Di NiOh ve ne abbiamo parlato in tutte le salse, tra beta, alfa, prove in fiera, interviste agli sviluppatori. Finalmente ci siamo: il titolo arriverà su PlayStation 4 ad inizio febbraio e anche per questo ci siamo recati nella sede italiana di Sony per provare una versione praticamente definitiva del titolo, con tanto di traduzione in italiano - dei testi - e la maggior parte delle caratteristiche disponibili. Non contenti abbiamo apprezzato il titolo in versione PlayStation 4 Pro e nelle due configurazioni che verranno proposte al grande pubblico: Movie Mode, modalità che predilige il dettaglio grafico (o la risoluzione) e un frame rate pari a 30 fotogrammi al secondo; Action Mode, che invece garantisce i 60 frame al secondo senza offrire la risoluzione 4K nativa (su Pro) o implementare tecniche in grado di ridurre l'aliasing. Ragionevolmente abbiamo già oggi diversi elementi per capire la bontà di questo gioco e laddove ci sono dei punti di contatto con la serie di Dark Souls, soprattutto grazie a quel senso di pericolo costante dietro ogni angolo e un livello di sfida piuttosto alto - che necessita di utilizzare approcci differenti - l'ambientazione storica giapponese e soprattutto il gameplay figlio dell'esperienza maturata con i titoli di azione da parte di Team Ninja, sanciscono differenze marcate con la produzione di From Software.
Le nostre impressioni dopo aver provato una versione semidefinitiva di NiOh, l'action RPG di Team Ninja
Spada al potere
La prima cosa che abbiamo spulciato è stata la mappa, che permette di selezionare le missioni mediante accesso diretto. La struttura di NiOh, infatti, non è open-world, bensì basata su livelli, che vanno portati a termine singolarmente prima di poter proseguire con le attività principali o quelle secondarie. L'estensione ci è parsa non trascurabile e forte di luoghi da visitare allo scopo di proseguire, gli sviluppatori ci hanno assicurato che esistono diverse sotto-trame che compongono il pacchetto completo.
Nella fattispecie ci è stato chiesto di affrontare una missione piuttosto avanzata alle pendici di una montagna maledetta, allo scopo di raggiungere un personaggio evidentemente importante dal punto di vista narrativo. William Adams, il protagonista occidentale divenuto Samurai per motivazioni ancora non completamente chiare, era equipaggiato di tutto punto, oltre che essere di livello 100, per addolcire la pillola della nostra sessione. Fino ad un certo punto, però, perché assieme ai nostri colleghi siamo morti spesso e volentieri soprattutto fronteggiando gli Yokai, creature sovrannaturali che fanno parte della mitologia giapponese. NiOh attinge a piene mani da quest'ultima, infatti, anche per quanto riguarda la magia Onmyo, le ambientazioni e i personaggi che incroceranno la spada del protagonista principale, quali ad esempio il ben conosciuto Hattori Hanzo. La linea narrativa segue quindi stilemi che esaltano accadimenti realmente esistiti nell'immaginario del popolo giapponese, i quali hanno contribuito ad aumentare l'attenzione da parte dei giocatori PlayStation nonostante il titolo sia sparito dai radar per così tanti anni. La forma attuale, ad ogni modo, è frutto degli ultimi tre anni di sviluppo e dei numerosi feedback ricevuti, come affermato dal capo di Team Ninja, Yosuke Hayashi. Torniamo alla nostra prova e al gameplay: fortunatamente prima di impegnarci nella missione poc'anzi citata abbiamo appreso le basi del sistema di combattimento in un Dojo che ha avuto la funzione di breve tutorial. William può impugnare una moltitudine differente di armi, dalla spada alla katana, passando per bastoni, martelli e l'immancabile doppia impugnatura per le prime due tipologie. Ma anche armi da fuoco oppure archi: il sistema di controllo è personalizzabile e piuttosto "affollato", ma la configurazione di default è ben organizzata. Con i tasti frontali, nella fattispecie quadrato e triangolo, si affondano i fendenti più veloci o potenti, con la X abbiamo la schivata, L2 e R2 sono demandati alla mira e all'impiego delle armi a distanza.
La caratteristica distintiva di NiOh è rappresentata dalle differenti pose in possesso del protagonista, legate alla sua natura di Samurai: premendo il tasto R1 in congiunzione ai tre tasti frontali prima citati, infatti, è possibile assumere una posa differente, sia per quanto riguarda la difesa che la tipologia di attacco. Quella alta, mediante triangolo, permette di eseguire colpi potenti e in grado di stordire l'avversario, ma allo stesso tempo la lentezza di esecuzione lascia il fianco ad una maggiore probabilità di contrattacco. Nella posa bassa (con la X) i danni procurati sono inferiori, ma è possibile mettere a segno un numero maggiore di colpi nello stesso lasso di tempo e difendere in schivata più velocemente, consumando un quantità inferiore di Ki. Come ogni buon action RPG che si rispetti, infatti, ogni colpo, schivata o sprint consuma un certo quantitativo di Ki, che rende il protagonista inerte quando si esaurisce completamente. Bisogna quindi evitare di buttarsi a capofitto nello scontro, tenendo a mente un'ulteriore possibilità offerta dal sistema di combattimento: in seguito a ciascuna combo, William si illumina per qualche istante di luce blu; se in tale momento si preme R1, il ripristino della barra di Ki subisce una spinta, permettendo di allungare la striscia di attacchi o essere pronti subito in fase difensiva. Tale dinamica è assolutamente vitale e va controbilanciata alla frenesia tipica che può sopraggiungere quando si pensa di poter affondare un ulteriore colpo sull'avversario, non utilizzarla significa quasi sempre passare in posizione di svantaggio e aprire il fianco al contrattacco nemico. Anche gli avversari umani dispongono di Ki visibile - dando luogo ad uno studio ulteriore dell'avversario - e anche in NiOh farsi prendere la mano significa morte certa, caduta da un dirupo, gran parte della barra di energia consumata. Per quanto riguarda le pose, inoltre, abbiamo notato da subito un'efficacia differente a seconda dell'avversario, secondo il classico concetto di morra cinese nel quale per contrastare quelli più possenti è forse meglio puntare sulla rapidità anziché sulla stessa moneta.
