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Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon, abbiamo provato l'originale esclusiva Nintendo Switch

Vi raccontiamo la nostra esperienza con Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon, dato che abbiamo provato i primi cinque capitoli della campagna.

PROVATO di Aligi Comandini   —   28/02/2023
Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon, abbiamo provato l'originale esclusiva Nintendo Switch
Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon
Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon
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Già quando avevamo scoperto la sua demo nascosta nei meandri del terzo capitolo della saga più famosa di PlatinumGames, Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon ci aveva a dir poco spaesato, e non certo per via di problemi qualitativi. No, ad averci stranito era stato l'improvviso passaggio dello studio giapponese dall'azione frenetica e folle di quello che forse è il Bayonetta più spettacolare ed eccessivo di sempre, a un'esperienza infinitamente più rilassante e compassata, peraltro dotata di un'enfasi sul comparto artistico che non si vedeva nei giochi della casa forse da fin troppo.

Già da quel breve scorcio si notava una discreta personalità in questo peculiare spin-off, ma quanto offerto non era nemmeno lontanamente sufficiente per trarre delle reali conclusioni. Alla fin fine si trattava a malapena di un assaggio, pensato per sorprendere i giocatori più intraprendenti e annunciare la volontà della software house di trasformare le avventure della strega con gli occhiali in un vero e proprio universo narrativo, degno di esperimenti anche lontani dagli action per cui è tanto amata. Eppure i dubbi non mancavano di certo: da una parte PlatinumGames non si dedica da tempo a progetti che non siano quasi interamente orientati verso l'azione adrenalinica, mentre dall'altra risulta difficile considerare così solida la trama dei Bayonetta da poter supportare progetti di questo tipo...

In vista dell'inevitabile recensione del gioco (che arriverà un po' più in là), e forse consapevole anche delle molte incertezze dei fan davanti a un balzo nel buio simile, Nintendo ci ha permesso di provare Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon con largo anticipo. Non possiamo ovviamente ancora darvi tutte le informazioni del caso, ma una cosa è certa: questo curioso lavoro di Platinum nasconde molte più chicche di quanto prevedibile, e potrebbe rappresentare una graditissima sorpresa anche nella massa di videogiochi di valore in arrivo quest'anno.

Una Bayonetta smussata

Inizierete Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon qui, al cospetto della strega Morgana. Cereza può fare ben poco nei primi capitoli, ma le cose cambieranno dopo poco
Inizierete Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon qui, al cospetto della strega Morgana. Cereza può fare ben poco nei primi capitoli, ma le cose cambieranno dopo poco

In quanto spin-off, Bayonetta Origins può prendersi parecchie libertà rispetto alla serie originale, ma anche noi siamo rimasti di stucco davanti al distacco tra questo nuovo pargolo di PlatinumGames e gli spettacolari action da cui deriva. Sia la formula di fondo che l'estetica del gioco sono completamente differenti, e in particolare Origins punta molto su una narrazione comparabile a quella di una fiaba digitale, con tanto di voce narrante femminile che "interpreta" alcuni personaggi (Cereza e pochi altri esclusi), e scene d'intermezzo rappresentate come fossero pagine animate di un grosso libro. Nulla della caciaronaggine, degli ammiccamenti, e dei generali toni maturi comunemente appaiati a questo nome sembra essere rimasto in Cereza And The Lost Demon: l'inarrestabile strega con gli occhiali qui è solo una ragazzina impaurita, alla ricerca di un modo di salvare sua madre dalla prigionia a cui l'hanno condannata le streghe di Umbra.

Le abilità di Cereza e Cheshire si completano, ma alle volte dovrete separare i due. Qui, in particolare, alcune strade sono bloccate da piante di rosmarino. I demoni non ne tollerano l'odore, quindi dovrete trovare un modo per continuare
Le abilità di Cereza e Cheshire si completano, ma alle volte dovrete separare i due. Qui, in particolare, alcune strade sono bloccate da piante di rosmarino. I demoni non ne tollerano l'odore, quindi dovrete trovare un modo per continuare

Se non altro, la cura per tutto ciò che riguarda la storia e i suoi protagonisti sembra nettamente maggiore rispetto a quanto visto nell'ultimo Bayonetta (dove era per lo più un contorno piegato alle necessità del gameplay), e vedere la serie prendersi i suoi tempi per raccontare a dovere ogni vicenda, mentre la giovane streghetta matura nella poderosa guerriera che conosciamo, ha un discreto fascino. Persino la difficile relazione tra Cereza e il demone che la accompagna, Cheshire, pare resa con discreta delicatezza e intelligenza, e siamo curiosi di vedere come si svilupperà ora della fine.

