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Crash Bandicoot 4: It's About Time, il provato

Abbiamo provato alcuni livelli per voi, persi tra lo spazio e il tempo: ecco le nostre prime impressioni pad alla mano con Crash Bandicoot 4: It's About Time.

PROVATO di Simone Pettine   —   24/07/2020

State leggendo il nostro provato di Crash Bandicoot 4: It's About Time quindi sì, la conseguenza logica più evidente è che abbiamo davvero provato Crash Bandicoot 4: It's About Time. Ci siamo anche divertiti parecchio, del resto è uno dei titoli più attesi del prossimo autunno. Ci pensate mai, ogni tanto? Un vero, nuovo capitolo del vostro marsupiale preferito, con tanto di numero ufficiale accanto al nome. Noi eravamo parecchio eccitati all'idea di provarlo, pur con i dovuti dubbi del caso, legati a quella che resta pur sempre la riproposizione di una "vecchia idea" in stile moderno, quando ormai il pubblico di videogiocatori si è abituato a produzioni anche molto differenti. Ma ci sarà tempo anche per queste considerazioni: il fatto è che Activision ci ha permesso di mettere le mani su alcuni livelli di gioco, e anche di ascoltare in streaming le parole degli sviluppatori di Toys for Bob. Meglio di così: vi raccontiamo tutto quanto.

I livelli: dinosauri e pescatori zombi

La demo di Crash Bandicoot 4: It's About Time che abbiamo avuto modo di provare presentava a conti fatti due livelli, con alcune chicche che per ora non vi anticipiamo. Livelli molto differenti, sia nelle meccaniche che nella presentazione del mondo di gioco, utilissimi per saggiare in piccolo la "varietà" che è stata promessa dagli sviluppatori di Toys For Bob. A questo proposito, vi sveliamo che i contenuti del videogioco completo saranno notevoli: non è stato confermato il numero preciso dei mondi o degli stessi livelli, ma più volte è stato ribadito che l'offerta di Crash Bandicoot 4: It's About Time sarà in linea con quelle dei tre capitoli precedenti della serie. Corposa, dunque.

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Il primo livello si chiamava Dino Dash, e vedeva Crash alle prese con l'era dei dinosauri. La formula è quella classica: ci sono momenti in cui il livello procede "in profondità", e altre in cui la visuale passa al 2D. In realtà tutto Crash Bandicoot 4: It's About Time sarà così: oscillerà tra le due prospettive, esattamente come accadeva nei primi tre capitoli originali del franchise, che sono stati tenuti in ogni momento come modello di riferimento; una novità importante risiede nella prospettiva, dato che ora il giocatore potrà "scuoterla un pochino" per guardare cosa lo attende in alto, o a destra, insomma nelle zone dello schermo non immediatamente visibili. Non sarà comunque possibile abusarne.

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Ma torniamo a Dino Dash: abbiamo incontrato nemici abbastanza tradizionali, come dei coleotteri corazzati volanti, delle piante carnivore pronte a sputarci contro dei fluidi velenosi, e poi siamo stati inseguiti da un tirannosauro in una nuova, memorabile sequenza di fuga (altra riproposizione dal passato). Siamo morti qualcosa come cinquanta volte per ogni livello, ci siamo arrabbiati, abbiamo pazientemente ripreso in mano il controller e portato a termine quei due maledetti mondi.

Il secondo livello, Snow Way Out, era a sua volta altrettanto tradizionale: niente fughe questa volta, ma sessioni platform decisamente old school e parecchio cattive (nelle intenzioni, non nella realizzazione, che invece sembra già ottima). Tutti i nemici incontrati erano inediti, così come anche parte delle situazioni e degli ostacoli progettati ex novo, pur con un tradizionalismo di fondo evidente (e piacevole).

Le maschere dello spazio e del tempo

Activision non ha scelto a caso i due livelli da sottoporre al nostro verdetto: ognuno dei due, lato gameplay, permetteva di provare le nuove maschere. Ricordiamo di sfuggita che le maschere, legate ai poteri dello spazio e del tempo, conferiranno a Crash Bandicoot e a Coco dei poteri mai visti prima, forse ce ne saranno anche più di due in realtà. In Dino Dash era presente, ma per una brevissima parte dell'offerta ludica, la maschera dello spazio (azzurra): premendo il comando Triangolo il giocatore era in grado di far sparire alcuni oggetti dall'ambiente circostante, facendone però anche comparire allo stesso tempo altri.

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Questo "scambio" rapidissimo è stato subito sfruttato per una sessione di grinding: Crash ha cominciato a sfrecciare a tutta birra su una liana, e doveva evitare parecchi ostacoli lungo il percorso. Il compito del giocatore era quello di far comparire/sparire gli ostacoli all'occorrenza, per evitare che si schiantasse. Anche qui siamo morti qualcosa come venti volte. Il livello ambientato nel villaggio di pescatori di zombi, invece, proponeva la maschera del tempo, il cui utilizzo è scontato: si esegue il comando Triangolo, e per alcuni, brevissimi secondi, tutto procede al rallentatore.

