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Flintlock: The Siege of Dawn, abbiamo provato il souls-lite

Un po' souls, un po' action, Flintlock: The Siege of Dawn è un titolo che offre poco di nuovo, ma diverte tantissimo nonostante una leggera crisi di identità

PROVATO di Riccardo Lichene   —   17/06/2024
Il duo protagonista di Flintlock: The Siege of Dawn: Nor e Enki
Flintlock: The Siege of Dawn
Flintlock: The Siege of Dawn
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Flintlock: The Siege of Dawn è un videogioco che, se venisse scomposto nelle sue singole parti, non avrebbe nulla di originale. Rimettendo tutto insieme, però, viene fuori un qualcosa che non solo sa di fresco, ma che è anche divertente e difficile da giocare. Questo perché prende un sistema di combattimento che fa l'occhiolino ai souls, una progressione tipicamente action, un'esplorazione e un crafting leggeri e una storia confusa, frulla tutti insieme questi elementi e, per qualche strano motivo, funziona.

Sviluppato da A44 Games, Flintlock ha un'estetica che mescola la vita in trincea della Prima Guerra Mondiale, gli zombie, un po' di dark fantasy e un modo di combattere piratesco con ascia e pistola ad avancarica. Questo mischione causa un leggero cortocircuito a chi è fan di queste singole ambientazioni (perché mai ci sono armi a polvere nera e colpo singolo in un contesta da Prima Guerra Mondiale, per esempio), ma con il passare del tempo questa sensazione sparisce e l'identità del gioco prende sempre più forma.

L'avventura ha come nemici principali delle orde di non morti, vi incarica di mettere i bastoni tra le ruote a delle non meglio specificate divinità (speriamo in un pantheon originale) ed è un percorso di crescita per una protagonista in cerca di vendetta. Nor, al momento (abbiamo provato le prime due ore di gioco) è l'anello più debole della catena a causa dei molti stereotipi da protagonista che la affliggono. Le fondamenta per uno sviluppo concreto, però, ci sono.

A colpi di ascia e spada

Il primo punto di forza di Flintlock: The Siege of Dawn è il suo combattimento. È il punto di incontro quasi perfetto tra la precisione richiesta da un souls like e l'arroganza tipica degli action.

Colpire, parare e schivare hanno delle finestre di esecuzione relativamente brevi, se sbaglierete, però, potrete sempre tirare una pistolettata al vostro avversario per stordirlo. Per ricaricare l'arma da fuoco è necessario infliggere quattro colpi corpo a corpo con la propria ascia, un ritmo che troviamo bilanciato per l'esperienza che il gioco vuole essere.

Poco dopo l'inizio, poi, la protagonista viene armata di una speciale magia a base di polvere nera (l'antenata della polvere da sparo che si usava nelle armi ad avancarica) con cui effettuare doppi salti e doppie schivate. Con l'arsenale al completo il combattimento diventa molto più fluido e, soprattutto, personalizzabile. Chi vorrà approcciare il gioco in modo più misurato e calcolato potrà puntare a parate perfette e contrattacchi. Gli amanti della rapidità, invece, potranno danzare attorno ai nemici per combattimenti più movimentati.

Nor è una protagonista abbastanza stereotipata all'inizio di Flintlock: The Siege of Dawn ma c'è del potenziale per la sua crescita
Nor è una protagonista abbastanza stereotipata all'inizio di Flintlock: The Siege of Dawn ma c'è del potenziale per la sua crescita

A tutto questo si aggiunge un'abilità di indebolimento (con cui si rompono anche gli scudi) messa a disposizione della divinità volpe che diventa il vostro compagno di viaggio appena finita l'introduzione: Enki. Oltre ad avere una voce suadente e una personalità che ricorda quella del gatto parlante di Rick e Morty, questo strano animaletto vi armerà dei suoi poteri per infliggere più danni ai nemici. Il suo attacco speciale ha quattro cariche che si ricaricano nel tempo e riempie una barra viola al di sopra dei nemici, una volta piena potrete lanciare un attacco devastante che li eliminerà in un colpo o distruggerà interamente la loro corazza.

Non poteva mancare anche una ultimate (il gioco fa supporre che ce ne saranno diverse ma noi ne abbiamo provata una sola) per infliggere tantissimi danni. Questa si ricarica nel tempo e cancella qualsiasi gruppo di nemici comuni facendo anche non poco male ai boss.

Uru è l'antagonista principale di Flintlock e già nei primi minuti di gioco si dimostra un nemico formidabile che richiederà tanti sacrifici per essere sconfitto
Uru è l'antagonista principale di Flintlock e già nei primi minuti di gioco si dimostra un nemico formidabile che richiederà tanti sacrifici per essere sconfitto

Finora non abbiamo visto tanti cattivoni quanti avremmo voluto e quelli che abbiamo incontrato risultavano un po' smorti. Avendo come avversari principali delle divinità possiamo sperare nel fatto che i nemici apicali si faranno più tosti e più variegati con il progredire della storia.

