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Qui Capitan Harlock, passo e chiudo

Dai creatori di Spec Ops the Line uno shooter competitivo affascinante

PROVATO di Tommaso Valentini   —   15/05/2017

Quando si pensa a Yager il primo titolo che viene in mente è quel gran gioco di Spec Ops the Line, che non solo ha dimostrato che, in fin dei conti, questo sviluppatore con i giochi ci sa fare ma che uno studio relativamente piccolo è in grado di imbastire prodotti curati e di qualità. Dopo quell'exploit, comunque, Yager è sparita un po' dai radar, rintanandosi negli uffici di Berlino per produrre qualcosa di molto lontano da uno shooter in terza persona. Lo scorso anno su PC la beta di Dreadnought è passata abbastanza inosservata ed è un vero peccato che uno sparatutto del genere non abbia ottenuto il successo meritato. Quest'anno gli scontri spaziali tra colossi di ferro approderanno anche su PlayStation 4 e noi siamo volati direttamente a in Germania per vedere in anteprima come se la sta cavando la produzione. Dopo un interessante pomeriggio tra laser e missili nucleari, siamo pronti a svelarvi ciò che abbiamo scoperto.

Su Dreadnought la strategia conta tanto quanto l'abilità nella mira, noi ci siamo divertiti da matti

Prima di tutto le basi

Dreadnought è uno sparatutto ad arene che ha per protagonisti enormi vascelli spaziali, armati di decine di cannoni e dalla bassa manovrabilità. Quando si sale a bordo di una di queste astronavi ci si trova piuttosto spaesati, i comandi da memorizzare sono molti e l'interfaccia è parecchio aggressiva, ma ci vuole poco ad abituarsi al sistema di gioco e ad iniziare a divertirsi. Se dovessimo fare un paragone per farvi capire subito ciò di cui stiamo parlando, potremmo prendere come esempio World of Warships di Wargaming, con un'ambientazione futuristica e la possibilità di muovere le navi in una spazialità tridimensionale piuttosto che solo sulla superficie del mare. Da qui si evince come Dreadnought sia in realtà un gioco estremamente strategico e di come i capitani virtuali debbano imparare, prima che a sparare, a pensare in anticipo mosse e manovre per non rimanere eccessivamente scoperti durante gli scontri. I movimenti lenti, quasi pachidermici dei Dreadnought offrono un gameplay ragionato per le classi di navi più pesanti, dando vita a interessanti scontri strategici dalla discreta durata.

Qui Capitan Harlock, passo e chiudo
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Qui Capitan Harlock, passo e chiudo

