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A world of assassination

Come promesso la prima stagione del nuovo Hitman è disponibile da oggi in versione pacchettizzata ed è accompagnata da alcuni sfiziosi bonus

SPECIALE di Davide Spotti   —   31/01/2017

A nove mesi di distanza dall'uscita del primo episodio, Hitman debutta nella sua veste completa e definitiva. Se avete seguito l'ultimo capitolo della saga sviluppata da IO Interactive, saprete senz'altro che le nuove avventure dell'Agente 47 sono state scandite, per la prima volta, da una formula a episodi. Sei puntate principali, arricchite da numerosi contenuti extra, ci hanno accompagnato a cadenza mensile per buona parte dello scorso anno. L'approccio scelto dal team di Copenaghen ha generato una certa diffidenza e più di qualche perplessità da parte degli appassionati.

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Chi attendeva l'uscita di una versione pacchettizzata e completa può però gioire: da oggi è infatti disponibile nei negozi la Steelbook Edition che, ad un prezzo di 59.99 euro, include la prima stagione, le tre missioni bonus proposte fino ad ora, la colonna sonora ufficiale, il pacchetto Requiem Blood Money e un interessante documentario del making of con i commenti degli sviluppatori. Ma non è finita qui, perché in concomitanza con l'arrivo della versione retail IO Interactive ha messo a disposizione della community un nuovo livello di difficoltà pensato per i puristi. Il Professional Difficulty Level introduce infatti nuove variabili particolarmente appetitose - a patto che abbiate nervi saldi e pazienza da vendere - potenziando il funzionamento dell'intelligenza artificiale e introducendo alcune regole inedite per quanto riguarda l'accesso ai salvataggi, il funzionamento delle telecamere e il livello di attenzione mantenuto dai personaggi gestiti dall'intelligenza artificiale in determinate situazioni di gioco. Il fatto che la suddetta modalità possa essere sbloccata solo dopo aver raggiunto il livello di Professionalità 20 in ciascuna delle sei mappe disponibili, è un ulteriore stimolo a raggiungere la padronanza completa di ogni scenario. Dal momento che abbiamo già coperto i singoli appuntamenti mensili con una recensione dedicata, in questa sede ci limiteremo a tirare le somme sull'offerta nel suo complesso, provando a sintetizzarne le caratteristiche più convincenti e i margini di miglioramento in ottica futura.

Tra gli episodi del nuovo Hitman la missione ambientata a Sapienza è la più riuscita

Il gioco delle opportunità

Come avevamo precisato durante la nostra recensione dell'Intro Pack, la novità principale di questo nuovo Hitman proviene dai cosiddetti Dialoghi Opportunità, ovvero quelle occasioni di infiltrazione che permettono al giocatore di ingaggiare i bersagli con pianificazione e precisione chirurgica. Interfacciando questa capacità con la consueta libertà nei travestimenti, il gioco offre momenti di grande soddisfazione.

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La moltitudine di approcci disponibili per il completamento di ciascun incarico permette al giocatore di concentrarsi sulla risoluzione dei problemi e di assumere tutte le informazioni necessarie attraverso l'osservazione dell'ambiente circostante. La prima missione in quel di Parigi ha subito messo in mostra tutto il potenziale della nuova formula, per merito di una mappa sufficientemente ampia e stratificata, perfettamente in grado di esaltare le doti d'infiltrazione del protagonista. L'avventura è ulteriormente cresciuta con l'approdo sulle coste italiane della fittizia località di Sapienza, cui ha fatto seguito la terza missione nel cuore di una Marrakech sull'orlo di una crisi politica e diplomatica. Con l'arrivo del quarto e del quinto episodio alcune delle certezze consolidate fino a quel momento hanno vacillato. Le mappe di Bangkok e del Colorado hanno infatti segnato un parziale passo indietro, tanto nella struttura sandbox quanto nella varietà delle opportunità messe a disposizione del giocatore. Fortunatamente l'ultimo appuntamento, ambientato nella clinica giapponese di Hokkaido, ha di nuovo corretto il tiro mettendoci dinnanzi a una mappa molto particolare e dal level design particolarmente azzeccato. In definitiva, dal punto di vista prettamente ludico, il nuovo Hitman cerca di dare il meglio di sé consentendo al giocatore di impostare a piacimento le propria strategia. I continui cambi di prospettiva lo rendono quindi particolarmente appetibile per quei giocatori che desiderano rivivere le medesime situazioni sperimentandone tutte le sfumature. Peraltro non sono mancati nemmeno una moltitudine di contenuti supplementari, che hanno esteso la longevità complessiva del prodotto. Pensiamo ad esempio ai contratti Escalation, gli incarichi grazie ai quali è possibile rivivere le mappe con una serie di obiettivi supplementari. Sulla scorta dell'esperienza vissuta ai tempi di Hitman: Absolution, IO Interactive ha scelto inoltre di riproporre una modalità di creazione dei contratti, dando l'opportunità di selezionare una mappa e designare a propria discrezione gli obiettivi e le regole di ogni partita. Il supporto degli sviluppatori nel corso di questi mesi è stato costante: si pensi all'episodio bonus proposto nel periodo estivo, alla missione a tema natalizio pubblicata a fine anno, per concludere con la missione Landslide che è disponibile proprio a partire da oggi. Ma non vanno dimenticati nemmeno i diciannove target elusivi o le missioni supplementari dei cosiddetti Sarajevo Six (queste ultime disponibili esclusivamente nella versione PlayStation 4).