Certo, non abbiamo ancora avuto modo di giocare tutta la campagna, ed è quindi impossibile ora trarre le dovute conclusioni (tutto può ancora tranquillamente spezzarsi); l'ottimismo dopo quanto visto però non manca e potremmo essere davanti a una produzione Platinum con molto più equilibrio tra le sue parti del solito. Cercheremo ad ogni modo di non anticiparvi troppo della storia in questa sede: voi sappiate solo che il vostro "partner demoniaco" viene evocato per sbaglio da una inesperta Cereza nel suo peluche preferito, e da quel momento si trova giocoforza costretto ad aiutare la ragazzina ad ottenere i poteri necessari per salvare sua madre e rispedirlo all'inferno. Tutto il gameplay di questo curioso titolo gira quindi attorno a questa strana coppia, persa in una misteriosa foresta abitata da fate di ogni genere (una "fazione", peraltro, introdotta nel mythos della serie proprio con il terzo Bayonetta).

Danza di coppia

Cheshire è pericolosissimo in battaglia, ma se viene colpito eccessivamente torna ad essere un peluche per alcuni secondi. Sfruttare Cereza per bloccare i nemici è quindi fondamentale in Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon
Cheshire è pericolosissimo in battaglia, ma se viene colpito eccessivamente torna ad essere un peluche per alcuni secondi. Sfruttare Cereza per bloccare i nemici è quindi fondamentale in Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon

Considerando l'estetica di questo spinoff e le anticipazioni già spuntate online sulle sue caratteristiche, si potrebbe pensare a un puzzle game completamente separato dai combattimenti dei Bayonetta "classici", quando invero Origins non abbandona del tutto l'elemento action, limitandosi a rielaborarlo in modo alquanto interessante. In verità, anche le battute iniziali del gioco sono ingannevoli: durante i primi capitoli si ha il controllo solo di Cereza e, considerando che la ragazza è in grado di usare solo scampoli di magia di Umbra attraverso la danza, si fa ben poco al di fuori del camminare e del dedicarsi a semplici fasi a ritmo per attivare magicamente questo o quell'altro oggetto.

Appena questa acerba versione di Bayonetta evoca Cheshire, tuttavia, le cose cambiano completamente e il titolo di Platinum diventa una sorta di variante molto più complessa di Brothers: A Tale of Two Sons (sì, il primo titolo di Josef Fares e dei suoi Starbreeze), dato che anche qui ad ogni personaggio è assegnata una specifica levetta analogica ed è necessario coordinarne le azioni per superare i molteplici ostacoli gentilmente messi sul loro cammino dal popolo delle fate. Laddove l'opera di Starbreeze era però meccanicamente semplicissima, Cereza and The Lost Demon mostra sempre più la sua natura di "gioco PlatinumGames" man mano che si avanza, e già nei cinque capitoli che oggi possiamo descrivervi si nota una progressione notevole delle meccaniche offerte. Per fare un esempio abbastanza lampante: Cereza e Cheshire non si limitano ad evitare i pericoli, ma li affrontano a viso aperto in combattimenti che richiedono una certa sincronia e in cui il ruolo della ragazza consiste nel bloccare i movimenti dei nemici con la sua magia mentre l'enorme gatto demoniaco li elimina.

Dopo un inizio piuttosto scarno dal punto di vista dei sistemi, Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon inizia a mettere il giocatore gradualmente di fronte a un ventaglio di avversari seriamente comparabile a quello visto nei Bayonetta principali (con tanto di simil-presentazione di ogni nemico); a un certo punto offre addirittura rami di abilità multiple e trasformazioni elementali con poteri molto utili in certe specifiche situazioni, quando non addirittura indispensabili. Noi, per l'esattezza, di forme di Cheshire ne abbiamo utilizzate due oltre a quella base e, seppur dispongano di norma di singole abilità - quella naturale può privare di scudi i nemici o attirarli, quella di pietra spezza le barriere e stordisce i nemici sotterranei, mentre quella base si limita a respingere i proiettili - la necessità di utilizzarle strategicamente, unita all'obbligo di muovere in contemporanea Cereza, rende le battaglie molto più divertenti e ricercate di quanto si possa credere. La necessità di mantenere alto il potere magico di Cheshire trasformandolo in pupazzo durante uno scontro e la presenza di varie manovre extra non fa che migliorare ulteriormente l'esperienza.

