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La vecchia Repubblica

Finalmente mostrato e messo a disposizione per una prova, The Old Republic riesce a convincere già alla prima uscita

PROVATO di La Redazione   —   21/08/2009

La GamesCom 2009 è stata l'occasione buona, finalmente, per mettere gli occhi e quindi provare quello che con ogni probabilità è, a quando queste righe vengono scritte, il gioco di ruolo online più atteso in assoluto: The Old Republic è

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il primo MMO di Bioware, gente che la parola rivoluzione la conosce e se la sente aggettivata, il secondo tratto dalla licenza di casa Lucas ma talmente dotato di spunti e suggestioni, oltre che di un universo di gioco elaborato e complesso, da non presentare punti di contatto con quel Galaxies che tanto negli anni ha fatto discutere. Senza stare ad almanaccare sugli eventuali, altrui errori del passato, è bene subito dire che per quanto sperimentato Bioware Austin ha lavorato molto bene, intraprendendo la strada per quello che potrebbe essere un successo indimenticabile.

La storia prima di tutto

L'arco narrativo preso in considerazione si dipana a partire da trecento anni dopo gli eventi raccontati in Knights of the Old Republic e più di tremila prima rispetto all'inizio della saga cinematografica, in un periodo dominato da un'esile tregua tra l'Impero Sith e la Repubblica, con il primo che dopo averli duramente colpiti e fondata una nuova accademia su Korriban, costringe gli Jedi a tornare su Thyton, dove l'ordine era stato fondato. Insomma ci saranno le tematiche classiche e ne verranno sviluppate di nuove, sempre con la storia al centro dell'attenzione

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dato che è stata chiaramente espressa la volontà di supportare gli elementi portanti per il genere - esplorazione, azione e crescita - con una narrazione che potesse essere chiamata tale, diversificata a seconda delle scelte fatte dall'utente sin dalla creazione del proprio alter ego e arricchendola di elementi solo in apparenza secondari, come il doppiaggio che per la prima volta in un MMO coinvolgerà quanto detto da ogni singolo personaggio, almeno inizialmente solo in inglese, francese e tedesco. In base alla classe scelta si verrà poi dotati non solo di abilità diverse, ma si dovranno anche affrontare missioni differenti, prendendo decisioni dall'impatto capovolgente. Insomma tornerà il concetto di bene e male, bianco e nero, legando quelle che saranno delle scelte morali continue alla crescita del proprio personaggio, che avrà accesso a diverse abilità e possibili sviluppi.

A ciascuno il suo

Gli spezzoni di giocato a cui è stato inizialmente possibile assistere sono stati spesi per mostrare alcune delle classi disponibili: Bounty Hunter, Smuggler e Sith, a cui si aggiungono i già annunciati Trooper e il Galactic Republic. Il primo è il classico cacciatore di taglie dell'universo di Star Wars, un personaggio dotato gadget che spaziano dalla pistola laser d'ordinanza fino al lanciafiamme installato nella polsiera dell'armatura e al jetpack, per un potenziale offensivo notevolissimo e l'impressione di avere a che fare con un piccolo carro armato in movimento, un po' goffo ma di grande efficacia. Interessante lo smuggler - il fu Han Solo dei film - che a differenza di quello descritto poco sopra dovrà sopperire a una minor resistenza grazie all'uso delle coperture - implementate come oramai siamo soliti vedere in una moltitudine di titoli - potendo sporgersi per sparare, sfruttando una velocità fuori dal comune per passare da una all'altra e alcuni oggetti come le granate stordenti per mettere fuori gioco gli avversari, forte nei casi estremi anche di un discreto corpo a corpo. Infine il Sith, ovvero il lato

