Dai miti di derivazione nipponica visti in Muramasa alle ambientazioni medieval fantasy del più recente Dragon's Crown, basta guardare uno qualsiasi dei giochi Vanillaware per riconoscere da lontano un chilometro lo stile del talentuoso team guidato da George Kamitani. Lo sviluppatore di Osaka è attualmente al lavoro sull'intrigante 13 Sentinels: Aegis Rim, ma mentre mancano ancora dettagli specifici su questo curioso progetto, il Tokyo Game Show ha rappresentato l'occasione ideale per Vanillaware per presentare in forma giocabile Odin Sphere: Leifthrasir, versione ammodernata di uno dei più bei giochi del team giapponese. Le novità, per fortuna, non si limitano a un semplice lifting estetico.
Al TGS abbiamo provato Odin Sphere Leifthrasir, edizione migliorata dell'action RPG di Vanillaware
Dal Giappone alla mitologia norrena
Uscito nel 2007 su PlayStation 2, l'originale Odin Sphere è un particolare action RPG con meccaniche semplici soltanto all'apparenza, un'avventura in grado di durare oltre quaranta ore e un livello di sfida ampiamente scalabile. Soprattutto, con uno stile visivo incantevole, il gioco è stato capace di dimostrare quanto sprite e fondali 2D avessero ancora molto da dire in un'industria continuamente intenta a raggiungere nuovi traguardi tecnologici nell'ambito della grafica 3D. Peccato che l'hardware di PlayStation 2 non fosse in grado di gestire tutto il lavoro dagli artist di Vanillaware, al punto tale che nei momenti in cui lo schermo era più affollato di mostri, il frame rate crollava fino a diventare insostenibile.
Proprio per questo, prima ancora della risoluzione del gioco portata a 1080p, una delle novità che saltano subito all'occhio di Odin Sphere: Leifthrasir è rappresentata proprio dal suo frame rate irremovibile. Adesso, qualunque cosa accada su schermo, l'azione non sembra spostarsi di mezzo fotogramma (quantomeno su PlayStation 4, mentre è da verificare su PlayStation Vita e PlayStation 3).
Durante la demo del TGS abbiamo giocato nei panni della bella Velvet notando con piacere quanto l'esperienza sia ora molto più fluida, immediata e piacevole. Il merito è però anche del nuovo sistema di combattimento, adattato per assomigliare a quello più articolato e appagante sperimentato con Muramasa. Sembra una novità da poco, ma pad alla mano è chiaro che Vanillaware abbia trovato il perfetto bilanciamento tra i combattimenti di Muramasa e il sistema ruolistico di Odin Sphere. È possibile adesso tenere i nemici a mezz'aria con una serie di combo, utilizzare degli attacchi speciali o scattare subito dopo un salto. Sfortunatamente non abbiamo potuto provare nessuno dei nuovi scenari promessi dal team di sviluppo, ma la demo ci ha dato la possibilità di attraversare vecchie ambientazioni e affrontare alcuni boss finali e intermedi già noti (tra cui il caro vecchio cavaliere unicorno). La struttura degli scenari è ancora suddivisa in tre differenti tipi di zone a seconda che siano mirate all'esplorazione (Free Stage), al combattimento coi mostri (Battle Stage) o all'acquisto di oggetti (Rest Stage). Eppure il feeling è ora completamente nuovo, e sebbene Odin Sphere: Leifthrasir permetterà di scegliere se giocare la versione originale o quella moderna, siamo convinti che gli aggiustamenti al gioco abbiano reso l'esperienza di gran lunga migliore. Nei mesi passati, Vanillaware ha parlato anche di una nuova intelligenza artificiale sia per i boss che per i nemici comuni, ma questo aspetto in particolare andrà analizzato meglio in occasione di una prova più approfondita. Certo è che, date le premesse e considerato il materiale di partenza, Odin Sphere: Leifthrasir potrebbe facilmente rivelarsi un must per chiunque non abbia mai giocato l'episodio originale, e a mani basse uno dei titoli di punta nel 2016 di PlayStation Vita.
CERTEZZE
- Frame rate finalmente stabile
- I contenuti di Odin Sphere uniti al sistema di combattimento di Muramasa
- Graficamente resta ancora molto gradevole
DUBBI
- Nuovi scenari e contenuti inediti ancora tutti da verificare