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Final Fantasy XIV: Endwalker, storia di un successo a lungo atteso

I riflettori sono puntati su Final Fantasy XIV e su Endwalker, ma il MMORPG di Square Enix è finito sulla bocca di tutti solo negli ultimi mesi: ecco cos'è successo

SPECIALE di Christian Colli   —   08/12/2021

In questi giorni collegarsi ai server di Final Fantasy XIV è difficilissimo. L'Early Access della nuova espansione, Endwalker, ha imposto code monumentali ai "mondi" più popolati: migliaia di utenti in fila ad attendere il loro turno per giocare, qualche volta per ore, e qualche volta solo per ritrovarsi di fronte a un errore che li rimanda all'inizio della coda. Una crisi da "day one" che non ha stupito nessuno - sono anni che i giochi online più attesi soffrono questi problemi nei giorni di lancio, si pensi a World of Warcraft e le sue prime espansioni, oppure ai recenti New World e Diablo II: Resurrected - ma che ha colto impreparati Naoki Yoshida e il suo staff, in cerca da mesi di nuovi server da approntare in tempo, ma vittime come tanti altri della carenza di componenti elettroniche firmata COVID-19.

Eppure, nonostante si parli di un problema fastidioso che affligge un servizio a sottoscrizione mensile, sui social prevale un senso di pacata e serena rassegnazione. Certo non mancano le voci grosse, gli insoddisfatti più rumorosi, ma se cercate urla, schiamazzi e imprecazioni nella fanbase di Final Fantasy XIV, difficilmente le troverete perché, molto semplicemente, il MMORPG targato Square Enix non ha quel tipo di fanbase lì. Complice anche l'umiltà di Naoki Yoshida, che con grande trasparenza ha costantemente aggiornato i giocatori sulla gravità della situazione attraverso i social e il sito web ufficiale, promettendo giorni gratuiti a compensazione e scusandosi a più riprese per il disagio.

Final Fantasy XIV: Endwalker, il Sage è un nuovo Job
Final Fantasy XIV: Endwalker, il Sage è un nuovo Job

Un disagio che, tuttavia, lui aveva previsto e avevano previsto tutti quelli che seguono il panorama dei MMO, specialmente dopo quest'estate, quando Final Fantasy XIV ha raggiunto un picco di popolarità che non aveva mai avuto in quasi dieci anni di onorato servizio, undici se contiamo anche la disastrosa versione 1.0, lanciata nel 2010 e chiusa per la vergogna meno di due anni dopo.

Come si spiega, dunque, questo clamoroso successo lampo di Final Fantasy XIV, troppo a lungo rimandato?

Che cosa c'entra World of Warcraft?

Final Fantasy XIV: Endwalker, Alisaie e Alphinaud Leveilleur nella cinematica introduttiva
Final Fantasy XIV: Endwalker, Alisaie e Alphinaud Leveilleur nella cinematica introduttiva

Sarebbe fuorviante affermare che Final Fantasy XIV fondi il suo successo sul declino di World of Warcraft, perché potrebbe sembrare che il gioco goda più dei demeriti altrui che dei meriti propri. La questione, invece, è più complicata. Non abbiamo mai fatto mistero della nostra passione per il reboot di Naoki Yoshida. Il primo Final Fantasy XIV ci aveva deluso enormemente, ma quando aveva preso le redini del progetto Yoshi-P abbiamo riconosciuto subito le potenzialità del nuovo director che, a un certo punto, ha compiuto l'impensabile: ha fatto chiudere i server di gioco e lo ha praticamente ricostruito nel giro di un anno. World of Warcraft comincia a metterci lo zampino qui, perché A Realm Reborn deve tanto, tantissimo al MMORPG Blizzard, che Naoki Yoshida ammirava enormemente e considerava il punto di riferimento del genere.

Nel passaggio dalla versione 1.0 al reboot A Realm Reborn, Final Fantasy XIV si spoglia di tante caratteristiche controverse - e per certi versi anche innovative - per approcciare un modello "theme park" molto più simile alla formula di World of Warcraft nel sistema di combattimento e nella struttura dell'esplorazione e della progressione.

