60

Controller Nintendo: origini ed evoluzione nel tempo

Per oltre trent'anni Nintendo è l'unica azienda ad aver sperimentato e rivoluzionato il modo di giocare attraverso i suoi controller, passati attraverso numerose soluzioni di design: torniamo indietro nel tempo per riscoprirli tutti

SPECIALE di Alessandra Borgonovo   —   21/04/2020

Il retaggio dei videogiochi in quanto industria ha dimostrato nel corso degli anni evoluzioni evidenti a ogni angolo. Nonostante i successi arcade abbiano avuto un ruolo cruciale nella diffusione delle console domestiche, tutti i migliori e più brillanti progressi si sono verificati proprio sulle quelle macchine che avremmo posizionato accanto ai nostri televisori a tubo catodico e da lì non si sarebbero più spostate. Dalla prima, la Magnavox Odyssey, lanciata nel 1972 con un piccolo catalogo di giochi, le home console si sono evolute nel corso del tempo fino a farci toccare i confini della realtà virtuale. Tuttavia, sebbene immergersi personalmente in quei mondi virtuali che per lungo tempo abbiamo visto filtrati da uno schermo sia affascinante, questi progressi tecnologici oscurano spesso un'altra fondamentale componente di design che ha subito una grande evoluzione: il controller. Soprattutto, c'è un'azienda in particolare che ha dimostrato di saper dominare questo particolare aspetto, evolvendosi e sperimentando nel corso del tempo senza mai rimanere uguale a se stessa. Sono passati oltre trent'anni da quando abbiamo stretto il primo controller Nintendo, che delle tre principali produttrici di console è l'unica ad aver sperimentato e rivoluzionato il gameplay attraverso le numerose soluzioni di design dei suoi controller. Facciamo quindi un salto indietro e riscopriamone la storia.

Famicom/NES

Famicom E Nes


Lanciata nel 1983 in Giappone con il nome di Family Computer, o più brevemente Famicom, e passata poi agli Stati Uniti qualche anno più tardi come Nintendo Entertainment System (NES), è stata la prima console Nintendo a presentare i controller separati dal corpo principale stesso. Prima del Famicom/NES, infatti, c'è stata nel 1977 Color TV Game 6, una console che fungeva da controller di per sé. Il NES ha introdotto il design di un controller che poteva essere tenuto nei palmi delle mani da entrambi i lati ed è stato anche la culla del D-pad, diventato rapidamente mainstream tanto da essere utilizzato ancora oggi. Per gli standard moderni il controller NES è semplicistico ma è proprio questo che contribuisce al suo fascino senza tempo. Niente schemi di controllo complessi o pulsanti scomodi di cui preoccuparsi, solo il D-Pad, due pulsanti A/B e un pulsante ciascuno per Start e Select - riflesso di un'epoca in cui la tecnologia e il design dei giochi erano un affare più semplice. Da notare che il modello originale Famicom presentava due controller, cablati sul retro della console: il secondo era privo dei pulsanti Start e Select ma vantava un piccolo microfono, sebbene siano stati relativamente pochi i giochi ad aver utilizzato questa funzione.

Advantage Max E Zapper

Un paio d'anni dopo il suo successo, NES ha visto aggiungersi al suo catalogo accessori first party e controller modificati, tra cui il NES Zapper del 1985. In particolare però, NES Advantage è quello ricordato con più affetto per aver riportato nelle case l'esperienza arcade, grazie al joystick e ai pulsanti A/B pensati proprio con questo proposito. Si è poi passati a NES Max, primo esempio in cui un controller Nintendo ha assunto la cosiddetta forma "alata". Messo in commercio nel 1988, Max si posiziona tra il classico controller NES e Advantage, tenendo alcune caratteristiche di quest'ultimo e aggiungendone di proprie. NES Max può essere stato uno sguardo verso i futuri controller di gioco ma di suo non ha mai ottenuto troppo successo, poiché molti utenti NES preferivano la semplicità del controller classico.

