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Crash e Spyro: cosa succederà alle serie dopo l'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Xbox?

Microsoft compra Activision Blizzard e con l'azienda anche le storiche mascotte PlayStation Crash Bandicoot e Spyro the Dragon ora sono di Xbox: cosa succederà?

SPECIALE di Giordana Moroni   —   20/01/2022

Nonostante l'iter futuro sia piuttosto lungo, la prima pietra dell'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è stata posata. Una pietra che pesa quasi 70 miliardi di dollari e che trascina dietro di sé un profondo solco di conseguenze, alcune capaci di ribaltare realtà assodate nell'industria. Tra le tante, balza all'attenzione dei giocatori il destino di due saghe minori nel patrimonio Activision: Crash Bandicoot e Spyro the Dragon. Anche il marsupiale australiano e il draghetto viola sono, infatti, entrati a far parte della famiglia Xbox, e non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che stiamo parlando di due personaggi simbolo dell'epoca d'oro di PlayStation negli anni '90. Non c'è trentenne oggi che non abbia giocato almeno uno dei tanti giochi di Crash o Spyro sulla sua prima PlayStation, e pensare che tra qualche mese queste serie batteranno bandiera verde Xbox è, se non altro, un po' spiazzante.

In questo speciale esploreremo le ripercussioni dell'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft e di come influenzerà Crash Bandicoot e Spyro the Dragon.

Da PlayStation a Xbox: come ci si arriva?

Crash e Spyro sono icone degli anni '90
Crash e Spyro sono icone degli anni '90

Che alcuni giocatori siano un po' confusi sulla situazione è più che legittimo, anche perché il passaggio da PlayStation a Xbox non è stato repentino: parliamo di un processo durato circa vent'anni, che ha traghettato infine Crash Bandicoot e Spyro the Dragon da una parte all'altra dello scacchiere.

Crash e Spyro possiedono fin dai loro albori diversi denominatori comuni. I primi capitoli di Crash e Spyro sono stati sviluppati rispettivamente da Naughty Dog e Insomniac Games, ora punte di diamante dei PlayStation Studios, condividendo quindi un pedigree di nascita non indifferente; sono serie che negli anni '90 hanno spopolato, ed entrambe sono nate su PlayStation senza però essere mai stati realmente di proprietà di Sony. A possedere il marchio delle due IP infatti è sempre stata Universal Interactive Studios, ed è da questa compagnia che Crash e Spyro hanno cominciato a "viaggiare" di mano in mano.

I primi anni di entrambe le saghe sono passati serenamente: i primi tre capitoli di Spyro sono stati sviluppati da Insomniac, e i primi tre di Crash da Naughty Dog, che poi ha continuato con uno spin-off di corse, Crash Team Racing. Crash Bash è stato il primo Crash a non essere più sviluppato da Naughty Dog, passando per le mani di Eurocom. Spyro: Enter the Dragonfly invece è il primo capitolo della serie dedicata al draghetto viola a non essere sviluppato da Insomniac e segna il passaggio generazionale da PlayStation a Playstation 2.

Guardando la linea temporale degli eventi, è abbastanza evidente come il passaggio di consegna nello sviluppo dei giochi coincise proprio con il cambio generazionale di PlayStation e i giocatori più navigati sanno bene quanto il passaggio di generazione sia cruciale per lo sviluppo di un gioco. Inoltre, nonostante siano poche le testimonianze del tempo, è lecito pensare che i rapporti tra i team di sviluppo e Universal con il tempo si fossero incrinati. Stando alle parole di Jason Rubin riportate da Games Radar nel marzo 2021, il co-fondatore di Naughty Dog ha dichiarato: "Il nostro rapporto con Universal era arrivato al punto in cui non potevamo continuare a fare giochi di Crash Bandicoot. Anche se amavamo Crash Bandicoot e amavamo lavorare con Sony, non aveva alcun senso dal punto di vista finanziario. Universal possedeva l'IP e c'era un'ostilità che definirei alquanto brutale".

