di lava, freddo metallo e correnti d'energia, tanto per segnalare alcuni elementi interessanti dell'ambiente. In questa si affrontavano due team composti ognuno da sei giocatori nel più classico dei Team Deathmatch.
Nella alpha c'erano solo sei armi da allocare in due slot secondo tre schemi prefissati e due personalizzabili. I due slot potevano essere liberamente assegnati a qualsiasi delle armi tra lancia razzi, fucile a pompa, a impulsi, al plasma o da cecchino. Oltre a queste c'erano una granata a frammentazione e un teletrasporto portatile che, una volta lanciato, consentiva al giocatore di spostarsi immediatamente nella zona raggiunta dall'oggetto stesso. Troppo tecnico come gadget, tanto che non l'abbiamo visto equipaggiare a nessuno nelle svariate sessioni di test da sei minuti l'una a cui abbiamo assistito. Come al solito, sparsi per le mappe, ci sono scudi energetici, medikit con cui riportare la salute a 100 e munizioni in quantità. Elemento quest'ultimo che, vista la possibilità di presentarsi in partita direttamente con un lancia razzi carico, sembra aver portato a un bilanciamento peculiare delle statistiche delle armi che non "shottano", come si dice, con un sol colpo i nemici. La sola arma che sembra in grado di farlo è il cecchino, che è però davvero difficile da usare in un'ambientazione come quella che abbiamo provato senza quasi nessun campo aperto in cui muoversi, vista anche l'estrema velocità dell'azione. Ogni arma ha una doppia modalità di fuoco, la seconda delle quali corrisponde a una special più lenta a caricarsi, ma molto più potente. Alle armi si aggiunge un potente colpo corpo a corpo che porta la telecamera in terza persona così da potersi beare delle animazioni e degli ottimi modelli poligonali. A fare davvero la differenza negli equilibri delle partite era però la possibilità di trasformarsi in un demone, semplicemente raccogliendo la stessa che spuntava a intervalli di circa due minuti in una zona determinata della mappa.
A quel punto il giocatore poteva volare con un jetpack, rimanere sospeso in aria e scaricare due potenti lanciarazzi sui nemici in grado, quelli sì, di eliminare chiunque con un colpo. In più la presenza a schermo degli avversari viene ulteriormente segnalata dai colori che virano al seppia e dai modelli poligonali che diventano blu, quegli dei compagni, e rossi, quelli degli avversari, rendendo molto più semplice la lettura di quel che accade su schermo. L'energia del demone era, oltretutto, di 250 punti vita, una volta e mezzo quella di un giocatore normale, col solo handicap di non poter caricare gli scudi. La strategia, quindi, diventava rapidamente quella di accompagnare in sei un giocatore a prendere il power up e difenderlo a ogni costo anche dopo la trasformazione, anche perché da demoni non si diventava immortali e, se uccisi, sul corpo dell'ex demone appariva immediatamente la stella in balia degli avversari che potevano immediatamente accaparrarsela. Niente radar, colonne energetiche per lanciarsi in aria e portali attraverso i quali passare da una zona all'altra di una mappa. Piuttosto pochi pulsanti da usare, colpo d'occhio e destrezza al centro della giocabilità per un gameplay che implementava di default la scelta tra mouse, tastiera e joypad Xbox One. Controller che abbiamo usato in un match tra dodici giocatori, sfidandone undici armati della combo classica mouse e tastiera, uscendone al primo posto della classifica di squadra a testimoniare delle meccaniche pensate per piacere sicuramente anche agli utenti console. Doom, anche solo in questa fase estremamente acerba, ci ha lasciato una grandissima voglia di giocarci ancora, facendoci domandare quando e come potremo finalmente sperimentare anche la modalità single player e le altre multiplayer. L'inizio ci è davvero piaciuto, sia per la solidità della realizzazione tecnica che per le scelte delle meccaniche di gioco e pensiamo che possa davvero rappresentare la rinascita della serie, dopo che la precedente versione di questa nuova vita di Doom è stata abbandonata nel nulla dagli sviluppatori, perché troppo simile a Call of Duty e davvero poco inserita nella tradizione id Software. Qui gli elementi per cui ben sperare nella rinascita della saga ci sono tutti e a voi non resta che aspettare fiduciosi, dato che id Software aprirà una fase di alpha a cui potranno accedere gli estratti a sorte tra tutti quelli che a suo tempo avevano prenotato l'ultimo Wolfenstein.
CERTEZZE
- idTech 6 promette meraviglie già in questa fase
- Grande solidità nel gameplay e nelle scelte di design
- Giusto mix tra vecchia e nuova scuola degli sparatutto
DUBBI
- Ancora troppo limitato il test
- Al Quakecon, per ora, niente single player