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Contra: Rogue Corps, anteprima all'E3 2019

Una prima occhiata a Contra: Rogue Corps in questa anteprima, dopo la presentazione all'E3 2019

ANTEPRIMA di Giorgio Melani   —   21/06/2019

Konami ha bisogno di ricostruire un rapporto di fiducia con i videogiocatori, dopo un periodo che ha visto la sistematica distruzione della produzione videoludica di alto profilo in uno dei publisher nipponici più consolidati e storici. A dire il vero, guardando gli ottimi risultati finanziari che la compagnia continua ad inanellare anno dopo anno, forse sono più i videogiocatori ad avere bisogno di ricostruire questo rapporto, visto che Konami sembra se la passi piuttosto bene dopo la cancellazione di Silent Hills, il licenziamento di Hideo Kojima e l'utilizzo di brand storici per macchine da pachinko, ma il blasone ha il suo valore per un'azienda nipponica di questo calibro e un ritorno ad alti livelli anche nello sviluppo videoludico è quantomeno una questione di orgoglio. Le intenzioni sembrano esserci in questo senso: qualche tempo fa, Konami ha riorganizzato la divisione di New York che dovrebbe concentrarsi sul recupero dei giochi classici e sulla produzione standard di videogiochi, dunque le aspettative hanno iniziato a riprendere vita, dopo la delusione generale (nemmeno del tutto giustificata, a dire il vero) di Metal Gear Survive.

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Le intenzioni a dire il vero sono piuttosto criptiche per il momento, e questo recupero dei brand classici potrebbe semplicemente limitarsi a battere cassa con la riproposizione dei titoli storici della compagnia, come stanno dimostrando le varie raccolte lanciate in occasione del cinquantesimo anniversario di Konami. Accanto a queste, tuttavia, ci sono anche progetti completamente nuovi e in qualche modo basati su fondamenta solide, oltre al solito PES: uno di questi nuovi giochi, presentato nel corso dell'E3 2019, è Contra: Rogue Corps, un capitolo completamente nuovo nella celebre serie di sparatutto partita negli anni 80 in sala giochi, di cui parliamo in questa anteprima. Il rilancio videoludico di Konami passa dunque attraverso il recupero di Contra? Il primo impatto con il nuovo titolo dimostra se non altro la volontà di lavorare con impegno genuino sulle proprietà intellettuali storiche, cercando una mediazione giusta tra un approccio nuovo e il legame con la tradizione. Nell'avvicinarci a Contra: Rogue Corps bisogna essere predisposti a qualcosa di decisamente diverso dallo shooter storico a cui questo titolo si riferisce, però, perché sia in termini di stile che di gameplay siamo piuttosto lontani dai vecchi capitoli.

Una strana storia

Un legame con la tradizione è dato dalla direzione del gioco, affidata a Nobuya Nakazato, lo stesso del vecchio Contra III: The Alien Wars del 1992, di cui questo nuovo capitolo è il seguito diretto, nonché di Contra: Hard Corps del 94. Insomma, c'è sicuramente un'anima classica e tradizionalista dentro questo Contra: Rogue Corps, che cerca di non perdere di vista i legami con la serie pur effettuandone una notevole attualizzazione su ogni fronte. D'altra parte lo shooter d'epoca è un genere difficile da adattare agli standard moderni, visto che le soluzioni migliori sono probabilmente proprio quelle classiche, dunque un lavoro di svecchiamento non è semplicissimo. È comprensibile, anche da questo punto di vista, la scelta di modificare in maniera sostanziale l'atmosfera e la caratterizzazione del gioco facendo leva su una buona dose di auto-ironia che sfocia in un parossismo di violenza e follia sopra le righe. Non è più tempo per mettere in scena le trame seriose degli anni 90 e pretendere di prenderle sul serio, dunque la soluzione scelta è particolarmente adatta, sebbene i puristi possano incontrare difficoltà ad accettare alcune stranezze eccessive.