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L'utilizzo base che propone Crash Bandicoot 4: It's About Time è ovviamente quello di colpire i nemici senza che questi oppongano resistenza. Poi via via le cose si complicano (in effetti la maschera del tempo sembra molto più funzionale e integrata, lato gameplay, rispetto a quella dello spazio): piovono piattaforme dal cielo, e Crash può "fermarle", sospenderle nel vuoto, mentre le usa per superare un burrone; c'è un nemico gigantesco con una palla chiodata micidiale, che si può tranquillamente rendere inerme per alcuni istanti, così da metterlo KO; ci sono delle casse piene di Wumpa, che però restano visibili appena un istante: senza fermare il tempo colpirle è impossibile. E via dicendo.

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È evidente che le maschere dello spazio e del tempo costituiscano l'innovazione principale di Crash Bandicoot 4: It's About Time. Quello che però non siamo ancora in grado di valutare è la profondità con la quale verranno utilizzate. Ciò che intendiamo è quanto segue: finché la loro presenza si limita a quella di Dino Dash, allora praticamente è quasi come se non ci fossero. Se invece saranno fondamentali come in Snow Way Out, dove praticamente l'alleata compariva ogni due per tre, allora la strada è quella giusta. Speriamo che Toys for Bob abbia pensato a tutto ciò; probabilmente sì, comunque. Si vede benissimo che questo Crash Bandicoot 4: It's About Time è stato realizzato da un team che sa quello che fa, e che soprattutto conosce (conosce bene) i primi tre capitoli del franchise.

Difficoltà e… il dottor Neo Cortex!

Nel corso della demo di Crash Bandicoot 4: It's About Time abbiamo potuto giocare anche nei panni del dottor Neo Cortex, e in questo modo abbiamo anche capito in che modo i personaggi secondari verranno coinvolti nelle avventure di quelli principali. Prendiamo il livello della neve, del ghiaccio e dei pescatori: il giocatore dapprima può completarlo con Crash, come sarebbe avvenuto normalmente in passato. A questo punto può rigiocare il livello con Neo Cortex, assistendo così (dal punto di vista narrativo) alle sue azioni. Ovvero: cosa faceva Cortex mentre Crash completava il livello? L'offerta ludica risponde a questa domanda.

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Ma attenzione: non si tratta dello stesso livello nelle stesse sequenze ri-vissute con Neo Cortex, bensì dello stesso ambiente proposto in sequenze nuove. Quindi, lato gameplay, è un vero e proprio secondo livello, con nuove difficoltà e nemici. Lo stesso Cortex propone uno stile di gioco diametralmente opposto a quello di Crash: si procede in modo più ragionato, perché il cattivone non salta nello stesso modo, non cammina nello stesso modo, e non gira su se stesso. Però può usare la sua pistola per immobilizzare i nemici e trasformarli in piattaforme gommose. Oppure scattare per una lunga traiettoria orizzontale. Con quel testone che ha, avrà guadagnato una certa aerodinamicità.

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Il livello di difficoltà in questi pochi livelli ci è sembrato malauguratamente infame come sempre, perfettamente in linea con quello dei primi Crash Bandicoot. Si muore spesso e male, poi si impara e si prosegue. I giocatori più giovani, comunque, potranno scegliere la "modalità moderna" dove Crash Bandicoot possiede vite infinite. Gli amanti della vecchia scuola potranno invece selezionare la "modalità rétro", con tre vite a disposizione per ogni livello e tanti saluti in case di morte, quando dovranno ricominciare tutto (proprio tutto) da capo.

Crash Bandicoot 4: It's About Time si inserisce con estrema naturalezza all'interno del franchise, prende posto a buon diritto accanto a Crash Bandicoot 3: Warped. Se un giocatore giovane acquistasse, senza alcuna consapevolezza, sia la trilogia originale rimasterizzata che il quarto capitolo, probabilmente non penserebbe che sono passati così tanti anni. La demo per adesso ci ha convinti pienamente: non vediamo l'ora di mettere le mani sulla versione completa. Perché naturalmente ci sono ancora tante cose che dobbiamo capire. Quanti livelli ci sono in tutto? Quanto profonda è l'integrazione tra questi ultimi e le maschere dello spazio e del tempo? Quanti altri personaggi secondari potranno essere utilizzati? E i livelli mancanti saranno ispirati come Dino Dash e Snow Way Out? Perché in tal caso, se anche solo la metà di queste domande avrà risposta affermativa, Crash Bandicoot 4: It's About Time è un titolo che andrà subito acquistato al day one. Credeteci, il nostro marsupiale preferito non è mai stato così in forma.

CERTEZZE

  • Fedelissimo alle sue origini
  • Delizioso da vedere
  • Molto interessanti le meccaniche legate alle maschere

DUBBI

  • Hanno promesso tantissimi livelli, ma vogliamo i numeri
  • Dubbi sulla "profondità" delle maschere, lato gameplay
  • Servono delle piccole migliorie grafiche e tecniche (ma era una demo, del resto)