Scegliete la vostra nave tra le diverse categorie presenti e comunicate con il team per avere una squadra bilanciata e senza punti deboli. Come un qualsiasi shooter arena, Dreadnought offre infatti fregate capaci di sparare dalla distanza formidabili colpi precisi, corazzate che possono assorbire un gran numero di colpi prima di perdere gli scudi ma anche navi di supporto con raggi curativi e navicelle più piccole dotate di sistemi stealth e mine per andare a dar fastidio alla flotta avversaria, perfino portaerei capaci di lanciare sciami di bombardieri contro il nemico. Va da sé che per riuscire ad avere la meglio negli scontri serve coordinazione e un buon livello di comunicazione, una soluzione che lascia poco spazio ai lupi solitari. Il sistema funziona egregiamente comunque, restituendo ai giocatori duelli estremamente esaltanti con ricompense che, per quanto provato su pc, non fanno pesare in maniera eccessiva il modello free to play del titolo. Quello che è possibile ottenere sborsando denaro reale, oltre ai classici boost per l'esperienza, varia dalle classiche colorazioni speciali a elementi di personalizzazione unici, fino ad arrivare a qualche vascello esclusivo ma nulla che possa intaccare il delicato bilanciamento del gioco. Il sistema di crescita delle navi e i rami a disposizione per i potenziamenti seguono da vicino quanto offerto dalle produzioni Wargaming, con tanto di tier per le diverse navi e costi di mantenimento e riparazione dopo ogni singolo scontro. Nulla di realmente nuovo da questo punto di vista. Attenzione però a pensare a Dreadnought come un semplice clone con ambientazione differente perché se è vero che alcuni elementi sono ispirati alle produzioni di matrice russa, il gameplay è piuttosto originale e offre spunti molto interessanti. L'elemento chiave è la gestione delle riserve di energia di ogni nave che può essere utilizzato a piacimento dal giocatore per potenziare tre parametri speciali. Con un semplice swipe sul touch pad potremo chiedere di mandare al massimo i motori per avere un'accelerazione immediata, rinforzare i colpi sparati dalla nostra nave o ancora creare uno scudo energetico per proteggere lo scafo. Oltre a una gestione strategica della mappa e ad una buona mira diventa indispensabile avere anche un'intelligenza tattica per decidere come e quando sfruttare al meglio ciascuno dei potenziamenti, in un balletto continuo che alterna i cooldown di ricarica dell'energia alle manovre offensive e difensive. Non esistono insomma tempi morti e anche con le navi all'apparenza più semplici da governare c'è sempre qualcosa a cui prestare attenzione, sempre qualcosa da pianificare, anche fosse solo cercare di capire come arrivare a portate dei nostri cannoni per scaricare tutto il potenziale offensivo del nostro arsenale. Ogni dreadnought è infatti dotato di almeno quattro armamenti, che possono ovviamente essere modificati nell'hangar, e che hanno ovviamente funzionalità differenti. Il sistema di mira non è sofisticato come quello del già citato World of Warships, né così punitivo in termini di balistica ma non è assolutamente un punto a sfavore per il titolo Yager che invece sfrutta a proprio vantaggio questa scelta per diventare più immediato e divertente. A rendere competitivo il titolo, studiato appositamente per gli scontri tra più giocatori, ci pensano quindi le hitbox molto curate e una serie di modalità di gioco piuttosto intriganti.

Salga a bordo, cribbio!

Stiamo parlando di un gioco che fa degli scontri tra giocatori l'asse su cui verte tutto il sistema di gioco. Potrete aspettarvi quindi scontri deathmatch e team deathmatch ma anche modalità con punti di conquista estremamente classiche. Con l'arrivo del gioco su PlayStation 4, in esclusiva temporale, arriva però anche una modalità che vuole sovvertire questa regola generale e che proporrà invece scontri cooperativi per tre giocatori contro ondate di navi gestite dall'intelligenza artificiale.

Qui Capitan Harlock, passo e chiudo

Nella modalità Havoc dovrete così collaborare con altri due vostri amici, nel tentativo di sopravvivere il più a lungo possibile contro un numero infinito di ondate di nemici, intervallate da scontri contro boss giganteschi particolarmente coriacei. Ancora una volta è la conformazione della squadra ad essere estremamente importante e per superare in scioltezza le prime ondate almeno un curatore in gruppo è essenziale. Mano a mano che si sconfiggono nemici il gioco ricompensa i sopravvissuti con perk e potenziamenti casuali, che possono essere acquistati grazie ai crediti accumulati facendo a pezzi i vascelli avversari. Si possono così comprare scudi più potenti o munizioni perforanti ma anche nuovi motori per una manovrabilità aumentata. Dopo un determinato numero di ondate, proprio per cercare di mantenere un giusto livello di sfida, arriveranno anche boss e mini boss a complicare le cose, per un sistema di gioco che aggiunge ulteriore longevità ad un titolo già ampiamente ricco da questo punto di vista. Ottimo pure il comparto tecnico che offre maestosi vascelli spaziali e eccellenti effetti luminosi. Se siete curiosi di provare il titolo proprio in questi giorni partirà una lunga closed beta su console, il nostro consiglio è ovviamente quello di farci un giro siamo sicuri che non ve ne pentirete.

CERTEZZE

  • Partite strategiche e mai tediose
  • Gran quantità di navi
  • Modalità extra su PlayStation 4

DUBBI

  • Il sistema di crescita e potenziamenti è mutuato da altri titoli