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A caccia di zombie con Hunt: Showdown

Crytek riesuma il titolo del 2014 vestendolo con nuove interessanti caratteristiche

ANTEPRIMA di Luca Olivato   —   28/07/2017

Crytek è l'esempio di azienda che a furia di acquisizioni in poco tempo ha rischiato di fallire: ne abbiamo approfondito i motivi in uno speciale curato da Simone qualche mese fa. Degli otto studio acquisiti o aperti tra il 2007 e il 2012 ne sono stati chiusi sei, e tra questi anche quello ad Austin, precedentemente conosciuto col nome di Vigil Games; un nome che non dovrebbe suonare nuovo agli appassionati perché si tratta degli autori di Darksiders.

A caccia di zombie con Hunt: Showdown

La casa fondata dai fratelli Yerli più che al franchise, che non rientrava nelle proprie corde (difatti è stato ceduto a Nordic Games: il terzo episodio è previsto per l'anno prossimo), era interessato al know how David L. Adams e soci a cui fu affidato, nel 2014, lo sviluppo di un free to play cooperativo, feature richiesta a gran voce dai giocatori dell'action ambientato tra inferno e paradiso. Hunt: Horrors of the Gilded Age, annunciato nell'autunno dello stesso anno, fu sospeso solo qualche mese più tardi, quando la casa madre fu costretta a chiudere la filiale texana per ridurre i costi. Allo stesso tempo Adams e il suo team fecero le valigie, lamentandosi per un ritardo nei pagamenti, ma il lavoro svolto sino a quel momento non andò perso e il gioco, tra lo stupore degli addetti ai lavori, è riapparso all'ultimo E3, seppure con un leggero cambio di nome. Hunt: Showdown si conferma quindi come un titolo multiplayer con elementi da survival horror. Il video proiettato alla convention californiana ha mostrato una decina di minuti di gameplay e, per quanto si tratti di una versione alpha, le indicazioni che ci sono arrivate sono sicuramente interessanti.

Cosa siamo

Il footage inizia con la tensione che si taglia col coltello. Nel fetido buio di una palude della Louisiana il cacciatore, affiancato da un collega, si muove con cautela, prende visione di dove si trovano gli zombie e sembra quasi evitare lo scontro. Le riprese si spostano poi in un altro punto della mappa dove viene lanciato un bengala che mette allo scoperto un nugolo di mostri, che l'altro cacciatore sta aspettando a fucile spianato. La coppia si muove in direzione di un capanno dove si trovano degli indizi riguardanti il mostruoso ragno finale da sconfiggere. La buona riuscita dell'atmosfera è testimoniata dal filmato: alle tinte fosche che contribuiscono ad accrescere la tensione si aggiunge un design dei nemici decisamente convincente. Ma non è tutto perché i programmatori hanno deciso di rendere la morte permanente: si tratta di uno stratagemma molto efficace per convincere i giocatori ad adottare uno stile di combattimento molto cauto e improntato sulla tattica piuttosto che sull'azione. Il giocatore che viene ucciso perderà il proprio avatar e tutte le statistiche ad esso collegate; tuttavia l'esperienza accumulata nel corso delle partite non sarà completamente perduta e potrà essere "infusa" in un nuovo personaggio che però non avrà accesso alle armi e agli altri oggetti raccolti sino a quel momento.

Come eravamo

Confrontando Showdown con Horrors of the Gilded Age troviamo diversi punti in comune: l'ambientazione è praticamente invariata, così come la natura dei mostri. In quel caso c'era da far fuori una strega che è stata poi sostituita dal ragno, ma non mancavano gli zombie che nel corso degli anni sembra abbiano perso un po' di osticità. Cambia radicalmente la prospettiva che passa dalla terza alla prima persona e cambia anche la dimensione dei team, che è stata dimezzata. Quel che differisce maggiormente è però la struttura di gioco: nel titolo di Vigil Games le partite erano aperte ad un massimo di quattro giocatori in cooperativa, mentre lo studio di Francoforte ha deciso di aprire anche al PvP. Si possono confrontare fino a cinque squadre in partite che possono durare dai 20 ai 40 minuti, a seconda degli obiettivi. La mappa copre una superficie di un chilometro quadrato e si presta quindi ad ospitare diverse location. All'inizio nessuno sa dove si trovino gli altri cacciatori, pertanto ci si muove con circospezione per evitare di rivelare la propria posizione. Come abbiamo detto, per stanare i nemici è necessario illuminare la zona e questo di per sé potrebbe attirare attenzioni non gradite, ma il vero momento clou della partita è quando ci si trova a bandire il ragno dal regno terrestre. Questo rituale, che si mette in atto dopo aver ucciso il boss, palesa a tutti i cacciatori superstiti la posizione del bottino, attirandoli come api sul miele e aggiungendo un ulteriore elemento tattico ad una struttura già di suo interessante. In Horrors of the Gilded Age le mappe venivano generate proceduralmente dalla CPU, sicché ogni partita era diversa dalle altre. In Showdown invece le aree esplorabili saranno sempre le stesse, mentre cambierà la posizione dei nemici che il gioco farà resuscitare in punti sempre diversi.

A caccia di zombie con Hunt: Showdown

Chi ricordiamo

Inutile dire che l'originalità non è di certo uno dei punti di forza del gioco di Crytek. Ambientazioni e strutture di gioco sono terreno di caccia di mostri sacri come Left 4 Dead, Resident Evil, The Order: 1866, solo per citare i primi che ci vengono in mente. Gioca a favore il celebre CryEngine, finalmente in grande spolvero. Per quanto si stia parlando di una singola ambientazione, peraltro figlia di un altro team di sviluppo, l'impressione che se ne ricava è ottima: un comparto tecnico che sembra tenere testa alle produzioni più costose, ma certo non basta a rassicurare sul possibile successo di Hunt. Da quanto sappiamo infatti sarà un titolo esclusivamente multiplayer: dopo le burrasche finanziarie pare che in quel di Francoforte non abbiano le possibilità di improntare una campagna per giocatore singolo che invece sarebbe stata estremamente interessante, considerate le dinamiche di gioco. Non è assolutamente scontato che l'aver introdotto una morte permanente scoraggi gli utenti più frenetici e che nella realtà il modo di giocare sia molto distante da quello immaginato dai programmatori nel filmato che, per quanto evocativo, rispecchia sempre delle situazioni ideali. Altra domanda al momento senza risposta riguarda la natura di Hunt Showdown: dalla Germania non hanno ancora fatto sapere se si tratterà di un free to play come inizialmente previsto o se, alla stregua di Day By Daylight ad esempio, sia necessario sborsare una cifra iniziale prima di collegarsi ai server. Ignota al momento anche la data d'uscita, mentre l'unica piattaforma confermata è quella PC, anche se gli sviluppatori si sono dichiarati possibilisti sulla conversione per piattaforme Sony e Microsoft.

CERTEZZE

  • Tecnicamente ottimo
  • Gameplay concettualmente interessante
  • Ambientazione riuscita

DUBBI

  • Solo multiplayer
  • Non si conosce l'eventuale natura (gratis o a pagamento)
  • Da valutare l'utilità della morte permanente