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I videogiochi che ci ricordano l'estate

Quali sono i videogiochi che più vi ricordano le vostre vacanze estive? Ecco quali sono i classici che ci hanno tenuto compagnia durante i mesi più caldi.

I videogiochi che ci ricordano l'estate
SPECIALE di La Redazione   —   29/08/2023

Con agosto agli sgoccioli, ci siamo trovati a chiacchierare su come i videogiochi hanno segnato la nostra estate, tra chi è andato in vacanza portandosi dietro i Pikmin di Nintendo Switch, chi ha comprato una valigia più grande per farci stare Steam Deck, chi ha approfittato del tempo libero per finire Final Fantasy XVI e chi in ferie non c'è ancora andato, ma alla sera si concede un viaggio tra le terre Baldur's Gate 3.

A prescindere che si vada in vacanza al mare, in montagna, o semplicemente si resti a casa a poltrire, in estate i videogiochi ci hanno sempre tenuto compagnia. Ogni anno il passatempo dell'estate potrebbe cambiare, ma siamo sicuri che ognuno di voi ha un videogioco ben preciso che gli viene in mente quando pensa alle vacanze estive. Magari quel gioco per Nintendo DS con cui passavate intere giornate sotto l'ombrellone? Quell'MMORPG con cui avete speso l'intera estate a casa? Oppure quel cabinato al bar davanti a cui sostavate coi piedi sporchi di sabbia? Siamo curiosi di sapere quale gioco, più di tutti, vi viene in mente pensando alle vostre estati: cominciamo noi con alcuni racconti della redazione ad alto tasso nostalgico.

Pokémon Rosso/Blu (Lorenzo)

Giochi Estate Mancosu

Italia, estate 2000. A pensarci oggi sembra di viaggiare in un'altra dimensione. Niente smartphone, niente social network, nel nord del paese la temperatura media è di 22°. Le spiagge brulicano di bambini festanti, e in televisione il logo di Italia 1 si staglia contro i verdi fondali di Namecc: nessuno può immaginare che Goku sta per trasformarsi nel Super Sayan per la prima volta.

I tavolini in plastica bianca sono equamente divisi fra partite di scopa e battaglie a colpi di Magic: l'espansione del momento è Profezia. Ma su ogni lettino posato nella sabbia, lungo le scalinate dei vicoli del paese, sui sedili posteriori delle automobili familiari che sfrecciano in autostrada, si sta consumando un altro fenomeno, uno che avrebbe cambiato per sempre il mondo dei videogiochi.

L'estate del 2000 segnò la prima vacanza estiva di Pokémon Rosso e Blu. Bambini, bambine, ragazzi, giovani adulti avevano riversato mesi del proprio tempo libero nell'addestramento del proprio Starter, catturati nel vortice di una delle più grandi avventure mai realizzate. Ora si trovano finalmente a giocare fianco a fianco. All'improvviso spunta un Cavo Link: mentre nuove amicizie fioriscono in mezzo secondo, un Haunter si evolve finalmente in un Gengar, un vecchio Kadabra diventa un Alakhazam.

Ecco che arriva Alessandro. Incredibile ma vero, lui possiede Mew. Possibile che sia riuscito a spostare con Forza il misterioso camioncino appena fuori dalla M.N. Anna? Il sole picchia attraverso le stuoie di vimini e si riflette sugli schermi dei Game Boy; spalla contro spalla, i gruppetti di amici non smettono di raccontarsi le loro avventure a Kanto. Ci siamo anche io e il mio Charizard. "Lorenzo, c'è la frutta!" - "Arrivo mamma, salvo e spengo". Oggi c'è chi dice con tono di scherno che 'Nintendo fa giochi per bambini'. Forse bisognerebbe affermarlo con orgoglio: Nintendo fa giochi per tutti, anche per i bambini.

Boktai: The Sun is in Your Hand (Giulia)

Giochi Estate Giulia

Appena un mese fa, un videogioco ingiustamente dimenticato da molti ha spento le sue prime venti candeline. Per l'uscita di Boktai: The Sun is in Your Hand era stato scelto, non a caso, il periodo estivo: un fatto del tutto comprensibile, dato che l'avventura del cacciatore di vampiri Django si basava totalmente sulla luce del sole. Prodotto e progettato da Hideo Kojima - mai stanco di proporre idee nuove e originali alla platea dei videogiocatori - Boktai aveva l'obiettivo di portare gli utenti all'aperto, sotto il solleone. Letteralmente: per ricaricare la Gun del Sol del protagonista era necessario affidarsi al sensore fotometrico presente sulla cartuccia (il gioco venne pubblicato per Game Boy Advance).