Ripensando alla reazione dei fan più accaniti in quei giorni, viene da sorridere. I MMORPG hanno sempre avuto community sonore, per non dire rumorose, che certe volte sconfinano nel fanatismo più assoluto, e così al lancio per molti giocatori Final Fantasy XIV 1.0 era il meglio del meglio proprio perché prendeva le distanze dal "nemico" Blizzard. Ricordiamo una delle giustificazioni più clamorose di quello scempio: credeteci o no, qualcuno premiava l'impossibilità di saltare perché rendeva il gioco "più realistico". Un occhio attento e una buona memoria avrebbero trovato le stesse persone a esaltare A Realm Reborn e le sue espansioni solo qualche anno dopo, sebbene il loro gioco del cuore si fosse trasformato in una versione Final Fantasy dell'odiato concorrente.

Ironicamente, Final Fantasy XIV deve tantissimo a questa scelta di comodo. Adottando una formula arcinota, il titolo Square Enix si è aperto a un pubblico molto più vasto: i primi a giocarlo sono sempre stati i fan del franchise, ma il loro passaparola ha condotto nel mondo di A Realm Reborn anche i giocatori della concorrenza, che si sono sentiti subito a casa loro.

Final Fantasy XIV: Endwalker, la Tower of Zot è il primo dungeon
Final Fantasy XIV: Endwalker, la Tower of Zot è il primo dungeon

Per questo motivo, Final Fantasy XIV è sempre arrivato secondo praticamente in tutto. La maggior parte delle caratteristiche aggiunte negli anni imitano quelle congegnate prima da Blizzard. Basti pensare al Glamour, che altro non è che la Trasmogrificazione dell'equipaggiamento in World of Warcraft.

Nel tempo, il divario tra i due titoli si è assottigliato. Il declino del genere MMORPG a sottoscrizione, soppiantato prima dai free-to-play e poi, in un certo senso, dal recente modello GaaS, ha lasciato in campo solo due contendenti col canone mensile: World of Warcraft e Final Fantasy XIV appunto, praticamente due facce diverse della stessa medaglia. Se il titolo Blizzard spinge più sull'aspetto competitivo, quello Square Enix ha abbracciato completamente l'escapismo. Sono tantissimi i giocatori che si avvicinano a Final Fantasy XIV per curiosità e ci restano per la storia. Lo abbiamo detto tante volte: il MMO di Naoki Yoshida ha una narrativa strepitosa che fa impallidire i Final Fantasy venuti prima e ogni altro GDR online. Yoshida ha avuto un'intuizione geniale quando ha deciso che Final Fantasy XIV si potesse approcciare con un gioco di ruolo single player: molti giocatori completano la storia disponibile e si abbonano nuovamente quando l'aggiornamento di turno la prosegue.

Mors tua vita mea

Final Fantasy XIV: Endwalker, il porto di Yedlihmad nella nuova regione di Thavnair
Final Fantasy XIV: Endwalker, il porto di Yedlihmad nella nuova regione di Thavnair

Negli ultimi anni, tuttavia, Yoshida si è circondato di collaboratori fissi e occasionali che hanno alzato ulteriormente l'asticella della qualità, primi tra tutti la sceneggiatrice Natsuko Ishikawa e il compositore Masayoshi Soken. Un "dream team" che ha firmato la pluripremiata espansione Shadowbringers. L'entusiasmo della critica e il passaparola dei giocatori hanno aumentato a dismisura la popolarità del MMO Square Enix proprio nel momento più sfortunato di World of Warcraft.

Sappiamo tutti che Blizzard ha perso letteralmente i suoi pezzi da novanta in questi ultimi anni. Chris Metzen, Mike Morhaime e molti altri che avevano firmato il successo di World of Warcraft per più di dieci anni si sono allontanati e hanno lasciato il kolossal in mani che non sono più riuscite a esprimerne le potenzialità. Dopo l'eccellente espansione Legion, World of Warcraft ha affrontato lunghe discese e qualche timida risalita che hanno comportato una vera e propria emorragia di sottoscrizioni. E il discorso è molto semplice: se ti piace una certa formula e il tuo gioco preferito non ti appassiona più come prima, è normale provare l'alternativa più somigliante.

