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Blockchain: cos'è, significato e applicazioni spiegate semplici

Dopo anni, la parola blockchain è divenuta una tecnologia largamente diffusa e in rapida crescita. Vediamo cos'è, come è strutturata e dove è già utilizzata

SPECIALE di Marco Perri   —   14/09/2021

Se siete qui a leggere questo speciale, i motivi potrebbero essere due: sapete cosa è una blockchain e non vedete l'ora di dircelo nei commenti, oppure vi interessa dare una forma a una delle più ridondanti buzzword degli ultimi anni. C'è anche un'altra motivazione: avete letto, o acquistato, Bitcoin o Ethereum o qualche altra altcoin ma senza sapere cosa c'è alla base.

Con la blockchain, siamo in un curioso mix tra tecnologia, mondo geek, finanza e web, condensati in uno strumento che sembra complesso, ma non è altro che un domino di dati: se la tessera cade, non potete rimetterla in piedi. Potete guardare cosa c'era scritto, ma non risollevarla, a patto di non farlo con tutte quelle che sono cadute dopo di lei.

La semplicità del nostro paragone è palesemente indirizzata a raccontare il filo conduttore che lega i famosi "blocchi della catena", ovvero un flusso di scrittura (e lettura) di dati non modificabile di questo registro digitale - o ledger - chiamato blockchain. Cosa fa questo registro? Memorizza le transazioni - ovvero set di dati - facendo in modo che siano permanenti, certo, ma soprattutto non più modificabili per via della crittografia applicata. Grazie alla struttura dei blocchi, si può viaggiare tra di essi per vedere le informazioni inserite oppure vedere quando si sono formati, ma senza poterci mettere le mani: immaginate la blockchain come i vagoni di un treno, all'interno dei quali potete solo sbirciare.

Cos'è la Blockchain, una tecnologia distribuita

La blockchain di Bitcoin è una sequenza di blocchi con dati, immutabile, distribuita, definita dal principio
La blockchain di Bitcoin è una sequenza di blocchi con dati, immutabile, distribuita, definita dal principio

La blockchain è una catena di blocchi distribuita, in quanto si basa su processi cooperativi di validazione, sincronizzazione e controllo della non riproduzione: un'enorme matrice di dati in cui tutti quanti noi possiamo contribuire all'avanzamento della catena di blocchi, senza enti centrali, evitando così il rischio di singole falle. Si chiama decentralizzazione apposta, proprio perché il costante flusso di informazioni in questo registro distribuito introduce la totale emancipazione da entità d'intermediazione classica, siano esse un database centrale, una banca, un server. Sono i nodi validatori, meglio conosciuti come miners, a convalidare le nuove transazioni, permettendo la creazione di nuovi blocchi lungo la catena.

Ora, fatto questo piccolo preambolo per raccontarvi le prime linee guida della blockchain tipo, quali sono i vantaggi di utilizzare questa tecnologia? La tracciabilità e l'immutabilità sono tra i più importanti: la catena permette di leggere i blocchi ma non di modificarli, diventando strumento perfetto per processi in cui la trasparenza dell'informazione deve essere chiave. L'assenza di enti centrali regala un enorme respiro all'affidabilità di un flusso su blockchain: senza nuclei di controllo, una validazione relegata a singole entità anonime che lavorano per lo stesso obiettivo informatico è la chiave per risultare appetibili da chiunque - privati o aziende - si voglia staccare da meccanismi di validazione tradizionale.

È programmabile su base condizionale, con eventi azionabili al raggiungimento di una certa condizione, aprendo le porte a un utilizzo esponenziale di causa ed effetto su blockchain. È solido e incorruttibile: per propria natura, una blockchain decentralizzata non può essere modificata su base consensuale della rete perché la rete è formata da individui anonimi che di continuo generano hash, ovvero impronte digitali del blocco appena creato.

Fino a ora abbiamo parlato dell'archetipo della blockchain, ovvero quella pubblica, distribuita, nata con Bitcoin, ma era inevitabile che nel tempo nascessero delle tipologie di controllo: parliamo delle blockchain private e di quelle parzialmente decentralizzate. Le blockchain private sono abbastanza curiose, in quanto il controllo di scrittura e accesso è gestito da un'organizzazione privata, il che le equipara a una sorta di database aziendale. Quelle parzialmente decentralizzate invece, sono sempre private, ma basate su un sistema a consorzio in cui alcune entità più o meno pubbliche agiscono da nodi validatori supremi, portando un po' di stabilità e credibilità alla consueta trasparenza della blockchain pubblica.

