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Lo Steam Controller otto mesi dopo

Cos'è cambiato per il controller di Valve a circa otto mesi dal lancio?

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   12/07/2016

Per diversi motivi, non fummo entusiasti dello Steam Controller quando lo provammo a ridosso dell'uscita. Il principale è che voleva fare tutto, senza riuscire a fare bene niente. Certo, il controller di Valve poteva essere una valida alternativa all'accoppiata mouse e tastiera in titoli come strategici o avventure grafiche, ma rendeva molto meno nei videogiochi d'azione, per via della mancanza del secondo stick analogico. Inevitabile, comunque, che trattandosi di un prodotto dal concept originale, richiedesse qualche mese di rodaggio per riuscire a dare il massimo e a farsi digerire dal pubblico.

Lo Steam Controller otto mesi dopo

Fortunatamente Valve non ha abbandonato il prodotto dopo il lancio, ma ha continuato a supportarlo attivamente dando ascolto ai consigli della comunità. Così aggiornamento dopo aggiornamento, lo Steam Controller è cresciuto, finendo per conquistarsi una sua fetta di appassionati, pronti a utilizzare gli strumenti messi a disposizione dallo sviluppatore per migliorare l'esperienza di tutti. Uno degli aggiornamenti più utili e apprezzati del controller è stato quello per la creazione e la condivisione dei profili, anche per i giochi non supportati ufficialmente. Se all'inizio della vita del prodotto bisognava configurare a mano praticamente ogni gioco, affidandosi ai pochi e generici template messi a disposizione da Valve, ora quando se ne avvia uno per la prima prima volta, sullo schermo appare una notifica che consiglia di andare a vedere i profili del controller condivisi dalla comunità. Non è difficile trovare configurazioni per tutti i gusti e le preferenze. Comunque, nella maggior parte dei casi, basta scaricare quella più utilizzata, magari personalizzandola un po', per essere a posto. Va detto che, almeno per i giochi più famosi, ce ne sono sempre diverse da provare (di tutte viene visualizzata un'anteprima, quindi è facile anche a occhio farsi un'idea di come funzionano). Ovviamente tutti possono creare una configurazione dei tasti e condividerla, in modo da arricchire la comunità. Certo, nei giochi che supportano il controller nativamente continuano a essere forniti i profili standard degli sviluppatori. Sono quelli che, nel caso, lo Steam Controller utilizza di default. Il nostro consiglio comunque è di dare sempre uno sguardo ai profili creati dagli utenti che, essendo molto attivi con i loro titoli del cuore, sono anche quelli che più riescono a rifinire meglio i valori da assegnare ai vari tasti.

Cos'è cambiato per lo Steam controller dopo otto mesi? È diventato una valida periferica da gioco?

Arrivano gli action set

Un'altra novità molto apprezzata, anche se rende un po' più complicata la configurazione della periferica, sono gli action set, lanciati in beta il 15 marzo. A cosa servono? A modificare l'assegnazione dei tasti in tempo reale durante un gioco, secondo degli schemi predefiniti, impostati nel menù di configurazione.

Lo Steam Controller otto mesi dopo

Spieghiamoci meglio. Mettiamo il caso che salendo sul cavallo di The Witcher 3: Wild Hunt si preferisca utilizzare uno schema di controlli differente rispetto a quando si è a piedi. Oppure, rimanendo sempre nel gioco di CD Projekt Red, si preferisca diminuire la sensibilità del giroscopio negli interni per rendere meno caotica la rotazione dell'inquadratura per via dell'avvicinarsi della telecamera. Con un normale controller non potreste fare molto, a meno di non avere un programma esterno di configurazione (comunque limitato e da richiamare a parte), mentre con gli action set dello Steam Controller è possibile alternare le configurazioni praticamente in tempo reale. Certo, farlo richiede un discreto lavoro di preparazione e non è sicuramente qualcosa di adatto al pubblico medio, ossia a tutta quella fascia di videogiocatori che vuole semplicemente giocare, ma si tratta di una caratteristica peculiare davvero interessante, che da quando è stata introdotta ha dato una marcia in più alla periferica di Valve. Soprattutto gli utenti più smanettoni la amano moltissimo.

Utilizzo quotidiano e conclusioni

Insomma, in pochi mesi lo Steam Controller si è evoluto notevolmente, perdendo quell'aura di oggetto misterioso e poco utile, per diventare una valida alternativa ai controller tradizionali. Soprattutto la scoperta dell'ottimo giroscopio, ha fatto cadere diversi pregiudizi sul controller, ma anche i vari stili di controllo si sono rivelati più pratici del previsto con alcuni generi molto apprezzati (ad esempio quello touch menu per gli MMORPG, o quello Mouse Region per i MOBA e gli ARPG).

Lo Steam Controller otto mesi dopo

Certo, il mouse rimane il modo migliore di orientare la visuale negli sparatutto in prima persona e negli action in terza persona, ma con un po' di pratica è dimostrato che è possibile ottenere ottimi risultati anche utilizzando lo Steam Controller. Insomma, tra l'ottimo supporto del produttore e una comunità attiva che ha lavorato incessantemente per migliorare l'esperienza collettiva con la periferica, a oggi alcuni dei difetti denunciati all'uscita sono venuti meno. Va anche detto però che l'enorme arricchimento del software lo ha reso una periferica più complessa della media, fatto che cozza con il sogno di Valve di riuscire a ritagliarsi uno spazio nei salotti dei videogiocatori. Parliamo chiaramente: il grande pubblico vuole semplicemente giocare, senza doversi perdere in complesse configurazioni e senza doversi impratichire più di tanto. Lo Steam Controller è ottimo per chi ama dedicare tempo all'hardware, oltre che al software, ma per chi ad esempio viene dal mondo console potrebbe rivelarsi uno scoglio troppo duro, tanto da fargli preferire altre periferiche di controllo più semplici e immediate. L'idea stessa di dover passare ore sulle schermate di configurazione, almeno inizialmente, è un controsenso rispetto a quelli che erano i progetti iniziali di Valve e, soprattutto, rispetto alla filosofia di fondo che sta dietro a Big Picture e alle Steam Machine. Diciamo che Valve voleva provare colonizzare i salotti, ma sono i giocatori PC che hanno colonizzato il suo hardware. Insomma, come al solito il giocatore PC ha assimilato invece di lasciarsi assimilare.