Final Fantasy XIV: Endwalker, le rovine di Garlemald
Final Fantasy XIV: Endwalker, le rovine di Garlemald

Bisogna capire che ogni giocatore ha un'opinione in merito. Per esempio, c'è chi gioca a World of Warcraft soprattutto per il PvP e chi invece non mette mai piede nell'Arena perché preferisce le spedizioni Mitiche a tempo. Da parte nostra, noi abbiamo individuato tre scivoloni fondamentali che hanno dato un vero e proprio assist a Square Enix.

In primo luogo, la cosiddetta itemization, cioè la programmazione del bottino e di tutto quello che ci sta intorno. Nel corso del tempo, questo importante aspetto del gameplay è sfuggito sempre più categoricamente al controllo dei giocatori che, salvo pochissime eccezioni, devono affidarsi soprattutto al caso e alla fortuna. Inoltre, a un certo punto è venuto meno anche l'impegno artistico. L'equipaggiamento, molto semplicemente, ha smesso di essere bello, visivamente parlando. La sensazione è che, per essere un gioco che ruota tutto intorno alla progressione verticale, il bottino abbia perso la sua rilevanza.

La narrativa è un altro problema concreto di World of Warcraft. È un peso che il titolo Blizzard si trascina da anni, affidando la storia ad autori diversi con idee differenti sulla stessa, mastodontica mitologia della serie. Dopo la corale espansione Legion, la narrativa di World of Warcraft ha mancato di coerenza e grandiosità. L'impressione è che gli autori stiano procedendo alla cieca, cavalcando le reazioni della community, qualche volta per accontentarla e più spesso per provocarla. Queste scelte si riflettono però su un universo pieno zeppo di personaggi iconici e amatissimi, scontentando molti fan.

Infine c'è la questione più spinosa dei problemi legali in casa Blizzard Activision. Se n'è parlato così tanto, negli ultimi mesi, che resta ben poco altro da aggiungere. Le accuse e le dipartite - basti pensare all'allontanamento del presidente J. Allen Brack, rimasto in carica per meno di tre anni - hanno sferrato un duro colpo non solo alla qualità dei contenuti, ma anche alla fiducia della community nei confronti dello sviluppatore di Irvine. Molti giocatori hanno semplicemente abbandonato World of Warcraft, ma anche Diablo e Overwatch, per protesta, andando a cercare pascoli apparentemente più verdi... come quelli di Final Fantasy XIV.

E alla fine arriva il COVID-19

Final Fantasy XIV: Endwalker, la città di Radz-at-Han
Final Fantasy XIV: Endwalker, la città di Radz-at-Han

Per quanto possa sembrare assurdo, il quadretto che abbiamo esposto fin qui ha predisposto Final Fantasy XIV ad affrontare la crisi sanitaria del COVID-19 con una marcia in più. La pandemia ha colpito duramente anche Square Enix, che ha dovuto rallentare lo sviluppo di Shadowbringers e della nuova espansione Endwalker, ma il titolo diretto da Naoki Yoshida aveva dalla sua un potere enorme che abbiamo già menzionato sopra: quello dell'escapismo.

Come abbiamo detto, Final Fantasy XIV è un titolo più rilassato e innocente, per così dire, rispetto a World of Warcraft. Uno dei videogiochi più amati del 2020 è stato Animal Crossing: New Horizons perché permetteva ai possessori di Nintendo Switch di trascorrere una vita alternativa in un mondo tutto loro, dove avevano pieno controllo o quasi della situazione. Final Fantasy XIV è diventato il MMORPG ideale in cui fuggire quando si cerca un momento di svago o si vuole socializzare online. Il robusto sistema di housing, la community meno incline alla competitività e molto più accogliente in generale, hanno contribuito al suo successo degli ultimi anni. Sotto questo punto di vista, il gioco è diventato praticamente un fenomeno multimediale: si sono moltiplicati gli eventi organizzati sui social per riunire i giocatori nelle loro case, magari aprendole al pubblico per veri e propri festini tematici in cui ognuno è libero di esprimere la propria creatività tramite l'arredamento e i costumi.

