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Alone in the Dark: scopriamo in anteprima come Pieces Interactive reinventa la storica serie horror

A 30 anni dall'uscita del primo capitolo, la saga di Alone in the Dark sta per tornare su PC e console, con alcune differenze: scopritele nella nostra anteprima.

ANTEPRIMA di Giordana Moroni   —   25/08/2022

Alone in the Dark, la paura, ce l'ha sempre avuta nel titolo ed è il terrore più grande che un essere umano possa provare: trovarsi da soli, nel buio. Forse, riguardando il primo capitolo del 1992, la paura un po' svanisce per via della grafica datata, ma è indubbio come la serie creata da Infogrames sia sempre stata sorretta da pilastri ben precisi. E a rimetterli in piedi a distanza di 30 anni è lo studio di sviluppo Pieces Interactive, ora parte della famiglia THQ Nordic.

Con uno sviluppo iniziato nel 2019, la saga di Alone in the Dark è pronta a tornare l'anno prossimo con un soft reboot, una rivisitazione e re-immaginazione del classico sviluppato da Frédérick Raynal. Durante la Gamescom 2022 di Colonia abbiamo potuto assistere a una presentazione di questo nuovo horror e vi raccontiamo tutto nell'anteprima di Alone in the Dark.

Storia e personaggi

Derceto ora è un istituto mentale e non più una residenza privata
Derceto ora è un istituto mentale e non più una residenza privata

La storia di Alone in the Dark segue a grandi linee quella del primo capitolo, ma con alcune licenze che il team di Pieces Interactive ha deciso di concedersi. I giocatori torneranno a Villa Derceto che, invece di essere una sontuosa residenza privata, nel gioco ci viene presentata come una istituto mentale per persone facoltose.

Qui si intrecceranno le vicende dei due protagonisti, Edward Carnby e Emily Hartwood, che si troveranno a investigare su un crimine avvenuto tra quelle mura. Lo sviluppatore definisce l'atmosfera che aleggia a Derceto e dintorni come densa: il gioco è, infatti ambientato negli anni 20 in Louisiana, terra di paludi e acquitrini, di acque torbide e pericoli striscianti... e non stiamo parlando degli alligatori!

All'inizio dell'avventura il giocatore potrà decidere se impersonare Carnby o Hartwood: l'avventura sarà identica per entrambi i personaggi, presentando determinati punti fissi nella narrazione che non verranno influenzati da nessun parametro. La scelta del protagonista, a ogni modo, influenzerà l'esperienza del giocatore, perché i personaggi non giocanti reagiranno in modo diverso a seconda di chi si troveranno di fronte. Del resto gli intenti che spingono Carnby e Hartwood a Derceto sono diversi: il primo è un investigatore privato, assunto per svolgere un lavoro, mentre Emily vuole sapere a tutti i costi cos'è successo allo zio. Optare per uno o l'altro sbloccherà quindi linee di dialogo uniche e altri piccoli dettagli relativi al loro passato.

Gli sviluppatori ci hanno confermato durante la presentazione che, per avere un quadro preciso delle vicende di Alone in the Dark, è consigliabile giocare all'avventura con entrambi i protagonisti, poiché alcuni eventi della trama risultano più comprensibili una volta esplorati entrambi i punti di vista dei personaggi. L'avventura, a ogni modo, rimane completa e comprensibile anche giocata una sola volta e risulta accessibile anche a tutti coloro che non hanno mai provato un capitolo della saga di Alone in the Dark.

Orrore cosmico

Lovecraft e l'orrore cosmico rimangono la fonte primaria d'ispirazione di Alone in the Dark
Lovecraft e l'orrore cosmico rimangono la fonte primaria d'ispirazione di Alone in the Dark

Pieces definisce il suo Alone in the Dark come una lettera d'amore verso la saga, ancorata ai pilastri fondanti della serie. Ma quali sono questi pilastri? Anzitutto l'esplorazione sarà più libera, soprattutto se confrontata con il passato. Il nuovo episodio di Alone in the Dark si configura come una classica avventura in terza persona, con movimenti liberi di personaggio e telecamera. Questo permetterà ai giocatori di scoprire più agilmente Derceto e i suoi dintorni; qualora non si fosse capito, l'avventura ci porterà anche in zone limitrofe all'ospedale psichiatrico e non solo al suo interno.

