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2017 Rewind - Resident Evil 7 biohazard

Senza dubbio uno dei migliori titoli dell'anno, il nuovo episodio della serie Capcom ha fatto centro

SPECIALE di Tommaso Pugliese   —   11/12/2017

L'arte di reinventarsi non fa parte del DNA di Capcom, diciamocelo: la casa di Osaka è celebre per la propria capacità di spremere al massimo ogni franchise, specie quelli di maggior successo, ma ha sempre fatto grande fatica a proporre esperienze innovative. L'annuncio di Resident Evil 7 biohazard, durante l'E3 2016, ha dunque colto tutti alla sprovvista: archiviato il tentativo di portare il franchise su binari più vicini al genere action con il sesto capitolo, l'azienda giapponese ha giocato la carta del rinnovamento, andando alla ricerca del brivido che caratterizzava i primi episodi e puntando su di un approccio molto in voga negli ultimi anni, quello dei survival horror di tipo "passivo". Una differenza sostanziale, se ci pensate: un Resident Evil in cui, per la prima volta, non si vestono i panni di un agente speciale addestrato ad affrontare qualsiasi situazione, bensì quelli di una persona comune, alle prese con eventi che vanno al di fuori dalla propria comprensione, e di fronte ai quali è davvero difficile reagire.

Un nuovo incubo

Ethan Winters riceve un messaggio da sua moglie Mia, scomparsa da tre anni e ritenuta morta. Determinato a scoprire cosa le sia successo, l'uomo viaggia fino a una piantagione di Dulvey, in Louisiana, dove trova una casa apparentemente abbandonata. Dei rumori lo conducono verso la cantina, dove Mia è tenuta prigioniera, ma mentre i due scappano la donna si trasforma improvvisamente in una sorta di zombie e attacca Ethan senza pietà, costringendolo a ucciderla. Sembra però che la vita e la morte abbiano assunto un significato diverso in quella casa maledetta, che in realtà appartiene a una famiglia molto particolare: i famigerati Baker. Dopo qualche secondo di buio, facciamo la conoscenza del capofamiglia, Jack; della sua "dolce" consorte, Marguerite; del loro figlio spostato, Lucas; e di una misteriosa donna anziana, apparentemente catatonica, che giace su di una sedia a rotelle.

2017 Rewind - Resident Evil 7 biohazard

Le prime sequenze di Resident Evil 7 biohazard richiamano effettivamente l'ormai consolidata tradizione degli horror game in cui non ci si può opporre al male, dove le uniche opzioni sono nascondersi o fuggire. Situazioni che abbiamo vissuto in titoli come il recente Outlast 2, e che sanno creare una tensione autentica, con il cuore che batte all'impazzata mentre cerchiamo di scappare, inseguiti da un crudele assassino, o speriamo che i nostri inseguitori non ci vedano mentre ci rinchiudiamo in un armadio o strisciamo sotto un letto. Il fascino dell'ultimo episodio della serie Capcom sta però nella sua capacità di coniugare queste sacrosante esigenze, ovverosia la capacità di spaventare e di tenere il giocatore sulla corda, con la tradizione di un franchise che ci ha abituato a protagonisti che sanno reagire, quale che sia la minaccia che gli si para di fronte.

2017 Rewind - Resident Evil 7 biohazard

E così anche Ethan è costretto ad adattarsi, sebbene in maniera molto graduale: dopo essersi leccato le ferite, dopo aver compreso il pericolo che lui e Mia stanno correndo, si convince a prendere l'iniziativa e a a raccogliere tutto ciò che possa trasformarsi in un'arma di difesa contro i folli componenti della famiglia Baker, al fine di scoprire il segreto custodito da sua moglie e dalle strane persone che l'hanno imprigionata. Certo, opporsi a creature tanto raccapriccianti quanto pericolose non sarà semplice, ma più andremo avanti nell'avventura e migliori saranno gli strumenti a nostra disposizione. C'è un modo per fuggire da quell'incubo? E chi è Zoe, la ragazza che sembra stia cercando di aiutarlo a uscire vivo da quella situazione? Per scoprirlo dovremo completare una campagna al cardiopalma, che avrà modo di terrorizzarci per circa dieci ore mentre esploriamo ambienti angusti, risolviamo crudeli rompicapo e arriviamo infine a comprendere la verità su ciò che sta accadendo in quel remoto paesino della Louisiana.

2017 Rewind - Resident Evil 7 biohazard

Resident Evil 7 biohazard si pone insomma come un mix tremendamente riuscito, una commistione fra vecchio e nuovo, tradizione e innovazione. Un gioco che mette al primo posto l'atmosfera, la tensione e l'esplorazione, raccontandoci una storia dai contorni raccapriccianti che però progressivamente si raccorda con le origini della serie; nell'ottica di una produzione che può contare su di un comparto tecnico eccellente, in grado di presentare personaggi realistici e convincenti, ambientazioni dettagliate e un sonoro che riesce ad accompagnare al meglio questo tipo di esperienza, grazie anche a un ottimo doppiaggio in italiano. Nel caso possediate un visore PlayStation VR, inoltre, il titolo Capcom dispone di un'arma in più: la possibilità di giocare l'intera campagna in realtà virtuale, con un grado di coinvolgimento inedito e la sensazione di vivere l'incubo di Ethan Winters in prima persona. Sarete abbastanza coraggiosi da provarci?