Due forze della natura

Cheshire può trasformarsi in varie forme. Ognuna ha abilità utili sia in battaglia che durante l'esplorazione, e persino set di attacchi base differenti
Cheshire può trasformarsi in varie forme. Ognuna ha abilità utili sia in battaglia che durante l'esplorazione, e persino set di attacchi base differenti

I combattimenti sono ad ogni modo solo una parte di Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon: per la stragrande maggioranza del gioco dovrete esplorare zone di complessità crescente, guidati dalle orme di un misterioso lupo bianco. Non è però il caso di seguire ciecamente le tracce azzurre sparse per le varie ambientazioni, dato che i designer di Platinum non hanno minimamente trascurato il level design, creando mappe ricche di segreti, enigmi interessanti, e portali per un'altra dimensione chiamata Tir Na Nòg da completare per dissipare le illusioni delle fate ed esplorare liberamente.

Sul serio, gironzolare a dovere paga già nelle fasi iniziali, ma diventa particolarmente importante proprio verso il quinto capitolo, quando si sblocca la possibilità di tornare nei santuari di ogni mappa (fondamentalmente i punti di salvataggio, dove di norma è anche possibile potenziare Cereza e Cheshire), e le nuove abilità acquisite dal vostro demone di compagnia iniziano a sbloccare strade precedentemente inaccessibili. La creatività non manca di certo e si passa da semplici puzzle di posizionamento delle piattaforme - che sfruttano la forza di Cheshire per spostare vagoni o altro - all'uso del Tir Na Nòg per introdurre curiose fasi platform coordinate che separano i tragitti della streghetta e del gatto demoniaco. In questo ottimo minestrone pieno di primizie vi sono persino boss piuttosto atipici da sconfiggere usando al meglio le capacità ottenute, nonostante nella nostra prova ce ne fosse soltanto uno da malmenare.

In bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon ogni tanto le fate bloccheranno il vostro cammino usando delle illusioni. Per dissiparle dovrete viaggiare nel Tir Na Nòg, e completare combattimenti speciali o fasi platform molto particolari
In bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon ogni tanto le fate bloccheranno il vostro cammino usando delle illusioni. Per dissiparle dovrete viaggiare nel Tir Na Nòg, e completare combattimenti speciali o fasi platform molto particolari

L'unico appunto? Un ritmo forse a volte persino troppo blando; la fase iniziale vuole chiaramente essere introduttiva, ce ne rendiamo ben conto, eppure i primi capitoli sono costruiti su basi forse persino troppo semplici, senza contare che la raccolta delle risorse necessarie allo sviluppo di Cheshire e Cereza risulta alle volte eccessivamente lenta, poiché richiede spesso di cambiare poteri e interagire a lungo con questo o quell'altro elemento del paesaggio. È roba da poco comunque: Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon per ora sembra davvero un'opera estremamente fantasiosa e rifinita, che dimostra come a PlatinumGames il talento non risieda solo nella creazione di sistemi di combattimento elaboratissimi e scene esplosive. Prime impressioni davvero ottime insomma; non resta che concluderlo e analizzarlo ancor più nel dettaglio nei prossimi giorni, per l'immancabile recensione.

La nostra prima prova di Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon è stata a dir poco positiva. Il gioco è molto lontano dalle ultime produzioni Platinum, e la cura riposta nell'art direction e nel suo level design ci ha sinceramente impressionato. In più, non abbandona l'elemento action, offrendo combattimenti davvero interessanti per via delle particolarissime meccaniche di controllo separato dei due protagonisti. Prime impressioni davvero positive insomma, che speriamo si mantengano tali anche quando avremo concluso l'intera avventura.

CERTEZZE

  • Artisticamente è uno splendore
  • Meccaniche interessanti, e ben gestite
  • Ottimo map design, che spinge ad esplorare ogni anfratto

DUBBI

  • Qualche problema di ritmo, specialmente nelle fasi iniziali
  • Validità della narrativa e delle fasi finali della campagna ancora da verificare