Non è un caso che all'anteprima di Nintendo Labo sia stata invitata la stampa generalista, e non quella specializzata. Il nuovo e atipico progetto Nintendo si rivolge principalmente, pur non esclusivamente, a un pubblico di non-giocatori. Quello che dovremmo tentare di fare noi, intendo noi giornalisti specializzati, è di non ricadere nell'errore compiuto in epoca Wii: dividere cioè il mondo in "noi" (giocatori) e "loro". Sì, perché quel loro è ramificato, molto ramificato: dall'altra parte esistono prodotti come Wii Music e Wii Sports, come Wii Fit e Art Academy, insomma, delle opere tra loro estremamente diverse, accomunate dalla semplice lontananza dal videogioco tradizionale, e al limite dal disinteresse degli "hardcore gamer".
Non è affatto semplice inquadrare bene Nintendo Labo. È sotto gli occhi di tutti come ormai il casual gaming sia dominato dai dispositivi mobile, e a Kyoto lo sanno bene; come sanno del resto che molti tablet vengono utilizzati come baby sitter. Ecco, Nintendo Labo è una risposta diretta alla presa di coscienza di questa realtà. Primo: si tratta di un ritorno alla materia, al giocattolo in senso stretto. In secondo luogo, parliamo di un progetto che punta moltissimo sulla condivisione, in maniera diametralmente opposta al tablet baby sitter: è vero, è un prodotto per bambini, ma è soprattutto un prodotto per bambini e genitori, da montare assieme. Terzo, si tratta di un'atipica forma di realtà aumentata. Immaginate di avere quattro anni, vostro padre torna a casa con uno dei Kit Nintendo Labo, trascorrete il sabato pomeriggio a costruire insieme una tastiera di cartone: poi, solamente alla fine, inserite i Joy-Con. E quel piccolo pianoforte suona davvero. Noi la chiamiamo realtà aumentata; il bambino probabilmente la chiamerà magia.
Art Attack
Se non avete ancora guardato il video di presentazione, vi consigliamo di dargli un'occhiata; semplicemente è molto più esplicativo delle parole che useremo noi... che userà chiunque. Nintendo Labo arriverà in Europa il 27 aprile, ovvero una settimana dopo che nel resto del mondo. Ancora non è stato comunicato il prezzo ufficiale, ma non dovrebbe discostarsi molto da quello americano, quindi 70 dollari per il Variety Kit e 80 per il Robot Kit. Un costo piuttosto elevato, che però si inserisce perfettamente nel contesto che prima avevamo spiegato: non è tanto un prodotto per bambini, quanto un qualcosa da condividere coi genitori, che (teoricamente) dovrebbero avere finanze maggiori a loro disposizione. I due Kit conterranno entrambi vari fogli di cartone da assemblare seguendo il pattern indicato, oltre che le istruzioni sul televisore; istruzioni che saranno accessibili grazie alle cartucce all'interno della confezione, che avranno - ovviamente - anche i videogiochi che si relazioneranno a queste periferiche fai-da-te.
Il primo dubbio che sorge è relativo alla durata/resistenza del tutto: cartone e bambini sono un binomio piuttosto pericoloso. Nintendo ha già detto che fornirà gratuitamente i pattern per ricostruirsi da soli le "periferiche", e probabilmente venderà a parte anche i cartoni ufficiali; esattamente come metterà in commercio adesivi per personalizzarli. Ma saranno molto utili, per entrambe le finalità, anche nastro adesivo e pennarelli. Nel Variety Kit troveremo il materiale per costruire cinque "giocattoli". Una canna da pesca, una tastiera musicale, una casa, un manubrio (di una moto) e una macchinina. Tutte queste periferiche si rapporteranno diversamente sia al televisore che ai Joy-Con, di cui sfrutteranno tutte le specificità: giroscopi, HD Rumble e sensore a raggi infrarossi. La macchinina ad esempio, quella più veloce da costruire (si parla di quindici minuti), verrà controllata attraverso il touch screen di Switch, con le vibrazioni dei singoli Joy-Con a mandarla avanti e indietro. Il pianoforte - e qui parliamo di due ore di costruzione, che per gente come chi scrive probabilmente arriveranno a quattro - "sentirà" le singole note attraverso il sensore a infrarossi del Joy-Con destro, che verrà inserito a lato della tastierina.