Nel 2000 Universal Interactive si fonde con il colosso francese Vivendi, che a sua volta nel 2007, annuncia un'ennesima fusione, stavolta con Activision Blizzard: l'annuncio viene dato nel dicembre 2007 e si chiude luglio 2008 con un accordo da 9.8 miliardi di dollari. In questo modo le proprietà intellettuali di Crash e Spyro sono transitate da Universal a Vivendi e da Vivendi ad Activision Blizzard.

Numerosi sequel sia di Crash che di Spyro vengono prodotti fino al 2009, vedendo avvicendarsi titoli interessati e sperimentali, ad altri non propriamente riusciti. Il reset arriva nel 2017 con l'uscita della Crash Bandicoot N. Sane Trilogy e qualche anno dopo la Reignited Trilogy di Spyro, nonostante il draghetto viola fosse già da tempo diventato leader degli Skylanders, spin-off principalmente indicato al pubblico di tenera età e sviluppato dalla stessa Toys for Bob, la software house dietro la Reignited Trilogy.

Perché Crash e Spyro faticano a funzionare

Crash Team Racing: Nitro-Fueled, sviluppato da Beenox
Crash Team Racing: Nitro-Fueled, sviluppato da Beenox

Nonostante il lavoro fatto in questi anni da Vicarious Vision, Beenox e Toys for Bob con i le serie di Crash e Spyro, pieno di talento, rispetto e intelligenza, sono diverse le riflessioni che queste due saghe sollevano. Crash e Spyro hanno spopolato negli anni '90, vero, eppure già dopo pochi sequel risultavano essere stantii e fuori tempo massimo sotto molti punti di vista. Dopo l'abbandono di Naughty Dog e Insomniac, non c'è voluto molto prima che le due software house si dedicassero ad altro; del resto, dopo ogni grande storia d'amore si cerca di andare avanti e viverne una ancora più grande. E queste storie hanno il nome di Jak and Daxter e Ratchet & Clank, due titoli che ai tempi dimostrarono quanto i platform 3D avessero ancora molto da dire, ma con un linguaggio chiaramente fresco e nuovo. Al contrario, Universal passò Crash e Spyro tra le mani d'innumerevoli sviluppatori, probabilmente convinta che bastasse il nome per smuovere gli acquirenti. Filosofia risultata in parte vincente quando sono arrivate le rispettive trilogie che tuttavia, anche in questo caso, facevano affidamento sul nome, ma soprattutto sull'effetto nostalgia. Tesi ulteriormente avallata dal presto dimenticato Crash Bandicoot 4: It's About Time, curato e per certi versi estremamente interessante da un punto di vista concettuale, visto che potremmo prenderlo ad esempio come uno tra i più fulgidi esempi di falso storico nel mondo dei videogiochi, ma finito molto rapidamente nel dimenticatoio.

Schermata opening del primo Crash Bandicoot
Schermata opening del primo Crash Bandicoot

Viene spontaneo chiedersi perché in tutto questo tempo, Sony non abbia mai tentato il colpo grosso riportando Crash e Spyro entro la propria sfera d'influenza, specialmente sapendo quanti giocatori di vecchia data ritengono questi due personaggi vere e proprie mascotte PlayStation. Va detto che c'è stato un periodo in cui si pensava a una mossa del genere: nel 2013 l'uscita di un trailer di PlayStation 4 accese le speranze dei videogiocatori, fiduciosi che una trattativa di acquisizione dei diritti di Crash fosse in atto tra Activision e Sony. Una speranza così insistente, tanto da spingere Adam Boyes, vice presidente delle Third Party Relations & Developer Technology Group in PlayStation, a rispondere alle illazioni con il seguente tweet: "Activision detiene l'IP, dovreste chiedere a loro..."

