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Botti dallo spazio profondo

A poche settimane dall'uscita, abbiamo provato una versione aggiornata del nuovo e ambizioso shooter degli autori di Resogun

PROVATO di Vincenzo Lettera   —   24/02/2016

Nonostante abbia più di vent'anni sul groppone, Housemarque è un team dall'indole perennemente giovane e iperattiva. Lo sviluppatore di Helsinki è noto per sfornare giochi concitati, chiassosi e travolgenti, che rimandano agli arcade di un tempo ma che sembrano realizzati da adolescenti con tanta voglia di gridare e spaccare tutto.

Botti dallo spazio profondo

Super Stardust HD e Resogun irradiavano l'utente con ondate di proiettili al neon; Dead Nation lo sommergeva con migliaia di zombie da trivellare. Furmins, era un tenero e rilassato puzzle sperimentale per mobile. E infatti nessuno si ricorda di Furmins. Lo spirito ribelle sembra ancora una volta alla base dei due giochi annunciati e attualmente in sviluppo dal team finlandese: di Matterfall siamo ancora in attesa di nuovi dettagli, ma in occasione di un evento organizzato a Londra e dedicato alla lineup PlayStation Network, abbiamo avuto modo di provare una versione aggiornata di Alienation, lo shooter fantascientifico presentato come il seguito spirituale di Dead Nation e che arriverà il prossimo mese su PlayStation 4.

Tra esplosioni, proiettili e alieni, Alienation promette essere una nuova perla dagli autori di Resogun

Non è un paese per alieni

Con l'action a tema zombie di Housemarque, Alienation non condivide soltanto l'assonanza nel titolo. La natura di shooter cooperativo e la visuale isometrica lo fanno sembrare un Dead Nation futuristico, laser ed esplosioni riportano alla mente Resogun, mentre la personalizzazione dell'armamentario, le abilità dei personaggi e l'enfasi sul loot saranno di sicuro familiari ai fan di Diablo. Con fonti di ispirazione tanto palesi è notevole come il DNA di Alienation appaia invece così unico. Tutto parte dalla possibilità di impersonare una tra tre classi (Bio Specialist, Exo Skeleton e Saboteur), che si differenziano per approccio, abilità e armi.

Botti dallo spazio profondo
Botti dallo spazio profondo

L'obiettivo di ciascuna missione è quella di sopravvivere agli attacchi di mostri alieni mentre si portano a termine tanti piccoli obiettivi, ma mentre i livelli iniziali sono costruiti a tavolino e servono a familiarizzare con il gameplay e con le diverse abilità, gli scenari avanzati vengono generati in maniera procedurale, proponendo sfide e missioni più articolate. Guardando alla tipologia di gioco, all'ambientazione e all'enfasi sulla cooperativa, il paragone con Helldivers verrebbe quasi naturale, eppure bastano pochi minuti prima che le differenze con lo shooter di Arrowhead Game si facciano sentire. Alienation è un'esperienza nettamente più frenetica e veloce, che riempie lo schermo di proiettili ed esplosioni ad ampio raggio, dando a chi gioca solo pochi istanti per uscire dall'esplosione di una granata o di un veicolo pronto a saltare in aria. Nelle fasi iniziali dello sviluppo, ci racconta Mikael Haveri, responsabile publishing di Housemarque, il team aveva preso in considerazione l'idea di lasciare il fuoco amico costantemente attivo come avviene in Helldivers, ma l'esperienza risultava talmente frustrante da rallentare il ritmo dell'azione, coi giocatori che si preoccupavano prima di non colpire i propri compagni e solo dopo di far fuoco ai nemici. La ricerca di un compromesso per infilare un qualche tipo di PvP ha portato il team ad integrare un sistema di invasioni a sorpresa. Un giocatore può infatti aggiungersi a una partita in corso nel ruolo di "Rogue", con l'obiettivo non di collaborare con gli altri, ma di eliminarli a tradimento. Nel caso dovesse riuscirci, la ricompensa sarebbe molto ghiotta, ma si tratta pur sempre di uno scontro ad armi impari, e l'attaccabrighe di turno sarà così spinto a sfruttare elementi ambientali e l'aiuto dei mostri alieni per far fuori gli altri giocatori. Ancora più che in Dead Nation, il nuovo sparatutto di Housemarque si basa tutto sulla collaborazione tra i vari membri del team, e l'evento londinese ci ha dato finalmente la possibilità di sperimentare il gioco in multiplayer. Dal momento che modificare il proprio equipaggiamento e le proprie abilità richiede di aprire un menù invasivo (distogliendo per diversi secondi lo sguardo dall'azione), avere qualcuno che ti copre le spalle è fondamentale per restare in vita. Senza contare gli scontri coi boss e, ovviamente, la possibilità di approcciare il gioco in maniera più strategica grazie ai talenti unici delle tre classi.

Botti dallo spazio profondo

Il nostro Bio Specialist era capace di curare più membri del party, mentre l'Exo Skeleton, il tank del gruppo, poteva creare uno scudo o colpire un intero gruppo di avversari con un'onda d'urto. I punti spesi nell'albero delle abilità possono però essere ridistribuiti in qualsiasi momento, permettendo nello stesso livello di "costruire" il personaggio più adatto al tipo di missione. Allo sviluppo del personaggio si aggiunge l'intero sistema di miglioramento dell'arsenale, visto che tra una missione e l'altra si possono trovare gemme di diverso tipo e rarità, utili per potenziare la propria arma o conferirle caratteristiche uniche. Nel complesso si tratta di un tipo di personalizzazione decisamente più profonda di quella vista in Dead Nation, capace di assicurare una discreta varietà anche tra personaggi della stessa classe e che indubbiamente contribuisce a rendere Alienation il titolo più complesso e ambizioso finora realizzato da Housemarque. A questo punto restano poche incognite, ma per verificare l'esperienza in quattro giocatori, il sistema di invasioni e la sfida proposta col New Game+, non ci resta che attendere l'uscita del gioco, prevista per il 23 marzo come riportato sul PlayStation Store.

CERTEZZE

  • Veloce e spettacolare come da tradizione Housemarque
  • Sviluppo del personaggio e delle armi molto profondo
  • Interessanti opzioni multiplayer...

DUBBI

  • ...ma resta da verificare la cooperative in quattro giocatori
  • Endgame ancora tutto da scoprire