Mancano poche settimane all'uscita di Fire Emblem: Three Houses, il nuovo strategico di Intelligent Systems che inaugurerà la serie su Switch, serie che si appresta a compiere ben trent'anni nel 2020. Ne abbiamo fatta di strada, dai tempi del NES... anzi, del Famicom, visto che quel primo Fire Emblem dovette attendere diversi anni e qualche remake per arrivare anche in occidente. Del nuovo capitolo, Three Houses, abbiamo parlato tantissimo nelle ultime settimane: prima con un riepilogo di tutte le informazioni in nostro possesso a ridosso dell'E3, poi vi abbiamo raccontato quello che abbiamo scoperto durante la fiera losangelina grazie alla demo della Nintendo Treehouse. Adesso abbiamo deciso di ricordare gli ultimi episodi della serie a essere usciti sul precedente handheld Nintendo, perché spesso conoscere il passato è il modo migliore di comprendere il futuro. Sì, lo abbiamo scritto davvero.
Awakening
Fire Emblem: Awakening esce nel 2012, due anni dopo New Mystery of the Emblem - che non fu mai localizzato per l'occidente - e ben quattro anni dopo Shadow Dragon, l'ultimo Fire Emblem per Nintendo DS ad arrivare in Europa. Fin dai primi trailer si era ripromesso di stupire i giocatori con una rinnovata veste poligonale, cinematiche a cartoni animati e un'enorme quantità di contenuti che comprendevano, tra le altre cose, una sperimentale modalità multigiocatore online e tutta una serie di DLC che prolungavano la già eccellente longevità del gioco. Il merito più grande di Fire Emblem: Awakening, tuttavia, fu quello di rivolgersi - finalmente - a un pubblico molto più ampio con dinamiche di gioco più fresche e flessibili, ma soprattutto grazie all'inclusione di un livello di difficoltà selezionabile che consentiva di escludere la caratteristica morte permanente. In questo modo, anche chi si avvicinava per la prima volta al franchise poteva prendere dimestichezza con le meccaniche e la filosofia di Fire Emblem.
Anche la storia si slegava quasi completamente dagli episodi precedenti, pur mantenendo alcuni richiami pensati appositamente per far presa sul pubblico. Il protagonista si chiama Chrom ed è il comandante dell'esercito di Ylisse, una nazione logorata da una duplice minaccia: da una parte c'è il regno di Plegia, governato dallo psicopatico Gangrel, e dall'altra un misterioso esercito di zombi. Durante una battaglia, Chrom si imbatte in uno spadaccino mascherato che impugna una spada identica alla sua Falchion e che si fa chiamare come il leggendario eroe Marth: è solo l'inizio di una storia piena di colpi di scena che affronta in modo piuttosto originale la controversa tematica del viaggio nel tempo. Il giocatore, nei panni di uno stratega alleato di Chrom, si ritrova a gestire anche le relazioni tra i vari personaggi, che possono addirittura sposarsi e generare figli che recluteremo nel nostro esercito e possiederanno le abilità mescolate dei loro genitori. Fire Emblem: Awakening è il primo gioco in cui compare Lucina, un personaggio che è diventato tra i più amati nel fandom della serie.
Fates: Retaggio, Conquista e Rivelazione
Con Fire Emblem Fates, Intelligent System azzarda un esperimento controverso che ancora oggi fa molto discutere e che, inizialmente, temevamo si sarebbe ripetuto proprio con Three Houses. Il gioco esce infatti in due versioni, sottotitolate Retaggio e Conquista: una pensata per i nuovi giocatori, l'altra per i veterani. La differenza, in termini di gameplay, si percepisce nella difficoltà complessiva dell'avventura e nella struttura delle mappe e delle missioni, più simili ad Awakening nel caso di Retaggio e più contorte e sofisticate nel caso di Conquista. Ritorna anche il livello di difficoltà selezionabile all'inizio della partita, che consente di personalizzare ulteriormente l'esperienza. Nonostante sembri un approccio simile a Pokémon, la questione è molto diversa e Intelligent Systems l'ha giustificata a livello narrativo così: i primi sei capitoli sono uguali in entrambi i giochi, ma se il giocatore sceglie Conquista, il protagonista Corrin resterà dalla parte dei Nohr con cui è cresciuto, mentre nella versione Retaggio, Corrin diserterà per unirsi alla fazione degli Hoshido. A quel punto, la storyline prende due strade completamente diverse.