Ai tempi Crash, era considerato troppo occidentale per gli standard PlayStation
Ai tempi Crash, era considerato troppo occidentale per gli standard PlayStation

Una cessione che sappiamo non essere mai avvenuta e, ci viene da dire, forse per cause karmiche. Perché non è un segreto che Naughty Dog negli anni '90 desiderava con ardore uno scenario nel quale il suo Crash diventasse riconoscibile e iconico per PlayStation quanto Mario lo era per Nintendo, una vera mascotte di razza. Con il senno di poi, sia Naughty Dog che Insomniac questo desidero l'hanno visto esaudito, con Joel ed Ellie ormai frontman e frontgirl di Playstation e Ratchet e Clank in forma smagliante e rappresentanti del 2021 di Sony. Eppure, ai tempi, Spyro era considerato bruttino come personaggio e Crash era troppo occidentale per essere accolto tra le mascotte di PlayStation, ai tempi ancora fortemente filo-nipponica.

Inoltre pensare Crash e Spyro nelle mani di Activision (ma questo è un volo pindarico che ci permettiamo nel flusso di coscienza, NDR), era saperli tutto sommato al sicuro. Quando la N.Sane Trilogy uscì, Sony non mancò di aggiudicarsi l'esclusiva temporale di un anno per PlayStation 4; una mossa indice di sufficiente interesse verso l'IP ma non così tanto da scoprirsi con un'acquisizione del marchio registrato. Del resto, chi mai avrebbe il coraggio di acquisire Activision...?

Perchè Crash e Spyro potrebbero funzionare

Xbox Game Studios è piena di team che potrebbero risollevare le sorti di Crash e Spyro
Xbox Game Studios è piena di team che potrebbero risollevare le sorti di Crash e Spyro

Come detto, rimettere in piedi due franchise con Crash e Spyro è davvero complesso: da una parte c'è il peso del nome, importante ma, come detto, non così schiacciante da valere per le sole vendite. Dall'altra la pesantezza data dalla vecchiaia della struttura dei giochi, legati a un design ormai troppo datato anche per i nostalgici. Ed è proprio questa a nostro avviso, la chiave di volta per la risoluzione del problema, o meglio: evitare di cedere alla nostalgia è il primo passo per risollevare i due franchise.

Con l'acquisizione, Microsoft non porta a casa solo i diritti di Crash e Spyro, ma anche i team che hanno lavorato agli ultimi progetti. Toys for Bob in particolare, ha nella sua faretra una grande freccia da scoccare, ovvero l'esperienza maturata con Skylanders, che per diversi anni ha catalizzato l'attenzione di moltissimi bambini. Crash e Spyro, sono probabilmente destinati ad essere idoli senza tempo dei piccini e questa potrebbe essere la strada giusta da prendere. Senza contare che la famiglia Microsoft conta già Rare e Double Fine, due pesi massimi in termini di platform 3D. Nonostante Rare sia stata privata di alcune figure chiave ora in Playtonic Games (sviluppatori di Yooka-Laylee, erede spirituale di Banjo-Kazooie), parliamo comunque di un team di grande esperienza e che al fianco di Toys for Bob potrebbe fare grandi cose. Se alla formula si volesse aggiungere una spruzzata di stile poi, Double Fine ne ha abbondanti dosi da dispensare, e l'eccellente Psychonauts 2 è ciò che di più eloquente la casa di Tim Schafer ha da offrire nella conversazione. Vogliamo proprio esagerare perché ci piace sognare? Un consulto tecnico, un affiancamento, da una certa Mojang rimarrebbe comunque un favore chiesto a chi è di famiglia, è così impensabile? Scenari futuristici a parte, è indubbio il fatto che Microsoft nei suoi Xbox Game Studio possieda una serie di realtà all'alto valore sinergico e capace di risollevare le saghe di Crash e Spyro, restituendo ai piccoli giocatori due mascotte che per noi grandicelli hanno fatto la differenza.

Guardando nella scuderia PlayStation gli unici capaci di raccogliere la sfida, a nostro giudizio, sarebbero stati gli inglesi Media Molecule e i giapponesi Asobi: per quanto Ratchet & Clank: Rift Apart sia stato un grande gioco, Insomniac è cresciuta e probabilmente Spyro, o Crash, non possono essere contemporaneamente il loro passato e futuro. Come detto, le grandi storie d'amore finiscono, l'unica cosa che possiamo fare è guardare al futuro e, se davvero abbiamo amato, augurare ogni bene ai nostri amati.

Benvenuti in casa Xbox Crash e Spyro, e buona fortuna!