Robot Kit
Il dubbio più grande che abbiamo è relativo alla profondità dei vari videogiochi del Variety Kit: quanto saranno strutturati? La parte migliore dell'esperienza sarà rappresentata dal fai-da-te? Su questo non abbiamo alcuna risposta né indizio. Prendete ad esempio il gioco (minigioco?) di pesca: Switch viene inserito all'interno di una struttura che lo sorregge, un filo (un vero filo!) connette questa costruzione alla Toy-Con canna da pesca: le vibrazioni, e la conseguente tensione dello spago, dovrebbero far capire quando agganciare il pesce, ruotare il mulinello e via dicendo. Bene, questo ci è chiaro: ma una volta presa la trota, finirà lì? Oppure il tutto avrà una struttura - pur minima - in stile Wii Sports? È un dubbio lecito: da un lato Nintendo vorrà far passare meno tempo possibile tra la costruzione e la cattura del pesce, dall'altro non vorrà limitare l'esperienza a una singola sessione. Da questo punto di vista dà molte più garanzie il Kit Robot, basato su una vecchia demo presentata da Miyamoto all'E3 2014 (Project Giant Robot). Nonostante il concept generale alla base dei due kit sia lo stesso, quello Robot pare molto più legato al videogaming tradizionale. Anche qui si è visto poco, ma sostanzialmente si tratterà di diventare Gundam e schiacciare palazzi e Ufo (sì, Ufo). Non è affatto facile comprendere, almeno in questo caso, la struttura di cartone, e costruirla sarà ancora peggio. La parte più intuitiva è l'elmetto, che conterrà un Joy-Con capace di rivelare i movimenti della testa (e, conseguentemente, spostare la visuale del gioco). Quello inserito nello zaino invece ha, almeno in apparenza, qualcosa a che fare con la stregoneria. Al suo interno cela varie fessure, come nel pianoforte percepite dagli infrarossi, a loro volta collegate a dei fili che saranno agganciati a delle costruzioni di cartone per mani e piedi.
Ve l'avevamo detto, è più semplice sintetizzare il tutto con "stregoneria". La visione di Nintendo stavolta è limpida: si cerca la massima semplicità possibile in quanto a periferiche canoniche, niente movimenti alla Arms, bensì un singolo Joy-Con sullo zaino che rileva gli spostamenti dei quattro arti (vedremo poi con quale precisione). Esteticamente si tratta di uno dei lavori migliori di Nintendo: logo, musica, pattern sul cartone, è tutto al posto giusto in un bellissimo equilibrio tra balocco e pulizia grafica. Prima di chiudere, vorremmo segnalare due cose. La prima è che Nintendo punterà ancora molto sul mercato casual, ma con un atteggiamento diverso dall'epoca Wii. Non è più il pubblico di riferimento: Switch ha venduto tantissimo rivolgendosi al mercato tradizionale, e quello continuerà a fare. Il suo successo non dipende da 1-2-Switch o Nintendo Labo; questo rende l'azienda più libera di sperimentare, in attesa di ideare la trovata "giusta" che possa allargare ancora di più la propria utenza. Il secondo elemento che vorremmo sottolineare è la sottile ironia del Kit Robot. A forza di domande relative ai visori 3D, e a forza di sottolinearne i punti deboli, Nintendo ha dato la sua stramba risposta. Che una risposta non è, ma spiega bene il loro punto di vista. Finché i visori 3D saranno potenzialmente fastidiosi per gli occhi, e soprattutto finché sarà un po' ridicolo indossarli e alienante usarli, Nintendo non li prenderà in considerazione. Piuttosto che trasformare voi stessi, ventenni e trentenni, in effettivi RoboCop, regalate un'armatura di cartone a vostro figlio, e convincetelo di essere Gundam. È ridicolo, non è vero? Già. Play Station VR ha venduto, ad oggi, due milioni di unità. Il Robot Kit di Nintendo Labo, mentre scriviamo, è in testa ai videogiochi più acquistati di Amazon. L'ironia della situazione è piuttosto evidente.
CERTEZZE
- Idea a dir poco originale
- Un gioco per genitori e figli
- Design eccellente
DUBBI
- Quanto saranno profondi i minigiochi?
- Quanto sarà facile reperire i cartoni di ricambio?
- Il costo è piuttosto alto