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oscuro dell'accoppiata Forza più spade laser, velocissimo e potente anche se ovviamente quasi sempre nella condizione di doversi avvicinare, seppur a grandi balzi, al nemico per poterlo danneggiare seriamente. Per ciascuna delle tre classi sono state mostrate delle ambientazioni diverse, dal terreno disabitato e ricco di rovine - leggasi tombe da esplorare - di Korriban, sede dei Sith, fino al più vivibile, per quanto non molto ben frequentato, Ord Mantell, con la sua atmosfera color giallastro a dare una certa sensazione di oppressione agli esuli che la popolano. Qualsiasi sia la scelta, per tutti l'interfaccia è la solita che è stato possibile conoscere, con i punti vita e l'energia per l'uso delle abilità appena sopra gli spazi per disporre queste ultime e la lunga barra che attraversa orizzontalmente lo schermo mostrando l'esperienza mancante al livello successivo; molto più interessante l'uso di un menù radiale, molto simile a quello sempre più spesso adottato da Bioware, per gestire quelli che sono i primi dialoghi dinamici mai inseriti in un MMO, così da poter esprimere al meglio la personalità che si vuole dare al personaggio e potendo esercitare anche altri aspetti di solito poco presenti nel genere, come l'arte oratoria da far crescere come fosse una specifica qualsiasi, spedendo i punti ottenuti.

Nei panni del Sith

Durante la presentazione è stata mostrata una missione istanziata all'interno di un'astronave dell'Impero di cui era chiesto di prendere il controllo, decidendo se uccidere o no il comandante e seguendo poi due percorsi differenti. Gli esponenti di Bioware hanno giocato le conseguenze dell'uccisione mentre a noi è rimasto da provare quanto previsto qualora lo si salvasse: in entrambi i casi si veniva a contatto con un mezzo della Repubblica, ma se nel primo non restava che dichiarargli guerra e farsi attaccare, con i soldati catapultati all'interno dello scafo grazie a delle capsule perforanti, nel secondo si poteva chiedere al capitano di preparare un'imboscata fingendo di arrendersi. La progressione dei due percorsi

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era la stessa, con tanto di scontro finale uguale con un Padawan e poi un maestro Jedi, però gli ambienti da percorrere e gli inevitabili risvolti sulla trama davano sensazioni completamente diverse. Insomma pare che si sia davvero riusciti, sperando tale complessità venga estesa a tutta l'esperienza, a dare vigore alla storia, raccontando più di quanto si sia soliti fare e facendolo mescolando dialoghi dinamici e filmati girati con cura e doppiati. Mouse e tastiera alla mano, The Old Repubblic si lascia giocare in modo tradizionale, con il Sith controllabile sempre pronto a reagire agli ordini dati tramite tastierino numerico o cliccando sulla barre delle abilità, fossero esse degli attacchi con la spada laser, l'uso delle Forza per alzare e strangolare i nemici o incredibili balzi verso gli stessi. Nonostante la richiesta non è stato possibile vedere alcun tipo di albero delle abilità, con quello degli oggetti deputo a essere l'unico menù disponibile nel corso dell'evento, utile ad equipaggiare la light saber per la seconda mano acquisita tra il loot lasciato sul terreno dal maestro Jedi sconfitto.

Reinterpretazione

Come per praticamente ogni MMO, The Old Republic deve affrontare la necessità di avere un aspetto che unisca una qualche bontà visiva a un'ottimizzazione che faciliti i lavori sul netcode e ne permetta la fruizione su una grande quantità di PC diversi. Anche in questo caso Bioware sembra aver fatto centro, con uno stile che riporta

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subito alla mente l'universo di Star Wars, tanto nei vestiti dei personaggi quanto negli ambienti, nei mezzi e negli oggetti. Se perciò non si farà alcuna fatica a sentirsi a casa, l'uso dei colori e il tratto che caratterizza specialmente i personaggi allontana l'opera dalle eventuali velleità fotorealistiche pur restando davvero piacevole. Molti effetti e alcuni set di texture sono ancora evidentemente in lavorazione, però per quanto visto si prospetta come una delle esperienze di gioco di massa online più appaganti, anche graficamente.
Un primo incontro è bastato quindi a far salire The Old Republic tra i primissimi posti degli MMO più attesi, aspettando di avere ulteriori opportunità di prova e magari una qualche sorta di beta. Bioware colpisce ancora.

CERTEZZE

  • Star Wars + MMO + Bioware= profondità e controllo sulla narrazione
  • Fedele all'universo di Lucas
  • Ottima resa di ogni classe
  • Visivamente un intelligente compromesso

DUBBI

  • Un quarto d'ora di prova non può dare giudizi definitivi