Verso una seconda stagione (e oltre)

Nelle ultime settimane IO Interactive ha comunicato che l'attuale formula di Hitman proseguirà con una seconda e una terza stagione, segno che il nuovo modello diventerà un punto fermo per le future avventure dell'Agente 47. Peraltro il produttore esecutivo Hannes Seifert ha provato ad accostare Hitman ad un'altra opera proposta in forma episodica, ovvero Life is Strange. Pur nella loro diversità, Seifert osserva che entrambi i titoli siano stati inizialmente recepiti in modo tiepido e che il consenso del pubblico si sia consolidato solo nei mesi successivi. In realtà la nostra impressione è che Hitman abbia vissuto una parabola sostanzialmente opposta. Come abbiamo chiarito nel precedente paragrafo, i primi episodi sono stati anche quelli più efficaci, mentre nella seconda metà della stagione si sarebbe potuto fare qualcosa in più.

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In questo senso la suddivisione a puntate presta il fianco ad alcune perplessità. Dopotutto siamo sempre stati abituati a vivere Hitman nella sua interezza e in un lasso di tempo non molto ampio, invece di diluirne la fruizione nell'arco di molti mesi. Il parallelismo iniziale con Life is Strange permette di svolgere anche qualche riflessione circa la struttura narrativa che, allo stato attuale, resta avvolta da un grosso punto interrogativo. Sebbene la natura sandbox sia perfettamente compatibile con la frammentazione in più puntate, è altrettanto innegabile che tutte le produzioni episodiche di maggior successo abbiano fatto leva sulla qualità del racconto. Leggendo le considerazioni espresse dagli sviluppatori prima dell'uscita, sarebbe stato lecito attendersi qualche compromesso tra la cura del gameplay, tipica della serie, e l'approfondimento psicologico dei personaggi. A conti fatti tutto ciò non si è verificato. Nella nostra recensione del secondo episodio notavamo: "Alla luce della formula episodica sarebbe stato lecito aspettarsi una discreta attenzione nei riguardi della sceneggiatura e dei personaggi. Solo così si potrebbe giustificare un approccio che, solitamente, viene accostato a titoli nei quali la narrazione è preponderante. Nella missione d'esordio non avevamo colto questo tipo di rilevanza narrativa e le brevi cutscene disponibili non sembravano discostarsi più di tanto dalla linea dettata già ai tempi di Hitman: Absolution. Eppure nei mesi scorsi IO Interactive aveva puntualizzato che, durante il gioco, si sarebbe fatta nuova luce su alcuni dei personaggi che gravitano attorno all'Agente 47, con un occhio di riguardo al ruolo e alla personalità di Diana Burnwood". Dopo aver completato la stagione le nostre impressioni iniziali sono sostanzialmente confermate. Le missioni sono infatti legate da un filo conduttore, che peraltro si rivela debole e pretestuoso per l'intera durata della campagna; una dinamica compatibile con la scelta di rendere i singoli episodi scollegati tra loro e acquistabili a propria discrezione, ma in costante contrasto con quanto dichiarato ancora oggi dagli sviluppatori. IO Interactive non ha infatti smesso di fare allusioni alla trama di Hitman, suggerendo un'evoluzione di carattere narrativo che per il momento rimane davvero poco tangibile.

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In questa sede possono tornare utili le dichiarazioni rilasciate di recente dal lead writer Michael Vogt: "Volevamo realizzare una storyline davvero ambiziosa, distribuita su più stagioni, e costruire un cast completo. Nei vecchi giochi gli obiettivi erano sempre i personaggi più interessanti, ma in fin dei conti non si doveva far altro che ucciderli e trasferirsi all'incarico successivo. Adesso desideriamo costruire un cast principale più ampio, che possa durare molto più a lungo. La storia è davvero solo all'inizio. La Stagione 1 è il primo atto di un lungometraggio. Conoscete tutti i personaggi, conoscete la posta in gioco, i dubbi, ma è solo il principio. Il team di sviluppo ha voluto costruire la prima metà della Stagione 1 concentrando l'attenzione del giocatore solo sugli incarichi da portare a termine. Solo dalla seconda parte in avanti sono stati introdotti nuovi particolari, che saranno ampliati ulteriormente in futuro". Alla luce di queste esternazioni, rimarcate anche dal game director Hakan Abrak, sembra di capire che l'intera prima stagione di Hitman vada considerata come un sorta di grosso capitolo pilota, pensato per saggiare la risposta del mercato e per ampliare ulteriormente gli orizzonti a partire dalla seconda stagione. Sarà veramente così? In tutta franchezza, arrivati a questo punto, sembra difficile propendere per questa prospettiva. Dopotutto, se si inquadra la tradizione dei titoli sviluppati in passato da IO Interactive, il gameplay nudo e crudo ha sempre avuto la netta predominanza rispetto alla volontà di raccontare una storia. Staremo a vedere.