Senza contare che il gioco simulava la posizione del sole a seconda del fuso orario selezionato. E tutto questo contava molto, perché la presenza di luce solare, nella vita reale e quindi nel mondo del Boktai, garantiva l'uccisione immediata dei vampiri, ove esposti alla stessa. Strategia, dunque, e anche stealth, seppure all'acqua di rose rispetto alla serie Metal Gear Solid, altra grande opera di Kojima. Boktai si era rivelato un'esperienza così coinvolgente per me da bambina che ho rischiato l'insolazione in più di un'occasione, senza contare la difficoltà nel vedere chiaramente ciò che accadeva nel mondo virtuale di Django, dovuta alla mancanza di retroilluminazione del GBA classico e alla forte luce solare estiva. Nulla che potesse scoraggiare una bambina pallida e occhialuta, ma tanto testarda: prendere il sole era, finalmente, per una buona causa. Maledetti vampiri!

Metal Slug (Vincenzo)

Giochi Estate Vincenzo

Ogni volta che vedo un bar in spiaggia mi vengono in mente tutti i rumori e i suoni delle vacanze al mare. Non lo scrosciare delle onde o le voci chiassose delle persone, badate. Piuttosto lo scampanellio del logo Neo-Geo, la marcetta del Tutorial, e poi quella voce imperativa che esclamava "Mission 1... START!". Da ragazzino, il cabinato al mare era il mio mausoleo, il gettone la chiave d'ingresso. A seconda dell'anno e del bar i giochi cambiavano, ma due in particolare potevi stare sicuro di trovarli sempre. Super Sidekicks e Metal Slug. Ora, che fosse dietro a un joystick o in spiaggia col Super Santos, io col pallone sono sempre stato una mezza calzetta. Non che non mi piacesse giocare, ma se avevo qualche gettone in tasca state sicuri che sapevo in quale cabinato infilarli. E allora vai, Marco Rossi, vediamo io e te fin dove arriviamo stavolta.

Non lo avevo mai completato, Metal Slug, di solito finivo i gettoni prima, sbracciando dalla frustrazione davanti allo sguardo del barista. Ma non era un problema: ero lì per lo spettacolo, i trionfanti strilli "Heavy Machine Gun!" e "Rocket Launcher!"; i prigionieri che ti ringraziavano con "Thank you!", tiravano fuori le mutande e scappavano via; i boss talmente grandi che non ci stavano nello schermo; le animazioni e le trasformazioni, come quando diventavi una mummia o, meglio ancora, ti ritrovavi improvvisamente grasso, lento e potentissimo. Ogni partita - così come ogni morte - era uno spettacolo da guardare e ascoltare. Poi un giorno è capitato che, all'ennesimo Game Over, il barista passò a svuotare la gettoniera del cabinato. Aprì lo sportellino, recuperò il malloppo, e prima di chiuderlo smanacciò con i comandi della gettoniera. Sentii il cabinato tintinnare ma non capii bene che diavoleria stesse facendo. "Non li finire tutti, guaglio'...", disse prima di tornare al posto suo. Nell'angolo dello schermo c'era adesso scritto "Credits 99". Quella fu l'estate in cui finii Metal Slug.

The Urbz: Sims in the City (Giordana)

Giochi Estate Giordana

Nella mia routine vacanziera c'è sempre un momento della giornata molto delicato in cui il videogioco è imprescindibile. Quella breve parentesi della giornata in cui torno in albergo, mi faccio una doccia, mi rilasso e mi preparo per la cena è pericolosissima, perché se mi addormento è la fine. Mi basta un sonno leggero di appena venti minuti per svegliarmi totalmente frastornata, senza sapere dove sono e cosa sta succedendo, trascinandomi addosso un rimbambimento che non cesserà fino a che non andrò a dormire.

Potreste pensare che questo problema sia nato con l'avanzare dell'età, ma in realtà è sempre stato così per me, fin da bambina. Per questo negli anni, le console Nintendo sono sempre state fedeli alleate che mi hanno salvato innumerevoli volte dalla nap roulette (ovvero il pisolino sconsiderato senza sveglia), e c'è un titolo che ciclicamente rigioco d'estate in questo contesto: The Urbz - Sims in the City per Game Boy Advance.

