Attenzione: anche se il titolo qui sopra è già abbastanza esplicativo, sappiate che in questo articolo sono contenuti pesanti spoiler sui due giochi in questione
Ormai lo saprete di certo: quando si tratta di To the Moon e Finding Paradise, da queste parti non ci giriamo tanto intorno nel definirli dei capolavori. A di là delle promozioni a pieni voti ottenute nelle rispettive recensioni, le avventure targate Freedbird Games sono state in grado di toccare corde che pochi altri titoli sono riusciti a raggiungere, rimanendo per questo impresse nell'animo di chi le ha giocate. Le due opere di Kan Gao (senza dimenticare A Bird Story) ci hanno portati per mano attraverso una sequenza incredibile di emozioni, che sono riuscite a sorprenderci anche nel caso di Finding Paradise, nonostante sapessimo già più o meno cosa aspettarci da esso dopo l'esperienza fatta con To the Moon. Anche se all'apparenza i due giochi sono legati a personaggi e storie diverse, essi propongono in realtà una chiave di lettura continuativa, sulla quale Kan Gao ci invita a riflettere senza dimenticare le diverse tematiche filosofico-esistenziali trattate nel doppio incarico dei dottori Watts e Rosalene. A distanza ormai di un mese dall'uscita di Finding Paradise, proviamo a dare un'interpretazione a questi due meravigliosi racconti.
Johnny e la Sigmund Corp.
Se siete arrivati fino a questo punto nella lettura dell'articolo vuol dire che avete già giocato sia a Finding Paradise che a To the Moon, anche perché altrimenti avrebbe poco senso proseguire. Diamo quindi per scontato che sappiate il particolare ramo d'affari di cui si occupa la Sigmund Corp., e che ricordiate i vari personaggi conosciuti nel corso delle due avventure. La nostra riflessione parte da To the Moon, la cui trama ruota intorno alla figura di Johnny, intenzionato a soddisfare in punto di morte il proprio desiderio di andare sulla luna. A posteriori, possiamo dire che come primo capitolo To the Moon è stato concepito appositamente da Kan Gao per mettere il giocatore a proprio agio con l'idea che possa esistere una società che svolge un compito così delicato: perché negare a una persona in punto di morte di soddisfare il desiderio di tutta una vita, se esiste una tecnologia che permette di farlo anche se solo a livello di immaginazione? Dopo aver giocato Finding Paradise ci sono altre considerazioni da fare sull'argomento, ma fermandoci al solo To the Moon possiamo dire di non avere mai messo in dubbio l'utilità di una società come la Sigmund Corp. Il viaggio a ritroso nei ricordi di Johnny fa da perfetto apripista per il racconto successivo, coinvolgendo il giocatore in una storia in cui l'operato di Watts e Rosalene si dimostra l'unica soluzione possibile per fare in modo che Johnny trovi pace nel suo letto di morte. I misteri che avvolgono il passato dell'uomo celano un enorme dolore, e vengono rivelati con il chiaro obiettivo di concedergli un ultimo istante di serenità. Dopo aver fabbricato una serie di ricordi in cui la morte del fratello di Colin non è mai avvenuta, ed egli si ritrova infine ad andare sulla luna insieme a River per soddisfare il suo desiderio, l'operato della Sigmund Corp. ci sembra dunque inappuntabile. Quella di Finding Paradise, invece, è tutta un'altra storia.
La ricerca della felicità
La vicenda narrata da Finding Paradise si dimostra differente rispetto a To the Moon sin dalle battute iniziali. Colin ci sembra infatti una persona che dalla vita ha avuto tanto, se non tutto: un bel lavoro da pilota di aerei, una moglie e un figlio che lo amano, apparentemente nessun rimpianto particolare. Lo conferma il fatto che neanche lui sa dare agli addetti della Sigmund Corp. un'indicazione precisa sul desiderio che vuole esaudire, anche se il solo essersi rivolto alla società evidenzia l'intenzione di Colin di modificare i propri ricordi. Viene seminata così una sensazione di turbamento, che diventa sempre più grande man mano che Watts e Rosalene proseguono nel viaggio tra i ricordi di Colin: i rimpianti in cui essi incappano sono quasi insignificanti, ma per qualche motivo agli occhi del protagonista essi appaiono invece come drastici. La proposta di matrimonio scritta nel cielo con una lettera sbagliata, una splendida luna di miele "rovinata" da un bicchiere di vino rovesciato, l'ultimo volo da pilota prima di andare in pensione con un atterraggio brusco. Anche agli occhi di chi si trova davanti al monitor, niente di tutto ciò sembra in grado di rovinare una vita soddisfacente come quella che ha avuto Colin.
