Era il 1999 e Napster scatenò una vera rivoluzione destinata a cambiare radicalmente il mercato globale, tanto che oggi gli economisti americani sono soliti catalogare come "Napster Moment" i periodi in cui la sharing economy si affaccia a nuovi settori. Il primo e più evidente è stato quello della musica, ma nel corso degli anni si sta sviluppando senza sosta, passando per libri, film, intrattenimento televisivo, trasporti, alberghi. All'appello mancavano solo i videogame, fondamentalmente per ragioni tecniche: la mostruosa quantità di dati richiesta per elaborare in tempo reale le varie fasi di un gioco di ultima generazione richiede connessioni molto veloci che finalmente stanno prendendo piede. Con la fibra arrivano anche servizi innovativi per i giocatori. Quest'anno ci siamo occupati dettagliatamente di GeForce Now, il client di NVIDIA che permette di sfruttare la potenza elaborativa di server "ipervitaminizzati" per far girare al massimo del dettaglio i titoli della propria libreria Steam (o Uplay) anche su hardware datati. I "verdoni" potrebbero essere stati i primi, ma certo non potevano aspettarsi di rimanere i soli a scendere nell'arena dei cloud gaming. La posta in palio è ghiotta e tutti i maggiori player hanno delle carte da giocare. In questo speciale vediamo cosa bolle in pentola di Microsoft, Sony, Nintendo in quella che potremmo definire la battaglia del GaaS (Gaming as a Service).
Project xCloud
Quando si parla di IT, Microsoft è un totem imprescindibile. Il colosso di Redmond è attivo già da tempo nel settore del Cloud sia con la versione consumer OneDrive sia con Azure, destinata ai professionisti, che si è recentemente arricchita di servizi di terze parti che ne rendono l'utilizzo ancora più completo. La stessa piattaforma è stata riveduta e corretta per i videogame con Project xCloud, la cui fase di beta-testing è prevista con l'inizio del 2019. L'idea è quella che si possa giocare, senza soluzione di continuità, da qualsiasi dispositivo, sfruttando anche e soprattutto la potenza delle "fattorie" di Microsoft, posizionate in maniera capillare su tutto il pianeta (in totale se ne contano 54, contro le sole 6 di NVIDIA). Le prove interne vengono effettuate su tablet e smartphone a cui è stato collegato il controller wireless di Xbox via Bluetooth: la complessità dei titoli "tradizionali" si sposa difficilmente con gli schermi touch di questi dispositivi. I tecnici di Microsoft sostengono che non sarà richiesto ulteriore lavoro agli sviluppatori, anche se questa affermazione non ci trova del tutto convinti.
Project Stream
Poteva la tentacolare Google rimanere fuori dal mondo dei videogame in streaming? Ovvio che no e quindi tutti dovranno misurarsi con la nuova creatura di Alphabet, che sta muovendo i primi passi proprio in questi giorni, in concomitanza dell'uscita dell'ultimo, fantastico episodio di Assassin's Creed. Il servizio, in questo momento in una fase di beta-test su invito, permette di giocare a Odyssey in FullHD al massimo livello di dettaglio, il tutto semplicemente aprendo una nuova scheda nel browser Chrome. I fortunati destinatari dell'e-mail di Google (rigorosamente residenti negli USA), possono testare il titolo gratuitamente fino al 15 gennaio (anche se non l'hanno materialmente acquistato) e il loro account è già accreditato di 10 USD per consentire anche le microtransazioni in-game. Al termine del periodo di prova non sarà più possibile avere accesso ai salvataggi. Importante sottolineare che, a differenza di xCloud, non è compatibile con sistemi mobile.
PlayStation Now
Sony è stata la prima major ad avventurarsi nel cloud gaming con una certa potenza di fuoco. Per il momento PlayStation Now non è ancora disponibile in Italia, ma sembra che nei piani della società nipponica ci sia quello di estendere il servizio anche alla nostra nazione, altrimenti sarebbe poco comprensibile la presenza, sul sito ufficiale, del client nella nostra lingua. In passato abbiamo anche dimostrato come sia possibile sperimentare PlayStation Now anche senza trasferirsi negli USA, in Olanda o nel Regno Unito (le nazioni attualmente supportate), tramite l'utilizzo di proxy. PlayStation Now permette di giocare in streaming a oltre 600 titoli sviluppati per PlayStation 2, 3 e 4: dall'agosto dell'anno scorso ha subito un grosso restyling divenendo disponibile solo per l'ultima versione della console casalinga del gigante nipponico (in questo caso i giochi possono anche essere scaricati in locale per evitare le insidie legati alle connessioni) e per sistemi operativi Windows, dove chiaramente il download è disabilitato.
Cloud Edition
Il servizio di Cloud Gaming di Nintendo non ha ancora un nome ufficiale vero e proprio, ma, pur funzionando con concetti del tutto simili a quelli degli altri competitor, è limitato alle versioni "cloud" dei videogame che per il momento sono solamente due: Resident Evil VII e, anche in questo caso, il super campione di incassi Assassin's Creed Odyssey. Queste edizioni sono state "studiate" appositamente per essere utilizzate con il controller di Switch e, per il momento, sono disponibili solo per i giocatori giapponesi.
EC2
Quella di Amazon è una piattaforma che fa parte della grande famiglia Web Services, ma non è un servizio cloud gaming tout-court. Elastic Compute Cloud permette di prendere in affitto la potenza elaborativa di uno dei server sparsi per il mondo (la multinazionale di Jeff Bezos è seconda solo a Microsoft quando si parla di farm) per farci girare software altrimenti inaccessibili al proprio sistema. Tra questi, ovviamente, i videogame, ma si possono scegliere anche istanze meno potenti (e più economiche) se il software non è così esigente in termini di hardware. Nell'immediato non sono previsti dei servizi studiati appositamente per gli utenti finali, ma sappiamo che AWS è popolare nel B2B: sono numerosi gli sviluppatori che si servono della piattaforma per le porzioni multiplayer dei propri titoli.
LiquidSky
Società nata a New York nel 2014, LiquidSky ha un servizio di cloud gaming attivo già da qualche tempo. Ci sono tre tipi di abbonamento a seconda del quantitativo di ore disponibili, e supporta i sistemi operativi Windows e Android, per poter sfruttare i propri titoli anche in mobilità. La presenza di sole 6 farm (3 delle quali negli USA) e le piccole dimensioni dell'azienda la rendono un boccone prelibato per i colossi del web.