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La storia riprende infatti direttamente dalla conclusione di Contra III: The Alien Wars, con gli invasori alieni che hanno subito un colpo micidiale ma non sono ancora del tutto sconfitti. In tale momento di transizione spuntano fuori i Rogue Corps protagonisti di questa storia e qui le cose cominciano a farsi strane: Kaiser è un cyborg ricostruito in qualche modo dopo mille battaglie, Harakiri è un'infallibile assassina che vive in simbiosi con un alieno, costretta a tenerlo a bada a coltellate, Gentleman è un alieno alquanto raffinato nei modi ma ben poco nell'aspetto e poi c'è un panda chiamato Hungry Beast, dotato di una mente geniale ma fisiologicamente costretto a cercare sempre qualcosa da mangiare. Rispetto agli infallibili marine Bill e Lance, ma anche rispetto ai discendenti di questi, Jimbo e Sully, il gruppetto in questione è decisamente più sgangherato, un vero manipolo di anti-eroi. Incaricati di estrarre un personaggio di fondamentale importanza per portare avanti la guerra contro gli alieni, si ritrovano a fallire clamorosamente la missione quando lo scienziato in questione viene accidentalmente sciolto da un attacco a base di acido e da lì parte il percorso di vendetta e redenzione del gruppetto, in una situazione che sembra ormai piuttosto compromessa. L'epica di Contra: Rogue Corps è dunque di un tipo decisamente diverso da quello classico, si tratta di vedere come sia destinata ad essere portata avanti nel corso del gioco.

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Twin stick shooter

La struttura è diventata completamente 3D, con una visuale dall'alto che richiama alcuni dei livelli di Contra III ma configurandosi, per il resto, come un vero e proprio twin stick shooter, dunque allontanandosi dalla tradizione per abbracciare le tendenze più moderne dello sparatutto. Con uno stick si muove il personaggio e con l'altro si spara, secondo la meccanica diventata ormai standard di questo filone, all'interno di ambientazioni tridimensionali ovviamente ricche di nemici e occasionali boss anche di notevoli dimensioni. Al di là del fatto di sparare ad eserciti di alieni e del poter alternare due tipologie di armi, non si rilevano altri punti in comune con i capitoli classici nel gameplay di Contra: Rogue Corps. Oltre alla meccanica twin stick, un altro punto di rottura con la tradizione è la progressione dei personaggi, che si evolvono nel corso del gioco aumentando le proprie statistiche e abilità, anche in questo caso accogliendo le suggestioni dei moderni sparatutto.

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Anche l'equipaggiamento può essere modificato e potenziato, aggiungendo alcuni strati di strategia alla meccanica standard dello shooter, sempre tenendo presente l'alternanza fondamentale tra arma primaria e secondaria che è uno dei legami con la tradizione di Contra. Un altro elemento nuovo è invece dato dalla necessità di dosare il ritmo di fuoco per non surriscaldare le armi: non è possibile dunque procedere a sventagliate continue come imporrebbe la tradizione, ma diventa indispensabile riuscire ad alzare il dito dal grilletto e magari alternare in maniera tattica le due tipologie di fuoco in moda da consentire il cooldown delle armi senza interrompere più di tanto il flusso di distruzione. Sebbene possa sembrare un dettaglio marginale, rispetto alla tradizione classica della serie anche questo è un cambiamento di notevole entità che può modificare profondamente il ritmo dell'azione. Konami ha anche annunciato una serie di modalità multiplayer competitive oltre alla classica cooperativa, di cui però ancora non sono stati diffusi dettagli.

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Il primo impatto con Contra: Rogue Corps può essere facilmente disorientante e forse non molto positivo per i puristi della serie. Si tratta indubbiamente di qualcosa di diverso non solo dal punto di vista stilistico ma anche - cosa ben più importante - per quanto riguarda le meccaniche del gameplay. Bisogna comunque riconoscere a Konami un certo impegno nella volontà di costruire qualcosa di nuovo sul brand storico e la presenza di Nakazato alla guida del progetto è sicuramente un elemento positivo, che ci fa guardare con una certa speranza a questo nuovo capitolo.

CERTEZZE

  • Come twin stick shooter sembra funzionare bene
  • L'umorismo e l'ultraviolenza sopra le righe possono essere apprezzabili, se ben dosati
  • Il director Nobuya Nakazato ispira fiducia

DUBBI

  • È qualcosa di sostanzialmente diverso dai classici Contra
  • Da valutare la varietà di situazioni e modalità di gioco
  • Tecnicamente sembra un po' povero