Provare e riprovare
La missione che abbiamo affrontato ci ha permesso di sperimentare una moltitudine di armi e nemici, lasciandoci la sensazione di un gioco non punitivo in maniera gratuita mediante escamotage particolari. L'utilizzo di pistola e arco rappresenta un vantaggio competitivo non da poco, perché colpendo alla testa permette di eliminare subito alcuni nemici, magari in gruppo, o comunque cominciare gli scontri più ostici avendo rosicchiato già un po' di energia all'avversario. Le munizioni, perlomeno nella sezione affrontata, ci sono parse limitate; è bene quindi utilizzare questa soluzione non tanto per comodità, ma soprattutto quando può rappresentare davvero un vantaggio. Gli antagonisti umani, presi singolarmente, ci sono parsi abbastanza semplici da affrontare, ma basta poco per farsi sorprendere se poco attenti ad eventuali agguati o in prossimità di spazi stretti. In gruppo l'ansia generata o gli attacchi multipli rappresentano un problema, esacerbato dai diversi Yokai che si sono frapposti tra noi e il raggiungimento del boss. Gli spiriti giapponesi dispongono di un'energia ampia e di attacchi variegati, rappresentano un ostacolo che spesso necessita pazienza e studio della prossima mossa.
Il loro design è eccellente, e nel caso della missione affrontata ne abbiamo incontrati di quattro tipologie, con quelli più evocativi sotto forma di uomini uccello e di gigante dotato di lingua estremamente letale. L'ambientazione di gioco non rappresenta solamente un ostacolo aggiuntivo, ma anche la maniera per aggirare parte degli scontri o trovare strade alternative per raggiungere lo stesso punto; alla stessa maniera si sbloccano alcune scorciatoie che permettono di proseguire più agevolmente in seguito all'ennesima morte. A fungere da "checkpoint" ci sono degli altari all'interno dei quali è possibile spendere Amrita per salire di livello, oltre che scegliere tra alcuni guardiani (saranno venti in totale) che potenziano alcune caratteristiche del personaggio. NiOh abbonda di armi ed equipaggiamento, rilasciati da nemici e cadaveri già presenti sul campo di battaglia; ciascun oggetto è determinato da un grado di rarità differente e va ad incidere sulle caratteristiche atletiche di William Adams. Un oggetto specifico permette di evocare un personaggio per affrontare assieme l'avventura, ma bisogna essere collegati online: per i dettagli vi rimandiamo al nostro precedente provato avvenuto durante il Tokyo Game Show 2016. Come detto in fase introduttiva il gioco mette a disposizione due modalità grafiche, che prediligono l'aspetto visivo in luogo del frame rate e il contrario. Nel primo caso la pulizia dell'immagine è decisamente superiore, su PlayStation 4 Pro e schermo 4K la risoluzione rende le spigolature meno accentuate ed esalta quei momenti in cui sono presenti effetti atmosferici o c'è un bel dettaglio in lontananza. Viceversa il tutto appare un po' impastato e poco definito in un'ambientazione quale quella che abbiamo affrontato, fatta di alberi e rocce per la gran parte.
In generale la missione di montagna è stata meno impressionante di quella innevata affrontata in precedenza, prevediamo quindi una qualità altalenante all'interno del pacchetto completo, laddove il comparto artistico è la parte migliore e il frame rate ci è apparso granitico in entrambe le configurazioni. In un gioco così tecnico come NiOh dal nostro punto di vista è da prediligere la modalità a sessanta fotogrammi al secondo, allo scopo di avere una risposta ai comandi ancora più immediata e un'esaltazione delle fasi di combattimento. È chiaro che avere sotto il naso configurazioni che prediligono la qualità visiva su schermi 4K, ma anche Full HD, fa un po' "rosicare" per l'impossibilità di avere entrambe le cose assieme, ma apprezziamo la scelta da parte di Team Ninja di lasciare decidere agli utenti cosa preferiscono. Yosuke Hayashi di Team Ninja ha confermato che successivamente all'uscita arriverà un aggiornamento gratuito che introdurrà il PvP, mentre sono in programma tre DLC più grandi inclusi nel season pass (già disponibile per l'acquisto), i quali introdurranno nuove armi, costumi e soprattutto missioni, legate alla trama principale ma anche all'approfondimento di personaggi incontrati durante la storia. Arrivando al dunque, siamo convinti che quando un gioco mantiene il suo livello di sfida anche se si è equipaggiati di tutto punto e magari meglio degli avversari, significa che ha ottime basi per emergere: confermeremo o meno questa sensazione in fase di recensione, che arriverà nelle prossime settimane!
CERTEZZE
- Il sistema di combattimento è il vero fiore all'occhiello, esaltato dai 60 fotogrammi al secondo
- I contenuti presenti sono tanti
- Ambientazione e premesse affascinanti
DUBBI
- Dal punto di vista visivo è molto altalenante in base alla missione
- Da verificare il bilanciamento