Un mondo in bilico

Flintlock: The Siege of Dawn è un gioco ambientato durante un'apocalisse in corso: una porta verso il mondo dei morti è stata aperta e questo ha fatto entrare migliaia di zombie che hanno invaso la città di Alba (dove è nata la nostra protagonista) e vogliono distruggere il mondo. Questo perché sono agli ordini di Uru il razziatore, divinità del caos assetata di vendetta e cattivo principale del gioco. Insieme a lui, dopo una missione fallita da parte della protagonista e dei suoi comprimari, sono a piede libero nel mondo diverse altre divinità più o meno ben intenzionate.

Gli alberi delle abilità di Nor non aggiungono solo abilità al suo arsenale ma potenziano i suoi attacchi in base alle scelte fatte
Gli alberi delle abilità di Nor non aggiungono solo abilità al suo arsenale ma potenziano i suoi attacchi in base alle scelte fatte

Una di loro è proprio Enki, che sceglie di aiutare Nor per fermare la furia degli dèi scappati. La storia non fa un gran che per motivare chi gioca ad andare avanti, è un qualcosa che avviene più per inerzia che per diretto intervento dell'eroina. Fortunatamente la progressione di Flintlock: The Siege of Dawn fa tanto lavoro per motivare l'esplorazione e il combattimento preciso. Uccidere un nemico, infatti, fornisce una certa quantità di reputazione che possiamo definire "in sospeso": ucciderlo in modo creativo aggiunge una percentuale bonus a tutte le eliminazioni successive che, se fatte con salti, pistolettate, abilità speciali e altro, continuano ad aggiungere moltiplicatori.

Chi gioca può decidere di riscattare questa reputazione in sospeso in qualsiasi momento, interrompendo la catena dei moltiplicatori, o rischiare per mungere lo scontro ancora di più. Venire colpiti causa l'acquisizione automatica dei punti in sospeso ma anche la perdita dei moltiplicatori. Più si è precisi, più punti si fanno, più in fretta si progredisce. Questo sistema è decisamente riuscito e uno dei punti di forza del gioco: con la reputazione, infatti, si possono acquistare nuove abilità divise in tre alberi (attive e passive), migliorare il proprio equipaggiamento per infliggere più danni e acquistare nuovi vestiti con annessi potenziamenti. C'è un leggero elemento di crafting a tre risorse ma, almeno nelle prime ore, non sembra avere un impatto troppo rilevante.

Il rapporto tra Nor ed Enki è uno dei motori principali della narrativa ma nelle prime due ore non era ancora decollato a pieno
Il rapporto tra Nor ed Enki è uno dei motori principali della narrativa ma nelle prime due ore non era ancora decollato a pieno

L'esplorazione dei livelli ampi, ma lineari che abbiamo visto finora non ci ha impressionato per unicità delle ambientazioni o spettacolarità dei panorami. Come il resto del gioco è un mix di elementi già visti che, grazie a qualche tocco artistico, riesce ad avere una personalità e a farsi (lentamente) apprezzare. Il rapporto conflittuale tra Nor ed Enki (lui è una divinità e la missione di lei è uccidere tutte le divinità per liberare Alba) riesce a intrattenere chi gioca nei momenti morti come le camminate o le sezioni esplorative ma, spesso, la protagonista si dimostra ottusa e ingenua davanti a un mondo in continuo mutamento.

Flintlock: The Siege of Dawn promette molto bene soprattutto per il suo sistema di combattimento che frulla insieme elementi dei souls ed elementi degli action per dare forma a qualcosa di nuovo che funziona. La gestione della reputazione (che è anche la valuta di gioco), poi, motiva a dare il meglio in combattimento per sbloccare più in fretta nuovi poteri, armi migliori e abilità più potenti per il vostro compagno di avventure. La storia, almeno all'inizio, prende fino a un certo punto perché ha bisogno di più spazio di quello che abbiamo avuto per dare spessore ai propri personaggi. Se il pantheon di divinità di Flintlock sarà capace di stupire, però, potremmo trovarci di fronte a un'avventura completa sia dal punto di vista del gameplay sia da quello della storia. Anche la protagonista avrà bisogno di fare qualche passo avanti prima di diventare un personaggio vero, ma le fondamenta da cui partire ci sono.

CERTEZZE

  • Sistema di combattimento fresco e dinamico
  • Progressione ben gestita che invoglia a fare bene
  • Tanti modi di personalizzare l'esperienza

DUBBI

  • Protagonista e trama deboli all'inizio
  • Esplorazione e crafting superflui