Tuttavia non è finita qui, perché in realtà esiste una terza versione di Fire Emblem Fates che potremmo considerare quella vera e propria e si intitola Rivelazione. Acquistabile in bundle o come DLC dopo aver completato almeno Retaggio o Conquista, Rivelazione esplora una terza storyline in cui Corrin non si schiera con nessuno e sfida il vero nemico insieme alla misteriosa Azura, reclutando i personaggi di entrambe le fazioni. La trama di Rivelazione è sicuramente quella più avvincente, e l'idea in sé e per sé è molto originale, ma purtroppo la sceneggiatura ne risente moltissimo perché è necessario aver giocato tutti i titoli per farsi un quadro generale più chiaro di tutta la storia. Il problema è che, alla lunga, diventa tutto ripetitivo e stancante. Sul fronte del gameplay, Fire Emblem Fates perfeziona le dinamiche già viste in Awakening, soprattutto per quel che concerne il sistema di Sostegno che consente di unire nella stessa casella due unità diverse, ma perde un po' senso, a livello narrativo, la possibilità di addestrare una seconda generazione di combattenti. Il gioco, tuttavia, introduce una feature - seppur limitatamente - che Intelligent Systems porterà poi anche in Three Houses, e cioè la possibilità di esplorare la roccaforte di fazione in terza persona.
Echoes: Shadows of Valentia
L'ultimo Fire Emblem a uscire per Nintendo 3DS è in realtà un remake di Fire Emblem Gaiden, altro titolo mai uscito dal Giappone che fece il suo esordio nel 1992: era il secondo Fire Emblem in assoluto, quando Intelligent Systems stava ancora sperimentando, e il sottotitolo Gaiden stava proprio a indicare che si trattava di un esperimento, una storia alternativa, quando in realtà non esisteva neppure un filo conduttore e una mitologia vera e propria. Abbandonata la formula di Fates, Echoes raccontava una storia piuttosto sobria ma non meno interessante, in cui due amici di infanzia, Alm e Celica, si ritrovano a combattere una guerra più grande di loro: Alm si unisce ai ribelli chiamati Liberatori, mentre Celica, braccata a sua insaputa, cerca la dea che parrebbe aver voltato le spalle agli uomini. Le loro strade proseguono parallelamente e il giocatore si ritrova a controllare due eserciti separati, spostandoli su una mappa tradizionale, piena di nemici da combattere e luoghi da esplorare.
In Fire Emblem Echoes non ci sono unità da "accoppiare" e figli da generare, né basi da costruire, e persino il sistema di avanzamento delle classi è stato riveduto e semplificato. La novità più importante è quella dei sotterranei, zone cui è possibile accedere dalla mappa e in cui il gioco cambia aspetto, riprendendo Alm o Celica di spalle e in terza persona come in un JRPG vecchia scuola: in queste sessioni si esplora il labirinto di turno in cerca di tesori e passaggi segreti e di tanto in tanto si combattono i nemici che li popolano in mappe semplici e minuscole. Nelle città, invece, il giocatore si sposta liberamente da una schermata all'altra, dialoga con gli abitanti e raccoglie oggetti e indizi come in una specie di visual novel. Molti veterani di Fire Emblem hanno storto il naso davanti alla natura ibrida di Echoes, ma in realtà è stata una svolta interessante. Sul fronte del gameplay, inoltre, Echoes offriva un approccio diverso, rinunciando all'iconico triangolo delle armi a favore di un sistema più intuitivo, basato più che altro sull'equipaggiamento e le competenze di ogni singola unità. Sfortunatamente, Fire Emblem Gaiden era un titolo mediocre sotto alcuni aspetti che Intelligent Systems ha ricalcato fedelmente, cosa che lo rende probabilmente il titolo più debole della serie su Nintendo 3DS, ma anche quello che, sotto diversi punti di vista, ci ha preparato meglio al rivoluzionario Three Houses.