Una ventata d’aria fresca.
Ci sarà molto da parlare di Oblivion nei prossimi mesi, della storia che avvolge il mondo e le nove città che lo adornano, della gestione delle mappe e dell’intelligenza artificiale, per adesso conviene parlare del senso di stupore che coglie davanti ai monitor da cui si proiettano le immagini del titolo Bethesda. Sono i primi veri accenni di Next Gen, addobbata a festa, ma discreta, con bump mapping ovunque e fonti di luce morbida e calda. I personaggi ti si fanno incontro sorridenti, dandoti il buon giorno, salutandosi. Quando parlano, mettono in risalto i segni lasciati dal tempo con le rughe che solcano il viso, le labbra che si muovono con ottima sincronia sui testi parlati, mentre i capelli ondeggiano sotto i colpi del vento, che muove fili d’erba e foglie d’albero. La solitudine che pervadeva le lande di Morrowind qui sembra dimenticata e le locazioni brulicano di abitanti indaffarati in mille attività ed animati da un sistema di intelligenza artificiale che ha del rivoluzionario, ovvero la radiant IA. Gli Npc reagiscono agli eventi messi in atto dal giocatore, imparano, crescono e perseguono obiettivi propri, seguendo le strade più diverse, interagendo col giocatore. Alcune scene ci hanno davvero colpito, come quella di una casa, ricca di mille particolari e soprammobili, in cui una donna viveva con un piccolo cane, che pigramente se ne stava acquattato in un angolo. È bastato dargli un pezzo di carne per farlo alzare curioso, farlo mangiare e vederlo correre e giocare per tutta la stanza. A quel punto la donna si è alzata per andare ad allenarsi con l’arco ed un piccolo bersaglio appeso su una parete, con risultati disastrosi. La stanchezza le donava una mira disastrosa, facendole sbagliare mira e facendo rotolare sul pavimento decine di ciotole e coppe. A quel punto, una bella sorsata di una pozione rigenerante e la fanciulla ha ripreso ad allenarsi senza sbagliare un colpo. In tutto questo, il giocatore non ha fatto altro che assistere ad una scena meravigliosa, senza neanche muovere un dito.
Azione frenetica.
Oblivion non è solo giocare di ruolo, la componente action ha assunto notevole risalto. I particolari si sprecano e basta un attimo per accorgersi che le frecce scagliate si conficcano nelle superfici di legno e che la fisica applicata agli oggetti colpiti con la spada è fuori dal comune per un gioco di questo tipo. Abbiamo assistito ad una scena in cui l’eroe si scagliava attraverso una città in fiamme per arrestare l’avanzata di decine di creature attraverso un portale magico. L’azione si è fatta frenetica, lungo la strada, personaggi non giocanti si affiancavano proteggendo ed attaccando, fino al boss d’area, in una lunga sequenza scriptata e piena d’adrenalina, che per intensità ricordava giochi come Call of Duty. Alla fine di questa cavalcata, si sono accese le luci e abbiamo dovuto congedarci dal mondo di Oblivion, che è diventato di diritto uno dei titoli più attesi del prossimo inverno e che, di sicuro, sarà uno dei giochi d’obbligo della prima line up di Xbox 360.
Sapete cosa è successo nel mondo degli Rpg dopo Morrowind? Praticamente niente. Perché? Paura, forse, o difficoltà nell’affrontare lo sviluppo di titoli così importanti e costosi. Dopo aver visto Oblivion, il quarto capitolo della saga di The Elder Scroll di Bethesda, viene anche da pensare che in poche software house potrebbero permettersi il lusso di scendere in campo a viso aperto ed affrontare il lavoro di questo team, sperando di uscirne vittoriosi. Oblivion non è giocabile qui sullo showfloor dell’E3, non avrebbe molto senso in quel marasma di casse che vomitano jingle ed effetti sonori per otto ore al giorno, presentare un gioco di questo spessore col rischio che possa confondersi in una fiera ingolfata da un’eccessiva schiera di titoli mediocri. E’ così che, scortati da una solerte standista, siamo arrivati in una stanzina del secondo piano del Convention Center e abbiamo potuto dare un’occhiata a questa piccola meraviglia. Piccola, perché non ci è stato permesso di giocarci e perché di fronte ad un prodotto di questo livello il tempo non basta mai e quando si sono accese le luci della sala, la voglia di andarsene era davvero poca. La sola versione pronta era quella per PC, ma ci è stato confermato che il gioco per Xbox 360 uscirà in contemporanea ed entro natale e, stando a quanto detto dal team, dovrebbe essere anche il migliore dal punto di vista grafico, dato che i personal computer in commercio per quel periodo non saranno altrettanto performanti. Il team ha seguito con la stessa dedizione entrambe le edizioni, senza darsi precedenze, cercando di ottimizzare l’interfaccia per tutte le tipologie di utenti e per entrambi gli ambienti. Su questi aspetti, comunque, non abbiamo potuto soffermarci più di tanto, quello che non abbiamo potuto fare a meno di notare è stata la cura con cui è stato creato un gioco che, siamo certi, farà molto parlare di sé.