Naoki Yoshida lo aveva detto. In seguito ai riscontri estremamente positivi nei confronti della prima espansione di Final Fantasy XIV, Heavensward, il director giapponese aveva tirato un sospiro di sollievo e annunciato che per lui e per il suo staff era giunto il momento di una meritatissima vacanza: in fondo, i lavori sul reboot della quattordicesima fantasia finale proseguivano ininterrotti dal rilancio del 2013. Sono stati quasi due anni punteggiati di aggiornamenti trimestrali (be', più o meno) che sono culminati in un'ottima espansione, magari non originalissima ma comunque di grande qualità. E quindi sì, Yoshi-P e company sono andati in ferie... e ci sono rimasti cinque mesi. Sì, okay, ci stiamo ricamando sopra: si fa per ridere, certo, ma il problema è che Final Fantasy XIV non viene aggiornato davvero da cinque mesi, e nello spaziotempo dei MMORPG cinque mesi sono un'eternità. Considerando che Yoshida è un grande fan di World of Warcraft - al quale ha attinto in più occasioni per ricostruire il suo Final Fantasy online - ci ha stupito che abbia commesso lo stesso errore di Blizzard, lasciando i giocatori in balia di un endgame tutto sommato carente e ripetitivo. E quello che sorprende di più è che la patch 3.1 non è stata pensata per colmare quel vuoto...
La patch 3.1 tenta di intrattenere i giocatori di Final Fantasy XIV, ma l'attesa è stata troppo lunga
Luce e buio
Quando abbiamo completato la storyline di Heavensward, pochi mesi fa, ci siamo domandati come Square Enix avrebbe potuto proseguire la narrazione dato che quasi ogni sottotrama sembrava essere stata risolta con lo scontro finale e la rivoluzione di Ishgard. In effetti, gli sceneggiatori hanno ripreso alcuni discorsi rimasti in sospeso e introdotto una nuova minaccia già nella scenetta dopo i titoli di coda, che ha cominciato a svilupparsi in questa prima patch post-espansione.
Intitolata terribilmente "As goes Light, so goes Darkness" - poetico, anche se non fa rima - la nuova patch propone una Main Scenario Quest invero molto breve che riporta in scena uno degli Scion dispersi alla fine del ciclo narrativo di A Realm Reborn: la squadra del Guerriero della Luce si va pian piano riformando, giusto in tempo per affrontare i... Guerrieri dell'Oscurità. I personaggi mostrati nella cinematica introduttiva di A Realm Reborn smettono perciò di "rappresentare" i giocatori e assumono identità ben precise, anche se in questo primo aggiornamento si limitano a fare la loro comparsa e a dare il la alla nuova storyline, mentre il nostro alter ego e i suoi compagni devono vedersela soprattutto con un complotto in seno a Ishgard davvero poco interessante. L'aggiornamento 3.1, insomma, sembra una fase di transizione anche dal punto di vista narrativo, e lo stesso vale per l'inizio della storia parallela dedicata alla Void Ark, il nuovo raid per ventiquattro giocatori che ha appena spalancato le porte della sua prima ala. La Void Ark sostanzialmente sostituisce il Labyrinth of the Ancients di A Realm Reborn, la famosa Crystal Tower che faceva da contenuto endgame intermedio, alternandosi ai raid più difficili: questa volta la storia parte da una premessa un po' più curiosa, in quanto il nuovo scenario è una specie di leggendaria "aeronave fantasma" che i pirati dell'aria intendono razziare, convinti che nasconda chissà quali tesori. Ovviamente è solo l'inizio di una storyline che si dipanerà attraverso varie patch e parecchi mesi, alternandosi alle nuove sfide del raid duro e puro Alexander. Rispetto al passato, però, gli encounter della Void Ark ci sono apparsi forse un po' troppo semplici, ideati per il nucleo assolutamente casual della community, e questo rappresenta un problema un po' più generale dell'aggiornamento 3.1 e dello stato di Final Fantasy XIV...
Non c'è trippa per Mi'qote
Anche i due nuovi dungeon implementati con questa patch 3.1 si sono rivelati molto semplici, il che è strano sopratutto per quanto riguarda la modalità difficile di Pharos Sirius che a lungo è stato uno dei più rognosi del gioco. Square Enix ha un po' spezzato la tradizione dei nuovi dungeon ad ogni aggiornamento proponendone soltanto due, uno inedito e soltanto uno vecchio in versione difficile, piuttosto che due.