Final Fantasy XIV: Endwalker, Zenos è uno dei principali antagonisti
Final Fantasy XIV: Endwalker, Zenos è uno dei principali antagonisti

Contemporaneamente, World of Warcraft ha affrontato uno dei suoi momenti peggiori: un lunghissimo periodo senza contenuti aggiuntivi, sei mesi e passa che hanno messo a dura prova i giocatori più assidui in un titolo dove non c'è spazio per la creatività. Tra questo e i problemi interni di (Blizzard) Activision, si è letteralmente creata una frattura tra gli sviluppatori e i loro promotori più importanti in assoluto: i content creator su Twitch, YouTube e simili. Moltissime personalità sul web hanno cominciato a prendere le distanze da Blizzard e dalle sue scelte, spesso in termini conflittuali, e si sono avvicinate alla concorrenza per curiosità e per ripicca, trascinando con loro fan e spettatori casuali che tra un lockdown e l'altro hanno gonfiato le visualizzazioni e scoperto nuovi mondi.

Lo zampino di Asmongold

Final Fantasy XIV: Endwalker, Fandaniel nella cinematica introduttiva
Final Fantasy XIV: Endwalker, Fandaniel nella cinematica introduttiva

Tra i content creator che si sono allontanati da World of Warcraft ce n'è stato uno importantissimo che risponde al nome di Asmongold. Per chi non lo sapesse, questo trentenne del Texas possiede un canale YouTube con quasi 1 milione di iscritti e oltre 2 milioni di follower su Twitch. Asmongold trasmette sulla nota piattaforma dal 2013 ed è uno dei principali streamer di World of Warcraft, che gioca e promuove da anni. Le sue trasmissioni sono seguite da una media di 50.000 spettatori che hanno letteralmente inventato meme e tormentoni che magari usate anche voi, senza sapere che escono proprio dal canale di Zack, il vero nome di Asmongold. Il quale ha sempre guardato con diffidenza a Final Fantasy XIV, un titolo che considerava troppo nipponico per i suoi gusti... finché non si è deciso a provarlo lo scorso luglio, seguendo amici e content creator come lui che avevano mollato World of Warcraft per la ragioni sopra esposte o semplicemente per noia.

Il fatto che l'inossidabile Asmongold stesse provando il principale concorrente del suo MMORPG preferito già rappresentava un evento storico, e un motivo in più per seguirlo. Moltissimi giocatori di Final Fantasy XIV temevano che lo streamer avrebbe messo in cattiva luce il titolo Square Enix, e i più squilibrati hanno deciso di stalkerare letteralmente Asmongold nel gioco, sperando che il deprecabile bullismo lo dissuadesse. Asmongold, che a World of Warcraft ci ha giocato per diciassette anni e ha visto molto di peggio, ha fatto spallucce e ha continuato a giocare, innamorandosi in diretta della storia, dei personaggi e delle atmosfere del gioco.

Final Fantasy XIV: Endwalker, Il Sage può attaccare a distanza coi suoi Noulith
Final Fantasy XIV: Endwalker, Il Sage può attaccare a distanza coi suoi Noulith

Il suo entusiasmo ha contagiato gli spettatori, motivandone tantissimi a provare la robusta versione di prova di Final Fantasy XIV, che include tutta la prima espansione, Heavensward.

I livestream di Asmongold hanno radunato oltre 100.000 spettatori, inducendolo a trasmettere per il doppio delle ore rispetto al solito, cosa che a lungo andare ha anche infierito sulla sua salute, portandolo a prendere un periodo di pausa da Twitch in un momento delicato della sua vita personale e famigliare. Nonostante ciò, lo streamer del Texas aveva già dato indirettamente un supporto epocale al MMORPG di Naoki Yoshida, che non aveva mai goduto di così tanta popolarità. Decidendo di affrontare tutti i contenuti endgame, espansione dopo espansione, come se fossero inediti, Asmongold è riuscito a mostrare un lato di Final Fantasy XIV che fino a quel momento era sfuggito alla massa casual.

Endserver

Final Fantasy XIV: Endwalker, una scena della cinematica introduttiva
Final Fantasy XIV: Endwalker, una scena della cinematica introduttiva

Tutta questa combinazione di fattori, eventi e sfortunate coincidenze hanno contribuito al successo di Final Fantasy XIV, un titolo che forse avrebbe meritato questa esposizione mediatica molto tempo prima. Il MMORPG di Naoki Yoshida è un prodotto curatissimo, completo e strabordante di contenuti per tutti i gusti. Questo lo hanno scoperto i giocatori che si sono avvicinati per la prima volta nel corso dell'estate, sovraccaricando server che fino a quel momento non avevano mai dovuto ospitare una mole così imponente di collegamenti. L'improvviso boom di Final Fantasy XIV ha così sferrato un colpo decisivo al lancio di Endwalker, ma anche in questo caso la questione è più complessa di quel che appare.