La presenza di Faye porta il giocatore a credere che sia l'amore perduto la parte di vita che non soddisfa il protagonista, ma una volta svelata la vera natura dell'amica immaginaria presto ci si rende conto che Colin vuole realmente bene a Sofia e Asher. La figura di Faye è comunque determinante, in particolare nel toccante momento in cui Colin la lascia andare, quando i due si ripromettono di "incontrarsi" nel futuro per raccontarai le proprie vite. È forse da quel momento che Colin coltiva in sé un senso di perfezionismo, che esplode proprio nel momento in cui egli viene a sapere della Sigmund Corp. La sola esistenza di questa società gli fa infatti credere di poter cancellare tutto ciò che egli vive come un rimpianto, nella speranza di poter così arrivare alla fine nella condizione di dire a Faye di aver vissuto una vita felice al cento per cento. Per dare a Colin la pace che egli cerca in punto di morte, Watts e Rosalene si rendono conto che l'unica cosa da fare è rimuovere dalla sua mente la conoscenza della Sigmund Corp., permettendogli così di non avere il desiderio di cambiare dei piccolissimi incidenti di percorso in una vita piena di soddisfazioni. A nostro avviso, Finding Paradise tratta in modo straordinario argomenti enormemente complessi come la solitudine, gli obblighi dettati dalla crescita e l'abbandono dell'età infantile, facendo riflettere anche sul perfezionismo e su come quest'ultimo possa impedire a chi lo coltiva in modo eccessivo di vivere una vita felice. Anche quando, come nel caso di Colin, ci sono poche, piccole imperfezioni in una vita pressoché perfetta.
Giusto o sbagliato?
Immaginate che la Sigmund Corp. esista davvero nella realtà, e che quindi volendolo possiate essere in grado di modificare il vostro passato. Semplicemente indicando ai dottori che si occupano del vostro caso che cosa desiderate, senza preoccuparvi di altro. La tentazione di tornare indietro per mettere tutto a posto sarebbe notevole: nessuno può del resto affermare di essere soddisfatto della propria vita al cento per cento, e di non voler rimuovere quella volta in cui avrebbe voluto dire una parola in più invece che in meno, arrivare puntuale a un determinato evento o correggere anche il più insignificante degli errori. Anche in casi simili a quello di Colin, in cui sono presenti solo delle piccolissime macchie su una vita felice, fare ricorso alla Sigmund Corp. permetterebbe infatti di sistemare tutto quanto e godere così di ricordi perfetti. Il fatto che qualcosa nella nostra esistenza sia andata in modo diverso dall'ideale svolgimento che ci eravamo costruiti, può significare automaticamente che questa sia andata in modo sbagliato? Di quante cose non riusciamo a godere, solo perché non vanno per filo e per segno come le immaginiamo noi? Quanto rischiamo di perdere di quello che abbiamo, mettendoci alla ricerca di un fantomatico qualcosa in grado di darci l'assoluta felicità, ma che non sappiamo neanche noi bene cosa sia? Con Finding Paradise e la sua storia, Kan Gao fa in modo che il giocatore si ponga le domande che con To the Moon non venivano a galla, mettendo sul piatto i benefici che già conoscevamo ma anche i rischi a cui non avevamo pensato della presenza di una società come la Sigmund Corp. nelle vite delle persone che popolano la realtà parallela da lui immaginata. Il terzo capitolo della storia ci indicherà probabilmente il parere del game designer sull'argomento.