SNES

Snes


Si arriva al 1991 e al lancio sul mercato del Super Nintendo Entertainment System, per gli amici SNES. Le cose iniziavano a farsi un po' più complesse, con l'aggiunta di due nuovi pulsanti frontali X e Y che ne impreziosivano il design ora arrotondato - sebbene non altrettanto comodo quanto il NES. Il controller ha anche invitato i nostri indici a unirsi al gioco con l'introduzione dei pulsanti a spalla L ed R. Raddoppia i bit, raddoppia i pulsanti: questo ha permesso agli sviluppatori di realizzare giochi con più variabili e opzioni di quelle possibili per il NES. Ne ha tratto beneficio Mario in primis, tuttavia non vanno dimenticati i picchiaduro che grazie a questa prima evoluzione sono diventati una faccenda molto più seria. Il lancio di SNES ha portato a una riprogettazione del NES solo per gli Stati Uniti, che ha preso il nome di Nintendo Entertainment System Control Deck ed è stato sviluppato non soltanto per riprendere l'aspetto della versione nordamericana di SNES ma anche per sistemare alcuni problemi di ergonomia del NES del 1985. Ha poi replicato il design del controller SNES, senza i pulsanti aggiuntivi frontali e a spalla, venendo simpaticamente soprannominato "dogbone" o "doggie".

Virtual Boy

Virtual Boy


Parentesi buia nella storia Nintendo, il Virtual Boy ha avuto vita decisamente breve ed è stato senza mezzi termini un flop commerciale: la console si basava sulla stereoscopia, utilizzando occhiali contenenti un complesso sistema di specchi oscillanti, lenti e LED in modo da proiettare negli occhi del giocatore le immagini tridimensionali monocromatiche dei videogiochi. Questo l'ha resa il primo approccio di Nintendo al 3D ma non ha giovato al suo successo. Il controller, dalla bizzarra forma a M, si può considerare una sorta di precursore alla lontana di quello che sarebbe poi diventato il controller del GameCube ma non fece una buona impressione - un po' come il "banana pad" di PlayStation 3, che però fu bocciato prima ancora di entrare in commercio. Al di là di questo inciampo, Nintendo ha provato una volta di più un coraggioso spirito innovativo e pionieristico.

Nintendo 64

Nintendo 64


Il controller di Nintendo 64 è stata una sorpresa per molti. Come i mondi di gioco 3D che la console avrebbe introdotto sulle home console, il controller ha rappresentato un coraggioso passo verso la gestione di un gioco in tre dimensioni. È strano, questo non si può negare: la forma era così complessa ai tempi che un computer non riusciva a modellarlo, al punto che secondo un'edizione del 1995 della rivista Nintendo Power il primo modello è stato realizzato in argilla. Sebbene la levetta analogica permettesse di esplorare in modo fluido i mondi 3D messi a disposizione dal Nintendo 64, il design a tre punte ha reso impossibile a chiunque sfruttarne tutte le funzioni allo stesso tempo. Pur mettendo ancora una volta in luce l'audacia di Nintendo nella sperimentazione di diversi controller, non lo si può definire il miglior design presentato dall'azienda ma sicuramente un passo avanti rispetto al Virtual Boy e uno in più verso un'ottimale gestione dei videogiochi in 3D.

GameCube

Gamecube


Il controller GameCube, lanciato nel 2001, ha riunito gli aspetti di tutti i controller standard precedenti e li ha combinati piuttosto ingegnosamente. Il Rumble Pak del N64 era integrato, accoglieva i pulsanti X e Y, trasformava i pulsanti C in una levetta analogica (forgiando la prima alleanza di Nintendo con i controlli dual stick) e soprattutto era progettato per essere utilizzato con due mani. I pulsanti a spalle L ed R standard rappresentavano "trigger" analogici, altra novità per Nintendo, mentre il pulsante Z era posizionato proprio di fronte a R, sul retro del controller. Si è tornati ai quattro pulsanti standard frontali ma il design ha subito una modifica, dando un maggiore spazio ad A che è stato poi circondato dagli altri tre più piccoli. Si è spesso sostenuto che, per un ottimo equilibrio tra funzionalità e maneggevolezza, il controller GameCube sia il migliore mai prodotto da Nintendo, tanto da avere posto nel cuore dei fan anche con l'avvento della console seguente.