Aggiornare ai giorni nostri il sistema di esplorazione va chiaramente a valorizzare il lavoro fatto su storia e ambientazione. Gli sviluppatori hanno definito Alone in the Dark come lovcraftiano, nel senso più ampio del termine Quando si parla di orrore cosmico o lovcraftiano, è facile pensare ai miti degli antichi e a tutta la lunga serie di cliché e topoi narrativi che hanno caratterizzato la produzione letteraria dello scrittore di Providence.

L'orrore di Alone in the Dark è sottile
L'orrore di Alone in the Dark è sottile

Come detto, il significato di lovcraftiano, nel caso di Alone in the Dark, è da prendere alla lontana, ovvero un orrore generato dalla mancata conoscenza di ciò che ci circonda, quel profondo disagio che nasce dall'ignoto e dall'incomprensibile.

Tutti intenti molto nobili, perché davvero apprezziamo che Pieces Interactive abbia voluto puntare su un orrore più psicologico e meno facile, più tensione e meno spaventi, per intenderci. Come realizzare ciò? Il fardello se l'hai caricato sulle spalle il Director e scrittore del gioco, Mikael Hedberg, ex sviluppatore di Frictional Games che ha lavorato a Amnesia: The Dark Descent e SOMA. Un pedigree decisamente importante, ma che non può bastare a rendere quella di Alone in the Dark un'esperienza di gioco completa.

Puzzle e sistema di combattimento

Il gioco non sarà solo narrazione e avventura, ma avrà diversi puzzle e qualche combattimento a fuoco
Il gioco non sarà solo narrazione e avventura, ma avrà diversi puzzle e qualche combattimento a fuoco

Oltre al forte elemento narrativo e orrorifico, il gioco è completato da un importante comparto puzzle. L'obiettivo del team di sviluppo era quello di creare una serie di enigmi non solo stimolanti, ma anche ben integrati all'interno dell'ambiente di gioco. I rompicapo che andremo quindi risolvere non saranno astratti, ma ben radicati nel luogo e nella situazione proposti al giocatore. Chiude infine il sistema di combattimento, che gli sviluppatori ci tengono a sottolineare non essere il punto focale dell'esperienza. Permetteteci di essere un pizzico irriverenti, la dichiarazione degli sviluppatori ci tranquillizza: nonostante siamo perfettamente consapevoli che manca ancora molto tempo prima dell'uscita di Alone in the Dark, di tutte le sezioni mostrate quelle di combattimento ci sono sembrate ancora le più acerbe; parliamo essenzialmente di un sistema di shooting, che sembra molto basilare e poco appagante.

L'esperienza di Alone in the Dark, quindi, sarà quindi fortemente concentrata su tutti quegli elementi che tendono a creare una forte atmosfera all'interno del gioco, e non è un caso che Pieces Interactive si sia circondata di eccellenti specialisti. Degni di nota, Guy Davis, il Monster designer, veterano dell'Industria cinematografica chi ha collaborato in più occasioni a stretto contatto con Guillermo del Toro, e Jason Kohnen, musicista di fama internazionale che ha aiutato il team a comporre le musiche del gioco.

L'Alone in the Dark di Pieces Interactive sulla carta è perfetto. Apprezziamo molto la scelta di creare un classico gioco horror in terza persona focalizzato su narrativa e atmosfera piuttosto che vedere l'ennesimo survival. Insomma: lo sviluppatore sembra avere le idee molto chiare su come dovrà essere il prodotto finale. All'atto pratico è molto difficile, se non imprudente, esporsi con così pochi elementi su un titolo horror, specialmente uno come Alone in the Dark. Non possiamo nascondere che nutriamo alcuni dubbi sul gameplay: le fasi di combattimento sembrano a uno stadio poco più che embrionale e tecnicamente in alcuni punti il motore grafico sembrava un po' incerto. Di una cosa siamo certi: non si può fare peggio della pellicola cinematografica.

CERTEZZE

  • Genuino amore per la serie Alone in the Dark
  • Narrazione e atmosfera al primo posto

DUBBI

  • Combat system molto acerbo
  • Qualche incertezza tecnica