DeFi o Finanza decentralizzata

Ethereum è la blockchain simbolo della DeFi, con oltre il 90% dei progetti di Finanza Decentralizzata sviluppati su piattaforma
Ethereum è la blockchain simbolo della DeFi, con oltre il 90% dei progetti di Finanza Decentralizzata sviluppati su piattaforma

Anche se non in maniera ufficiale, blockchain è diventata la parola del lustro; è talmente associabile al business che viene naturale proiettarla in contesti economici, alcuni già realtà. Iniziamo da quello più recente in termini di progetti e contesti di applicazione, la Finanza, nello specifico la DeFi, ovvero la Decentralized Finance, o Finanza Decentralizzata.

Partiamo da qui perché negli ultimi due anni c'è stato veramente uno tsunami nel mondo fintech grazie a centinaia di progetti nati per bypassare la finanza tradizionale fatta di broker e banche, utilizzando smart contract al posto di vecchi meccanismi di prestito di denaro e investimento a rischio. La blockchain diventa quindi una tecnologia per prestare soldi con il lending, prenderli in prestito grazie al borrowing, speculare ad alto rischio, acquistare assicurazioni o magari fare staking, ovvero bloccare fondi e guadagnare interessi passivi generati dalle transazioni di altri. Oggi, per comprare una casa, andate dalla vostra banca pregando di avere un prestito; un domani potreste utilizzare uno smart contract per costruirvi il vostro mutuo online. Andiamo avanti con tutta la titanica filiera della logistica, che a cascata tocca come una piovra tentacolare mondi che fanno della tracciabilità il proprio mantra: agroalimentare, moda, arte, beverage e trasporti, giusto per cominciare.

La facilità di tracciamento della blockchain ha entusiasmato veri e propri giganti del commercio all'ingrosso e al dettaglio, grandi esponenti della GDO, case di abbigliamento, stabilimenti di produzione energetica, colossi del trasporto merci e siamo appena all'inizio. Addirittura nell'advertising digitale ci si sta iniziando ad aprire alla certezza dell'impression acquistata con campagne pubblicitarie tracciate su blockchain. La comodità della programmabilità della catena di eventi assicura l'esecuzione dello smart contract al determinarsi di precise condizioni, come perdere un aereo e vedersi restituiti i soldi su blockchain o fare un reso e ricevere accredito automatico, ovviamente tracciato e immutabile.

Internet of Value e Bitcoin

La blockchain rappresenta il modo migliore per trasferire valori su web in maniera decentralizzata e anonima
La blockchain rappresenta il modo migliore per trasferire valori su web in maniera decentralizzata e anonima

Avrete sentito parlare dell'Internet of Things o IoT, acronimo in realtà un po' uscito dai radar: è ancora più presente nelle nostre vite, ma non se ne parla più come fosse un alieno. È entrato nel quotidiano e lo usiamo senza saperlo. Ecco, la blockchain e più in generale le transazioni su blockchain contribuiscono a creare l'Internet of Value, ovvero quella sottostruttura del web dedita a raccogliere, trasmettere e distribuire valori nel mondo digitale. Soldi, firme, proprietà, token, dati con un valore economico preciso, assegnabile, riconoscibile dagli stessi attori della rete. In questo senso, non è casuale che la blockchain sia nata con Bitcoin, o viceversa: la blockchain nasce come tecnologia per sdoganare il sistema di pagamento da controllori, o emettitori di valuta, o banche o qualsiasi società che opera nell'interscambio di valuta.

La valuta, per definizione, è una moneta emessa e detenuta da un ente, in genere uno stato o una comunione di stati, che scrive su un registro fisico la stampa e l'immissione di liquidità nel sistema. Ci sono i pair, i cosiddetti cambi, che ne determinano il valore di scambio con altre valute, il tutto tenuto in piedi dal macrosistema economico che regola il mondo. La blockchain nasce per andare contro tutto questo e nel 2009 un uomo conosciuto con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto riscrive le regole del gioco, immettendo su tecnologia blockchain una valuta deflazionistica di natura: con un valore preciso massimo già scritto all'inizio della sua catena di blocchi, negli anni a seguire Bitcoin sarebbe arrivato come uno tsunami sull'economia e la finanza mondiale.

Perché ne parliamo ora? Beh, Bitcoin e blockchain sono da sempre legati indissolubilmente, sia per la quintessenza della decentralizzazione che rappresentano, sia per la necessità di scalabilità che avrebbe portato alla creazione di altre blockchain su altri protocolli, come Ethereum. Ne sono poi sorte a centinaia, migliaia, nel mezzo si sono inserite anche le stablecoin, valute agganciate al valore del dollaro, utili per "uscire" in valuta stabile, rimanendo nel mondo blockchain, senza uscire in valuta tradizionale e combattendo così l'enorme volatilità che distingue il mondo delle cryptovalute.