Il nuovo dungeon, Saint Mocianne's Arboretum, è altrettanto semplice e visivamente spettacolare, ma il team di Yoshida sembra averli progettati in modo che i giocatori non possano completarli troppo velocemente (nelle famigerate "speed run") e questo probabilmente seccherà i partecipanti più esperti che intendono affrontarli soltanto per i punti giornalieri. Il problema, semmai, è che né i nuovi dungeon né tanto meno la Void Ark preparano minimamente i principianti alle sfide che li aspettano nelle incursioni avanzate come Alexander o la nuovissima versione Extreme di The Singularity Reactor. È come se ci fosse un abisso intermedio tra i due livelli di difficoltà che niente riesce a colmare, ragion per cui i nuovi giocatori arrivano ai contenuti finali senza aver appreso alcune nozioni fondamentali in termini di strategie. E sicuramente non aiuta l'approccio spesso elitario e spietato di gran parte della community. Come sempre, in questi casi, è meglio appoggiarsi alle Free Company, le "gilde" - di amici, possibilmente - che da sempre Square Enix sostiene con contenuti appositi, anche se in termini di housing questa patch 3.1 non offre chissà quali novità. In questo senso, comunque, un gruppo di amici o di conoscenti è sicuramente quello ideale per affrontare il Diadem, un nuovo contenuto di alto livello che ricorda molto il Dynamis di Final Fantasy XI: si tratta di una zona cui si può accedere sia da soli sia in gruppo e in cui è possibile incrociare anche altri giocatori. L'obiettivo, comunque, è soltanto uno, e cioè sterminare più nemici possibile. E più nemici si sconfiggono, più rari ne appaiono, in un ciclo quasi infinito che ricompensa i giocatori con oggetti casuali che vanno dal terribile all'eccezionale. Il Diadem è un "mindless grinding" che ha fatto storcere il naso a parecchi giocatori, ma che rappresenta un diversivo interessante per chi vuole spegnere il cervello e tentare la fortuna affettando i nemici, pescando e raccogliendo risorse rare.
Ricomincia l'attesa
Oltre alle nuove missioni giornaliere per la tribù dei Vanu Vanu e a una serie di migliorie tecniche e di gameplay che faranno felici soprattutto i Ninja, la patch 3.1 implementa anche nuove attività nella Golden Saucer, tra le quali spicca sicuramente Lord of Verminion, un minigioco - il titolo storpia quello di Lord of Vermillion, un vecchio card game pubblicato da Square Enix anni fa - basato appunto sui minion, le creaturine da collezionare che fanno impazzire tanti giocatori.
Blizzard ha sdoganato i minigiochi legati ai cosiddetti "vanity pet" con la sua modalità Pokémon di World of Warcraft, perciò era solo questione di tempo prima che un altro MMORPG facesse sua la stessa idea: in questo caso, Square Enix l'ha ulteriormente raffinata, proponendo una specie di incrocio tra un MOBA e un tower defense in cui il giocatore deve schierare i suoi minion per distruggere l'esercito e la base dell'avversario. Lord of Verminion è insomma un passatempo molto semplice, che intratterrà i giocatori per qualche ora prima di venire a noia, ma è comunque uno sforzo apprezzabile. Il problema di questo aggiornamento 3.1, in effetti, è proprio questo. I contenuti sono un compitino svolto in fretta e furia e nessuno di essi è particolarmente elaborato o sorprendente. Sopratutto, non c'è nulla - a parte la modalità Extreme dello scontro con Thordan - che possa interessare i giocatori hardcore in cerca di nuove sfide: loro dovranno aspettare il prossimo aggiornamento e la nuova ala di Alexander. Le patch di transizione non sono una novità in Final Fantasy XIV, sia ben chiaro, e sono importanti perché servono ad allineare la community in modo che non si formi un enorme divario tra gli ultimi arrivati e i giocatori più esperti, ma questo aggiornamento di transizione arriva nel momento sbagliato, a troppi mesi di distanza dall'uscita di Heavensward, quando i giocatori hardcore hanno già completato più volte ogni contenuto endgame e cominciano a sospendere la sottoscrizione, se non l'hanno già fatto, in attesa di tempi migliori. Ma quando arriveranno, esattamente? La storia di Final Fantasy XIV ci insegna che tra una patch e l'altra passano sempre più o meno tre mesi, perciò è lecito aspettarsi un nuovo aggiornamento intorno a febbraio. Nel frattempo, Square Enix potrebbe implementare con una patch intermedia la nuova questline per la fabbricazione delle nuove armi Zodiac che avrebbero dovuto uscire proprio insieme alla 3.1. Difficile dire, adesso, se basterà questo a convincere i giocatori a tornare: certo è che il panorama degli MMO si sta facendo sempre più complicato e incerto, di questi tempi, e Naoki Yoshida farebbe bene a non sopravvalutare il successo della sua creatura.
Le patch notes dell'aggiornamento 3.1 "As goes Light, so goes Darkness"