Nintendo Wii

Nintendo Wii


Nintendo Wii ha mostrato ancora una volta la coraggiosa creatività di Nintendo in termini di design e innovazione del controller. Sebbene le porte per i controller GameCube fossero ancora disponibili sul retro della console, Nintendo Wii, messo in vendita nel 2006, ha nuovamente presentato al mondo un controller destinato a cambiare completamente il modo di guardare al gameplay: il sensore di movimento Wii Remote (o Wiimote). A dispetto del suo approccio verticale, se girato lateralmente diventa chiaro come Wiimote sia stato pensato anche per rendere omaggio al primissimo controller NES, grazie ai due pulsanti posizionati sulla destra e il classico D-pad a sinistra. La vera rivoluzione di Nintendo Wii è stata tuttavia l'aver diviso un controller standard in due unità separate: la prima l'abbiamo già descritta e ricalca un controller standard, con i pulsanti A/B, Power, Home, + e - a completare il set, vibrazione incorporata, sensore IR e accelerometro a renderlo probabilmente il più vario tra i controller Nintendo. Ad affiancarlo c'era il Nunchuk, pensato per la gestione del controllo analogico: tenuto nella mano sinistra, offriva un joystick e due grilletti, rendendo evidente come moltissimi giochi comportassero il possesso di entrambi i controller.

Classic Controller

Il Nuchuk non è stata l'unica periferica associata al Wiimote: per tenere vivo il feeling di un "gameplay tradizionale" Nintendo ha progettato anche il Classic Controller, che come suggerisce il nome ricalca le funzionalità dei precedenti adottando però una forma più compatta. Non presentava nulla di particolarmente nuovo o affascinante, tuttavia consentiva ai titoli NES, SNES e N64 di esser giocati su Wii. Questo è stato il primo di molti controller "tradizionali" che Nintendo avrebbe offerto con ogni altra home console da lì in avanti, al fine di dare un'alternativa ai controller primari più eccentrici. Il Classic Controller ottenne un upgrade con il Classic Controller Pro, le cui impugnature laterali permettevano una migliore maneggevolezza.

Nintendo Wii U

Nintendo Wii U


L'avvento di Nintendo Wii U nel 2012 ha portato con sé un altro controller nuovo di zecca: il GamePad. Console dopo console, Nintendo non ha perso la voglia (o il vizio, se preferiamo) di presentare un controller non solo inedito ma spesso anche bizzarro. Il GamePad aveva una forma simile al controller originale NES ma si presentava molto più grande per ospitare lo schermo LCD posto al centro. Lo schermo è un touchscreen resistivo a tocco singolo, simile a quelli dei modelli Nintendo DS e 3DS. Ai lati ci sono i normali pulsanti frontali e il D-pad, mentre la posizione degli analogici è invertita e li vede messi in alto, poco più sotto della telecamera frontale. La particolarità del GamePad è che poteva essere utilizzato sia come "secondo schermo" su cui trasmettere il gioco senza per forza guardare il tv, sia come elemento aggiuntivo di gioco: in Project Zero: Maiden of Black Water diventava la macchina fotografica attraverso la quale affrontare gli spettri.

Joy-Con/ Pro Controller

Joy Con


La presentazione di Nintendo Switch ha prevedibilmente portato con sé una nuova forma di controller: i Joy-Con. Differenziati nei pulsanti fra destro e sinistro, i controller sono un'evoluzione più maneggevole di quelli Wii e si possono utilizzare in diversi modi, attaccandoli alla console quando la si vuole utilizzare in modalità portatile, tenendoli in mano se si preferisce la modalità da tavolo o, ancora, attaccandoli al loro supporto quando Nintendo Switch è inserita nel dock. Proprio quest'ultimo ha attirato l'attenzione del web quando la console è stata mostrata al pubblico: il Grip, unito ai Joy-Con, dava l'idea del muso di un cane e non c'è voluto molto perché questa somiglianza con un "derpy dog" diventasse un fenomeno virale. I Joy-Con sono anche conosciuti per una piccola macchia sulla loro carriera, quella del drift: all'uscita di Nintendo Switch, molti consumator hanno riscontrato un problema al Joy-Con sinistro, che non era in grado di sincronizzarsi con la console a causa di un errore di assemblaggio.

Pro Controller

Proprio come le precedenti console, anche Nintendo Switch vanta un Pro Controller: a differenza dei suoi predecessori però, questo offre la maggior parte delle funzionalità presenti nella configurazione di controllo principale della console. Presenta un pulsante di acquisizione, controlli giroscopici, il supporto amiibo e l'HD Rumble presenti nei Joy-Con. Sebbene la sua forma sia piuttosto unica nel panorama dei controller, il layout ricorda quello di un pad Xbox o GameCube per via della posizione delle levette analogiche.