The Sims - Bustin' Out e il diretto sequel The Urbz sono due giochi davvero carini, con uno stile alla Animal Crossing che, sinceramente, rimpiango un po'. Leggeri, divertenti, pieni di minigiochi e con i quali mi sono divertita davvero molto, spero sempre in un ritorno di quella formula per The Sims. Mi ricorda l'estate perché lo comprai per il mio compleanno, che cade a fine giugno, e da quel momento è diventato il mio compagno di viaggio preferito. Aspetto sempre qualche anno prima di rigiocarlo, giusto per darmi il tempo di dimenticarmi un po' le varie missioni. Quindi grazie The Urbz per aver salvato le mie serate di vacanza; l'alternativa era fare la fine dello studente assonnato dell'università di Urbania, Marco Lettico.

Street Fighter 2 (Pierpaolo)

Giochi Estate Pierpaolo

Per me c'è soltanto un singolo, molto specifico, titolo che è praticamente legato a doppia mandata all'estate: Street Fighter 2 Champion Edition. Un picchiaduro, anzi IL picchiaduro di Capcom, lanciato in Giappone nell'ormai lontanissimo 1992 (vi rendete conto che sono passati 30 anni?!?!?!) e arrivato un filo più tardi anche nelle sale giochi nostrane, in un periodo in cui si giocava tanto fuori casa e andare in giro con gettoni telefonici e monete da 200 lire in tasca era una naturale consuetudine.

Ma perché collego quell'incredibile beat'em-up all'estate? Perché dalle mie parti, nella provincia romana (ma non mi stupirei a scoprire che era un fil rouge che collegava un po' tutta la penisola nei primi anni '90), si era soliti adornare una o due cabine delle spiagge meglio attrezzate con una manciata di coin-op dove i "regazzini" si rifugiavano per passare interi pomeriggi imbrogliando i propri genitori e lasciandoli nell'illusione di essere all'aria aperta a giocare a qualcosa di più salubre. E tra questi coin-op c'era sempre, immancabilmente, costantemente, Street Fighter 2 Champion Edition.

Intere estati a decidere qualsiasi cosa in funzione di un match: chi doveva pagare il gelato, chi doveva cercare i lettini dove appoggiarsi a sbafo, chi avrebbe preso il motorino per passare a prendere l'altro l'indomani, chi sarebbe stato in porta... Al caldo, rinchiusi in cabina, madidi di sudore, a urlare per la fortuna sfacciata dell'avversario e naturalmente appestati dal fumo degli amici più grandi. Diosanto quanto si fumava all'epoca, ancora oggi mi chiedo come abbiamo fatto a sopravvivere tutti in quegli spazi angusti a trascorrere 6-8 ore quotidiane nel fumo passivo.

Ah, chiaramente sceglievo sempre Ken, talvolta Vega (ho sempre avuto un amore spassionato per Vega, quando gli saltava la maschera dopo aver incassato un paio di colpi ben assestati), e non smettevo mai di vincere.

GoldenEye 007 (Kobe)

Giochi Estate Kobe

In quella lontana, calda ed indimenticabile estate del 1998, senza che nessuno si fosse realmente messo d'accordo, venne a crearsi un'inviolabile routine. La mattina ognuno stava per i fatti propri. Ci si guardava qualche cartone animato o, per l'ennesima volta, il VHS lasciato nel registratore il giorno prima. Svogliatamente si metteva a posto la camera. In rarissimi casi si usciva con la bici nei dintorni senza una precisa destinazione. A pranzo c'erano i Simpson, momento attorno a cui far ruotare l'organizzazione del pasto, in tacito, sommesso e rassegnato accordo con il genitore deputato al compito. Poi, alle 14:45 in punto, il campanello di casa del sottoscritto iniziava a suonare con una regolarità quasi precisa ogni tre minuti per un totale di cinque volte.

Era il jingle che faceva da sigla al pomeriggio che, a quel tempo, era dominato da GoldenEye 007 per Nintendo 64. GoldenEye divenne una piccola ossessione: da una parte volevamo dimostrare chi fosse il grilletto più veloce di tutti, in splendidi deathmatch in locale a quattro giocatori. Dall'altra, ci eravamo messi in testa di completare ogni livello della campagna alla difficoltà più alta, ragionando all'unisono su come si completassero gli obiettivi secondari, litigando su chi dovesse essere il prossimo a fare un tentativo, soffrendo insieme quando la schermata si tingeva di rosso, proprio ad una manciata di metri dall'agognato traguardo finale.

Sudore, risate e qualche rage quit. Questi sono i principali ricordi della mia estate del 1998, passato con uno dei giochi che più di qualunque altro abbino ai mesi più caldi dell'anno. Un'estate spassosissima, in cui scoprì quello che ad oggi resta uno degli FPS più divertenti e coinvolgenti a cui abbia mai avuto la fortuna di giocare. Tanto più divertente e coinvolgente perché vissuto in compagnia dei miei amici dell'epoca.