I lanci dei MMORPG e delle loro espansioni sono sempre forieri di problemi tecnici. Tra i giocatori assidui, quelli vecchi che tornano e i curiosi, i server - soprattutto quelli di accesso - si sovraccaricano, causando le lunghe code a cui tutti gli appassionati dovrebbero ormai essere abituati. La soluzione è semplice: migliorare la tecnologia a disposizione per accogliere un maggior numero di giocatori. Final Fantasy XIV ha sempre avuto questi problemi al lancio di ogni espansione, e Naoki Yoshida avrebbe dovuto prevederli ancora una volta, soprattutto dopo aver pubblicizzato Endwalker come la "conclusione" del ciclo narrativo iniziato dieci anni fa con A Realm Reborn.

Final Fantasy XIV: Endwalker, la nuova città di Old Sharlayan
Final Fantasy XIV: Endwalker, la nuova città di Old Sharlayan

Tra questo e il successo di Shadowbringers, che prometteva una qualità ancora più alta nella nuova espansione, è difficile giustificare l'impreparazione di Square Enix: quando a luglio si è verificato il boom di Final Fantasy XIV e i server hanno cominciato ad accusare il colpo, dimostrando di essere inadeguati al carico dei giocatori ancor prima dell'uscita di Endwalker, era ormai troppo tardi. In una serie di comunicati sul web, Naoki Yoshida si è scusato per il disagio e ha rivelato che Square Enix avrebbe cercato di approntare nuovi server, salvo andare incontro alla carenza di componenti tecnologici che continua ad affliggere il settore da quando la pandemia è entrata nel vivo. Pur avendo rimandato all'ultimo momento il lancio dell'espansione di due settimane, ufficialmente per limare le ultime spigolosità ma molto più probabilmente per preparare l'infrastruttura al carico del lancio, non c'è stato verso di evitare il disastro.

Anche se parlare di disastro è eccessivo. I server di gioco hanno retto ottimamente: noi non abbiamo rilevato problemi di latenza, crash o altri disservizi su uno dei mondi più obsoleti e popolati, Ragnarok. Il problema è collegarsi ai server.

Final Fantasy XIV: Endwalker, Mare Lamentorum si trova sulla Luna
Final Fantasy XIV: Endwalker, Mare Lamentorum si trova sulla Luna

Sin dalla riapertura dei server il 3 dicembre per l'Early Access - seguita a una manutenzione di ben ventiquattro ore - le code si sono rivelate improponibili. Le code sui server più popolati superano i 10.000 giocatori nelle ore di punta, il che si traduce in ore e ore di attesa per giocare un titolo che, fondamentalmente, si sta pagando ogni mese e dovrebbe garantire l'accesso in qualunque momento a chiunque. Alcune code si risolvono in famigerati errori che costringono a chiudere il client e ricominciare la coda da capo. Neppure spostarsi su mondi temporanei serve a molto: le code restano e qualche volta si "rompono" in fase di ritorno.

Ora che il gioco è uscito ufficialmente, i disagi rischiano di moltiplicarsi. Un comune giocatore che magari lavora in ufficio dalle 8.30 alle 18.30, torna a casa e rischia di ritrovarsi in coda per ore e di andarsene a dormire intorno alla mezzanotte senza essere neppure riuscito a entrare in gioco per mezzo minuto. La community, che nei primi giorni ha affrontato il disservizio con filosofia e rassegnazione, comincia a spazientirsi e questo ha indotto Naoki Yoshida a scusarsi per l'ennesima volta e a regalare 7 giorni di gioco aggiuntivi a tutte le sottoscrizioni attive, promettendone altri se i problemi dovessero persistere oltre il prossimo weekend.

Realisticamente i problemi persisteranno eccome, almeno finché Square Enix non aggiornerà le macchine a disposizione di Yoshi-P e del suo staff. Se vale la pena affrontare queste lunghe code per giocare Endwalker ve lo diremo tra qualche tempo: prima di scrivere la nostra recensione vogliamo completare la campagna e comprendere meglio la sua portata.