NFT su blockchain

Nell'ultimo anno, l'esplosione degli NFT ha mosso un volume decuplicato, aumentando a dismisura il prezzo di scrittura di smart contract su Ethereum
Nell'ultimo anno, l'esplosione degli NFT ha mosso un volume decuplicato, aumentando a dismisura il prezzo di scrittura di smart contract su Ethereum

Il mondo dell'arte non sta a guardare l'evoluzione tecnologica: un trend ormai consolidato è quello relativo agli NFT, ovvero i non-fungible-token. Cosa sono? Sono dei token unici, non fungibili, differenti dai token fungibili anonimi che potete comprare e rivendere. Capirete da soli che avere una tecnologia blockchain che certifica la proprietà di un bene digitale numerato, unico, non replicabile ha reso possibile l'esplosione di un mercato artistico, grafico e creativo. Grazie ai cardini della decentralizzazione, ora innumerevoli artisti possono esporre le loro opere digitali sotto forma di NFT all'interno di gallerie virtuali. Non sorprende più vedere NFT di collezioni di immagini volare in alto su OpenSea per i motivi più disparati, talvolta difficili da etichettare come "speculativi".

La blockchain degli NFT è quasi sempre Ethereum - vedi Pudgy Penguins, CryptoPunks o Bored Apes - che grazie a questa nuova corrente è ancora più ricca di transazioni che ne fanno schizzare il costo per registrarvi smart contract, anche se stanno nascendo nuove collezioni su blockchain meno costose, come World of V su Vechain Thor, progetto NFT tutto italiano che sembra promettere bene. In ogni caso, da un punto di vista puramente commerciale, gli NFT sono stati una manna dal cielo per artisti o grafici digitali, poiché avere finalmente un posto web capace di attirare persone con soldi è una novità che ha dato vita ai soliti paradossi speculativi e consuete domande: è arte il disegno di un grafico che fino a ieri faceva le stesse cose per un banner web e ora vende quel disegno come NFT per migliaia di dollari di valore? Non siamo noi a doverlo dire, ma è il mercato a farlo, e oggi sta rispondendo con enorme entusiasmo.

Per darvi un'idea di come anche il gaming sia saltato a bordo, basta che cercate cosa sta facendo Square-Enix col suo picchiaduro Million Arthur, o la casa d'aste dell'Esport Fight Club, o ancora la retrogame console on-chain Supdrive, realizzata dal creatore di Vine, in cui i giochi stessi sono NFT, o magari Axie Infinity, che premia il giocatore con NFT. Immaginatevi le Collector's Edition dei futuri AAA che tra qualche anno, magari, non saranno solo fisiche, ma anche su NFT. O un autografo di Kojima sotto forma di token non fungibile, solo vostro, da venerare in occasione del suo prossimo progetto. Il limite è il cielo o, nel caso degli NFT, la blockchain.

Blockchain per il business

Il regno della burocrazia, dominato da avvocati, politici, funzionari e notai, potrebbe utilizzare la blockchain per rendere immutabili e facilmente consultabili tonnellate di documenti
Il regno della burocrazia, dominato da avvocati, politici, funzionari e notai, potrebbe utilizzare la blockchain per rendere immutabili e facilmente consultabili tonnellate di documenti

Altri utilizzi: il mondo della giurisprudenza potrebbe beneficiare enormemente della digitalizzazione certa e inequivocabile data dalla blockchain, così come il mondo notarile. L'utilizzo della blockchain per tracciare i processi legati al business è naturalmente un progetto sempre molto ambizioso e coinvolge una tale quantità di fattori da far spavento: immaginate di dover disegnare un modo per integrare il vostro prodotto blockchain con una filiera produttiva di uno stabilimento, composta da controlli automatici, personale umano, margini di errori e rispetto della filiera.

Parliamo di un ecosistema complesso ma potenzialmente perfetto per migliorarne la resa, l'ottimizzazione, la credibilità, la codifica di ogni passaggio inciso a fuoco su smart contract. Cinque anni fa era una visione rivoluzionaria, oggi è realtà e già attorno a voi, al supermercato, potete vedere diversi prodotti etichettati su varie blockchain applicate al business, sia private che parzialmente decentralizzate. Walmart, Carrefour, BMW, LVMH, Coldiretti e DNV sono solo alcuni dei nomi importanti che negli ultimi anni sono saliti sul treno delle blockchain, ognuno scegliendo la tecnologia più adatta alle proprie esigenze o sviluppando prodotti in congiunzione con progetti nati da cryptovalute.

Potremmo andare avanti con i trend che negli anni di sviluppo della blockchain si sono sviluppati, ma per oggi pensiamo di aver dato abbastanza informazioni a chi era all'asciutto; magari ci vedremo alla prossima puntata. Ah, ricordate sempre che non siamo qui a darvi consigli finanziari e anzi, vi invitiamo a prendere sempre con le pinze i santoni che vi prospettano guadagni incredibili sulle valute più assurde.