Se conoscete i picchiaduro di Arc System Works, saprete probabilmente che lo sviluppatore nipponico non programma solo ottimi giochi, ma scrive anche storie estremamente complesse, caratterizzando ogni singolo personaggio, intrecciando le sue sottotrame a più riprese con quelle degli altri. Non sarà Shakespeare, ma è indubbio che gli Arc si impegnano davvero e col tempo hanno affinato la loro tecnica, passando da muri di testo in stile visual novel a veri e propri intermezzi animati con i loro motori 3D.
Insomma, era solo questione di tempo prima che i loro franchise di punta diventassero degli anime. Era successo con BlazBlue diversi anni fa, ora tocca a Guilty Gear e sorprende che ci abbiano messo tanto: forte del successo dell'ultimo titolo della serie, Arc System Works ha incaricato Sanzigen Inc. di animare una stagione composta da nove episodi.
Noi abbiamo visto i primi due episodi di Guilty Gear Strive: Dual Rulers e queste sono le nostre impressioni, purtroppo solo parzialmente positive.
Dopo Strive ma prima dei DLC
Dual Rulers prosegue la storia di Guilty Gear Strive o, meglio, racconta quanto accaduto tra il finale della campagna nel videogioco e l'introduzione di Dizzy come DLC (questo spiega il suo vecchio look, probabilmente gli Arc non l'avevano ancora disegnata per Strive quando Dual Rulers è entrato in produzione). Tutto questo significa che i neofiti avranno non poche difficoltà a raccapezzarsi con la complicata mitologia di Guilty Gear ma state tranquilli, ci pensano le frequenti pause e il narratore che sembra uscito da un incontro di sumo a spiegarvi chi è chi e perché fa quel che fa.
Inutile dire che la narrazione ne risente: soprattutto il primo episodio, che stabilisce le basi di questa storia e riassume sommariamente gli eventi precedenti, soffre di un ritmo incostante, dovendo anche presentare in brevi stacchetti i vari personaggi che si susseguono sullo schermo, personaggi che hanno anni di storie alle spalle, anche piuttosto intricate. A volte ci si mettono anche i sottotitoli imprecisi - nel primo episodio, Sol Badguy è presentato nei sottotitoli in inglese come il padre adottivo di Sin, pur essendo suo nonno - che potrebbero mandare in confusione i fan più smemorati.
Forse è per questo che si è deciso di affidare il ruolo di protagonista a Sin Kyske, figlio del più famoso Ky e dell'amatissima Dizzy: un personaggio relativamente recente che meritava un approfondimento e che in un certo senso offre una prospettiva inedita, ma che forse non è stato proprio la scelta migliore a causa del suo carattere petulante e mutevole. Dopo tutto, Sin è un bambino di cinque anni nel corpo di un adolescente, essendo un Gear, un'arma biologica costruita con la scienza e la magia. A seguito di una guerra durata anni, l'unione di re Ky Kiske e Dizzy ha sancito l'inizio di un periodo di pace che molti guardano con diffidenza.
Dual Rulers inizia proprio durante una festa celebrativa, quando irrompe una combattiva ragazza di nome Unika che dichiara guerra ai Gears e cerca di istigare Dizzy a perdere il controllo dei suoi pericolosissimi poteri: per questo motivo, Ky e Dizzy si isolano in una specie di prigione di cristallo, lasciando a Sin e Sol il compito di trovare Unika e fermarla prima che scoppi una nuova guerra mondiale. Nel secondo episodio i motivi di Unika - un personaggio inedito che presto entrerà nel roster del picchiaduro con un DLC - si fanno un po' più chiari mentre la sceneggiatura stabilisce un collegamento tra lei e Sin, nonché una sottotrama vagamente politica e cospirazionista che dà alla storia un sapore più interessante.
Perché, diciamocelo, Guilty Gear Strive: Dual Rulers è un anime di mazzate e anche belle pesanti. In questo senso, dobbiamo dire di essere rimasti abbastanza sorpresi dalle scene d'azione, soprattutto nel secondo episodio: sono animate più che dignitosamente, di chiara comprensione e fortemente ispirate al videogioco, tant'è che è facile riconoscere le mosse e gli attacchi speciali dei vari personaggi che se le suonano. Dual Rulers è pur sempre un anime in 3D anche se non sembra, quindi non era scontata questa qualità nelle animazioni.
È tutto il resto - a parte le musiche rock, sempre effervescenti - che lascia a desiderare. La regia ricorre eccessivamente a primi piani e fermo immagini - spesso sotto forma di illustrazioni o schizzi in 2D - tradendo un eventuale problema di budget o tempistiche nella lavorazione che, insieme a dialoghi talvolta scadenti, rende certi passaggi degli episodi abbastanza soporiferi. I personaggi che finora hanno contribuito alla storia quantomeno sembrano seguire una logica narrativa, sebbene si rimanga spiazzati a vederli indossare i loro costumi da picchiaduro nei momenti di vita quotidiana o in occasioni più formali: è chiaro che si sia voluto strizzare l'occhio ai fan, anche a discapito di una rappresentazione sensata.
Se non altro, quei fan di Guilty Gear riconosceranno la follia di un universo che mischia super poteri, tecnologia futuristica, viaggi nel tempo, scienza e magia. Dual Rulers è esattamente l'anime che ci si aspetterebbe in tal senso e riesce a portare sul piccolo schermo l'azione sfrenata e spettacolare del picchiaduro Arc System Works.
Lo fa però a singhiozzi, in questi primi due episodi, appoggiandosi a una caratterizzazione maldestra e a una storia che presuppone una buona conoscenza del franchise di riferimento: gli appassionati potrebbero restare soddisfatti, al netto dei problemi sopraelencati, ma chi non ha mai giocato Guilty Gear potrebbe trovare tutto troppo confuso o, peggio, noioso. Speriamo si risollevi nelle prossime settimane: il potenziale c'è.